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Riflessioni sull'Alchimia

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di Elena Frasca Odorizzi   indice articoli

 

Il trattato sul Picatrix e i suoi rapporti con la magia

di Roberto Taioli - Agosto 2009
Capitolo 6) Sulla preghiera invocativa e la sua funzione mediatrice
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Essa opera anche per attrarre le forze di ciascun pianeta, invocando gli spiriti di quelle forze perché dispieghino le loro energie. Troviamo così confermato quanto già prima individuato, cioè l’indispensabilità della preghiera per attivare i processi benefici, per convogliarli e incanalarli in quel moto discensionale verso la terra. Questa dottrina è stata incardinata da Aristotele, alla cui opera il Picatrix fa esplicito riferimento:

 

"Lo spirito di Saturno, chiamato Bedimez, è quello che riunisce tutti i suoi nomi, congiunti o separati, e le sue parti superiori o inferiori o comunque altrove situate, secondo l’opinione di Aristotele nel libro che questi rivelò ad Alessandro, libro intitolato Estemequis, nel quale il filosofo trattò il problema di come si debbono attrarre le virtù e gli spiriti dei pianeti. Secondo l’opinione di Aristotele i suoi nomi divisi sono questi. Il nome dello spirito alto è Toz, quello dello spirito basso Corez, quello dello spirito di destra Deyfyz, quello dello spirito di sinistra Deriuz, lo spirito anteriore si chiama Tlyz,  quello posteriore Daruz; il suo nome nell’orbita, il suo incedere tra i segni, il movimento tra gli spiriti, ebbene tutto questo ha un solo nome: Tahaytuc. E tutti questi nomi sopra distinti si radunano in questo primo nome, Bedimez; esso è il genere e per così dire, la radice di tutti gli altri nomi suddetti."(29)

 

Tutta la teoria aristotelica confluisce nel trattato a sottolineare ancora una volta il suo carattere composito, crocevia di culture e di svariati esoterismi. Nel testo l’autore alterna spesso il riferimento al nome di Aristotele alla espressione “il filosofo disse”, come in segno di  riconoscimento d’autorità. Vediamo allora altri passaggi del Picatrix ove in richiamo al filosofo greco riecheggia evidente:

 

"Il filosofo disse inoltre che tutti gli altri spiriti discendevano da questi, attingendovi potenze nel modo suddetto sia per quanto riguarda le disposizioni climatiche, sia per quanto riguarda generazioni di ogni sorta. Da queste preghiere sorgono effetti mirabili e promanano da esse ricchezze e povertà, essi infatti hanno il potere  di dare, togliere, cambiare. Hanno corpi con cui si rivestono ed, anzi, il potere di dare, togliere, cambiare. Hanno corpi con cui si rivestono ed, anzi, sono un tutt’uno con essi. Nel loro clima sostengono uomini, cui infondono le loro potenze e i loro spiriti, permettendo loro, tra l’altro, di essere iniziati alle proprie scienze e di valersi di ciò che caratterizza la loro natura.
Di conseguenza il medesimo filosofo ebbe a dire: “Se vuoi attrarre uno spirito planetario qualsiasi tra quelli citati, in un clima ben preciso, non devi far altro che ottemperare ai suddetti principi, in quanto ciascun pianeta è foriero di effetti più pregnanti nel clima che gli è proprio”."(30)

 

Il filosofo quindi già prevedeva il ricorso alla preghiera invocativa attribuendole la funzione di dare, togliere, cambiare. Non ovviamente la preghiera di per se stessa, ma nella complessa combinazione astrale di flussi e influenze, mediatrice insieme all’intervento dei talismani.
Nel Picatrix quindi la preghiera invocativa è al contempo anche attrattiva, poiché favorisce il distaccarsi degli influssi dal pianeta, indirizzandoli verso la terra. Vediamo nel Picatrix una operazione per mezzo di Marte e la preghiera a Marte rivolta:

 

"Quando vorrai operare con Marte, fallo il giorno a lui dedicato, mentre il sole è in Ariete, che è cosa, questa, consistente nell’esaltazione di marte. Sia fatta allora una fine hyemi nella quale si possano trovare alberi con frutti. Porta con te un sacrificio di vacca o di pecora e un turibolo pieno di carboni; una suffumigazione di mirra, senape e sarcocolla e una sporta piena di pietanze (le migliori possibili), nonché una brocca piena di vino. Portandoti dietro tutto ciò, vedrai un campo e salirai sopra un albero; lascerai andare il sacrificio dalle tue mani ed accenderai un fuoco nel quale, infine, porrai una suffumigazione . Quindi pronuncerai queste parole: Dahaydamuz, Hahaydiz, Haydayuz, Mihyraz, Ardahuz, Heydaheydez, Meheuediz, Dehydemez. Questa è la preghiera propria di Marte. Dette questa parole, proseguirai così: “Questo sacrificio è per voi, spirito di Marte. Ricevetelo, fatene cibo per voi ed utilizzatelo come più vi piace”. Porterai, allora, le pietanze che hai appresso e stendile sopra una pelle; poni sopra il sacrificio e nuovamente recita la preghiera. Parlerai così: “Spiriti di Marte, questo sacrificio è per voi. Venite, adorate questa suffumigazione, fate di questo sacrificio e di queste pietanze quel che volete.”. Allora discenderà uno spirito rosso, simile alla fiamma che comincerà a  girare per le pietanze e a bruciarsi un poco fra esse. Non appena lo avrai visto, non dovrai far altro che esporgli il tuo desiderio; egli ti aiuterà in tutte le sue opere. Spentasi la fiamma, andrai alle pietanze e mangerai quanto di esse ti sarà possibile; similmente, berrai vino secondo la tua capacità e appresterai preci che si adattino alle prerogative di Marte. Sappi che quest’ultimo è un pianeta diverso e forte, che non riceve e esaudisce le preghiere che gli vengono rivolte. Se, dunque, pur disposta a puntino, l’opera, questi non dovesse, tutta via, raggiungere la congiunzione suddetta, non diffidare. Adempiuti questi obblighi diligentemente, tornate tranquillo alla tua casa."(31)

 

Qui troviamo non solo l’essenza della preghiera invocativa (“Spiriti di Marte, questo sacrificio è per voi. Venite…”) ma notiamo come essa sia combinata con tutto un rituale sacrificale ben scandito che non è di mero contorno, né fa da fondale inerte. Tutti gli elementi concorrono, ognuno per la sua parte, a favorire il buon influsso, a determinare il risultato, secondo un ordine che prevede un esperto ministro celebrante, ben addentro alla sacralità del rito in atto.
Il Picatrix riporta ed elenca con precisione, fedele al suo spirito enciclopedico, tutti i rituali messi in atto per smuovere gli influssi dai pianeti, secondo uno schema che viene iterato ogni volta; esso prevede alcune fasi: - scelta del giorno propizio ad incominciare l’operazionepredisposizione delle condizioni ambientali necessarie (es. una casa ben pulita, adorna di tende…) – preparazione di uno o più composti con diversi ingredienti – preparazione della suffumigazioneformulazione e recita della preghiera invocativa rivolta agli spiriti del pianeta all’occasione convocato – attesa degli spiriti.
Poiché questi momenti non possono essere isolati l’un dall’altro, essi nell’insieme costituiscono una struttura rituale compatta nella quale tout se tient, e che deve essere vista nel suo operare complessivo, senza scarti né anticipazione delle parti. Per cui l’ultimo atto è implicito nel primo. Riguardo a Giove per es. la conclusione della procedura prevede, dopo la preghiera, una conclusione del genere:

 

"“Venite pure voi tutti, spiriti di Giove, annusate questi odori e cibatevi di queste pietanze, facendo di tutto questo quello che più vi piace”. Ripeterai il tutto per sette volte. Quindi uscirai dalla casa e resterai tranquillo per un’ora. Una volta rientrato farai di nuovo la suddetta preghiera. Quando avrai compiuto il rito per cinque volte, al sesto rientro nella casa, se avrai eseguito le preghiere nel modo anzidetto, vedrai venirti incontro spiriti dalle belle forme e vestiti con vesti ricamate; raccoglieranno la tua preghiera, qualunque essa sia, ti aiuteranno nella scienza e nella formazione dell’intelletto, ti sveleranno completamente i segreti dei loro spiriti. Compiute queste opere nell’ordine mostrato, convocherai amici e soci ed insieme berrete e mangerete il cibo e il vino,. Odorerete i profumi medesimi e compirete tutti la stessa suffumigazione."(32)

Roberto Taioli

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NOTE

29) p. 175.

30) p. 176.

31) p. 178.

32) p. 178.

 


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