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Riflessioni sull'Alchimia

Riflessioni sull'Alchimia

di Elena Frasca Odorizzi   indice articoli

 

L'evoluzione della Simbologia degli Arcani Maggiori nei mazzi di Tarocchi delle Scuole Esoteriche Tradizionali del XIX – XX secolo, tra Ermetismo e Magia

Aprile 2009
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INDICE
1. Dall’Ars Memorandi ai Tarocchi come teatro della Memoria Magico operativa delle scuole esoteriche europee del XIX – XX secolo.

2. Le Scuole Esoteriche Europee dal XIX al XX secolo.

   1) Court de Gobelin  e l’origine egiziana dei Tarocchi.

   2) Etteilla e la nascita della Cartomanzia

   3) Eliphas Levi e  l’origine Ebraica dei Tarocchi.

   4) I Mazzi più famosi delle scuole esoterico-occultiste del XIX – XX secolo

3. Il simbolismo dei Tarocchi in 4 importanti scuole esoteriche.

   1) La Tabella delle Corrispondenze

   2) La Posizione degli Arcani

   3) La Numerazione degli Arcani

   4) I Tarocchi come strumento Magico-operativo

   5) Gli alfabeti planetari

   6) Traslitterazione e Valore Numerico dell’Alfabeto Ebraico

   7) I Sentieri e le corrispondenze Astrologico Planetarie

4. Breve analisi dei cambiamenti  più evidenti, accorsi nel tempo, nell'iconografia di alcuni arcani maggiori, dal mazzo Visconti a  quello di Crowley.

 

 

 

L'evoluzione della Simbologia degli Arcani Maggiori nei mazzi di Tarocchi delle Scuole Esoteriche Tradizionali del XIX – XX secolo, tra Ermetismo e Magia

 

 

1. Dall’ARS MEMORANDI ai Tarocchi come TEATRO della Memoria Magico OPERATIVA delle Scuole Esoteriche Europee del XIX – XX secolo.

Omnis mundi creatura
quasi liber et pictura
nobis est in speculum:
nostrae vitae nostrae mortis
nostri status nostrae sortis
fidele signaculum

Alano di Lilla, (1128 ca. – 1202)

Ogni creatura del mondo ,
come un libro o un dipinto,
ci funge da specchio:
della nostra vita e della nostra morte,
della nostra condizione e della nostra sorte
fedele rappresentazione.

 

L’esigenza di poter rappresentare per simboli gli infiniti rapporti tra enti, esseri e cose nacque con l’umanità. Ai popoli neolitici bastava incidere o dipingere una tela di ragno per esprimere la loro semplice visione del mondo. Con il passaggio dall’epoca protostorica a quella storica sorse infine la necessità di suddividere e specializzare ulteriormente la realtà, raccogliendo e combinando le semplici e intuitive immagini naturali, in simboli sempre più complessi. Le conoscenze di millenni furono codificate e passate da popolo a popolo attraverso un invisibile filo d’Arianna, fatto di concatenazioni di immagini archetipe, di associazioni di colori, di numeri, lettere e figure geometriche, organizzate in formule mnemotecniche, griglie concentriche, luoghi della Memoria fisici e mentali. Anche quando l'antico mondo pagano tramontò questo filo non si spezzò, perché nessun popolo può fare a meno dei risultati conseguiti dalle generazioni precedenti. Le conoscenze matematico astronomiche racchiuse nei perfetti monumenti architettonici, nei  testi scientifici e filosofici, gli stessi modi di ricordare, associare, riflettere e rappresentare il mondo, rimasero come base culturale anche del medioevo cristiano, influenzandone il cammino. Nei primi secoli dell’era cristiana gli ecclesiastici appresero le tecniche dell’Ars Memorandi applicate alla retorica, per usarle contro le religioni pagane e le comunità cristiane considerate “eretiche”1). La loro utilità fu tale, che rimasero in circolazione 2) e furono trasformate da Alberto Magno (1206 - 1280), Tommaso d’Aquino (1221 - 1274) e Raimondo Lullo (1232 - 1316) in strumento educativo fideistico per  l’istruzione retorico mistica dei frati predicatori 3), in modo che […] «ogni icona mentale» non mancasse di«riferirsi alle scritture giudaiche – cristiane 4) considerate come unico serbatoio di ogni possibile conoscenza 5)». Negli stessi anni anche l’Arte ebraica della Qabalah 6)  attirò l’attenzione dei cristiani. Questa si fondava soprattutto su un libro, (per alcuni scritto nel VI secolo d.C.), lo Sefer Yetzirah, che descriveva la formazione del mondo per mano del Dio Giudaico Cristiano: «Le ventidue lettere fondamentali le incise, le plasmò, le soppesò, e le permutò, e formò con esse tutto il creato e tutto ciò che c’è da formare per il futuro (Sefer Yetzirà, Capitolo II, sezione 2 7)) ». Questa frase sembrava la diretta continuazione del versetto biblico del Vecchio Testamento - «Ma tu hai tutto disposto tutto con numero, misura e peso (Sapienza, 11, 20)» ripresa spesso da Sant’Agostino nei suoi scritti (354 – 430 d. C.) 8) -. Gli studiosi cristiani rimasero così colpiti dalle implicazioni religiose offerte da questo sistema di codificazione dell’universo che, agli inizi del rinascimento, Giovanni Pico della Mirandola (1463-1494,) e Johannes Reuchlin (1455 - 1522 De Verbo mirifico, De Arte Cabalistica) tentarono di elaborare una loro Cabala Cristiana. In essa vedevano un perfetto strumento di conversione alla “vera fede” con il quale dare dimostrazioni logiche dell’esistenza di Dio e della legittimità del Cristianesimo. Si iniziò a parlare allora di Arte Magica cristiana “lecita”9), collegata al nome di Dio e a quello di Gesù per mezzo del Tetragrammaton.Alfabeto Magico Planetario Pico nei suoi scritti diceva - «Non vi è scienza che ci dia maggiori certezze della divinità del Cristo della Magia e della Cabala 10)»- e Reuchlin lo confermava dicendo: «Nessun nome, nell’Arte Magica lecita, ha tanta forza quanto l’Ebraico11)». Le molteplici applicazioni dell’Arte combinatoria ebraica, influenzarono anche altri campi di ricerca. L’Abate Tritemio 12) (Johann Heidenberg di Tritenheim 1462 - 1516) scrisse la Steganografia ovvero l’Arte di trasmettere con occulte scritture i voleri del proprio animo a chi è lontano, in appendice la chiave steganografica 13), una sorta di manuale di criptografia angelica utile per creare codici cifrati per mezzo di permutazioni letterali. Henricus Cornelius Agrippa von Nettesheim (1486-1535), suo allievo ed estimatore, a sua volta dette alle stampe la più importante opera di Magia dell’epoca: il De Occulta Philosophia o De Magia (1533). Un lavoro imponente in 3 volumi, nato per sintetizzare principi di alchimia, Cabala, Magia e filosofia naturale al fine di separare (almeno per quei tempi) la scienza dalla ciarlataneria. Agrippa, sotto il continuo pericolo di essere condannato per eresia, affermava, come altri suoi contemporanei, che il mago è «uomo saggio, sacerdote e profeta, non individuo superstizioso e demoniaco». Il primo volume dell’opera mostrava un Alfabeto Magico Planetario multi linguistico (nell’immagine a sinistra) costruito sulla base delle corrispondenze cabalistiche dello Sefer Yetzirah e nel capitolo LXXIV parlava Della proporzione e della corrispondenza e riduzione delle lettere coi segni celesti e coi pianeti nelle varie lingue 14). L’idea circolante tra gli studiosi del tempo era dunque che se l’universo poteva essere rappresentato, allora poteva anche essere modificato attraverso la manipolazione della sua stessa immagine, secondo i principi ermetici della Magia delle corrispondenze 15) e dell’antica teurgia neoplatonica 16) riportata in auge dagli studi di Marsilio Ficino 17) (1433 - 1499). A questo proposito la grande studiosa del rinascimento Frances Amelia Yates (1899–1981) scrisse che « […] Servendosi di immagini magiche o talismaniche 18) come di immagini mnemoniche il mago sperava di acquisire conoscenze e poteri universali, conseguendo tramite l’organizzazione Magica dell’immaginazione, una personalità dotata di magici poteri, in sintonia per così dire, con quellidel cosmo19) »- Ancora oltre si spinse Giulio Camillo Delminio (1480 - 1544) studioso « […] della Cabala Ebraica, e delle misteriose loro Tradizioni, [...] informato de' dogmi misteriosi degli Egiziani, de' Pitagorici e de' Platonici... 20)». Questi progettò un Teatro della Memoria, la cui ambiziosa funzione doveva essere quella di contenere l’intero scibile umano,  un oggetto quindi a metà strada tra un moderno computer 21) ed una rappresentazione “materiale” del Cabalistico Albero della Vita. Purtroppo questa architettura speciale «[…] non fu mai realizzata ed il suo ideatore fu perseguitato da alcuni come eretico, idolatrato da altri quale illustrissimo sapiente 22)». L'Arte della Memoria trovò però ampia applicazione nel pensiero di Giordano Bruno, il quale, distaccandosi dagli altri autori cristianeggianti, « […] nelle sue opere mnemotecniche fondamentali De Umbris idearum 23) e Cactus Circaeus, pubblicate a Parigi nel 1582, riporterà definitivamente l’Ars Memorandi alle sue origini pagane rivendicandone la funzione Magica purificata da ogni contaminazione teologica cristiana 24) ». Il filosofo, in questi scritti più che negli altri, attestò l'infinita possibilità di combinazione tra le immagini al fine di creare una fantasmagorica enciclopedia di rappresentazioni mentali, dilatabili o restringibili a volontà dello studioso 25). In questo variegato contesto culturale, già dal 1442, nelle corti italiane, fece la sua comparsa 26) un nuovo gioco di carte 27), il Ludus Triomphorum, che fin dai primi esemplari fu rappresentato con immagini collegate alle tecniche iconografiche mnemotecniche e alle concezioni filosofico umanistiche del tempo. Dal  XVI i trionfi presero il nome di  Tarocchi ed il mazzo Visconti Sforza (1450/52) e quello del Mantegna (1470) divennero gli esemplari più famosi di questo elaborato “passatempo” con il quale si sperava di poter anche educare, alla meditazione e alla riflessione, i figli dei potenti signori rinascimentali.

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NOTE

1) Il conflitto tra paganesimo e cristianesimo nel secolo IV, Saggi a cura di Arnolodo Momigliano, traduzione di Anna Davies Morpurgo, Torino, Giulio Einaudi Editore, 1968

2) Il De Oratore di CICERONE (106 - 43 a.C.),  l’ Institutio oratoria di QUINTILIANO (35 – 95 a.C.) ed un testo anonimo (dell’ 86-82 a.C.) chiamato Ad Caium Herennium Libri IV ) . In FRANCES A. YATES, L’Arte della Memoria, con uno scritto di Ernest H. Gombrich, Einaudi Tascabili n° 155, Cuneo, Einaudi, 2004, prima edizione straniera The Art of Memory, London, 1966, pp. 3 – 6.

3) Frances A. Yates, L’Arte della Memoria, op. cit. , p. 57  seg.

4) « Intanto l'uomo comune aveva perduto la capacità di riconoscere i soggetti dell'Arte antica e di comprenderne i significati. Erano sempre meno le persone che leggevano i classici greci e relativamente poche quelle che conoscevano la Bibbia come l'avevano conosciuta i loro nonni. Le persone di una certa età oggi restano sgomente nel vedere quanti riferimenti biblici siano ormai incomprensibili alle ultime generazioni. » Kenneth Clark Introduzione al "Dizionario dei soggetti e dei simboli nell'Arte" di James Hall.

5) BERTI – NEGRINI – TEBANI, Tarocchi Aleister Crowley. Il Libro di Thoth: uno studio chiarificatore, Torino, Lo Scarabeo, 1998, pp. 32 – 33.

6) « L'Arte della Cabala iniziò a fiorire agli inizi del XIII secolo presso le comunità giudaiche presenti in Spagna, Provenza e Germania, anche se la sua esistenza è di gran lungo più antica ; il testo preCabalistico per eccellenza il Sepher  Yetzirah , di Rabbi Akiba,  risale al VI secolo e già in esso si può trovare codificato il sistema delle 10 Sephirot e la teoria secondo la quale in ogni lettera dell'Alfabeto Ebraico, è celato un significato di tipo universale. Il primo testo propriamente Cabalistico è il Sepher Ha Zohar (il Libro dello Splendore), di Rabbi Simeon ben Yochai  apparso intorno alla fine del Duecento (da alcuni datato VIII sec.) e teso a raggiungere il contatto con la Divinità attraverso una crescente lucidità delle facoltà intuitive. » In www.robertolapaglia.com/dizioCabala.htm  - Cfr. 1) ISRAEL REGARDIE, Il giardino dei Melograni, dalla Cabala alla Magia, Roma, Edizioni  Mediterranee, 1990 , 2) Z'EV BEN SHIMON HALEVI, L'albero della vita. La via della Cabbala, Milano, Xenia edizioni,1998

7) SEFER YETZIRA',  Libro della formazione, presentazione del Rabbino Adamo Alberto Piattelli, Traduzione di Eliahu Shadmi, Roma, Atanòr, 1995 3a ristampa, prima edizione 1981, p. 29

8) Tra l’altro Sant’Agostino stesso , prima della conversione, aveva insegnato nelle scuole di retorica di Cartagine e conosceva quindi le tecniche dell’Ars Memoriae. Frances A. Yates, L’Arte della Memoria, op. cit. , p. 47.

9) Ovviamente non senza difficoltà e rischi, dato che alcune tesi di Pico, contenute nelle Conclusiones philosophiae, Cabalisticae et theologicae, furono condannate nel 1486 dalla Chiesa durante il papato di Innocenzo VIII (1484-1492). « […] l' Arte della Memoria come applicazione dell'Arte Magica (a questo proposito è utile ricordare che Wolfang Hiland nella sua Magia Naturalis presenta l' Ars Memorativa come applicazione dell'Arte Magica ad una specifica forma dell’operare umano).» GABRIELE LA PORTA, Il cuore della Magia rinascimentale, l’Ars Memoriae, nella rivista Abstracta n° 1, Gennaio, 1986.
Sul web http://www.airesis.net/IlGiardinoDeiMagi/Giardino%201/La%20Porta%20_Memoriae.htm

10) FRANÇOIS SECRET, I cabbalisti cristiani del Rinascimento, trad. it., Arkeios, Roma 2002 pubblicato anche su http://www.zen-it.com/ermes/studi/Pico.htm

11) http://www.zen-it.com/ermes/studi/Reuchlin.htm in  François Secret, I cabbalisti cristiani del Rinascimento, op. cit.

12) Tritemio era un abate benedettino, che aveva fondato una delle più fornite biblioteche del tempo e che si dedicava alla teologia ma anche alla medicina e all'alchimia .Cornelio Agrippa ed anche il medico alchimista Paracelo (1493 - 1541), inventore della spagiria, lo consideravano un maestro dal quale rifugiarsi per chiedergli consigli e godere della sua dotta compagnia.

13) GIOVANNI TRITEMIO, Steganografia, l’Arte di trasmettere con occulte scritture i voleri del proprio animo a chi è lontano, in appendice la chiave steganografica, traduzione dall’originale latino di Fabrizio Benedetti e Aurora Duprè, Firenze, 1982. Cfr. NICOLA AMATO, La steganografia da Erodoto a Bin Laden. Viaggio attraverso le tecniche elusive della comunicazione, Italian University Press, 2009

14) HENRICUS CORNELIUS AGRIPPA, La filosofia occulta o la Magia, I di 3 Volumi, Roma ,Edizioni Mediterranee, 1991, L’immagine è presentata alla fine del I libro, p. 136.

15) «Ciò che è in alto è come ciò che è in basso e ciò che è in basso è come ciò che è in alto per fare i miracoli della cosa una.» Tavola Smeraldina in AAVV, Il Filo di Arianna - 42 trattati di alchimia dall'antichità al XVIII Secolo, a cura di Sabina e Rosario Piccolini,  Milano, Mimesis, 2001, I volume di 3, p. 25. Nella prima metà del 12° secolo l’astrologo, alchimista e traduttore Ugo da Santalla (1119 - ?), rese disponibile la prima traduzione latina dall’arabo del testo della Tavola di Smeraldo e tradusse dall’arabo in latino il primo libro in assoluto sull’Arte divinatoria con la terra, ovvero l’Ars Geomantiae (in STEPHEN SKINNER,  Astrologia Terrestre, L’Arte della Geomanzia, Roma, Astrolabio, 1984, p. 75).

16) Sulla Teurgia vedere MICHELE PSELLO, Oracoli Caldaici, con appendici su Proco e Michele Italo acura di Silvia Lanzi, Milano, Edizioni Mimesis, Collana I Cabri, 2000,  p. 38 - 41

17) Nel 1484 Pico della Mirandola stringe rapporti con Marsilio Ficino, filosofo neoplatonico, medico ed astrologo , entrando a far pArte dell’accademia neoplatonica fiorentina di Cosimo dè Medici. Mentre Marsilio Ficino porta avanti la rinascita della Magia ermetica iniziando tra il 1460 – 1563 la traduzione del Corpus Hermeticum e dei testi di Platone, contemporaneamente Pico della Mirandola concilia l’nflusso del Neoplatonismo, con l’aristotelismo e la Qabbalah Ebraica. Il Ficino scrive anche la Consonantia Mosis et Platonis per esprimere l’ ideale convergenza di platonismo e  cristianesimo , mentre Pico nel De hominis digitate  pone al centro dell’universo l’uomo, pArtecipando questo della eternità di Dio, e concependolo quindi come un Magnum miraculum al quale Dio dà il dono della libertà e del raggiungimento della Verità attraverso l’Arte della qabalah. Teorie queste sulle quali si sviluppa l’idea di  una originaria  “prisca theologia”, ovvero una religione primitiva universale, rivelata agli egiziani dal Dio Thot, dalla quale sarebbe poi derivata ogni forma di culto. Questa visione si ritrova nel pavimento del Duomo di Siena dove è presente la tarsia di Ermete Trismegisto, datata 1448 circa, nella quale si leggono  scritte due frasi:  - Hermis Mercurius Trimegistus Contemporaneus Moysi -  e - Suscipite o licteras et leges egiptii -. Deriva forse addirittura dall’esempio di tolleranza religiosa che si respirava nel medioevo alla corte siciliana di Federico II (1194-1250), dove ( sul modello delle case del sapere dei califfati) si incontravano studiosi saraceni, filosofi Ebrei, rappresentanti dell'idealismo greco e cristiani per scambiarsi  pacificamente le loro conoscenze. Vedere 1) FRANÇOIS SECRET, I cabbalisti cristiani del Rinascimento, trad. it., Arkeios, Roma 2002 su http://www.zen-it.com/ermes/studi/Pico.htm; 2) SELENE BALLERINI - giornalista, saggista , Marsilio Ficino e la Magia Naturale, http://www.airesis.net/IlGiardinoDeiMagi/Giardino%201/Ballerini%20-%20Ficino.htm;3) PAOLO ALDO ROSSI, Marsilio Ficino: Dalla Cristianizzazione Della Magia Alla Magicizzazione Del Cristianesimo   in  http://www.airesis.net/IlGiardinoDeiMagi/Giardino%201/ROSSI%201.htm

18) «Il mago è, come Ermete, colui il cui potere viene solo dalla conoscenza profonda della natura e del tutto, dal sapere quale sono le connessioni che legano le idee al mondo. Le statue, così come i talismani sono immagini intermediarie tra i due mondi capaci di catturare gli influssi delle stelle e sposare le cose inferiori alle superiori. Dato che tutto quello che avviene di sotto è come quel che avviene sopra e quel che avviene sopra è come quel che avviene sotto, fra le due sfere esiste una immensa rete di interconnessioni di cui il mago deve essere in grado di tracciare l'ologramma e quindi di mettersi nelle condizioni di poter seguire tutti i percorsi che collegano i due mondi. In tal modo è possibile al mago modificare gli influssi, se questi sono sfavorevoli, o riplasmare le forme materiali del modo sensibile, quando queste abbiano subito un processo degenerativo.»  PAOLO ALDO ROSSI, I Tarocchi e l'uso Magico dell'immaginazione, Ut pictura poësis: il "gioco" dei Tarocchi fra "ermetismo" e "teatro della Memoria" in: http://www.airesis.net/IlGiardinoDeiMagi/Giardino%201/rossi%20Tarocchi%201.htm

19) Frances A. Yates, Giordano Bruno e la Tradizione ermetica, Roma , Laterza, 1989, p. 213-214.

20) Parole del Liruti  riportate in Mario Turello e Daniele Cortolezzis, L'anima artificialei, Udine, Editore Aviani, 1993 su internet in http://www.giuliocamillo.org/txt_1.htm

21) « [...] i cabalisti del Rinascimento,i costruttori di mnemoteche e gli utopisti di un Teatro Pansofico che potesse generare ogni conoscenza possibile,cercavano a modo proprio di costruire un computer,ovvero un modello di intelligenza artificiale. E'naturale che quando i computer invade a scena de mondo e promette la stessa cosa che promettevano i Teatri rinascimentali e barocchi,quelli tornino a intrigare un po'tutti. E sui rapporti tra Camillo e programmazione elettronica aveva dato utili suggerimenti Mario Turello in "Quaderni della FACE"nel 1984 ('La Lucrezia anagrammata e il cosmo programmato ' ). L'idea di una macchina,concettuale o meccanica,che produca sapere inedito,è vecchia come il mondo. Ora la macchina c'è, anche se non c'è ancora il sapere,e si torna ai modelli primitivi. Come a dire che si cerca nei secoli passati il software per un hardware ancora imbarazzante. »UMBERTO ECO, L'Espresso, 14 Agosto 1998 pubblicato in www.giuliocamillo.org/txt_1.htm

22) Lo spazio configurativo della Memoria: la ricostruzione del teatro di Giulio Camillo Delminio Correlatori: archh. Giuseppe D’Acunto  (fAR/dPA), Alberto Sdegno  (fAR/dPA). Laureanda: Francesca Galeandro, pubblicato su http://www.iuav.it/Didattica1/pagine-web/facolt--di/Agostino-D/Tesi-di-la/Tesi-di-La/Lo-spazio-1/https://www.riflessioni.it/alchimia/

23) Giordano Bruno, L'Arte della Memoria, le ombre delle idee, a cura di Manuela Maddamma Milano, Mimesis, 2001

24) BERTI – NEGRINI – TEBANI, Tarocchi Aleister Crowley, op. cit. , pp. 32 -33.

25) GABRIELE LA PORTA, Il cuore della Magia rinascimentale, l’Ars Memoriae, op. cit.

26) «Dai carri allegorici che trionfavano nelle splendide feste di piazza, agli emblemi che decoravano oggetti e spazi quotidiani, alle immagini simboliche per uso didattico o morale ... fino alle figure delle "carte da gioco", tutto è imbevuto di un linguaggio che quanto più è ambiguo, polivalente, equivoco, tanto più è in grado di rappresentare la coincidenza degli opposti, l'identità del diverso e la diversità dell'identico. Questo pensiero è fatto di un caleidoscopico fluire di immagini in continuo feed-back con le emozioni. […] L'unico principio metodologico ed epistemologico che guida il lavoro del naturalista, vuoi cultore di scienze occulte vuoi cultore di Magia naturale, è l'analogia come libera associazione d'idee […]. Gli artisti del Rinascimento italiano che affrescarono con simboli astrologici i palazzi signorili, che incisero e scolpirono emblemi sulle pietre degli edifici, che posarono mosaici nelle chiese, che illustrarono di complesse figure simboliche i libri dei filosofi e dei poeti e ancor quelli che miniarono i Trionfi dei Tarocchi per lo svago dei potenti, ben conoscevano quella complessa corrente di pensiero che aveva riposto nella potenza evocatrice dei simboli e nella forza creatrice dell'immaginazione la pars practica di una esaltante avventura teoretica: la continuazione dell'opera demiurgica che il Pimandro affida a Trismegisto dopo che questi è "stato investito dei poteri, istruito sulla natura del tutto e reso pArtecipe della visione suprema". Comprendere questo significa capire come il "gioco" dei Tarocchi, in età rinascimentale, facesse pArte di un universo molto più complesso di quello meramente ludico ed includesse fra i propri scopi un qualcosa che andava al di la del mero passatempo divertente. » PAOLO ALDO ROSSI , I Tarocchi e l'uso Magico dell'immaginazione, op. cit.

27) Storia delle carte da Gioco http://www.geocities.com/a_pollett/carte.htm


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