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Dizionario Religioni

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Orfismo (culti orfici)

a cura di Diego Fusaro

 

La filosofia cerca di dare spiegazioni razionali recuperando temi religiosi: ad esempio, come è nato il mondo? Così come nella religione ci sono varie correnti di pensiero, anche nella filosofia è così. La religione greca, tuttavia, non è paragonabile alle grandi religioni monoteiste. Se la società è cattolica, allora tutti sono cattolici; se la società è musulmana, allora tutti sono musulmani. Nel mondo greco non vi erano attriti religiosi e le condanne per reati religiosi erano rarissime. Mentre le nostre religioni sono "esclusiviste", nel mondo greco c'erano delle divinità maggiori che venivano venerate ovunque, ma accanto a queste ogni città aveva le sue divinità specifiche. Nel mondo greco è interessante rilevare un dualismo religioso: c'era la cosiddetta RELIGIOSITA' OLIMPICA, una religione pubblica che mirava a risolvere i problemi comuni dell'intera città. Al giorno d'oggi la religione è individuale e spirituale: ognuno prega la divinità affinché risolva i problemi personali. La religiosità olimpica prevedeva invece che si richiedesse la risoluzione di problemi collettivi. Va poi notato che era quasi sempre un chiedere la protezione da cose materiali: guerre, carestie, epidemie... Come mai questo interesse collettivo? La risposta è reperibile nel fatto che a quei tempi nella società greca non c'era differenza tra cittadino e uomo privato. Per noi invece i due aspetti sono ben distinti: abbiamo una vita privata ed una vita in cui facciamo parte della società. E' chiaro che una religione come quella olimpica non appagava il singolo cittadino e le sue esigenze: tutti noi ci chiediamo "che ne sarà di me? Quale è il mio destino?". Questa religione deve il suo nome all'Olimpo, il monte greco sulle vette del quale si riteneva risiedessero gli dei. Oltre alle divinità dell'Olimpo, c'erano anche le divinità KTONE', ossia le divinità della terra, "create" dagli strati popolari anteriori ai Greci. Queste divinità hanno spesso a che fare con l'agricoltura e con la fertilità del suolo: ne è un esempio Persefone. Viene naturale chiedersi che cosa c'entrino queste divinità con gli interessi personali, individuali degli uomini: questi culti in origine erano culti della fertilità del suolo, poi l'alternarsi delle stagioni venne paragonato alla nascita e alla morte della natura: così come muore la natura durante l'inverno per poi rinascere in primavera, anche l'uomo muore e nasce. Questo determinò il passaggio degli interessi collettivi e della comunità a quelli individuali e propri del singolo cittadino. Questi culti erano caratterizzati dai MISTERI, una parola di derivazione incerta: vi è chi sostiene che derivi dalla parola greca "muthos", mito, e chi è convinto che derivino dal verso che si emette quando non si parla: mmm... In effetti i misteri erano un qualcosa che non andava rivelato e parrebbe quindi più attestata la seconda ipotesi. Tuttavia i misteri si basavano su veri e propri miti e quindi la seconda ipotesi è valida. Strettamente collegato a questi misteri è l'orfismo, una setta misterica sviluppatasi intorno al settimo secolo a.c. 'Orfismo si basava su due miti.

 

1) Quello di Orfeo, che andò nel mondo dei morti per farsi ridare indietro la donna amata, Euridice; l'avrebbe riavuta se non si fosse mai voltato a vederla durante il tragitto che conduceva dal mondo dei morti a quello dei vivi, ma non si trattenne e mandò tutto all'aria. [Ndr vedi: Orfeo ed Euridice]

 

2) Quello di Dioniso. Questo mito dice che i Titani uccisero e divorarono il piccolo Dioniso, figlio di Zeus. Quest'ultimo, adirato, scagliò la folgore e li distrusse e la conclusione fu che gli uomini furono generati dalle ceneri dei Titani. Da questo mito emerge come gli uomini abbiano una duplice natura: da una parte sono buoni per via di Dioniso, che era stato divorato, dall'altro sono malvagi per via dei Titani. Per questo gli Orfici arrivano a dire che noi siamo costituiti da due elementi, uno positivo e l'altro negativo. Dentro di noi c'è un "daimon", un'anima. Propriamente il daimon è un qualcosa di diverso dall'anima come la intendiamo noi (e come la intende Platone): l'anima è il nostro io, quello che siamo effettivamente; il daimon è un qualcosa di estraneo al corpo, è un qualcosa di sublime che si trova imprigionato nel corpo. Per gli Orfici non c'è identificazione tra corpo e anima. Il corpo non è la casa dell'anima, ma una situazione artificiale: è ciò che ci deriva dai Titani. Gli Orfici giocavano sul fatto che corpo in greco si dice soma, ma soma, con diversa accentuazione, significa prigione. Il corpo è quindi la prigione dell'anima, ma è anche la tomba (in greco "sema"). Durante il corso della vita l'anima non può manifestarsi bene perché è ostacolata dal corpo e le uniche occasioni in cui può manifestarsi è quando il corpo è più debole: nel sonno, in punto di morte... Tutto questo implica un capovolgimento dei valori del binomio vita-morte: la morte non è più un qualcosa di negativo, bensì un qualcosa di sublime, una liberazione dalla parte peggiore di noi, il corpo. Altra credenza orfica è quella della reincarnazione, ossia della trasmigrazione delle anime: può darsi che questo concetto sia di derivazione orientale. Quella della reincarnazione è un'autentica minaccia di continuazione delle sofferenze sulla terra. La vita terrena è sia il segno della colpa, sia la punizione: è una sorta di peccato originale che ci deriva dai Titani; se conduciamo una vita retta, una volta morti la nostra anima non si reincarna in un altro corpo, ma vive libera. Se però ci comportiamo male allora si reincarna in un altro corpo finché non riusciremo a comportarci bene; il corpo in cui reincarnarsi dipende da come ci si è comportati nella vita precedente: quanto peggio ci si è comportati, tanto peggio è il corpo in cui ci si reincarna. Anche Platone crede nella reincarnazione. Ma come si fa a porre fine al circolo della reincarnazione, a far sì che l'anima possa vivere senza corpo? La sofferenza è un buon sistema di purificazione; un altro sistema di purificazione è la scelta di alcuni modi di vita: la non violenza, il vegetarianesimo. Proprio il vegetarianesimo era un altro punto di rottura con le religioni olimpiche, che prevedevano i sacrifici di animali. Anche la partecipazione ai riti è un buon modo per purificarsi. Mentre la religione olimpica chiede beni materiali e l'esaltazione delle caratteristiche umane e naturali al sommo grado, la religione orfica chiede l'opposto, ossia si chiede di essere strappati alla vita terrena. E' una religione ascetica. Il vegetarianesimo non consiste solo nel non uccidere gli animali (rinuncia alla violenza) ma anche nel rinunciare a ciò che più lega l'uomo alla vita terrena. Per l'Orfismo all'inizio esiste un'unità perfetta, l'uovo primordiale o notte, che si scinde e dà luogo a esseri separati. A ciò dovrà succedere un ciclo di reintegrazioni delle parti nell'unità del tutto: l'orfismo sfocia così in una dottrina della salvezza. A tale scopo vengono coltivate le tecniche di purificazione. Negli scavi archeologici condotti nell'Italia meridionale sono comparse laminette d'oro, risalenti al quarto e terzo secolo a.c. e contenenti scritti in esametri. Alcune di esse forniscono indicazioni e istruzioni all'anima del defunto sul viaggio nell'aldilà che essa sta per affrontare. L'alternativa sarà tra destra positiva e sinistra negativa: a sinistra è infatti la sorgente del Lete, ossia della dimenticanza, mentre a destra è quella di Mnemosine, ossia della memoria. Alla prima si abbeverano i più ed è proprio bevendo l'acqua del Lete, la quale fa dimenticare tutto ciò che si è vissuto in precedenza, che si continuerà nel ciclo delle reincarnazioni. Al contrario, bevendo all'acqua della Memoria, se si è vissuta una vita pura, si potrà passare alle sedi dei beati, a vivere con gli eroi.

 

Per approfondire invitiamo a leggere l'articolo presente nella rubrica Riflessioni sull'Alchimia di Elena Frasca Odorizzi:
Un Alchimista di nome Orfeo in una tarsia rinascimentale senese del 1500.

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