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Linguaggio analogico-simbolico
Macrocosmo, Microcosmo

Secondo i modelli a cui si rifà la scienza medica, il corpo è una macchina complessa, in cui vi è la separazione tra malessere biologico, o somatico e malessere psichico. Negli ultimi anni però si è cominciato a guardare all'uomo come "un tutto unico" in cui la sfera psichica e quella somatica non rappresentano altro che le due facce della stessa medaglia. Quindi continuare a scindere l'unità mente-corpo, ha ormai poco senso. Tale unità va, al contrario, osservata ed ascoltata perché si esprime secondo un linguaggio analogico-simbolico, che si rifà alla natura e ai miti.
Per capire meglio cosa si intende per linguaggio analogico-simbolico esaminiamo più da vicino un organo: la pelle
La pelle è l'organo più esteso del corpo umano, infatti, essendo il suo rivestimento, rappresenta circa il 7% del peso corporeo.
Essa è costituita da cellule strettamente addensate tra loro, tanto da non lasciare spazio ad altre sostanze. Sono proprio queste cellule che proliferando e via via modificandosi nella loro costituzione, assicurano la formazione dei vari strati cutanei. L'epidermide, infatti, è costituita da cinque strati di cui il più superficiale è detto Corneo, mentre il più profondo è definito strato basale; subito sotto quest'ultimo vi è il Derma. Le cellule quindi dal derma si spostano verso la parte superiore, durante questo passaggio subiscono delle modificazioni; arrivate nello strato corneo sono ormai cellule prive di nucleo, quindi cellule morte.
Qual è dunque la funzione di questa struttura così vasta?
È sicuramente un organo di senso poiché risponde agli stimoli provenienti dall'ambiente esterno, attraverso delle modalità sensoriali quali il tatto, il dolore, il caldo e il freddo.
Ciò è possibile perché provvista di ricca innervazione (proveniente dal sistema cerebrospinale) e di ricettori che controllano la temperatura cutanea aumentandola o diminuendola, a seconda delle necessità.
È una barriera meccanica contro l'ingresso di sostanze estranee.
È una struttura che respira, infatti è in grado di assumere ossigeno e di liberare anidride carbonica.
È un organo di secrezione e di escrezione, grazie alle ghiandole sudoripare e sebacee che gli permettono di eliminare le sostanze tossiche per l'organismo.
In fine è un organo di assorbimento, è in grado in altre parole di assorbire sostanze, specialmente oleose.
Quanto è stato descritto fino ad ora riguarda la pelle da un punto di vista anatomo-fisiologico; ma cosa è la pelle da un punto di vista simbolico?
Innanzi tutto con la sua vasta superficie la pelle ci delimita, ci contiene, quindi segna il confine tra il nostro organismo, l'ambiente interno, lo spazio in cui ci riconosciamo e ci identifichiamo e l'esterno che non ci appartiene, pertanto estraneo.
Ci protegge dagli agenti dannosi, dove per agenti pericolosi non si intende solo microrganismi, sostanze chimiche, ma anche emozioni, relazioni, situazioni, ecc.
Oltre definirci e proteggerci la pelle ha un'altra caratteristica molto importante: SI VEDE.
Attraverso essa manifestiamo al mondo esterno i nostri stati d'animo come rabbia, paura, aggressività sottoforma di rossori, pallori, irritazioni; oppure la presenza di cicatrici, traumi vanno ad interrompere il continum della pelle, proprio come un trauma o un blocco rompe il continuo fluire dell'energia, delle emozioni, delle passioni che risiedono nel sangue e dal quale sono trasportate in tutto il corpo.
Alla cute è legato un ulteriore tema simbolico significativo: la Trasformazione, il rinnovamento, la Vita e la Morte grazie al fatto che le cellule epiteliali si rinnovano circa ogni 28 giorni, ecco perché spesso trasformazioni legate all'identità, alla personalità si manifestano con problemi cutanei, con un vero e proprio "cambiamento di pelle". Se è vero che l'uomo microcosmo utilizza il linguaggio dell'universo macrocosmo, i temi delle analogie si dovrebbero riscontrare anche in natura. Infatti è così.
Quando si parla di vita e di morte, di trasformazione, non si pensa subito al ciclo delle quattro stagioni? (Ndr vedi partizioni del tempo)
La primavera: momento in cui la natura si risveglia dal sonno invernale, e vi è la rinascita. L'energia raccolta sotto terra esplode all'esterno in una miriade di colori, di profumi, di suoni. Analogamente l'uomo in primavera si rigenera. L'espressione psichica è caratterizzata da espansività, aggressività, progettualità; il piano somatico sarà caratterizzato da un'attivazione del sistema immunitario e dall'eliminazione di tossine.
Estate: stagione in cui la natura è carica di energia, di calore, ricca di frutti e fiori.Allo stesso modo l'uomo sul piano psichico sarà caratterizzato da gioia, interazione, comunicazione; il piano somatico riguarderà il sistema circolatorio, il metabolismo, il sistema neurovegetativo.
Autunno: momento in cui la natura dalla massima espansione si ripiega su stessa, l'energia viene convogliata verso l'interno, verso la terra. L'uomo sul piano psichico è caratterizzato da apatia, accoglimento, umoralità. Fisicamente saranno in primo piano la circolazione venosa e linfatica, gli ormoni, il tessuto adiposo.
Inverno: l'energia è raccolta all'interno, pronta ad esplodere in una nuova primavera. Per l'uomo questo sarà un momento caratterizzato da introversione, rigidità, rimuginazione. Gli organi interessati saranno cute, ossa, denti, midollo osseo.
Il mutare del nostro corpo analogamente al mutare dei cicli stagionali, è un esempio di come l'uomo sia parte integrante della natura, o più precisamente, di come l'uomo sia la rappresentazione, in piccolo, della natura stessa, la quale utilizza il suo linguaggio, quello analogico-simbolico.


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