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Riflessioni sulla Cultura Vedica

Riflessioni sulla Cultura Vedica

di Parabhakti dasindice articoli

 

Lezione del fondatore

Luglio 2011
Di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupâda Fondatore-Âcâryâ dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna.
Seminario Francescano di S. Pascal, Melbourne 28 giugno 1974.

  • La piattaforma comune delle religioni

  • Il dovere della vita umana

  • La religione non è la fede

  • I sintomi del puro amore per dio

  • La perfezione attraverso il bhakti-yoga

La piattaforma comune delle religioni

L'unità religiosa è possibile quando si trascendono le designazioni temporanee e si accetta la nostra comune posizione di eterni servitori di Dio.

 

A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupâdasa vai puçsâm paro dharmo
yato bhaktir adhoksaje
ahaituky apratihatâ
yayâtmâ supradidati

 

L’occupazione suprema (dharma) per l’uomo è quella che conduce al servizio d’amore e devozione al Signore trascendentale. Questo servizio di devozione deve essere ininterrotto e incondizionato per soddisfare completamente l’anima.” - Sræmad-Bhâgavatam 1.2.6

 

Padre Greene e tutti gli altri padri, signore e signori, vi ringrazio tutti moltissimo per la gentile attenzione che rivolgete a questo movimento. Cercherò d’illustrarvi alcuni versi dello Srimad- Bhagavatam. Lo Srimad- Bhagavatam è considerato l’essenza della letteratura vedica. Letteratura vedica significa i quattro Veda – Sâma, Yajur, RÎg, Atharva – poi le 108 Upanisad, i 18 Purâna, il Râmâyana e il Mahâbhârata. Si tratta di un immenso, prezioso patrimonio letterario. Lo Srimad- Bhagavatam è uno dei diciotto Purana ed è composto da diciottomila versi. Mi limiterò ad illustrarne uno o due.
Padre Green nella sua introduzione ha accennato alla base comune delle religioni. Questo concetto di base comune non è molto difficile da comprendere perché religione significa conoscere Dio e ubbidire ai Suoi ordini. Questa è la religione. Lo Srimad- Bhagavatam afferma: dharmaç tu sâkõât bhagavat-praëætam. Una religione vera non può essere costruita dall’uomo. No. Una religione fatta dall’uomo non è religione. La vera religione è fatta da Dio. Questa è religione, proprio come le leggi rappresentano gli ordini formulati dal governo. Non puoi farti le leggi a casa. Queste non sono leggi. Allo stesso modo, religione significa gli ordini dati da Dio. Questa è una semplice definizione di religione. Dobbiamo conoscere Dio, dobbiamo conoscere i Suoi ordini e ubbidire ad essi. Questa è la religione. Qualunque religione si consideri, ci sono queste tre cose: si deve cercare di conoscere Dio, si deve cercare di conoscere i suoi desideri e come soddisfarli.
Perciò nel Bhâgavatam (1.2.6) viene affermato:

 

sa vai puçsâç paro dharmo
yato bhaktir adhokõaje
ahaituky apratihatâ
yayâtmâ suprasædati

 

Questa è la descrizione di una religione di prima classe. Non parla di Induismo, d’Islamismo, di Cristianesimo. Essa afferma: “La più elevata delle religioni è quella che insegna ai suoi seguaci come amare Dio.” Questa è la religione suprema. Non importa se tu insegni ad amare Dio per mezzo del Cristianesimo, dell’Induismo o dell’Islamismo, ma il risultato deve comportare un avanzamento nella capacità di amare Dio.
Sa vai puçsâç paro dharmo yato bhaktir adhokõaje. Viene usata la parola sanscrita bhakti. Bhakti significa devozione. Servire il Signore è bhakti. Noi serviamo molte cose, ma questo non è bhakti. Bhakti significa servire Dio.
Qui per indicare Dio viene usata la parola adhokõaja. Vi sono molte terminologie per comprendere Dio, ma qui, nello Srimad- Bhagavatam, Egli viene chiamato adhokõaja. Adhokõaja significa al di là della percezione dei nostri sensi. Un’altra frase che viene usata è avâê mânasa-gocaraå: “al di là dell’espressione della mente e delle parole.”
La parola adhokõaja può essere divisa in tre parole: adha, akõa e ja. Adha significa “sottomesso”. Nell’alfabeto sanscrito la prima lettera è a e l’ultima è kõa. Perciò akõa significa “da a a kõa” e si riferisce a tutto quello che noi possiamo comprendere combinando insieme le parole. E ja significa “nato da”. Quindi, se pur usando molte parole, qualcosa rimane ancora inespresso, questa cosa è detta adhokõaja, “al di là di tutto quello che può essere descritto da a a kõa”. Non è col vocabolario che si può comprendere la natura di Dio. Egli è al di là della percezione dei nostri sensi materiali.
Nella letteratura vedica si afferma: ataå ôræ-Krsna-nâmâdi na bhaved grâhyam indriyaiå. Krsnaè un nome di Dio. Si dice che non possiamo comprendere Krsna, Dio – il Suo nome, la Sua forma, i Suoi attributi, i Suoi passatempi – con i nostri ottusi sensi materiali. Allora come fare per comprenderLo?

 

Il dovere della vita umana

La vita umana è fatta per comprendere Dio. Questo è l’unico dovere della vita umana. La natura materiale ci dà l’opportunità di avere una forma umana. Le facilitazioni proprie di questa forma di vita ci vengono date proprio per comprendere Dio. Ci sono 8.400.000 forme di vita. Nelle altre forme non è possibile comprendere Dio. Se noi chiamiamo tutti i cani della vostra nazione – “Venite. Parliamo di Dio” – essi non potranno capire. Ma nella forma umana questa possibilità c’è. Non importa se una persona si trova in India, in America o in Australia. Ogni essere umano, se s’impegna a leggere le scritture – non importa se la Bibbia, la Bhagavad-gita o il Bhâgavata – potrà comprendere Dio.
Perciò la forma umana è fatta esclusivamente per comprendere Dio. Se noi dirigiamo la nostra attenzione su qualsiasi altro interesse, sprechiamo la nostra energia. Infatti che cosa sono le altre attività? Tutti s’impegnano a dormire, mangiare, fare sesso e difendersi. Queste cose sono proprie anche dei cani e dei gatti. Anch’essi mangiano, anch’essi dormono, anch’essi sono attratti dal sesso e anch’essi si difendono a loro modo. Se anche la vostra vita umana viene sprecata soltanto per fare queste cose, allora state perdendo l’occasione. L’attività dell’essere umano deve essere diretta alla comprensione di Dio o della Verità Assoluta. Questa è la filosofia del Vedanta. Athâto brahma jijñasâ. Veda significa conoscenza e anta significa definitivo. Noi acquisiamo conoscenza in molti settori, ma la conoscenza definitiva è conoscere Dio. Perciò il Vedanta afferma: athâto brahma jijñasâ: “Adesso, in questa vita, poniti domande sulla Verità Assoluta.”
Al mattino gli uccelli si chiedono: “Dove andremo stamani a prendere qualche frutto, qualcosa di commestibile?” Essi si pongono queste domande. E c’è un po’ di conversazione: “ki-chi mihi.” La vita umana non è fatta solo per questo tipo di domande. Le domande degne degli esseri umani sono: “Cos’è Dio? Cosa sono io? Qual è il mio rapporto con Dio? Qual è lo scopo ultimo della vita?” Queste domande e le relative risposte devono trovar posto in una società umana. Queste sono le domande che devono scaturire: “Che cos’è Dio? Che cos’è la natura materiale? Chi l’ha creata? Come è stata creata? Come si mantiene?” Molte cose.
Ovviamente se abbiamo una mente filosofica chiediamo: “Come è stato creato questo mondo? Chi l’ha creato?” E ci sono molti modi di rispondere, ma il Vedanta-sutra risponde che il creatore di tutto quello che vediamo – la manifestazione cosmica – è Dio, il Brahman.
Dio, cioè la Suprema Verità, la Verità Assoluta, è ciò da cui tutto proviene. Questo viene affermato all’inizio dello Srimad- Bhagavatam. Janmâdy asya yataå: “La Verità Assoluta è ciò da cui tutto proviene.”

 

La religione non è la fede

La base comune delle religioni consiste quindi nel cercare di comprendere l’Anima Suprema e di dirigere la nostra tendenza ad amare verso questa Anima Suprema. Nel dizionario si legge che la religione è un tipo di fede. No. E’ una situazione permanente. Non è la fede. Noi possiamo cambiare fede. Oggi io sono indù, ma domani posso diventare cristiano. Se sei cristiano, domani puoi cambiare questa fede. Nella lingua sanscrita la parola che indica la religione non significa fede, ma rappresenta invece la caratteristica originale di una cosa. Questa viene chiamata religione. “Caratteristica originale” significa che non può essere cambiata. Questa qualità, questa caratteristica sarà sempre con noi.
La versione vedica è che l’essere vivente è un eterno servitore del Signore. Quando egli dimentica questa relazione – di essere un eterno servitore del Signore – comincia la sua esistenza materiale. Nell’esistenza materiale nessuno è pronto ad essere un servitore. Tutti sono pronti a diventare padroni. Questa è la lotta per l’esistenza. Ognuno cerca di diventare padrone. Perfino nella società dei cani se ne può trovare uno che cerca di dominare gli altri abbaiando: “Io sono migliore di voi.”
Questa viene chiamata lotta per l’esistenza. Tutti – individuo contro individuo, nazione contro nazione, società contro società, le cosiddette religioni contro le cosiddette religioni – ciascuno vuole dominare. Nessuno si sforza di diventare servitore. Ma la realtà è che noi esseri viventi siamo eterni servitori di Dio. Non appena dimentichiamo questa formula, ci troviamo nell’esistenza materiale e non appena facciamo rivivere la nostra coscienza originale, ci ritroviamo sulla piattaforma spirituale. Per questa ragione noi diffondiamo la coscienza di Krsna, la coscienza di Dio, cosicché le persone possano capire di essere eterne servitrici di Dio.
Come dicevo, lo Srimad- Bhagavatam afferma: “E’ una religione di prima classe quella che insegna ai propri seguaci come ritornare ad essere servitori di Dio.” Questa è una religione di prima classe. Allora come si può diventare servitori di Dio? Nella Bhagavad-gita ci sono molti tipi d’istruzioni: karma-yoga, jñâna-yoga, dhyâna-yoga, bhakti-yoga. Ma l’insegnamento finale di Krsna ad Arjuna è: sarva-dharmân parityajya mâm ekaç ôaraëaç vraja (Bhagavad-gita 18.66). “Il tuo unico dovere è di arrenderti a Me, perché sei un Mio eterno servitore. Ti sei rifiutato di servirmi, hai voluto vivere indipendentemente nel mondo materiale, sforzandoti in modo artificiale di diventare padrone. Rinuncia a questa tendenza. Arrenditi a Me. Allora sarai felice.” E Krsna afferma: ahaç tvâç sarva-pâpebhyo mokõayiõyâmi: “E quando ti sarai arreso a Me, Io ti libererò da tutte le reazioni di una vita peccaminosa.” Perché ha detto “una vita peccaminosa”? Perché nel mondo materiale tutte le attività sono peccaminose, visto che il loro scopo principale è come diventare padroni. Per diventare padroni, tutti sono pronti a fare qualsiasi cosa, non importa se atti peccaminosi o pii. Un altro significato di “peccaminoso” è tutto quello che si oppone all’ordine di Dio. Nella Bibbia vi sono molti comandamenti: “Non devi fare questo.” Un uomo nel peccato non può avvicinare Dio. Questo è il verdetto della letteratura vedica.

 

yeõâç tv anta-gataç pâpaç
janânâç puëya-karmaëâm
te dvandva-moha-nirmuktâ
bhajante mâç dîãha-vratâå
(-Bhagavad-gita 7.28)

 

Colui che è completamente libero dalle reazioni di una vita peccaminosa può dedicarsi completamente al servizio del Signore.

 

I sintomi del puro amore per dio

C’è una base comune. Dio non è indù né musulmano. I metodi per avvicinare Dio possono essere differenti, ma lo scopo finale è come amare Dio o come servirLo. Nessuno può servire un altro senza amore. Nel mondo materiale una persona è disposta a servire un altro per denaro, per una ricompensa, ma servire Dio è un’altra cosa. Nel verso dello Srimad- Bhagavatam che ho citato viene affermato, ahaituki apratihatâ. Il servizio al Signore deve essere disinteressato. Qui nel mondo materiale serviamo una persona per qualche interesse, per qualche guadagno materiale. Nel mondo spirituale invece servire Dio significa: “E’ il mio servizio. Io Lo amo. Io voglio servirLo.” Il fatto che una madre ami il suo bambino non la fa essere uguale alla bambinaia che viene pagata. La madre ama il suo bambino spontaneamente e le piace molto servirlo. Allo stesso modo, il vero amore per Dio è spontaneo, completamente disinteressato e senza ostacoli.
L’amore per Dio è indipendente dalle varie condizioni materiali. Se un uomo è povero, questo non è un ostacolo ad amare Dio. No. O se un uomo è molto ricco, anch’egli può amare Dio. Ahaituki apratihatâ. Chiunque tu sia, non vi sono ostacoli perché tu possa imparare ad amare Dio. E se arriviamo a questo livello di coscienza – qui viene detto yayâtmâ suprasædati – sarete pienamente soddisfatti e felici. Se si è impegnati al servizio del Signore disinteressatamente e senza incontrare ostacoli – amore spontaneo – allora saremo pienamente soddisfatti.
Ci sono molti esempi di devoti del Signore che hanno mostrato questo stato d’animo. Uno è stato Dhruva Mahârâja, un bambino di cinque anni. C’erano contrasti in famiglia:la sua matrigna l’aveva offeso ed egli voleva prendersi la rivincita. Allora chiese a sua madre: “Come posso fare?” Sua madre gli consigliò: “Prendi rifugio in Dio. Egli può aiutarti.” Fu così che andò nella foresta dove meditò per sei mesi. Quando Dio gli apparve, disse: “Mio Signore, ora sono completamente soddisfatto. Non voglio nessuna benedizione da Te.” Svâmin kîtârtho ’smi varaç na yâce.
Questa è la vera realizzazione di Dio. Realizzare Dio significa non avere più desideri. Tutte le richieste, tutti i desideri finiscono. Per questo viene detto yayâtmâ suprasædati. Poiché desideriamo, chiediamo. Finché faremo richieste, non saremo mai soddisfatti. Quando non vi sono più richieste – quando siamo completamente soddisfatti – abbiamo realizzato Dio.
Ecco di nuovo la base comune. Attualmente le persone soffrono. Non solo in questo momento – sempre. Tutti nel mondo materiale sono pieni di ansietà, perché i desideri materiali non possono essere sempre soddisfatti. Essi aumenteranno. Se non si arriva alla coscienza di Dio, non c’è possibilità di essere soddisfatti. Yayâtmâ suprasædati. Prasædati significa essere pienamente soddisfatti, non avere più desideri. Nella Bhagavad-gita (6.22) viene detto: yasmin sthito na duåkhena guruëâpi vicâlyate: “In questa posizione non si è più scossi, neppure di fronte alle maggiori difficoltà.” Se si è fissi nella coscienza di Dio, allora nessuna afflizione materiale può scuoterci. Yasmin sthito na duåkhena guruëâpi vicâlyate.

 

La perfezione attraverso il bhakti-yoga

Le persone dovrebbero cercare di ottenere quella perfetta posizione trascendentale caratterizzata dall’assenza di desideri che le può rendere pienamente soddisfatte. Il metodo per ottenere questa posizione si chiama bhakti-yoga. Noi insegniamo e diffondiamo il bhakti-yoga. In quest’era conosciuta come l’era di Kali, le persone sono disturbate in molti modi. Per dare loro una vita pienamente soddisfacenteè necessario riportarle al livello della coscienza di Dio. Il metodo è semplice: cantare il santo nome di Dio. Noi cantiamo Hare Krsna. Hare Krsna significa rivolgersi a Dio per mezzo della Sua energia Harâ. Il fuoco è tutt’uno con la sua energia, la sua luce, il suo calore; similmente Dio ha varie energie, molte energie. Le principali energie sono quella spirituale e quella materiale. Al momento noi siamo sotto il controllo dell’energia materiale, ma poiché siamo spirito dobbiamo spostarci verso l’energia spirituale. Se si pone un pesce per terra, per quanto si cerchi di metterlo a sua agio, egli non lo sarà mai, perché la terra non è il posto adatto ad un pesce. Gettatelo nell’acqua e sarà a suo agio. Allo stesso modo noi siamo spirito, ora siamo imprigionati in corpi materiali.

 

Dehino ’smin yathâ dehe kaumâraç yauvanaç jarâ. (Bhagavad-gita 2.13)

 

Nostro dovere è di uscire dal controllo dell’energia materiale e di porci sotto l’energia spirituale.

Allora la nostra vita sarà pienamente felice.

 

Nella forma umana c’è un vantaggio: possiamo uscire dall’energia materiale e collocarci nuovamente nell’energia spirituale.
Per collocarci di nuovo nell’energia spirituale dobbiamo liberarci dalle designazioni. Che cosa sono le designazioni? “Io sono indù”, “io sono musulmano”, “io sono cristiano”, “io sono americano”, “io sono indiano”, “io sono questo”, “io sono quello”. Queste sono designazioni. E diventare liberi dalle designazioni significa: “Non appartengo a nessuna di queste categorie. Sono un eterno servitore di Dio.” Se si arriva a questa posizione, allora questa è la base comune. Fate che tutti comprendano di essere eterni servitori di Dio e tutti i problemi saranno risolti.
Questo è lo scopo del nostro movimento per la coscienza di Krsna. Cantiamo il santo nome di Dio e consigliamo agli altri di cantare il santo nome di Dio. Dio deve avere qualche nome. Nella Bibbia si dice: “Sia santificato il Tuo nome.” Allora c’è un nome. C’è il nome di Dio. Il nome di Dio è Cristo, Kristo o Krsna. Perciò possiamo cantare insieme. Dov’è la difficoltà? Voi che professate il cristianesimo, avete il nome di Dio, altrimenti perché Gesù avrebbe consigliato: “Glorifica il nome di Dio”? Questo è cantare. Perciò glorifichiamo insieme il nome di Dio. Questa è la piattaforma comune.
Vi ringrazio moltissimo.

 

   A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupâda


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