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Riflessioni sull'Alchimia

Riflessioni sull'Alchimia

di Elena Frasca Odorizzi   indice articoli

 

Il trattato sul Picatrix e i suoi rapporti con la magia

di Roberto Taioli - Agosto 2009
Capitolo 5) La corrispondenza tra l'ordine cosmologico-planetario e il mondo geologico, vegetale ed animale
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Abbiamo già avuto modo di vedere come operi nel Picatrix un profondo senso dell’armonia e della simmetria tra gli elementi costituivi del creato. Tale simmetria, di lontana ascendenza platonica opera come elemento di connessione, di congiunzione, di corrispondenza, in modo che nulla resti isolato e scisso ma in qualche modo sempre riflesso nell’altro. La totalità dell’uno si rifrange e crea canali e vie di corrispondenze, in modo che pur incontrando il molteplice, sia sempre possibile ritornare all’uno e dall’uno ritrovare il molteplice. La visione cosmologico-planetaria che si afferma nel Picatrix tocca ogni aspetto del variegato mondo dell’essere, improntando di sé  il mondo geologico, vegetale ed animale. Se abbiamo ben seguito il dispiegarsi della teoria e della pratica del talismano, sappiamo che ora esiste uno strumento in grado di intercettare le influenze del cielo e ad un tempo in contatto profondo con la terra ove esso viene interrato.
Il trattato è fortemente intriso di questa metodica ordinatrice e classificatrice, di un senso della gerarchia che, in gradi diversi, opera in tutte le cose. Ciò avviene anche nella natura:

 

"L’ordine che fu dato dagli antichi saggi alle gerarchie della natura non fu da loro ricercato se non per questa via, finché non furono pervenuti a conoscere la gerarchia e la natura della specie, le loro leggi e tutto il resto. Quindi composero le varie specie finché non ebbero compiuto l’utilità dei farmaci e gli effetti che possono produrre una volta mescolati assieme.
Non possiamo però passare sotto silenzio un fatto molto importante, cioè il disaccordo con gli antichi saggi riguarda a quante e quali siano le sostanze semplici. Infatti una parte di essi, che, credo sia quella più attendibile, dice che le sostanze semplici sono le madri e le precorritrici di tutto e che quindi le sostanze sono quattro: la freddezza, l’umidità, la siccità e il calore, qualità primarie e semplici, verosimilmente indivise."(20)

 

L’origine di tutte le cose ha in sé la combinazione di quattro sostanze madri da cui dipartono tute le altre come articolazioni e ramificazioni:

 

"Seguono le precedenti altre sostanze composte e cioè : il caldo, il freddo, l’umido e il secco. La parola “caldo” esprime il fatto che della materia è congiunta con il calore e analogamente per le altre: è ben evidente da quanto detto, ossia quando diciamo “caldo” o “freddo”, che non è la stessa cosa di quando diciamo “caldo” o “freddo”, che non è la stessa cosa di quando diciamo “calore” o “freschezza”, e questo vale per tutto il resto di cui abbiamo parlato. Dopo questa materia composta viene una seconda materia composta che diciamo “calda e secca” o “calda e umida”, “fredda e secca” o “fredda e umida”: queste sono le seconde sostanze composte. E’ evidente che queste non sono uguali alle altre di cui abbiamo parlato, cioè quelle di cui diciamo “caldo senza secco e umido” e “freddo senza secco e umido”. In terzo luogo vengono altre sostanze composte, ovvero il fuoco, l’aria, la terra e l’acqua, che sono le terze sostanze composte coadiuvate dalle prime e seconde qualità. Queste sostanze sono seguite da altre nature composte, situate a un secondo livello gerarchico, ovvero quelle che si trovano nei corpi, che sono divisibili in molte parti, come i quattro  tempi dell’anno sono l’inverno, la primavera, l’autunno e l’estate; come i quattro umori, che si trovano sia negli animali che negli uomini: il sangue, la linfa, la bile e l’atrabile (ma la materia degli uomini è più sottile e delicata di quella di tutti gli altri animali perché la sostanza degli animali è più grossolana e molto più torbida della sostanza umana). Ma le sostanze che si trovano negli alberi e nelle piante che nascono dalla terra (come l’olio, le tinture, i semi, le radici , ecc,) sono terze a questo livello e similmente vale per le qualità che si trovano nella materia delle pietre."(21)

 

Vediamo che il principio gerarchico opera non solo dall’alto verso il basso (come è evidente) ma anche per vie orizzontali e per combinazione, seconda una intelligenza e sapienza distributiva ed un principio alchemico operato qui non dall’uomo ma dalla natura stessa. Le sottigliezze e le sfumature con cui la natura lavora non appaiono del tutto evidenti, ma solo a chi ad essa si accosta con occhio educato e preparato. In questo grande affresco nulla è inutile e tutto è necessario, perché la regola dell’armonia ha bisogno di molte voci e di molti volti:

 

"Quanto abbiamo appena  detto (cioè riguardo  agli alberi e alle pietre non meno che riguardo agli uomini e agli animali) deve essere inteso come segue: che gli alberi sono secondi in sottigliezza agli animali. Vengono poi le cose che sono composte ad arte e che diciamo composti di composti, ovvero le sostanze composte per ultimo, come, ad esempio, i farmaci e altre cose composte allo stesso modo. Tutto ciò che è composto di sostanze semplici e composte si divide in sette parti e ciascuna si divide ulteriormente finché, procedendo così, non si arriva a ventotto parti."(22)

 

Qui dobbiamo tra l’altro notare l’insistenza di un principio numerico ordinatore e classificatore, cioè di uno spartiacque preciso ed esatto risalente al “quattro”iniziale. La gerarchia numerica è di tipo discensionale ma non meccanicistica, dando luogo a composti armonici nei quali ristagna prima di riprendere il suo corso:

 

"Voglio qui fornire un esempio di quanto detto, in modo da rendere evidente la divisione secondo la precedente spiegazione, come segue. Affermo che le sostanze semplici sono la freddezza, l’umidità, la siccità e il calore; le prime sostanze composte sono il caldo, il freddo, l’umido e il secco; le seconde sostanze composte sono il caldo e il secco, le terze sostanze composte sono gli stessi elementi, vale a dire: il fuoco, l’aria, l’acqua e le terra; le quarte sostanze composte sono i tempi dell’anno, cioè l’inverno, la primavera, l’estate, l’autunno; le quinte sostanze composte sono i quattro umori, cioè il sangue, la bile, la linfa e l’atrabile; le seste  sostanze composte sono le tinture, l’olio, le radici, i semi e simili cose. Perciò dico che il calore, la freddezza, l’umidità e la siccità sono simili al fuoco, all’aria, all’acqua e alla terra, in molte delle loro parti divise dall’intendimento dei sensi . Dicono infatti che il fuoco è caldo per il fatto che è caldo e secco e non perché il calore è il fuoco o questo sia composto da fuoco o altro, giacché ogni composto è una mescolanza simultanea delle cose precedenti: il calore precede il fuoco, l’umidità l’acqua, la freddezza l’aria e la siccità la terra: quanto sopra viene dato come esempio delle nostre affermazioni e ugualmente bisogna  intendere riguardo al fegato, al polmone, alla cistifellea, al cuore, alla testa, alle tibie, alle mani e a tutte le altre membra." (23)

 

Il Picatrix in questo passaggio fa esplicito riferimento all’arte della mescolanza simultanea, a smentire ogni sorta di meccanicismo ed automatismo, fra elementi e sostanze che si attraggono in forza di elementi presenti anche negli altri.:

 

"Il calore nasce, come abbiamo detto sopra, dal moto del cielo, mentre la freddezza dal centro di questo, come la Terra che occupa il centro del Primo Mobile, dal quale le materie terrestri danno tutte le generazioni in tutte le materie. La freddezza contrasta il calore e in tutte le sue qualità, in numero, quiete e moti, giacché il calore è la qualità che riunisce i simili e divide i contrari e perciò diciamo che le cose contrarie sono ricongiunte dalla freddezza e da questa sono divise quelle simili. Così deve essere per quanto si oppone in tutte le sue qualità perché, se così non fosse, la definizione sarebbe svilita e da rigettare."(24)

 

Tutte le cose sono allora mescolate e agglomerate, disposte ed organizzate in una scala. Soffermiamoci un attimo, come fa il Picatrix, sulle pietre, giacché non solo esse erano di larga consuetudine nelle scienze talismaniche ma in quanto portatrici di figure, segni, incisioni e raffigurazioni che le connettevano, in base al principio di corrispondenza e somiglianza, ai pianeti di riferimento. Precede una lunga perorazione che tratteggia lo spirito dei sapienti chiamati a tramandare l’antica arte, al loro modo di porsi, alla funzione della volontà e dell’intelligenza tutte convergenti in un solo scopo, senza farsi fuorviare né distrarre dall’elemento instabile proveniente dalla vita terrena:

 

"[…] Riportiamo però tra i ragionamenti, quelli che sono necessari e senza i quali non potremmo restare in argomento. Insegnerò a te, che intendi studiare questa scienza, il fatto che la devi studiare a tuo vantaggio, con la volontà di trarne beneficio, e che non la devi rivelare a nessuno. I sapienti hanno fatto propria questa scienza, e vi sono pervenuti solo attraverso grandi difficoltà, studio e fatica, e sono pervenuti solo a ciò che hanno potuto, anche se prima si sono allontanati e tratti in disparte da tutte le preoccupazioni e gli affanni del mondo, e ad essa si sono applicati con studi  assidui e l’intelligenza e la memoria che possedevano. Grazie a buon intelletto e memoria lo spirito e i sensi si fortificano e si comprendono le scienze profonde secondo le capacità di ciascuna persona di distinguere e di stabilire le cose in cui tutti hanno avuto successo. E avviene e capita di dover distinguere la verità di coloro che parlano attraverso la buona memoria e l’intelletto; per questo i sapienti hanno detto che esiste una certa specie di credulità e che tutto è chiarezza dello spirito razionale e dato dalla virtù di rafforzamento delle cose con l’abilità e la predisposizione delle sue capacità di percepire le cose che desidera percepire e tra queste la domanda è più facile. Perciò l’intelletto è vivo, attivo e forte e debole: quello forte agisce con facilità e senza grande fatica  e quello debole subisce subito e facilmente gli effetti di una alterazione, come colui che possiede buon intelletto e memoria comprende le scienze con facilità  e in poco tempo apprende ciò che si deve imparare grazie al senso naturale, allo studio e all’intuito. In questo modo la capacità di conoscere e apprendere diviene buona con l’acutezza dello spirito fino a che in breve tempo ottiene ciò che cerca. Qui l’intelletto e l’abilità, ovvero la disposizione, si trae dall’acutezza del fuoco, che ha effetti immediati, come pure dall’acutezza del Sole, che separa gli atomi dall’aria e al suo momento illumina e rischiara. Così è l’acutezza dell’intelletto che attraverso la sua acutezza e chiarezza separa ogni parte di un problema e indaga tutti gli elementi fino a comprenderlo con certezza e in breve tempo capirlo com’è. E tanto più l’intelletto è acuto, tanto più facilmente comprende ciò che cerca e qualunque cosa gli si presenti. Qui è necessario comprendere questo punto."(25)

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NOTE

20) p. 90.

21) p. 91.

22) p. 91.

23) p. 92.

24) p. 92.

25) p. 104.


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