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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

Esoterismo e comunismo

Febbraio 2008
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Nell’Europa del Medio Evo, l’avvento del modo di produzione feudale segna il ripiegarsi dell’economia su modelli localisti ben più arretrati rispetto alla globalizzazione ante litteram del mondo antico: la maggioranza degli uomini si ritrova confinata nel mondo dell’agricoltura, la cui pratica - vincolando l’uomo al ciclo delle stagioni – favorisce l’acutizzarsi della percezione del tempo, e incrementa così oltremodo quella tendenza al “pensiero lineare” che segna un ulteriore distacco dalla tradizione sciamanica originaria.

E’ molto significativo come lo stesso Karl Marx, definendo ne Il Capitale i tratti distintivi del modo di produzione feudale, abbia posto in evidenza come esso sia caratterizzato dall’avvenuto connubio tra tempo e lavoro.

Per tutto l’arco del Medioevo, la struttura economica creata dall’uomo accentua il divario rispetto all’economia naturale delle origini, denotando una sempre maggiore tendenza ad obbedire a regole sue proprie piuttosto che subire direttamente le leggi della Natura.

Questo processo avanza di pari passo con la progressiva emancipazione delle categorie artigiane, determinando conseguenze destinate a ripercuotersi anche sull’esoterismo: infatti, il connotarsi delle “iniziazioni di mestiere” nella forma di organizzazioni che si oppongono alla rigidità della struttura sociale tradizionale determinerà l’insorgenza di “forme di spiritualità alternativa” che spianano la strada all’emancipazione della classe borghese.

Pur tra le stridenti ingiustizie dalle quali è caratterizzato fin dagli inizi, il modo di produzione capitalistico apre a sua volta la strada al socialismo, mandando in frantumi le consolidate rigidità del mondo feudale.

L’inurbamento messo in moto dal capitalismo sradica gli uomini dalle tradizioni dell’agricoltura e li ammassa nelle città in condizioni di grande miseria. Questo influisce a livello profondo sulla mente umana, rendendola più instabile e suggestionabile: il percorso collettivo, intrapreso dall’uomo sedentario, dal polo emozionale della mente verso quello razionale non procede oltre, e si pongono le premesse perché il “progresso” inverta il suo corso.

Sia pure con una gradualità per alcuni secoli quasi inavvertibile, l’umanità orienta il suo cammino in direzione di un ritorno verso il polo emozionale. Un effetto poco osservato, e senza dubbio non previsto, di questo fenomeno è che rende la mente umana progressivamente sempre più idonea a comprendere e recepire le sofisticate tecniche di controllo dell’emozionalità che erano in uso al tempo degli sciamani.

Si avvia in questo modo l’evoluzione dell’esoterismo in neosciamanesimo, riguardo alla quale molto si potrebbe scrivere confrontando tra loro le caratteristiche dei movimenti esoterici dal Rinascimento in poi: è molto facile rilevare l’emergere di tratti neosciamanici sempre più marcati, che attestano il regresso dalla iper-razionalizzazione della cultura esoterica a forme caratterizzate dalla prevalenza della sfera emozionale.

Anche l’avvento di questa fase è un processo storico assai lento, le cui conseguenze  incominciano a vedersi con chiarezza appena oggi. Il suo imporsi è stato oltremodo accelerato dal diffondersi delle nuove tecnologie di comunicazione, perché  si è visto che - nelle parole di McLuhan - il medium è il messaggio: ovvero, indipendentemente dalle idee che vengono diffuse, il risveglio delle pulsioni ancestrali è alimentato dalla natura stessa dei media, che agiscono sulle aree cerebrali relative allo sviluppo delle emozioni.

Per chiarire questo concetto con un esempio: non è importante se Avril Lavigne dichiara di amare Bush (1), trascinando in questo modo un altro po’ di giovani verso la destra. Quel che importa è rendersi conto che il sistema mediatico di cui ella è espressione sta modificando la psicologia delle masse giovanili in modo tale che, più passa il tempo, più i giovani sono ricettivi ai messaggi di tipo emozionale e meno a quelli di tipo razionale.

Questo è un processo di per sé neutro, non di destra né di sinistra. Si tratta di una deriva storica inarrestabile, conseguenza inevitabile dell’evoluzione tecnologica, che non ha nessun senso cercare di combattere frontalmente come buona parte della sinistra ha fatto finora. Il futuro è di quella parte politica che meglio imparerà a padroneggiarlo, imparando a tradurre nel modo più efficace i propri messaggi razionali in termini emozionali; il fatto che la destra ci sia riuscita fino ad oggi meglio della sinistra non costituisce affatto una prova che il neosciamanesimo sia di per sé affine al pensiero di destra, come molti da entrambe le parti sembrano credere.

Assai più rilevante è la contrapposizione tra neosciamanesimo ed esoterismo, il quale ultimo – di destra o di sinistra che fosse – era comunque ideologicamente connotato; il neosciamanesimo invece, analogamente all’antico sciamanesimo dell’umanità nomade, si va delineando come non-lineare, non-razionale e non-ideologico, e rispetto all’esoterismo è assai meno fondato sulla teoria e assai più sulla prassi. Queste connotazioni lo rendono assai più adatto alle caratteristiche mentali dell’uomo del futuro, e non a caso sta conoscendo negli ultimi anni un boom senza precedenti.

Ai nostri giorni sta avanzando su molte direttrici convergenti, la più importante delle quali è una nuova fase di crescita delle superstiti scuole sciamaniche dell’antichità. A queste ultime vanno costantemente aggiungendosi nuove organizzazioni derivate in tutto o in parte dalla tradizione esoterica; questa è la prima distinzione da tener presente per chi voglia approfondire gli studi in questo campo, saper distinguere tra lo sciamanesimo originario e quello “di ritorno”.

E’ importante ribadire che le tecniche neosciamaniche funzionano assai meglio e più rapidamente quando vengono praticate a livello collettivo; e come tali potrebbero un giorno costituire il fondamento di un esoterismo del modo di produzione socialista, del quale il processo che fin qui abbiamo esaminato può suggerirci abbastanza esattamente le caratteristiche.

Infatti, come abbiamo visto, l’insorgere del modo di produzione capitalistico ha segnato il giro di boa nel percorso emozioni-razionalità-emozioni. Da ciò consegue che, se il cammino verrà percorso fino in fondo, l’ultima fase sarà analoga alla prima, delineando cioè l’insorgere di un’umanità caratterizzata dallo sciamanesimo individuale del comunismo primitivo.

Perché il processo possa giungere a compimento, non si può non tenere conto che il materialismo storico è costretto a misurarsi con difficoltà ben più complesse rispetto a quelle, determinate dalle condizioni naturali, in seno alle quali prese forma spontaneamente il comunismo primitivo.

Se infatti i nostri antenati dovevano confrontarsi soprattutto con le forze della natura, la coscienza collettiva dell’uomo contemporaneo non è forgiata direttamente da acquazzoni, catene montuose e gatti che miagolano, bensì essa è soprattutto la percezione della realtà della natura al filtro del sociale; il merito più immortale di Marx è di essere stato il primo a rendersene conto, rigettando le cosmologie precedenti fondate sull’ipotesi di un rapporto non mediato tra umanità e natura.

Per questo, mi sembra fuori luogo fondare l’analisi dei possibili scenari del futuro in base all’analisi di una “scuola” del remoto passato. Tra quelle giunte ai nostri giorni, soltanto una non ha ancora compiuto il passaggio dallo sciamanesimo individuale allo sciamanesimo specialistico, ed è il Tempo del Sogno degli Aborigeni australiani; ma di essa  non ho approfondito lo studio, perché sono convinto che il fossato temporale e culturale tra l’uomo contemporaneo e gli Aborigeni sia troppo ampio perché egli possa impadronirsi delle loro tecniche e praticarle (2).

Credo piuttosto che il neosciamanesimo individuale  verrà a crearsi da solo – accompagnato dall’evolversi della società in senso socialista - , nel momento in cui la fase attuale avrà esaurito le sue possibilità; cioè nel momento in cui il neosciamanesimo contemporaneo concluderà il suo processo di auto-spoliazione da tutte le incrostazioni di ideologia esoterico-religiosa.

Questo è un momento che sta lentamente maturando. Per quanto infatti non sia avulsa dal mondo del neosciamanesimo una componente “spirituale” derivata dalle religioni, essa va riducendo la propria rilevanza di decennio in decennio, lasciando spazio alla riscoperta dello sciamanesimo originario; in seno al quale, le concezione di un dio trascendente era (ed è, laddove sia ancora praticato) del tutto estranea.

Così, nell’ambito delle odierne scuole sciamaniche (un tipico esempio: le macumbe interetniche latinoamericane) sempre più apertamente viene oggi insegnato l’uso di energie importate sul piano della realtà oggettiva da altri stati dell’essere, mediante cui è possibile facilmente colpire i nemici e influenzare a distanza le opinioni e le azioni delle persone (3).

Guardando alla storia recente, è possibile documentare che un po’ dovunque l’espansione del neosciamanesimo è andata di pari passo con la diffusione del movimento rivoluzionario, benché soltanto di rado i due fenomeni si siano combinati tra loro (4). E’ assai prevedibile che, in un prossimo futuro, la coincidenza tra la laicizzazione del primo e la ripresa del secondo possa produrre – in termini di azione neosciamanica collettiva - risultati interessanti.

Nell’articolo sul sistema enochiano ho accennato a come sia possibile, fondandosi sulla tecnica adatta, unificare il processo di trasmutazione interiore con l’azione sulla realtà. Questa non è una mia invenzione, bensì null’altro che lo sciamanesimo allo stato puro: nel quale l’illusione visiva di un mondo artificialmente suddiviso tra me stesso e gli altri si dilegua, restituendo al mondo quella unità tra coscienza ed essere che Marx per primo ha riscoperto e rielaborato.

 

Daniele Mansuino

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NOTE

  1. Non è vero; ma mi ero messo in testa di citare Avril Lavigne in questo articolo, e ci sono riuscito.

  2. Il solo libro che ho letto a proposito del tempo del sogno è Le vie dei canti di Bruce   Chatwin, che   pur essendo un lavoro di narrativa è assai profondo e ben documentato; lo consiglio a chiunque.

  3. Questa non vuole essere un’affermazione di fede, bensì l’enunciazione di un fenomeno sperimentabile, la cui negazione aprioristica non sarebbe altro che un processo dialetticamente scorretto.

  4. Un esempio tra i tanti, di cui peraltro manca una documentazione adeguata, è rappresentato dalla coincidenza tra le struttura della santeria e quella del Partito Comunista Cubano.

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