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Riflessioni sull'Alchimia

di Elena Frasca Odorizzi

 

Un Alchimista di nome Orfeo in una tarsia rinascimentale senese del 1500

Aprile 2008
Revisionato nel mese di Gennaio 2012

 

Un Alchimista di nome Orfeo - NOTE - pagina 1


1) «Deum Colere – Studere – Gaudere – Neminem lædere – Nemini credere – De mundo non curare ». È forse, la prima espressione “ermetica” in cui mi sia imbattuta.

2) Vedi il disegno dell'Ouroboros, (il serpente che si morde la coda), con al centro la scritta «En to pan», (Tutto è Uno o anche l'Uno è il Tutto), contenuto in uno dei più antichi manoscritti alchemici pervenutici, la Chrysopoeia di Cleopatra. In, ALEXANDER ROOB, Il Museo Ermetico, Alchimia e Mistica , Milano, Taschen edizioni, 1997, p. 422 ; MAURIZIO CALVESI, Arte e Alchimia, Firenze, Ed. Giunti, allegato alla rivista Art Dossier n° 4 luglio/agosto 1986.

3) La frase « Liber Enim Librum Aperit», è attribuita al famoso medico e alchimista persiano, al-Razi, (864-930).

4) Frase contenuta nel Mutus Liber di ALTUS, del 1677. La Tavola 14, è riportata in JOHANNES FABRICIUS, Alchimia, l' Arte Regia nel simbolismo medievale, Roma, Edizioni Mediterranee, 1997, p. 243. Le immagini dell'Atalanta Fugiens sono disponibili su Internet nel sito di Adam McLean, una autorità nel campo degli studi alchemici, all'indirizzo: http://alchemywebsite.com/prints_series_mutus.html

5) MICHAEL MAIER, Atalanta fugiens (1618), Emblemata XLII:«A chi medita cose chimiche Natura, Ragione, Esperienza, e lettura siano Guida, bastone, occhiali e lampada»; Epigramma XLII:«La Natura ti sia guida, seguila lieto ad arte: Fallirai se non ti sarà compagna di strada; La ragione ti sia bastone, fortifichi l'esperienza gli occhi tuoi, che tu possa vedere in lontananza. La lettura sia una chiara lampa nelle tenebre, perché ti guardi cauto dagli ammassi di parole e cose». michael maier, Atalanta Fugiens con trascrizione in notazione moderna delle 50 fughe, Biblioteca Ermetica, Roma, Edizioni Mediterranee, 2002 , p. 228. On line http://alchemywebsite.com/prints_series_atalanta.html

6) Ivi, pp. 153-154, Emblema XXVII e Epigramma XXVI.

7) Michael Ende, nel suo bellissimo libro, La Storia Infinita, usa spesso  questa formula durante la narrazione.

8) Patrona di Siena. Prima donna, (insieme a Santa Teresa d'Avila), a diventare “Dottore della Chiesa”  il 4 ottobre 1970, per decisione di Papa Pio VI. Fu nominata patrona d'Italia da papa Pio XII, nel 1939, e Patrona d'Europa, insieme a San Francesco,  il 1 ottobre 1999, da Papa Giovanni Paolo II.

9) Molto tempo dopo scoprii che secondo la Tradizione Orientale questa sensazione si avverte quando Kundalini, il Serpente energetico, si risveglia, mentre in Occidente, l'immagine corrispondente è l'Ouroboros che risale lungo il Caduceo Ermetico. Vedi LAURA TUAN, Il Viaggio Astrale, la straordinaria esperienza della proiezione fuori dal corpo in assoluta sicurezza, con esercizi ed esperimenti pratici graduali, Milano, De Vecchi Editore, 1997

10) Da questo ricordo deriva la mia illustrazione, Holy Alchemy.

11) Una interessante biografia è quella di EDGARDA FERRI, Io, Caterina. La vita di una donna, il mistero di una santa, Milano, Mondadori, 2003.

12) «Fa’, figliuola mia, due abitazioni; una abitazione attuale nella cella, ché tu non vada discorrendo in molti luoghi se non per necessità o per obedienzia della priora o per carità. E un’altra abitazione fà spiritualmente, la quale porti congiuntamente teco: e questa è la cella del vero cognoscimento di te; dove troverai il conoscimento della bontà di Dio in te.»: SANTA CATERINA, Lettera 49.

13) Per il significato vedi più avanti.

14) In greco «Gnothi sautòn», in latino «nosce te ipsum », PLATONE, Fedro, 229E – 230A.

 

Un Alchimista di nome Orfeo - NOTE - pagina 2

 

15) L'Acacia, Rivista di Studi Esoterici, Rivista quadrimestrale della Serenissima Gran Loggia del Rito Simbolico Italiano, numero 1, Firenze, Editore Rito simbolico Italiano, Gennaio-Agosto 1997,  p. 6.

16) Gemisto Pletone giunse in Italia dalla Grecia, al seguito dell’Imperatore Giovanni Paleologo, in occasione del concilio del 1438-39, per l’unificazione della chiesa greca con quella latina. Prima si fermò a Ferrara  [cfr. la realizzazione del Tempio Malatestiano a Rimini http://www.ritosimbolico.net/studi2/studi2_10.html ] e quindi a Firenze [Accademia Platonica di Cosimo dei Medici], dove tenne per primo lezioni « su Platone e sugli Oracoli Caldaici, presentandoli come espressione della dottrina di Zoroastro (Zarathustra), “priscus theologus”, considerato la fonte principale di una sapienza solare antichissima che si manifesta per gradi, e della quale Pitagora e Platone risultano essere tra i massimi rappresentanti. In aggiunta, egli ricollega a tale filone tradizionale anche Minosse, Licurgo, Numa, i sacerdoti di Dodona, i Sette Sapienti, Parmenide, Timeo, Plutarco, Porfirio, Giamblico, i Magi e perfino i Brahmani. [...] » da http://www.filosofico.net/pletone.htm 

17) È lo stesso Ficino a ricordarci come il cenacolo platonico fiorentino fosse nato dall'influenza esercitata da Gemisto Pletone sul principe mediceo. In Marsilio Ficino: dalla cristianizzazione della magia alla magicizzazione del cristianesimo, di PAOLO ALDO ROSSI, http://www.airesis.net/IlGiardinoDeiMagi/Giardino%201/ROSSI%201.htm. Cfr. anche MICHELE PSELLO, Oracoli Caldaici , con appendici su Proclo e Michele Italo, a cura di Silvia Lanzi,I Cabiri, Milano, Mimesis, 2001, p. 21 – 23. - Gemisto Pletone fu l'iniziatore e l'ispiratore non solo dell'Accademia fiorentina, ma anche di quella Romana, Napoletana e Riminese, sul modello dell'Antica Accademia di Atene.

18) Vedi MORENO NERI, curatore de "Il Trattato delle Virtù" edito nella prestigiosa collana “Testi a fronte” di Bompiani e traduttore dell'opera omnia del filosofo bizantino fondatore della scuola neo platonica che influenzò la cultura umanistica del primo Rinascimento italiano.

19) Tratto da  un articolo di PAOLO SCROCCARO su http://www.estovest.net/tradizione/pletone.html.  È interessante notare che intorno al 1400, proprio a Siena, San Bernardino rischiò di essere considerato eretico, per aver messo al centro della sua predicazione il Cristogramma IHS, iscritto all'interno di un Sole dorato con 12 raggi, su campo azzurro.

20) Celebre espressione usata da Pletone.

21) Le navate laterali di destra e di sinistra, sono occupate da dieci quadranti raffiguranti altrettante Sibille. Questo numero fu fissato nel I secolo a.C. dal canone di Varrone. Come Ermete sono accompagnate ognuna da due iscrizioni, provenienti secondo la tradizione dall’opera stessa di Lattanzio, il Divinae Institutiones , del 304-313 d.C. . Percorrendo, dunque, i quadranti della navata destra e quelli di sinistra si compie un viaggio storico – teologico, riguardante le vicende del Cristianesimo. Cfr. CACIORGNA – GUERRINI, Il Pavimento del Duomo di Siena, Milano, Silvana, 2005.

22) Il Pavimento del Duomo di Siena, Edizioni Scala, Siena, 1996, p. 13.

23) Riguardo le Leggende sulla vita di Ermete Trismegisto vedi più avanti il mio articolo: Viaggio nella Tavola di Smeraldo tra Protochimica e Filosofia Ermetica. Origini, significato e attualità.

24) Ficino, nel suo Commento al primo trattato del Pimandro, scrive anche: “Sembra qui che Mercurio parli dei misteri mosaici” . » Vedi:http://www.airesis.net/IlGiardinoDeiMagi/Giardino%201/ROSSI%201.htm. Marsilio Ficino: dalla cristianizzazione della magia alla magicizzazione del cristianesimo, di PAOLO ALDO ROSSI , op. cit.

25) Santa Caterina da Siena fu canonizzata nel 1461 dal  Papa senese Pio II (Enea Silvio Piccolomini, 1458 – 1464). 

26) Quale importanza il Ficino annettesse ai testi ermetici lo si comprende dall'Argumentum (la lettera dedicatoria a Cosimo), in cui inizia a tracciare la genealogia del Termaximus. PAOLO ALDO ROSSI, Marsilio Ficino,http://www.airesis.net/IlGiardinoDeiMagi/Giardino%201/ROSSI%201.htm 

27) Per il significato vedi il mio saggio, L'Alchimia Spirituale. Nescentia Necat.

 

Un Alchimista di nome Orfeo - NOTE - pagina 3

 

28) Come abbiamo visto la filosofia di Gemisto Pletone ruotava intorno ad un culto solare.  Orfeo è il figlio del Dio sole, Apollo,  titolo che in Egitto spettava solamente ai Faraoni nella forma di - Sa R -, da cui, secondo alcuni, deriverebbe il nome biblico Sara. Cfr. ALBERTO ELLI, Guida ai Geroglifici, i principi fondamentali della lingua e della scrittura degli antichi egizi, Milano, Anotnio Vallardi Editore,  2003 (3a rist.), p. 64, la titolatura reale.

29) Cfr. Inni Omerici, a cura di Giuseppe Zanetto, testo greco a fronte, Bur classici greci e latini L1136, Milano, RCS libri, 2000. pp.131- 132, Inno a Hermes, 24, sgg.

30) OVIDIO, Metamorfosi, X, 41-60.

31) Encyclopaedia Orphica di immagini on line: http://www.rastko.rs/drama/zstefanovic/orfej/mit/

32) «Ma anche allora, quando in mezzo ai gorghi, l'Ebro trascinava sull'onda il capo spiccato dal suo collo d'avorio, la voce ormai rappresa nella gola “Euridice” chiamava, mentre l'anima fuggiva,  “o misera Euridice”. E lungo tutto il fiume le rive ripetevano “Euridice”. » VIRGILIO, Georgiche, IV.

33) «Disperse intorno giacciono le membra: capo e lira li accogliesti  tu, Ebro; è un prodigio: mentre fluttuano in mezzo alla corrente, la lira, non so come, flebile si lamenta, la lingua esanime mormora un flebile gemito e flebili rispondono le rive. Trasportati sino al mare, lasciano il fiume della loro patria per arenarsi a Metimna sulle coste di Lesbo: qui un feroce serpente si avventa contro il capo che, gettato su quella spiaggia straniera, è ancora intriso di gocce fra i capelli. Ma a quel punto Febo interviene e lo blocca mentre si appresta a mordere, immobilizzando in roccia quelle fauci spalancate, pietrificandolo, così com'è, a bocca aperta. »  OVIDIO, Metamorfosi, X.

34) L'Orfismo si afferma in Grecia intorno a metà VI secolo, quasi 500 anni prima della nascita di Cristo, 1000 anni dopo la nascita di Mosé, più di un secolo dopo la venuta dei grandi profeti ebraici Isaia, Geremia e Elia e  quasi duemila anni dopo l’introduzione del mito della morte e della rinascita di Osiride. Nasce nello stesso periodo il pensiero di Zarathustra si diffonde in Persia, nelle colonie greche della Ionia sorge la filosofia greca, (sotto l’influenza del vicino oriente) e tra gli Israeliti vive Ezechiele. Contemporaneamente In Cina compiono Confucio e Lao-tse, mentre in India nasce il Buddha Siddhartha Gautama.

35) DIODORO SICULO, Biblioteca, III 65-6

36) PLATONE, Fedro, 248 a  Il mito della biga alata e la legge di Adrastea.

37) Adrastea compare nella teogonia Orfica, come rielaborazione di quella Esiodea. ESIODO, Teogonia, introduzione e note di Graziano Arrighetti, Testo greco a fronte, Milano, Bur, 2000,

38) Le Religioni dei Misteri. Eleusi, Dionisismo, Orfismo, Volume I, a cura di Paolo Scarpi, Fondazione Lorenzo Valla, Forlì, Arnoldo Mondadori Editore, 2003, 3a ed., Orfismo, Introduzione, p. 350.

39) Ivi, Introduzione, (Origine semantica dei termini con cui si identificano i Misteri).

40) Le Religioni dei Misteri, Volume I, op. cit. , D Iniziazione, p. 411-13, DIODORO SICULO, I 23, 2; 6 in

41) Ivi, p. 429, DIODORO SICULO, I 96, 4-5 , I

42) Cfr la sua partecipazione alla spedizione degli Argonauti, nella quale, con  il  suono della cetra di Orfeo, permise alla nave Argo di attraversare indenne il tratto di mare in prossimità dell’isola delle Sirene incantatrici. Cfr  I Presocratici ,testimonianze e frammenti,Tomo I, Milano, La Terza,1995, p. 8 , in nota 7.

43) «Presso i Kazak-Kirghisi il baqça, “cantore, poeta, musico, indovino, sacerdote e medico, sembra essere il custode delle tradizioni religiose popolari, il conservatore di leggende antiche di molti secoli”. » (Castagnè, Magie et exorcisme, p.60). MIRCEA ELIADE, Lo sciamanesimo e le tecniche dell'estasi, Roma, Edizioni Mediterranee, 1992, p.49

44) EURIPIDE, Alc. 357 :« 2 Se avessi la voce ed il canto di Orfeo, sì da poterti trarre fuori dall'Ade, ammaliando con le melodie e la figlia di Demetra o il suo sposo, ebbene io scendere la sotto» Nota 6 in I Presocratici ,testimonianze e frammenti,op.cit., frammento e nota 6. p. 7 « Questi versi di Euripide [...] da un alto ci confermano la tradizione dell'origine tracia dei misteri orfici (o meglio di una loro antica localizzazione nella Tracia, perché questa collocazione può benissimo essere solo secondaria e non originaria), dall'altro ci danno indicazioni sulle virtù medico-magiche e musicopsicagogico di Orfeo, nonché sulla leggenda della sua “discesa nell'Ade”  per liberare la sposa Euridice: quest'ultima leggenda rispecchia l'originario carattere di nume ctonio e infero di Orfeo ( e anche Euridice è verosimilmente una figura divina della Terra) e la sua affinità con Dioniso che dagli Inferi trasse la madre Semele »: (cfr.  DIODORO. IV 24, 4)

45) SENECA, Medea.

46) Le Religioni dei Misteri, Volume I, op. cit. , Orfismo, Introduzione, p. 351.

47) Ibidem

48) MIRCEA ELIADE, Lo sciamanesimo e le tecniche dell'estasi, op. cit. , pp.55-56

49) Ivi, pp.53-54 e p.63.

50) MIRCEA ELIADE, Lo sciamanesimo e le tecniche dell'estasi, op. cit. , p.51

51) Cfr. miti più arcaici, di cui non restano che tracce, collegati ai culti misterici agrari riguardanti una Divinità femminile e una maschile: 1) Il Viaggio di Iside che va in cerca dei pezzi del marito Osiride smembrato dal fratello, per ricomporlo, 2) la discesa agli Inferi di Ishtar, per liberare il suo compagno Tammuz, il dio della vegetazione, tenuto prigioniero da sua sorella la regina degli Inferi  Ereshkigal , 3) la storia di Demetra che vuole le sia restituita la figlia Persefone rapita da Ade, ecc.

52) MIRCEA ELIADE, Lo sciamanesimo e le tecniche dell'estasi, op.cit. , p.63.

53) Ivi, p.76.

54) DIODORO SICULO, V 64, 4  in  Le Religioni dei Misteri, op. cit., D Iniziazione, p. 411.

55) MIRCEA ELIADE, Arti del metallo e alchimia, Torino, Bollati Boringhieri, 2004

56) MIRCEA ELIADE, Lo sciamanesimo e le tecniche dell'estasi, op. cit. , p.78

57) Ivi,  p.62.

58) JOHANNES FABRICIUS, Alchimia, op. cit. , p. 245 ; su internet http://hdelboy.club.fr/solis_10.jpeg

59) SALOMON TRIMOSIN, Splendor Solis, 1582  la copia più antica è del 1532-1535  XVI secolo

60) Il Bagnomaria, Balneum Mariae, è una operazione alchemica per distillare miscele di varie sostanze, (Elisir), che devono essere riscaldate lentamente. Si dice sia stato inventato da un'alchimista di nome Maria, detta l'Ebrea, nominata da Zosimo di Panopoli, primo alchimista storicamente documentato, del IV secolo d.C. .

61) «Notiamo infine che il mito del rinnovamento mediante lo smembramento, la cottura o il fuoco ha continuato ad affascinare gli uomini anche al di fuori dell'orizzonte spirituale dello sciamanesimo. Medea riesce a far assassinare Pelia dalle sue figlie convincendole che la risusciterà e ringiovanirà, come essa ha fatto con un ariete (Apollodoro, Bibl. I, IX, 27). E quando Tantalo uccide suo figlio Pelope e lo serve al banchetto degli dèi; questi lo resuscitano facendolo bollire in una marmitta (Pindaro, Olymp. , I, 26 [40] sg. ); vi manca solo la spalla , che Demetra aveva inavvertitamente mangiato. Il mito del ringiovanimento mediante lo smembramento  e la cottura s'è anche trasmesso nel folklore siberiano, centro – asiatico europeo, qui la parte del fabbro essendo stata assunta da Gesù Cristo o da certi santi» MIRCEA ELIADE, Lo sciamanesimo e le tecniche dell'estasi, op. cit. , pp. 87-88

62) Per esempio cfr. i Siddhi (poteri) dei Guru Indiani in SWAMI SIVANANDA, Kundalini Yoga, Perugia, Edizioni Vidyananda, 1971, pp.80 e segg.

63) MICHEAL MAIER, Atalanta Fugiens con trascrizione in notazione moderna delle 50 fughe, Biblioteca Ermetica, Roma, Edizioni Mediterranee, 2002 .

64) Splendor Solis in  AAVV, Il Filo di Arianna - 42 trattati di alchimia dall'antichità al XVIII Secolo, Volume II, a cura di Sabina e Rosario Piccolini,  Milano, Mimesis, 2001, p. 142-146 .

 

Un Alchimista di nome Orfeo - NOTE - pagina 4

 

65) Due personaggi che furono entrambi decapitati e santificati per le loro imprese salvifiche, Cfr. la testa di Orfeo, trasportata dal fiume, raggiunse una grotta dove iniziò a dare Oracoli e quella di Santa Caterina fu portata di nascosto a Siena ed esposta in una “grotta artificiale”, da dove potesse parlare al cuore dei Senesi.

66)  PLATONE, Alcbiade Maggiore, 132/133 C, ss., PLATONE, Tutte le Opere, Milano, Sansoni Editore, 1993, p. 468.

67)  Platone insegnava ai suoi discepoli che una vita non indagata profondamente non è degna di essere vissuta ed è necessario «conoscere se stessi, ancora prima di interessarsi ai fatti altrui»: « E la ragione, mio caro, è questa: che non posso ancora, secondo il precetto delfico, ‘Conoscere me stesso’ e mi sembra ridicolo, che ignorando tuttora questo, cerchi di investigare i fatti altrui. Cosicché lasciate da parte simili indagini e attenendomi intorno ad esse, come dicevo innanzi, all'opinione comune, vado scrutando non già queste cose ma me stesso, per accertarmi se sono una bestia più complicata e più gonfia di fumo di Tifone, o se sono un animale più mansueto e più semplice, partecipe per natura d'una qualche sorte divina e modesta. » PLATONE, Fedro (229E – 230A);  Platone, op. cit., p. 527.

68)  IPPOLITO, Confutazione di tutte le eresie.

69)  Pindaro, riguardo ai Misteri Eleusini.

70)  MAURIZIO NICOSIA, I Luoghi della Rimembranza, conferenza tenuta a Tolone e disponibile sul sito dell'autore, all'indirizzo:  http://www.zen-it.com/symbol/rimembranza.htm

71)  Frammento Orfico in, I Presocratici, testimonianze e frammenti,Tomo I, Farigliano, La Terza,1995, p. 21, Laminette d'oro da Petelia, [32a]

 

Un Alchimista di nome Orfeo - NOTE - pagina 5

 

72) Tanto tenace era il desiderio di rinascita culturale nel Rinascimento, quanto risolute erano le forze che vi si opponevano. Tra il 1484-1492, periodo nel quale venne eseguita la tarsia di Orfeo, sedette sul soglio pontificio Innocenzo VII, papa simoniaco, lussurioso e nepotista, che tra il 1487-88 indisse una crociata contro i Valdesi, minacciò di scomunica chi leggesse i libri di Pico della Mirandola, dette forte impulso alla persecuzione di maghi e streghe, portando alla stesura del Malleum Maleficarum e nominò Tomàs de Torquemada, come capo dell'inquisizione spagnola. Morì nel 1492, anno in cui morì anche Lorenzo il Magnifico e al suo posto fu eletto un personaggio altrettanto scellerato, Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia.

73) Ricordiamoci che la creazione della tarsia si inquadra in un periodo storico nel quale le immagini pagane ed emblematiche diventando importanti come veicolo di conoscenze segrete. Vedi il mio studio sull'Araldica Alchemica.

74) http://www.rastko.rs/drama/zstefanovic/orfej/mit/ - http://www.rastko.rs/drama/zstefanovic/orfej/mit/img/art/virort2-1.jpg

75) http://www.rastko.rs/drama/zstefanovic/orfej/mit/img/art/metamorphoses2.jpg

76) Cfr con l'emblema XXV dell'Atalanta Fugiens in MICHAEL MAIER, Atalanta Fugiens, op. cit. , p. 144  (visibile su http://www.fisicamente.net/dragone.jpg )

77) Cfr. Orfeo tra gli animali, con tre alberi alle sue spalle. http://www.rastko.rs/drama/zstefanovic/orfej/mit/img/art/ven97orp-2.jpg . A sua volta questa illustrazione trae origine da soggetti più antichi. Cfr. l' Orfeo che suona la lira circondato dagli animali, in un Mosaico romano del II secolo d.C. in http://www.elicriso.it/it/mitologia_ambiente/orfeo_euridice/immagini/orfeo3.jpg

78) Al posto della Lira è presente un Violino, forse per la bellezza e a potenza drammatica del suono di questo strumento.

79) OVIDIO, Metamorfosi, Libro X

80) «Dall'unità estraete il ternario e riportate il ternario all'unità» Regola IV in HUGINUS A BARMÂ, Il regno di Saturno trasformato in età dell'Oro, a cura di Stefano Andreani, Biblioteca ermetica, Roma, Mediterranee, 1986,  p. 93.

81) L'attribuzione di Alberi a Dee Madri era molto frequente in epoca protostorica e storica. Vedi ROGER COOK, L'albero della Vita, le radici del cosmo, Milano, Red edizioni, 1987, copertina e p. 92 ; p. 28; p. 42.

82) Tra l'altro Pletone riteneva che i Sacerdoti di Dodona facessero parte di quella catena ininterrotta di Sapienti, che discendevano da Zarathustra e da Ermete Trismegisto. Vedi Nota 16.

83) ALFREDO CATTABIANI, Florario, Miti,  leggende e simboli di fiori e piante, Milano, Mondadori, 1996, p. 51

84) Gli antichi credevano che i frutti del Leccio e del Castagno avessero proprietà fecondatrici e afrodisiache. Il termine ghianda era infatti usato non solo per indicarne il frutto della quercia, ma anche il glande del pene, (bàlanosin greco e  glans - glandis, in latino) e le Castagne, che «provocano al coito», erano, a loro volta, soprannominate “Iovis Glandes” o “Dios Balanos” cioè Ghiande, (testicoli) di Giove. ALFREDO CATTABIANI, Florario, op. cit, p. 62

85) JOHANNES FABRICIUS, Alchimia, l' Arte Regia nel simbolismo medievale. op.  cit., p. 161 e nota p. 226 fig. IV Janitor Pansophus, Mus. Herm. , firma di M. Merian. Che gli alberi siano querce lo si trova nella spiegazione di Marcello Fumagalli su   http://www.duepassinelmistero.com/macrocosmo_e_microcosmomacrocosm.htm 

86) ALEXANDER ROOB, Il Museo Ermetico, op. cit. p. 185. Su internet l'immagine The compass of the wise, si trova sul sito http://www.tracyrtwyman.com

87) L'immagine dell'Emblema si può vedere su http://pagesperso-orange.fr/chrysopee/limojon/emblemlimojon.gif

88) LIMOJON DE SAINCT DISDIER, Il Trionfo Ermetico, Roma, Mediterranee, 1974, p. 26 – 28.

89) Cfr. i Templi Massonici In LUIGI SESSA, i simboli massonici. Storia ed Evoluzione, Foggia, Bastogi, 2001

90) PORFIRIO, L’Antro delle Ninfe, op. cit., pp. 20-21, Capitolo VI.

91) Spingendoci ancora oltre potremmo vedere nei tre alberi più grandi, le 3 serpentine correnti di energia del caduceo di Mercurio, e il sistema spirituale-energetico ebraico delle tre colonne portanti dell'albero della vita.

92) Vedi REINHOLD MERKELBACH, Mitra. Il signore delle grotte, Genova, ECIG, 1998; 1a edizione straniera 1984. Vedi anche l'immagine della Tauroctonia del Mitreo di Marino su http://web.romascuola.net/noisulterritorio/Immagini/MitreoMarino.gif

93) HUGINUS A BARMÂ , op. cit.  p. 91-95 e segg.

94) Vedi Il Testamento Ermetico di Morienus, a cura di Michela Periera, Roma, Atanòr,1996, p. 55. - http://www.zen-it.com/letture/recensioni/morienus.htm

95) Vedi PATRICK RIVIÈRE, Alchimia e Spagiria, dalla Grande Opera alla medicina di Paracelso, Roma,Mediterranee, 2000

96) «Comuni a tutto il paese poi sono le statue di Osiride di tipo antropomorfo e itifallico, simbolo di fecondità e di potere vitale. Le sue immagini vengono rivestite con un abito rosso fiamma, in ossequio alla concezione secondo la quale il Sole rappresenta la sostanza visibile del bene, che è essenza puramente intelligibile. » PLUTARCO, De Iside et Osiride - caput 51

97) Vedi La Sezione Aurea in IRÈNE MAINGUY, Simbolica Massonica del Terzo Millennio, Roma, Mediterranee, 2009 pp. 286-288.

98) PORFIRIO, L’Antro delle Ninfe (De antro Nympharum), Collezione Sebastiani, Milano, Archè, 1974 , copia anastatica, p. 13, Cap. I; pp.32-33, Cap. XIV. Su Internet: http://www.zen-it.com/symbol/porfirio.htm

99) HUGINUS A BARMÂ , op. cit.  p. 91-95 e segg.

100) Ivi, p. 96

101) Ivi, p. 97

102) Ovviamente il colore giallo aranciato di Orfeo potrebbe essere dovuto anche allo scurirsi del marmo bianco nel tempo, oppure potrebbe essere una scelta motivata da ragioni economiche, accidentali, se non stilistiche. Niente vieta, però, che si tratti anche di una volontà ben precisa di mettere in risalto il processo di “Aurificazione della Natura”.

103) Incipit della Tavola Smeraldina nella traduzione  riportata dall'alchimista Hortolanus, in: Il Filo di Arianna, 42 trattati di Alchimia dall’Antichità al XVIII secolo,  scelti e tradotti da Sabina e Rosario Piccolini, vol. I,  Mimesis, Milano, 2001, p. 25. 

104) Operazione comune perché i distillatori erano usati per fare l'Acquavite. Uno di questi ci viene descritto da Vannoccio Biringuccio da Siena (1485-1539) nella sua opera De la Pirotechnia. Si tratta di un apparecchio che contemporaneamente distilla e rettifica, anche se in modo rudimentale. Ma l'autore è entusiasta dell'apparecchio dal quale, a suo parere, si otteneva un'acquavite "... tanto buona che è sottile come fumo, talché aprendo il vaso dove è, se ne va in aere, e gittandone alquanto in alto non arriva a terra ché nell'aere è consumata". » tatto da: http://www.cipriani.com/cipriani/GrappaIt/distillazione.htm . Cfr. MARIA ASSUNTA CEPPARI RIFOLFI, Maghi, Streghe e Alchimisti, a Siena e nel suo territorio (1458 - 1571), presentazione di Mario Ascheri, Siena, edizioni il Leccio, 1999.

105) Vedi ALEXANDER ROOB, Il Museo Ermetico,op. cit., pp. 402-403, Abraham Eleazar, Lispisa 1760. Ve ne sono anche altre rappresentazioni come quella riportato nella collezione di Adam McLean con  Stella di Salomone, formata da Squadra e Compasso in http://www.alchemywebsite.com/images/amcl65.jpg  

106) È suggestivo notare come la Fenice che risorge dopo secoli faccia pensare anche alla rinascita dell'Ermetismo nel Rinascimento e successivamente con il Rosacrocianesimo seicentesco.

107) LOMOJON DE SAINCT DISDIER, Il Trionfo Ermetico, op. cit. p. 28.

108) MIRCEA ELIADE, Lo sciamanesimo e le tecniche dell'estasi, op. cit. , pp. 57-57

109) Ivi, pp .49-51:  « Si è visto che le malattie, i sogni e le estasi più o meno patogene, sono tanti mezzi di accesso alla condizione di sciamano. Talvolta queste singolari esperienze non significano altro che una «scelta» fatta dall'alto e valgono solo per preparare il candidato a ricevere ulteriori rivelazioni. Ma per lo più le malattie, i sogni e le estasi costituiscono in se stesse una iniziazione: vogliamo dire che esse vanno a trasformare l'uomo profano prima di prima della «scelta» in un tecnico del sacro.»

110) LOMOJON DE SAINCT DISDIER, Il Trionfo Ermetico, op. cit. p. 28.

111) « [...] ma vi è un unico uccello, che si rinnova e da sé si rigenera: gli Assiri lo chiamano Fenice; non di frumento né di erbe, bensì vive di lagrime di incenso e di stille di amomo. Quand'esso ha compiuto cinque secoli di vita, con le unghie e con il puro rostro si costruisce un nido fra i rami di un leccio o nella sommità di una flessibile palma. E non appena qui vi ha cosparso spighe di delicato nardo e trito cinnamomo e fulva mirra, sopra vi si adagia e fra gli aromi conclude il suo tempo. Ma da qui, come si tramanda, dal corpo paterno nuovamente nasce una piccola Fenice, destinata a vivere altrettanti anni. », OVIDIO, Metamorfosi.  «  [...] Etiopi e Indiani posseggono uccelli estremamente variopinti e indescrivibili e, più famosa di tutti, la fenice d’Arabia (non so se si tratti di una leggenda), un solo esemplare in tutto il mondo è visto e non molto spesso. Si narra che abbia le dimensioni di un’aquila, con un bagliore d’oro intorno al collo,di porpora nel resto del corpo,con penne rosa che spiccano sulla coda azzurra, la gola ornata di creste ed un ciuffo di piume sulla testa…Manlio scrive che non c’è mai stato nessuno che l’abbia vista nutrirsi, che in Arabia è sacra al Sole, vive per 540 anni; e quando comincia ad invecchiare, costruisce un nido con ramoscelli di cannella e di incenso, lo riempie di fronde odorose e vi muore sopra. Poi dalle ossa e dalle viscere dell’animale nasce dapprima una sorta di larva, che diventa quindi un pulcino e subito rende i dovuti onori funebri all’esemplare precedente, e trasporta l’intero nido nella città del Sole vicino alla Paucania [Eliopoli] e lì lo depone sull’altare della divinità. È ancora Manlio a dire che con la vita di questo uccello si compie la rivoluzione del Grande Anno, e di nuovo ritornano gli stessi segni delle stagioni e le stesse costellazioni… » PLINIO, Naturalis Historiae., t.II, pp.413-415

112) Costellazione famosa per l'ammasso stellare delle Pleiadi, 7 astri che hanno lo stesso nome delle Sacerdotesse di Dodona, (Peleiades, le Colombe) e che corrispondo allegoricamente ai 7 pianeti della Bussola dei Saggi.

113) In ALEXANDER ROOB, Il Museo Ermetico, op. cit. , p. 29

114) Cfr la famosa Melancholia I di Durer, ma anche la divisione delle stagioni in 4 periodi, la Teoria dei 4 elementi , quella Ippocratico-Galenica dei 4 tipi di Umori e di Temperamenti , la Teoria dei Simili usata anche da Paracelso per la sua Spagiria.

115) «E rettamente gli ingressi dell'antro volti a Borea discendono per gli uomini, mentre le parti di Meridione non sono proprie agli dèi, ma a coloro che ascendono agli dèi. Per questa ragione (il poeta) dice via non proprio agli dèi, ma agli immortali, comune anche alle anime che sono per sé o per essenza immortali.» PORFIRIO, L’Antro delle Ninfe ,op. cit. , p.  46., Cap. XXIII

116) HUGINUS A BARMÂ, op. cit.  p. 63,  XLIII

117) MIRCEA ELAIDE, Lo sciamanesimo e le tecniche dell'estasi, op. cit. , p.81


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