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Riflessioni sul Cristianesimo

Riflessioni sul Cristianesimo

di Pier Angelo Piai      indice articoli


Krishnamurti ed il Cristianesimo

Maggio 2012


Il filosofo Krishnamurti (la cui origine formativa era indù ma conosceva molto bene la cultura occidentale) oggi é molto seguito. Personalmente lo ritengo un filosofo molto intelligente ed intuitivo. È senz’altro un buon interlocutore per chi si appresta ad intraprendere l’arduo cammino dell’autoconoscenza.

Dice molte cose sensate, ma spesso fraintese e assolutizzate da coloro che lo interpretano per avvallare la propria posizione agnostica...

Khrishnamurti attraverso i suoi scritti vorrebbe smontare ogni forma di credenza ereditata perché impedirebbe la creatività personale...

Ho estrapolato dal suo libro “Alla ricerca della felicità”  (ed. BUR - Rizzoli) alcune sue affermazioni relative al capitolo “La credenza”.

Un cristiano convinto cosa e come risponderebbe alle sue provocazioni? Ribadisco che al giorno d’oggi é molto seguito anche dalla stessa psicanalisi.

Gran parte delle sue idee stanno attecchendo nella nostra cultura occidentale e nel mondo che si ritiene “laico”.

Penso che sia necessario da parte del cristiano dare delle risposte adeguate e ragionevoli...

 

 

LA CREDENZA

 

a) Non intendo attaccare le credenze. Ciò che stiamo cercando di fare è di scoprire perché accettiamo questa o quella credenza; e se riusciamo a comprendere le motivazioni, le cause di tale accettazione, allora forse potremo essere capaci non solo di capire il perché, ma anche di liberarcene.

 

Cristo ci aiuta a liberarci da ogni forma di credenza che impedisce la ricerca della verità.

 

b) Balza agli occhi il fatto che le credenze dividono la gente, creando intolleranza; ma è possibile vivere senza credere in qualcosa?

 

Molte credenze dividono perché non ricercano l’Unica Verità. Gesù è venuto a rivelarcela, ma aveva anche avvertito: credete che io sia venuto a portare la pace?

 

c) È davvero possibile vivere in questo mondo senza credere in qualcosa - non mutare convinzioni, non sostituire una credenza all'altra, ma essere, davvero, interamente liberi da qualunque credenza, in modo da andare incontro alla vita come se fosse sempre, in ogni momento, nuova? Dopo tutto, questa è la verità: avere la capacità di accostarsi a ogni cosa come se fosse la prima volta, attimo per attimo, senza i condizionamenti del passato, di modo che non ci sia quell'effetto cumulativo che agisce come barriera fra se stessi e ciò che è.

 

Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete... Questa è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Gv. 6,35

Cristo è la vita nuova: lo ha dimostrato soprattutto con la Resurrezione... (In verità vi dico: chi crede in me ha la vita eterna).

 

d) Se si riflette, ci si accorge che una delle cause del desiderio di accettare una credenza è la paura. Cosa ci accadrebbe se non credessimo in nulla? Non dovremmo temere quel che potrebbe succederci?

...una mente piena di credenze, di dogmi, di asserzioni, di citazioni, non è certo una mente creativa, è semplicemente ripetitiva.

Una credenza, religiosa o politica, ostacola ovviamente la comprensione di noi stessi. Agisce come uno schermo attraverso cui ci guardiamo.

 

Dio si è incarnato in Gesù Cristo soprattutto per comunicare e aiutare a scoprire la vera identità di ogni uomo: l’essere Figlio di Dio Padre e Amore.
Quando si crede in Lui, si crede nell’infinito amore del Padre da cui abbiamo ogni forma di creatività.

La parola “creatività” in Krishnamurti é molto legata all’auto-conoscenza.

In Gesù Cristo la creatività non é mortificata ma stimolata, perché Lui ci aiuta a conoscerci in profondità...

 

e) Non c’è dubbio che, quanto più intellettuale è una persona, quanto più colta, quanto più spirituale, se posso usare questo termine, tanto minore è la sua capacità di comprendere. I selvaggi hanno innumerevoli superstizioni, anche nel mondo moderno. I più riflessivi, i più accorti, i più vigili sono forse quelli che credono meno. Le credenze vincolano, le credenze isolano; lo constatiamo ovunque, nel mondo dell'economia e della politica, e anche nel cosiddetto mondo dello spirito.

...di fatto una vera credenza implica esclusione dell'altro...

 

La cultura fine a se stessa, quella che viene strumentalizzata per esibizionismo o per dominare sugli altri, porta alla chiusura mentale.
Gesù Cristo ci ha dimostrato praticamente di essere lui stesso la Verità perché in Lui il divino e l’umano si incontrano. In diversi episodi ci fa capire che non ha mai escluso alcun uomo a qualsiasi etnia, razza, nazionalità o religione appartenga.

 

f) Voi parlate di fratellanza e anch'io parlo della stessa fratellanza, d'amore e di pace; ma di fatto siamo divisi, ci contrapponiamo gli uni agli altri.

 

Gesù ha restituito la dignità ad ogni uomo insistendo sul fatto che Egli è in ogni persona e che qualunque cosa facciamo agli altri la facciamo a Lui.

 

g) Possiamo constatare che laddove c'è un processo di desiderio all'opera, deve essere attivo anche il processo di isolamento attraverso una credenza, poiché è evidente che crediamo al fine di garantirci la sicurezza economica, spirituale e interiore.

 

Gesù chiede ad ognuno di noi di essere al servizio degli altri, anche rinunciando ai propri interessi ed al proprio tornaconto. Tutto ciò che facciamo lo dobbiamo fare solo per amore e Lui ha dimostrato di essere l’Amore. Cercate il Regno dei Cieli e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù.

 

h) Un uomo di pace, un uomo che voglia realmente comprendere l'intero processo dell'esistenza umana, non può certo essere vincolato da una credenza.

 

Credere in Gesù Cristo è liberante perché ci aiuta a capire l’intero processo della nostra esistenza umana.

 

i) Egli percepisce il proprio desiderio all'opera come uno strumento per garantirsi sicurezza. Per favore, non balzate alle conclusioni opposte, non sto predicando la non-religione. Non è affatto questo che sto cercando di dimostrare. Quello che voglio mettere in chiaro è che, fin quando non comprendiamo il processo del desiderio sotto forma di credenza, inevitabilmente ci saranno antagonismo, conflitto, sofferenza, e l'uomo alzerà la mano contro il suo simile - come possiamo vedere ogni giorno.

 

Gesù Cristo ci lascia la sua pace e ci garantisce il suo aiuto materiale e spirituale. Egli é piuttosto un fattore di unione e di fratellanza universale perché ci sprona ad amare il prossimo.

 

l) Cerchiamo la sicurezza interiore e spirituale erigendo intorno a noi muri di credenze, che sono un sintomo di questo bisogno di certezze. Possiamo, in quanto individui, essere liberi da questa esigenza, da questo bisogno di sicurezza che si esprime nel desiderio di credere in qualcosa? Se non siamo liberi da tutto ciò, siamo fonte di conflitto; non costruiamo la pace; non abbiamo amore nei nostri cuori.

 

È lo Spirito che dà vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho detto sono spirito e vita. Gv.6.63

 

m) Naturalmente non esiste alcuna sicurezza interiore che, come ci piace credere, sia perenne. Ci piace credere che esista un dio il quale si prende cura dei nostri meschini interessi, dicendoci chi vedere, cosa fare e come farlo.

È un modo di ragionare infantile e immaturo. Pensiamo che il Grande Padre vegli su ciascuno di noi. Ma questa è una semplice proiezione delle nostre personali inclinazioni. È evidente che non è vero. La verità non può che essere qualcosa di completamente differente.

 

Il figlio dell’uomo non ha nemmeno dove posare il capo... L’unica vera certezza é l’amore del Padre che  in modo provvidenziale si prende cura anche delle nostre cose quotidiane, anche quelle più insignificanti... l’importante che si cerchi il Regno dei Cieli e si creda nel suo infinto Amore. Credere solo in se stessi è un grande inganno. Gesù ha detto: Senza di me non potete far nulla. Io sono la vite voi i tralci... Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi ed io vi ristorerò.

 

n) Un uomo che dice, "Io so", "C'è" oppure "Non c'è", ha sicuramente smesso di pensare, ha smesso di perseguire l'intero processo del desiderio.

 

Gesù non ci proibisce di pensare e di andare avanti con la ricerca. Egli si propone come Verità, ma ogni buon scriba trae cose nuove da quelle vecchie. Egli dice: Molte cose avrei da dirvi… ma per ora non ne siete capaci di portarne il peso. Gesù è invece una continua scoperta, per chi non rifiuta di credere.

 

o) È capace la mente di liberarsi dalle credenze? È possibile liberarsene quando si capisce l'intima natura delle cause che ci spingono ad aggrapparci ad esse, le motivazioni non solo consce, ma anche inconsce, che inducono a credere in qualcosa.

 

Credere in Cristo è la vera liberazione. Non per niente Egli si é annullato al culmine della sua passione e morte sulla croce e proprio da lì che Egli ha esclamato: Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?

 

p) Vi prego, non dite che le credenze accomunano le persone. Non è vero, e questo è palese. Nessuna religione organizzata lo ha mai fatto. Guardate voi stessi, nel vostro paese. Siete tutti credenti, ma siete forse accomunati, uniti? Sapete bene che non è così. Siete divisi in tanti piccoli, meschini partiti e caste; conoscete bene le innumerevoli divisioni. Il processo è esattamente lo stesso in tutto il mondo, a est come a ovest: cristiani contro cristiani, che si uccidono a vicenda per i propri piccoli, meschini interessi, che imprigionano i propri simili nei campi di concentramento e così via - insomma, tutto l'orrore della guerra. Dunque, le credenze non uniscono le persone, è evidente. Ma se è evidente, ed è vero, e voi ne siete consapevoli, allora bisogna comportarsi di conseguenza. La difficoltà è che la maggior parte di noi non riesce ad accorgersene, perché non siamo capaci di affrontare l'insicurezza interiore, il senso interiore di solitudine. Vogliamo qualcosa a cui appoggiarci, che sia lo stato o la casta, che sia il nazionalismo o un guru o un salvatore o qualunque altra cosa. E quando ci rendiamo conto della falsità di tutto ciò, allora la mente diventa capace - anche solo temporaneamente, per un secondo - di scorgere la verità; benché poi la mente si ritragga, se la verità è troppo difficile da accettare.

 

Gesù Cristo unisce le persone - basti vedere le prime comunità cristiane che mettevano tutto in comune, come si legge negli atti degli apostoli: sono gli uomini fragili e meschini che interpretano male le fonti evangeliche che testimoniano il Cristo Universale...

   Pier Angelo Piai
   www.mondocrea.it


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