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Riflessioni sulla Cultura Vedica

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di Parabhakti dasindice articoli

 

La realizzazione spirituale: da ahankara a prema

Settembre 2010

 

La realizzazione spirituale: da ahankara a premaQuale religione è la migliore, quale di esse è la più importante? Ogni volta che mi vengono proposti questi quesiti, mi viene spontaneo riflettere su quanto sia diffusa l'abitudine di classificare ogni cosa e di come la natura competitiva sia purtroppo presente anche tra i credenti di ogni religione. La mia e la tua religione, il mio Dio e il tuo Dio, le religioni di stato, le nostre radici filosofiche, i nostri riti, e così via. Poco più che ragazzino, già ero affascinato dal misticismo e dalle religioni in generale e non mi sfuggiva occasione per coltivare la mia ricerca interiore. La miscela di genti e culture a cui siamo oggi abituati, era allora molto meno diffusa ed incontrare un esponente di una tradizione diversa da quella Cattolica costituiva sempre un avvenimento. Sognavo di viaggiare in Africa o nei paesi Arabi, ma soprattutto in Oriente, dove avrei potuto incontrare mullah, rabbini, brahmana, lama, yogi e con loro praticare varie tecniche di realizzazione spirituale. Un sogno che nel tempo si è realizzato, avendo avuto la fortuna di conoscere mistici e religiosi che hanno grandemente contribuito alla mia crescita culturale e spirituale. Ma è nella cultura vedica che ho infine trovato un'impostazione originale e atipica: essa infatti non descrive una religione specifica. Sbagliano coloro che la omologano all'Induismo, sebbene quest'ultimo affondi le proprie radici in essa. La cultura vedica e in particolare quella vaisnava, non cerca di affermare un particolare credo religioso ma parla piuttosto di sanatana-dharma, l'eterna occupazione di ogni essere, che conduce al risveglio della propria natura spirituale, per riconnettersi al Divino attraverso un sentimento d'amore spirituale puro, chiamato prema.

 

Secondo gli insegnamenti vedici, per tornare nel mondo spirituale, dimora originale di tutti gli esseri viventi, non è sufficiente aderire ad una particolare tradizione religiosa, ma è invece fondamentale seguire un processo di purificazione, o sadhana. Per raggiungere la perfezione, esso può richiedere anche molte reincarnazioni e spesso inizia concretamente con l'adesione ad un credo religioso o ad un metodo yoga. I vari percorsi religiosi, filosofici e culturali sono da considerasi propedeutici a quello stato di coscienza pura, dove le catalogazioni geoculturali e religiose non trovano più ragione d'essere. Srila Prabhupada, grande erudito e mistico, in uno dei suoi commentari ricorda: “Le religioni non sono altro che affluenti del fiume della conoscenza spirituale, che sfocia nell'oceano della trascendenza.” Anche Krishna, Dio, la Persona Suprema, al termine della Bhagavad-gita, dopo aver adeguatamente istruito il Suo amico e discepolo Arjuna sulla conoscenza del corpo fisico, psichico e spirituale e sui vari metodi di realizzazione del sé annuncia: “Lascia ogni forma di religione e semplicemente abbandonati a Me. Io ti libererò dalle conseguenze delle tue azioni, non temere.” La religione è dunque un mezzo per coltivare la coscienza spirituale. Il primo passo consiste nel situarsi al livello di sattva, la virtù, posizione dalla quale la comprensione degli argomenti spirituali diviene realmente possibile. Le regole ed i principi etici promulgati nelle varie tradizioni religiose e filosofiche servono questo scopo e originano tutte da quell'unico Dio che, in accordo a tempo, luogo e circostanza, ne commisura modalità e dettagli, in modo da garantire ad ogni persona una evoluzione spirituale adeguata alla condizione in cui si trova a vivere.

 

La cultura vedica indica i quattro principi universali del dharma: Misericordia, Purezza, Veridicità e Austerità. Le regole che regalano queste quattro virtù a coloro che le praticano sono: evitare di consumare la carne degli animali o di sfruttarli (Misericordia), condurre una vita sessuale regolata (Purezza), evitare l'azzardo nel gioco e nella vita (Veridicità) ed evitare di assumere droghe, alcol o altre sostanze alteranti (Austerità). Il processo della realizzazione spirituale è poi costituito da nove stadi conseguenti: sraddha, la fede, sadhu sanga o associazione con spiritualisti autentici, bhajana kriya, offerta di servizio a Dio, anartha nivritti, la purificazione e la rimozione degli ostacoli interiori, nistha o stabilità nella vita spirituale, ruci, sentimenti di gioia, asakti, scambi emozionali spirituali, bhava, la coscienza spirituale profonda e prema, il puro amore per Dio, fine ultimo della realizzazione spirituale. Per accedere al sentiero del cammino spirituale, è inizialmente necessario il desiderio di guardare oltre ahankara, o identificazione con il corpo. Essa è composta principalmente da ahanta, o errata coscienza del , che viene identificato come corpo fisico o psichico e mamata, la coscienza di mio, in altre parole, la mia famiglia, la mia casa, la mia auto, la mia nazione e così via. Questi due aspetti di coscienza grossolana vengono superati grazie a jnana, la conoscenza, raggiungendo gradualmente la liberazione dal falso concetto di identità materiale. Viceversa, più predomina l'errata identificazione con il corpo e il concetto di proprietà, più ci si lega alla materia.

 

L'ordine di progressione, dallo stadio di condizionamento materiale a prema, il puro amore per Dio, è il seguente:

 

  1. quando l'aspetto materiale di ahankara e mamata è estremamente radicato, esso lega indissolubilmente l'essere al ripetuto ciclo di nascita e morte;

  2. quando nasce la fede e la persona considera l'idea di diventare un servitore di Dio, gli aspetti materiali vengono parzialmente spiritualizzati e la jiva, l'essere o anima, si qualifica per il servizio al Signore;

  3. allo stadio di sadhu sanga, la spiritualizzazione cresce;

  4. raggiunto lo stadio di anisthita bhajana kriya, l'aspetto spirituale è localizzato mentre di quello materiale mantiene ancora piena forza;

  5. allo stadio di nistha, la spiritualizzazione aumenta ancora e l'influenza materiale regredisce ulteriormente;

  6. in ruci, la coscienza spiritualizzata di “io” e “mio” domina e la coscienza materiale diventa localizzata;

  7. allo stadio di asakti, l'aspetto spirituale è completo mentre rimane solo una traccia di quello materiale;

  8. situati al livello di bhava, dell'aspetto materiale rimane solo un'ombra, che appare solo occasionalmente;

  9. allo stadio di prema, la consapevolezza spirituale è estremamente intensa e quella materiale completamente assente.

Per entrare e risiedere nella dimensione spirituale è fondamentale situarsi allo stadio ultimo di prema, condizione che può essere raggiunta già in questo mondo. Non c'è quindi solo la speranza che il dopo morte ci riservi qualcosa di positivo, la coscienza spirituale può essere ritrovata e vissuta in modo completo già in questa vita.

 

Alla luce degli insegnamenti vedici, la catalogazione delle tradizioni religiose finalizzata a definire la superiorità di una sopra le altre, è chiaramente frutto di una visione maldestra e parziale, addirittura settarea. Per chi avanza genuinamente lungo il sentiero spirituale, diventa evidente come le varie tradizioni contribuiscano ad allargare la varietà della proposta, per il beneficio di ogni essere umano. Nel mondo spirituale non ci sono svariati Dio e non esistono i dipartimenti Induista, Cristiano, Musulmano, Ebreo, Zoroastriano, o altro. Esiste solo il puro, incondizionato, ininterrotto sentimento d'amore per Krishna, o Dio, che immerge coloro che lo raggiungono in un'incessante e sempre crescente estasi spirituale. Il bhakti yoga, l'unione con Dio attraverso l'amore spirituale, è la piattaforma comune a tutte le tradizioni religiose e di pensiero, verso la quale, più o meno consapevolmente, tutte convergono. Una volta raggiunta quella posizione eccelsa, ci si libera facilmente e naturalmente da identificazioni e catalogazioni materiali di qualsiasi natura.

 

Parabhakti das

 

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