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Blaise Pascal

Vedi anche nell'Angolo Filosofico: Blaise Pascal – L’altra faccia della ragione di M. P. Paoletti

 

Blaise Pascal, filosofo, scienziato e scrittore francese (Clermont, Auvergne, 1623 - Parigi 1662). Il padre, magistrato, trasferitosi a Parigi, curò personalmente la sua educazione; Blaise si dimostrò così precoce nello studio della fisica e dalla matematica da essere ammesso alle riunioni scientifiche organizzate da padre Mersenne che era in corrispondenza coi più grandi ricercatori del tempo: da Galilei a Torricelli, da Fermat a Descartes. Appena sedicenne, pubblicò il suo primo scritto scientifico, un Saggio sulle coniche, che comprendeva tra l'altro il teorema concernente l'esagono iscritto in una conica qualsiasi (teorema di Pascal). Dal 1640 al 1647 soggiornò a Rouen, ove il padre era stato invitato da Richelieu per una missione di amministrazione fiscale. Proprio al fine di agevolare i calcoli delle imposte, Pascal progettò nel 1642 una macchina aritmetica a ingranaggi (pascaline) che metterà a punto in modo definitivo nel 1652. Durante il soggiorno a Rouen, ove ebbe peraltro modo di stabilire i primi contatti col movimento giansenista (1646), cominciò a dedicarsi intensamente allo studio del problema del vuoto, allora di grandissima attualità. Rientrato a Parigi, oltre a confermare l'esperienza di Torricelli (Nuove esperienze riguardanti il vuoto, 1647), ideò la celebre dimostrazione dell'esistenza della pressione atmosferica (dimostrazione compiuta con successo dal cognato nel 1648) che prevedeva la misurazione della variazione d'altezza della colonnina di mercurio e del tubo barometrico ai piedi e sulla vetta del Puy-de-Dôme. Risale pure a quegli anni il frammento della Prefazione per un trattato del vuoto, vigorosa esaltazione della libera ricerca sperimentale contro il principio d'autorità. Dopo la morte del padre (1651) e l'entrata della sorella Jacqueline nel convento di Port-Royal (1652), Pascal si impegnò ancor più febbrilmente nella ricerca scientifica. Fra il 1651 e il 1654 scrisse l'Equilibrio dei liquidi e la Pesantezza della massa d'aria (pubblicati postumi nel 1663), due lavori nei quali era esposto il fondamentale principio di idrostatica secondo cui i fluidi trasmettono immutate, in tutte le direzioni, le pressioni su di essi esercitate (principio di Pascal). A partire dal 1654, anno della sua "conversione" registrata nelle brevi righe del Memoriale, Pascal fu spesso all'abbazia di Port-Royal des Champs, tra i laici (i "solitari") che trascorrevano periodi di ritiro, di studio e di preghiera nel centro della spiritualità giansenista. L'intelligenza irrequieta e tagliente di Pascal, la sua personalità orgogliosa e intransigente, la sua formazione culturale umanistica spiegano il modo - ora contrastato, ora appassionato, ora volontaristico - con cui egli si sottomise alla disciplina di umiltà, anche intellettuale, predicata dai suoi maestri spirituali: ne è suggestiva testimonianza la Conversione col Signor De Saci su Epitetto e Montaigne, resoconto di una discussione in cui Pascal si sforza ingegnosamente di integrare alla dottrina cristiana l'insegnamento morale di due pensatori estranei alla religione. Membro di una minoranza (il movimento giansenista), osteggiata e spinta ai margini dell'ortodossia, Pascal sentì in modo drammatico i problemi di lotta e di coscienza posti da questa situazione. L'inasprirsi della controversia, con la condanna del teologo giansenista Arnauld (noto come "Il grande Arnauld") da parte della Sorbona, gli diede occasione di mettere in opera il suo straordinario vigore dialettico e la forza di una convinzione profonda nelle Lettere provinciali che, d'accordo col gruppo di Port-Royal, fece uscire in numero di diciotto, senza dichiararsene l'autore, tra il 23 gennaio 1656 e il 24 marzo 1657 (e lo stesso anno in volume). Sotto la finzione di uno scambio di delucidazioni sulle dispute in atto tra i teologi, Pascal osava chiarirne i termini intricati in modo accessibile ai non iniziati, al lume della semplice logica e del semplice richiamo alle Scritture; mostrava che il contrasto verteva sul terreno morale più che su quello del dogma; passava al contrattacco denunciando e ridicolizzando la morale rilassata predicata dai gesuiti (principali avversari dei giansenisti); delineava una difesa delle posizioni di Port-Royal. Per la passione polemica, la lucidità dell'argomentazione, la limpidezza della prosa, animata da dialoghi di vivacissima efficacia satirica, le Lettere provinciali, se incorsero nella condanna dell'Indice, ebbero il plauso immediato del pubblico colto più o meno profondamente interessato alla controversia religiosa e costituiscono una delle grandi opere letterarie del secolo. Mentre la religione si andava ormai configurando per Pascal come l'esperienza suprema, la sua speculazione scientifica, consegnata in quegli anni ai frammenti rimastici di una Geometria del caso e soprattutto al carteggio con Fermat, segnava la nascita del calcolo delle probabilità. Di questo periodo sono pure i due brevi trattati di argomento logico-retorico Sullo spirito geometrico e Sull'arte di persuadere. Nel 1657 Pascal cominciò a lavorare a una Apologia della religione cristiana e l'anno dopo ne espose il piano a un gruppo di amici. Si trattava di un grande sforzo logico per dimostrare - partendo dagli argomenti cui poteva essere sensibile un uomo che non avesse abbracciato la fede - la verità della religione e in particolare di quella cristiana; nello stesso tempo, era un invito appassionato alla fede, alle pratiche ascetiche, alla rivelazione. Proprio nell'intento di rendere più efficace tale opera, Pascal decise di attirare su di sé, in forma clamorosa, l'attenzione della cultura internazionale, sfidando nel 1658 i matematici europei in un pubblico concorso sopra sei quesiti intorno alla cicloide, di cui aveva precedentemente scoperto alcune notevoli proprietà, con il proposito di rispondervi egli stesso in caso di insuccesso. Le sue soluzioni, esposte nel 1659, che proponevano metodi di calcolo che anticipavano in più parti l'analisi infinitesimale, esercitarono una profonda impressione sugli studiosi. L'aggravarsi della malattia e la morte gli impedirono di portare a compimento la sua grande opera apologetica: nei numerosi frammenti rimasti, noti col titolo di Pensieri, la religione è presentata come la soluzione più coerente al problema umano: non solo in base al famoso argomento della "scommessa", modellato sul calcolo delle probabilità (conviene trascurare i beni terreni, che sono certi ma limitati, per aspirare al bene ultraterreno, che è oggetto di fede e di speranza, ed è infinito), partendo però dalle contraddizioni inestricabili della condizione umana ("miseria e grandezza dell'uomo"), sia sotto il profilo dell'esistenza che sotto quello della conoscenza, contraddizioni che solo i dogmi del cristianesimo (in particolare, il peccato originale) riuscirebbero a spiegare e a conciliare. A prescindere dall'assunto apologetico, l'illustrazione del carattere inesorabilmente contingente dell'esperienza umana è senza dubbio l'aspetto più moderno e suggestivo del pensiero filosofico di Pascal espresso in paradossi angosciosi, in scorci di arditissima stilizzazione. La campagna antigiansenista assunse caratteri di vera persecuzione. Di fronte alle ingiunzioni della Chiesa, Pascal, profondamente lacerato nella sua coscienza religiosa, tenne un atteggiamento ancora più intransigente dei suoi amici di Port-Royal. E per ragioni di opportunità, l'edizione che essi curarono dei Pensieri dopo la sua morte (1669-70) presentava un testo ampiamente espurgato delle parti che potevano prestarsi a un nuovo inasprimento della controversia; questo testo fu seguito nelle successive edizioni, fino a quando (1844), su sollecitazione di Victor Cousin, fu curata un'edizione integrale. Restava il problema - non indifferente agli effetti del significato complessivo dell'opera - dell'ordinamento dei frammenti; le accanite discussioni protrattesi per oltre un secolo sembrano essere approdate oggi a una soluzione definitiva, sulla base di una testimonianza autografa dell'ordinamento previsto dall'autore per una parte dei frammenti. Oltre a comprendere due testi fondamentali nella storia della letteratura francese e della filosofia europea, l'opera di Pascal costituisce un'esperienza intellettuale eccezionalmente ricca e drammatica. Il suo pensiero ha nutrito e nutre tutta una corrente della sensibilità religiosa moderna e - accanto a quello di Kierkegaard, Dostoevskij e Nietzsche - ha trovato giusta eco nei filosofi esistenzialisti.

 

Botte di Pascal
Botte piena d'acqua che superiormente termina in un lungo cannello molto sottile; versando acqua nel cannello, quando in esso il livello raggiunge una certa altezza, indipendente dal diametro del cannello, la botte si sfascia. Questa esperienza ideata da Pascal mostra come la pressione esercitata dall'acqua su un punto della parete della botte dipende solo dalla distanza del punto considerato dalla superficie libera dell'acqua nel cannello e non dalla quantità di liquido che esso contiene.

 

Principio di Pascal
Principio di idrostatica, per cui la variazione di pressione prodotta in un punto di un liquido incompressibile si trasmette inalterata in tutti gli altri punti del liquido; un'applicazione del principio di Pascal si ha nel torchio idraulico.

 

Teorema di Pascal
Dato un esagono semplice inscritto in una conica, cioè avente i vertici appartenenti alla conica, i lati opposti di esso si tagliano in tre punti di una stessa retta (retta di Pascal). Il teorema fu enunciato da Pascal per un comune esagono inscritto in una circonferenza: la generalizzazione fu fatta successivamente nell'ambito della teoria delle coniche. In tale ambito, per esagono semplice si intende una figura costituita da sei punti, o vertici, congiunti da sei segmenti, o lati, nello stesso ordine in cui i vertici sono enunciati. Il teorema è il duale del teorema di Brianchon.

 

- Vedi anche nell'Angolo Filosofico:
Blaise PascalL’altra faccia della ragione di Michele Paolini Paoletti

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