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Riflessioni sull'Antroposofia. La Scienza dello Spirito

Riflessioni sull'Antroposofia

La Scienza dello Spirito

di Tiziano Bellucci   indice articoli

 

Sul bisogno di credere in Dio

Agosto 2013

 

A volte ci si sente dire che il mondo spirituale non esiste, che tutto è nato dal caso. L’uomo avrebbe “inventato” Dio per paura, per bisogno di credere in qualcosa, in un essere soprannaturale che abiti al di là del mondo visibile e che dia un senso alla sua vita.
Ora, secondo un ragionamento corretto, la questione acquisisce significato se viene capovolta. Si tratta di porsi la domanda da una prospettiva diversa.

Se l’uomo sulla terra non esistesse, non vi sarebbe nessuno in grado di accorgersi ed attestare che vi è in atto un evoluzione, che esistono forze e leggi agenti nel cosmo e nella natura. Tutto girerebbe comunque, ma alla fine dell’evoluzione terrestre non resterebbe nulla del lavoro compiuto: tutta la materia si dissolverebbe senza lasciare traccia. L’evoluzione non avrebbe nessun altro significato se non far vivere miliardi di esseri animali, vegetali per un determinato periodo, per poi farli scomparire nel nulla. Non vi sarebbe stato alcun senso.

L’uomo è l’unico essere in grado di essere consapevole di tutto questo. L’unico in grado di poter dar un senso all’esistenza: di riempirla di significato, tramite la sua intelligenza, la sua immaginazione: di riconoscere l’agire di un intenzione primordiale.

Non è l’uomo ad aver bisogno di Dio: ma è Dio che solo tramite l’uomo può arrivare a manifestare la sua volontà di creatore, di Essere intenzionalmente attivo. Se non vi fosse l’uomo, Dio non avrebbe nessuna occasione per lasciare una traccia cosciente di sé entro il divenire universale.

Quando l’uomo viene al mondo non sceglie lui di nascere: si ritrova in un corpo, pieno di vita. La vita gli viene data, non la crea l’uomo,: non si può dire che la vuole. Se la trova in sé. Se non vi fosse l’uomo, la vita che è in lui non potrebbe mai manifestarsi, esprimersi. La vita della natura rimarrebbe un fatto occulto al tutto. Solo perché vi è un uomo che può accogliere la vita, essa può esprimersi e per suo mezzo mostrarsi.

Non è quindi l’uomo ad aver bisogno della vita, ma la vita ad aver bisogno dell’uomo. L’uomo “subisce “la vita non la cerca. E’ ovvio che gli è indispensabile, ma non è qualcosa che ha “perché ne ha bisogno”.

Allo stesso modo, Dio non è un bisogno dell’uomo: l’uomo sente lo stimolo in lui perché Dio è in lui, circolante entro il suo sangue, nella sua vita: dall’interno dell’uomo attende di essere riconosciuto.

L’uomo non cerca Dio perché ha paura di morire: Dio ha bisogno dell’uomo per “affacciarsi” all’esistenza cosciente. E al contempo crea nell’uomo il desiderio di incontrarLo.

Dire che Dio ha bisogno dell’uomo è fuori luogo, anche se “rende l’idea”. E’ più corretto dire che l’uomo cerca Dio perché Dio ama l’uomo. Ne ha un bisogno d’amore. Mentre l’uomo è solo un “amato” in attesa di diventare capace di amare.

 

Tiziano Bellucci

 

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