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a cura di Roberta Marzola

 

"Andate e moltiplicatevi". Sì, ma dove?

di Fabrizio Ponzetta

[…] “Andate e moltiplicatevi” disse Dio ad Adamo ed Eva e ciò per i credenti ha ancora valore, nonostante il fatto che, quando Dio parlò, parlò con due uomini; oggi che non dice niente, salvo in qualche casa di cura, parlerebbe a una popolazione che viaggia verso gli 8 miliardi di abitanti.
Di più: nei secoli scorsi si moriva più giovani, si consumavano meno risorse e comunque i vecchi ne consumavano meno. Oggi si muore più vecchi, si consuma di più (anche e soprattutto i popoli del cosiddetto terzo mondo) e non esistono differenze significative tra i consumi della popolazione più anziana e quelli delle generazioni più giovani.
Dio voleva questo quando disse andate e moltiplicatevi? Intendeva davvero dire: andate, riempite ogni singolo buco del pianeta e devastatelo con il vostro indiscriminato consumo, siate cellule cancerogene del pianeta e tenete nei secoli presente che vi ho detto comunque di moltiplicarvi?
Può darsi, in tal caso hanno ragione gli gnostici: quel dio è un demiurgo mezzo scemo che nulla ha a che vedere col vero Dio, che se ne sta indifferente nel nulla a contemplare il nulla.
Comunque, accattonando il buon o il cattivo Dio, ci si renda conto che, come dice Luigi De Marchi in Population Explosion:

 

L’Esplosione Demografica è stata definita “la Madre di Tutte le Tragedie Contemporanee” perché fame, sete, guerra, povertà, disoccupazione, inquinamento, migrazioni di massa e desertificazione sono ovviamente e strettamente connesse con il drammatico incremento di cinque volte che ha portato l’umanità da 1,2 miliardi nel 1900 a 6 miliardi di persone a fine millennio. Valutando adeguatamente questo incremento dobbiamo essere consapevoli che l’aumento della popolazione umana in un singolo anno, alla fine del secolo scorso, era uguale all’incremento durante il primo Millennio dell’era Cristiana.

 

La mobilitazione in proposito dovrebbe essere massiccia, ma coloro che per vocazione sarebbero indicati a mobilitarsi fanno orecchie da mercante: gli anticlericali preferiscono sprecarsi in campagne sul crocefisso in aula o sullo “sbattezzo”, gli ecologisti non vanno oltre il biologico e le energie alternative (voglio vedere come gli otto miliardi di abitanti del 2020 si manterranno con le “energie alternative” considerando anche che popoli fino a qualche anno fa rimasti a livelli di consumo non eccessivo sono impegnati nella “corsa al benessere”), perfino i localisti, i propugnatori delle “piccole patrie” dovrebbero rendersi conto che gran parte dei loro problemi deriva dall’incremento demografico. Ma anche l’uomo comune (per non dire qualunque) che rifugge le ideologie, salvo che non gli riempiano la pancia, dovrebbe, usando il cervello, ragionare almeno egoisticamente così:
Se il mondo fosse riportato alla densità di popolazione di un secolo fa, o almeno degli anni cinquanta del novecento, conservando il grado di tecnologia attualmente raggiunto, le questioni sociali e anche economiche che oggi ci inquietano e ci spaventano non avrebbero più motivo di esistere.
Per giunta, chi propugna una decrescita felice, la disequazione “PIL non è uguale a benessere” e propone, nei limiti del possibile, il ritorno all’autoproduzione dei beni di consumo, non si rende del tutto conto di come una inversione di tendenza (auspicabilmente non tragica) dell’alta natalità mondiale renderebbe più vivibile questo mondo.
Di più: si riuscirebbe davvero a realizzare addirittura l’utopia del capitalismo, ovvero il benessere economico per tutti; anche a sinistra, se davvero stesse a cuore quella massa di carne umana sfruttata o lasciata a marcire negli angoli del mondo, dovrebbero interessarsi alla questione… Vige invece la sindrome di Madre Teresa: Rajneesh, che era indiano, diceva: “È inutile che madre Teresa raccolga i mendicanti per le vie di Calcutta e si opponga al controllo delle nascite!”
Nonostante ciò, la mobilitazione non avviene, la stampa non ne parla, non si pubblicano libri in proposto e il problema sembra irrilevante.
Isolato, come sempre all’inizio di grandi battaglie, c’è solo un piccolo drappello di radicali, con la benedizione di Pannella che pochi giorni fa, intervenendo al comitato nazionale dei Radicali Italiani, dice di sentirsi spinto da un amore civile e dallo spirito di figure storiche a lui care (Rossi, Pannunzio, Spinelli) a intraprendere alcune battaglie, tra cui cita quella per il controllo della popolazione mondiale. Ovviamente le contraddizioni in seno ai radicali devono essere laceranti, com’è nella loro storia, dato il loro appoggio indiscriminato agli “amici” americani, portatori sani di democrazia e soprattutto di un mercato sempre più selvaggio, sempre più autoreferente e indifferente all’ambiente e alle tradizioni dei popoli che va a “liberare” e “liberalizzare”. Ma va reso onore a Pannella per essere il primo, come sempre, personaggio politico di spicco a interessarsi disinteressatamente alla questione, mentre i duellanti Prodi- Berlusconi ancora qualche mese fa, in odore di elezioni, facevano a gara a chi offriva di più ai nuovi nati. Ma come? Chi fa un figlio, e soprattutto più di uno, in queste condizioni tragiche di sovrappopolazione riceve anche contributi pubblici? Io metterei una tassa, almeno sul secondo figlio.

 

Fabrizio Ponzetta www.fabrizioponzetta.com © Casa editrice AH!


Dicembre
2006

 

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