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Riflessioni sull'Alchimia

Riflessioni sull'Alchimia

di Elena Frasca Odorizzi   indice articoli

 

L'evoluzione della Simbologia degli Arcani Maggiori nei mazzi di Tarocchi delle Scuole Esoteriche Tradizionali del XIX – XX secolo, tra Ermetismo e Magia

Aprile 2009
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3. Il simbolismo dei Tarocchi in 4 importanti scuole esoteriche.

 

1) La tabella delle corrispondenze

Questa tabella è stata costruita confrontando i mazzi di Tarocchi delle 4 diverse correnti esoteriche sopra menzionate.

Tarocchi tabella corrispondenze

2) La Posizione degli Arcani:

 

La Scuola A: rappresenta il pensiero della Tradizione Magica inglese e della Golden Dawn, per l’esattezza quella di Regardiee del Mazzo Raider Waite (1927). È Loro opinione che la Giustizia debba essere spostata al numero 11 e di conseguenza la forza al numero 8. 1).

 

La Scuola B: si identifica con Crowley (ex Golden Dawn, fondatore dell’A. A.), l' O.T.O. , le Scuole Magiche Thelemiche, stregoniche e neognostiche 2).

 

La Scuola C: ricalca il pensiero di Eliphas Levi, Papus, delle scuole magiche, massoniche e martiniste soprattutto francesi. Viene riportata una delle tre possibili disposizioni, in quanto non tutte le filiazioni di Levi pongono il Matto al 21 esimo posto, ma lo collocano o prima del Bagatto (I) o dopo  il Mondo (XXI) 3).  A questo proposito Negrini scrive: « Quando il Matto è collocato al 1° posto viene rispettata la sequenza matematica degli Arcani, quando è collocato al 21° - tra gli Arcani XX e XXI – viene rispettata la sequenza semantica delle lettere (Shin è la 21a lettera), mentre la sua collocazione al 22° posto non rispetta alcuna sequenza. Da questa catena di attribuzioni deriva uno schema d’interpretazione del Libro di Thot che possiamo definire patristico  in quanto basato su una interpretazione patriarcale, dualistica e spesso cristianizzata o giudaizzante del simbolo esoterico. Spodestare infatti il Matto dalla sua posizione simbolica primaria e usare come chiave iniziale della sequenza il Bagatto e la lettera Aleph – il cui significante letterale è “toro” e il cui valore jerosofico è quello di Madre di ogni Generazione – significa sostanzialmente proiettare sullo sfondo dell’esperienza iniziatica una costruzione mitica in cui l’adepto maschio (il Bagatto) occupa la posizione di assoluto protagonista in quanto incarna l’attività creatrice primaria di Aleph, mentre la Papessa, in cui sono racchiusi gli Archetipi del Mistero sacro femminile, viene “colorata” dalla lettera Beth, il cui significato letterale è “casa” e il cui valore jerosofico è eminentemente passivo e connesso al concetto di contenimento. 4) »

 

La Scuola D: è quella su cui non possiedo altre fonti che un dattiloscritto, fotocopiato riguardante un metodo Cabalistico di lettura basato sul tarocco di Marsiglia che come abbiamo visto fu reinterpretato dal massone Oswald Wirth. Non conosco la fonte originaria del testo in quanto mi è stato regalato, ma vi è riportata una dedica al compianto ed esimio maestro Augusto Pancaldi, autore di un noto libro sull'Alchimia Pratica 5). Si intitola Il tarocco  e le 22 Energie ed il Matto viene inserito come 21a carta mentre il Mondo diventa la 22a esattamente come era stato collocato da Eliphas Levi. Lo Zero di conseguenza non viene usato.

 

3) La Numerazione degli Arcani

Nel mazzo Visconti  (1450) non c’è numerazione 6). Il Tarocco di Marsiglia del 1751 ha la  numerazione romana. La numerazione è segnata con numeri indoeuropei nel mazzo di Etteilla (1778) ed in quello egizianeggiante di Papus (1989-1909). Questa resta Romana nel  mazzo Wirth (1889) che si rifà a quello di Marsiglia, dove però si trova scritto IIII al posto di IV. Restano le cifre romane anche nel mazzo  Raider Waite (1927) ed in quello di Crowley (1944). Giò Tavaglione (1970 - 90) usa ora l’una ora l’altra. Il numero 0 compare nel Matto di Etteilla (1778), prima la carta non aveva numero.

 

4) I Tarocchi come strumento Magico operativo ed iniziatico delle scuole esoteriche cabalistiche.

 

Chiunque avesse abbastanza spirito studiando semplicemente la natura umana indovinerebbe tutta la storia passata e tutta la storia futura, senza avere mai inteso parlare di nessun avvenimento.

Bernard le bovier de la Fontenelle, (1657- 1767),  Oeuvres, ed. Bastien, 1766, vol. V, pp. 431-432

 

Se un prigioniero senza libri possedesse il Tarocco e sapesse servirsene potrebbe in pochi anni acquistare una scienza universale e parlare di ogni cosa con inesauribile eloquenza.

Eliphas Levi, (1810 - 1875) , Rituale dell’Alta Magia, 1854


Attraverso l'opera delle scuole Occultistiche del XIX – XX secolo, il tarocco divenne: da una parte  un teatro della Memoria Magico operativa per Esoteristi, dove ogni lama finiva per avere le potenzialità di un talismano 7), dall'altra, una moderna reinterpretazione dei percorsi gnostico-iniziatico-planetari 8), collocando gli Arcani sui sentieri dell'Albero della Vita, che già di per sé era  un antico strumento evolutivo Ebraico. Per Regardie l’Otz Chiim 9) era, infatti, « […] il gioiello più prezioso che sia mai stato prodotto dal pensiero umano sistema atto […] alla classificazione dei fenomeni dell’Universo e dell’individuazione delle loro reciproche relazioni». Una volta, quindi, uniti insieme lo schema iniziatico dell'albero con i Tarocchi, si otteneva un potente sistema di archetipi  con cui esplorare « […] problemi cruciali e di enorme portata quali quelli dell’origine e della natura della vita, dell’Evoluzione dell’Uomo e dell’Universo 10) ». Più che un gioco, un vero e proprio sincretismo di conoscenze magiche, alchemiche, filosofiche, astrologiche e mistiche, in continua espansione perché per sua natura universalizzabile 11). Dion Fortune analizzando i legami tra la divinazione e l’albero Cabalistico scrisse che « […] nell’Albero, ogni cosa porta all’altra, la spiegazione di cause nascoste» scaturiscono «dalle proporzioni e relazioni dei vari simboli individuali che compongono questo potente glifo sintetico. Ciascun simbolo, inoltre, lascia adito all’interpretazione su piani differenti, e tramite le sue associazioni astrologiche può essere riferito agli Dei di qualsiasi Pantheon, aprendo così vasti nuovi campi di implicazione nei quali la mente indugia interminabilmente, poiché un simbolo porta all’altro in una ininterrotta catena di associazioni. […] Il simbolo dell’Albero è per la Mente Universale ciò che il sogno è per l’ego individuale: esso è un glifo sintetizzato dal subconscio per rappresentare le forze nascoste. […] L’Albero però non si applica soltanto al Macrocosmo ma anche al Microcosmo che, come gli Occultisti sanno è una replica in miniatura di quello. Questa è la ragione per cui è possibile la divinazione. Quest’Arte poco compresa e molto calunniata ha come propria base filosofica il Sistema delle Corrispondenze rappresentato dai simboli. Le corrispondenze tra l’anima dell’uomo e l’universo non sono arbitrarie, ma scaturiscono da identità evolutive. […] Ciascun simbolo dell’albero rappresenta una forza o fattore cosmico. Quando la mente si concentra su esso, entra in contatto con quella forza; in altre parole, un canale superficiale, un canale nella consapevolezza, è stato creato tra la mente conscia dell’individuo e un particolare fattore nella mente-mondo, e attraverso questo canale le acque dell’Oceano si riversano nella laguna 12). » Non deve quindi stupire se il calcolo logico combinatorio universale di Leibniz, (il cui fine era quello di risolvere qualsiasi problema, come era anche nei desideri di Raimondo Lullo), l’Arte della Memoria, l’Arte della Cabala e la Magia Naturale si unirono spontaneamente, trovando prima nel rinascimento poi nell’occultismo di fine ottocento, la loro logica continuazione. Il filosofo Paolo Aldo Rossi ritenendo questa unione “utopica” e con essa anche le credenze dei maghi rinascimentali, in realtà spiega perfettamente la visione e le ambizioni dei ricercatori contemporanei, quando dice che « […] l'ascesi e il ritorno all'Uno-Tutto […] » è  « [...] il punto d'arrivo di una ricerca che vuole al fine ascoltare la voce della divinità attraverso messaggi criptati, nascosti, occulti, che vuole assistere all'epifania del soprannaturale attraverso le visioni, i sogni, gli oracoli. L'unico principio metodologico edepistemologico che guida il lavoro del naturalista, vuoi cultore di scienze occulte vuoi cultore di Magia naturale, è l'analogia come libera associazione d'idee […] L'analogia non richiede un metodo i quanto essa stessa è metodo che si fonda sulla rottura di ogni schema, ribellione al pensiero disciplinato, libero ed incontrollato fluire della metafora: il gioco del significato che ripercorre se stesso e sul proprio cammino si ricrea in un caleidoscopio di strutture analoghe, univoche ed equivoche che tra di loro si richiamano, si elidono e si rafforzano 13)

 

5) Gli Alfabeti Planetari

 

I) L’Alfabeto Ebraico

La formulazione della teoria delle corrispondenze tra Arcani Maggiori e Alfabeto Ebraico proposta da Levi,  aveva avuto i suoi pionieri nella Tradizione Cabalistica Cristiana e nell’opera di Agrippa. Già nel rinascimento, Pico della Mirandola e Reuchlin 14), avevano eletto l’Ebraico a lingua superiore a tutte le altre in quanto:«lingua flessibile, pura, santa, concisa e vigorosa, che Dio adoperò per parlare agli uomini e che gli Angeli ascoltano direttamente faccia a faccia, senza intermediari, come un amico parla a un amico». In effetti, in assenza di una scrittura pittografico-ideogrammatica 15), come quella che gli Egiziani avevano sviluppato nel corso dei secoli, gli Ebrei, furono uno dei pochi popoli che nell'adottare l'Alfabeto Fenicio non solo lo riadattarono alle loro esigenze fonetiche, ma lo trasformarono anche in una scrittura ieratico-simbolica con la quale creare «uno strumento di controllo della fenomenologia universale e un mezzo per intervenirvi 16)». Lo stesso fecero i Celti con le loro Rune Magiche, ma l'Alfabeto che si diffuse in Europa a opera della Romanizzazione fu quello Latino, che insieme all'imporsi della religione Cristiana derivata dall'Ebraismo comportò il prevalere, in Occidente, della simbologia Esoterico-Astrologica Greco-Romana. Agrippa, quindi, creò una tabella di corrispondenze Alfabetico Planetarie 17), ispirandosi al Sefer Yetzirà,  con il quale era possibile collegare le 22 lettere ebraiche (divise in 3 Madri, 7 Lettere Doppie e 12 Lettere Semplici) con gli altri alfabeti, (compreso quello latino), i 4 elementi 18), la Quintessenza Alchimistica, i 7 pianeti e i 12 segni della Tradizione Astrologica Occidentale 19). Nonostante «lo schema kabbalistico di relazioni fra Lettere, Elementi e Costellazioni Zodiacali tracciato nel Sepher Yetzirah» sia stato «generalmente rispettato dagli Esoteristi più scrupolosi»  le successive scuole occultiste a indirizzo Magico–Cabalistico, non si trovarono d'accordo sulla corretta sequenza di corrispondenze, proprio a causa di una diversa simbologia esoterica che contemplava anche elementi Magici e Alchimistici estranei alla Qabbalah. Ogni Tradizione utilizza a tutt'oggi uno schema lievemente diverso, a seconda del suo punto di vista dottrinale, perché, come scrive Negrini, non solo « [...] le connessioni delle 7 Lettere Doppie con i 7 Pianeti hanno subito innumerevoli varianti più o meno arbitrarie», ma anche « [...] alcune versioni dello stesso testo Ebraico non concordano su questo punto 20). »

 

La Scuola A:  Lettere dell’Alfabeto Ebraico non compiono nel mazzo Golden Dawn di Arthur Edward Waite (1927). La lista si rifà allo schema di Regardie che si trova suo Il giardino dei Melograni, dalla Cabala alla Magia. Questa scuola invece di spostare la lettere, preferisce invertire i Tarocchi stessi (la forza messa al posto della giustizia).

 

La Scuola B:  Crowley nel suo mazzo preferisce alterare l’ordine alfabetico delle lettere invece di cambiare la disposizione tradizionale dei Tarocchi, invertendo le lettere associate alla Giustizia ed alla Forza, ovvero pone la Tet al posto della Lamed e viceversa. Sposta anche la Tzaddy, associandola all’Imperatore, per collegarla al segno zodiacale dell’Ariete e di conseguenza attribuisce la He  alla carta delle Stelle per associarla all’Acquario.

 

La Scuola C/DLevi sovrappose semplicemente la sequenza alfabetica delle lettere ebraiche alla sequenza numerica dei Tarocchi posizionando l’Arcano Zero, cioè il Matto al 21° posto e  collegandolo alla Shin, la 21a lettera dell’Alfabeto 21). Questa disposizione non fu mantenuta da tutti i suoi successori come si vede nella lista della scuola C che posiziona il matto al numero 0 ma mantenendo la Shin. Nella Scuola D, invece si mantiene la disposizione originale di Levi.

 

6) Traslitterazione e Valore Numerico dell’Alfabeto Ebraico.

La lingua Ebraica non ha un sistema numerico distinto da quello alfabetico. Tale particolarità fa si che a ogni parola corrisponda un insieme di numeri e viceversa a ogni numero corrisponda una lettera. Questo fatto ha avuto come conseguenza lo svilupparsi di una scuola interpretativa Cabalistica che ricerca messaggi materiali e spirituali all’interno dei testi sacri o al contrario si occupa della creazione di parole magiche e di potere come nel famoso caso dei Nomi dei 72 Angeli della Cabala, tratti da tre versetti del XIV capitolo dell’Esodo (il 19° - 20° e 21°) che si compongono ciascuno di 72 lettere ebraiche 22). Questa parte della Cabala prende il nome di Cabala letterale 23).

 

Cabala letterale

 

Per la traslitterazione e per il valore numerico dell’Alfabeto Ebraico vedasi anche lo schema utilizzato da Sir Mac Gregor Mathers 24) presente nel suo Magia della Cabala, ricordando che l’Ebraico, come l’egiziano antico e l’arabo, non usa lettere per le vocali, che sono comunque espresse nella lingua parlata. 

 

7) I Sentieri e Corrispondenze Astrologico Planetarie

 

La Scuola A:  Per la scuola della Golden Dawn, non è stato usato lo schema di Mathers, ma quello di Regardie riportato nel suo Il giardino dei Melograni, dalla Cabala alla Magia, sia per quanto riguarda i riferimenti astrologici sia per la loro corrispondenza con i sentieri 25). L’unica inversione è lo scambio tra gli Arcani VIII e XI.

 

La Scuola B:  l’Ariete e l’Acquario sono circondati in rosso, perché nel Libro di Thot, l’Imperatore risulta associato alla lettera Tzaddy ed al Segno dell’Acquario, mentre la Stella viene posta in relazione alla lettera Hé ed all’Ariete. Forse si tratta di un errore di stampa, perché sia nello schema riportato in Magick, che nel libro di Negrini, come anche nel mazzo dei Tarocchi di Crowley, è l'Ariete ad essere associato alla lettera Tzaddy 26). La vera differenza con le altre scuole, si trova comunque nell'inversione delle due lettere Lamed e Samech rispetto alla Forza ed alla Gustizia. Inversioni che si ritrasmettono, ovviamente, anche nelle sequenze dei valori numerici e sull’attribuzione del sentiero.

 

La Scuola C:  Le corrispondenze sono come quelle della Golden Dawn con però l'attribuzione della lettera Shin al Matto. Non possiedo attualmente le corrispondenze dei sentieri.

 

La Scuola D:  Ho ricavato le corrispondenze planetarie, astrologiche ed anche delle lettere ebraiche, basandomi sulle indicazioni per trovare il giorno della settimana ed il mese dell’anno durante una divinazione. Ci sono delle differenze per quanto riguarda i pianeti e le corrispondenze dei sentieri non sono riportate.

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NOTE

1) Vedi BERTI – NEGRINI – TEBANI, Tarocchi Aleister Crowley, op. cit. , p 41.

2) Ivi. ,  p. 44

3) Ivi ,  p. 36.

4) Ivi, op. cit. , p. 38.

5) AUGUSTO PANCALDI , autore di,  Alchimia Pratica,  introduzione di Maurizio Nicosia, Roma, Edizioni Atanor, 1997

6) «1557 Catelin Geogroy Tarot Cards is the earliest set of Tarot cards containing a numbered sequence. » In Tarot Time Line http://home.earthlink.net/~yvonr/tarot/further/tartime.html

7) Perchè appunto costruito con immagini, numeri, lettere, segni zodiacali e simboli planetari. Cfr. JEAN MARQUÉS RIVIÉRE, Amuleti Talismani e Pantacoli , I principi e la scienza dei Talismani nelle tradizioni orientali e occidentali, Roma, Edizioni Mediterranee, 1994

8) dal quale probabilmente era derivato.

9) Il nome dell'Albero della Vita nella Cabala.

10) ISRAEL REGARDIE, Il giardino dei Melograni, op. cit. pp.  29 – 32.

11) Crowley propone anche un’ associazione tra le Sephiroth e l’I King (Il libro di Thot, p. 198 ) e Paus aggiunge il sanscrito e l’egiziano alle sue carte.

12) DION FORTUNE, La Cabala Mistica, Astrolabio, 1974, Roma, p.

13) PAOLO ALDO ROSSI , I Tarocchi e l'uso Magico dell'immaginazione, op. cit.

14) Reuchlin nel De Verbo mirifico, del 1494 - http://www.zen-it.com/ermes/studi/Reuchlin.htm

15) La scrittura IDEOGRAMMATICA è fatta di segni che, oltre a rappresentare un oggetto concreto, possono rappresentare un’idea astratta.

16) GABRIEL MANDEL, L’Alfabeto Ebraico, stili varianti, adattamenti calligrafici, Milano, Mondatori, 2000, p. 21

17) La scienza degli alfabeti e dei talismani fu oggetto di ampi studi, particolarmente fantasiosi, come si può vedere nella splendida Virga Aurea di  Fr. J .B. Hepburn d' Ecosse  del 1616 http://www.morgane.org/willy.htm#virga «La Virga Aurea, composée par le moine écossais Jacques-Bonaventure Hepburne, bibliothécaire du pape Paul V, est un véritable compendium de la science Magico-théurgique. Elle serait, selon Ambelain, une réplique du "Livre des Charmes" des Cyranides. Cet ouvrage est plus connu sous le nom de "Calendrier magique" de Tycho Brahé. »

18) La tradzione Ebraica ha 3 Elementi, mente la Tradizione Greco Romana prevede 4 elementi. Nello schema di Crowley appaiono segnati anche la Terra ed il Quinto Elemento Alchimistico, entrambi citati la prima come 32 bis del XXI Arcano sul sentiero dell’Albero della Vita , associata alla lettera Tau, ed il secondo come 31 bis del XX Arcano sul sentiero dell’Albero, associato alla Shin. Vedere Master Therion (Aleister Crowley) , Il Libro di Thot (Tarocco Egiziano), Imola, Edizioni Sarva, 1989, p. 205.

19) Vedi Berti – Negrini – Tebani, Tarocchi Aleister Crowley, op. cit. , p. 39.

20) Ivi, pp.. 38 -39.

21) Ivi. , p. 36.

22) Magia della Cabala, a cura di S.L. MAC GREGOR MATHERS, I di 2 volumi, Roma, Edizioni Mediterranee, 1981, p. 15

23) In: Israel Regardie, Il giardino dei Melograni, op. cit.,  p. 79

24) Cfr. MASTER THERION , Il Libro di Thot, op. cit. , p. 205. , Negrini, op. cit.,  p. 30,  Aleister Crowley, Magick, curato, annotato e introdotto da Jhon Symonds & Kenneth Grant,Roma,Casa Editrice Astrolabio, nd. , ristampa su quella del 1976,1a  e d. straniera 1973 , p. 189, il tarocco stesso.

25) JEAN MARQUÉS RIVIÉRE, Amuleti Talismani e Pantacoli, op. cit. , p. 250.

26) Aspetti della Cabala in W.E.Butler, Cabala e Magia, l’antica Arte Magica della Cabala, Roma, Hermes Edizioni, 1984, pp. 71 – 77.


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