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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

Magia voodoo

Prima parte
Novembre 2016

 

Questo articolo e il seguente sono stati concepiti in funzione didattica, per insegnare la pratica della magia voodoo. Dapprima ci soffermeremo su alcune importanti nozioni di carattere generale; poi, il prossimo mese, affronteremo l’argomento in modo più specifico.

Non mi dilungherò a descrivere la struttura del voodoo e la natura dei misterios (ad Haiti detti loa: sono le entità disincarnate con le quali il voodoo favorisce il contatto), temi che ho già trattato nei miei due articoli su Il voodoo dominicano; vorrei invece sottolineare che, sebbene la magia rivesta nel voodoo un ruolo importante, ne rappresenta solo una parte.

Il voodoo infatti non è una forma di magia, bensì una disciplina esoterica volta al miglioramento personale; intendendo per esoterismo quelle discipline mentali (secondo altri, spirituali) concepite per garantire alle persone curiose sui grandi temi della vita un cammino ad personam, articolato in base alle caratteristiche individuali del ricercatore.

In questo l’esoterismo si differenzia dalle religioni, che offrono invece cammini standard adatti alle folle, e svolgono anche funzioni di carattere sociale.

Nota: nel corso della storia (e soprattutto a partire dal diciassettesimo secolo), anche molte istituzioni esoteriche - per esempio, la Massoneria - si sono dedicate ad agire sul sociale. Ma si tratta di influssi che potremmo definire di segno opposto rispetto a quella delle religioni, in quanto (schematizzando molto, e facendo astrazione dai casi particolari) il fine dell’esoterismo è aumentare il potere dell’Uomo, quello delle religioni è l’annullamento dell’Uomo in Dio.

Ora, tanto l’esoterismo quanto le religioni derivano da adattamenti dello sciamanesimo preistorico (che era proprio delle culture nomadi) alla vita sedentaria: ho trattato questo tema in numerosi articoli, per esempio nel primo di questa rubrica, Trasmutazione interiore.

In Occidente (e in Italia più che altrove) l’esoterismo doveva convivere con il Cristianesimo, che era un tempo una religione molto più intollerante nei confronti delle altre vie spirituali di quanto non sia oggi. Così molte scuole esoteriche, per evitare che i loro seguaci finissero sul rogo, adottarono codici espressivi che apparissero compatibili con l’ortodossia cristiana; di qui derivò l’attuale mescolanza del linguaggio esoterico con quello religioso, e la relativa confusione.

Un bel frutto di questa confusione è l’idea che il voodoo sia una religione: convinzione, per un esoterista competente, del tutto assurda, in quanto l’essenza del voodoo consiste appunto nel porre in contatto la persona con i misterios più affini alla sua natura individuale, e di lì intraprendere il cammino che lo porterà ad esplorare l’inconscio collettivo nella sua totalità - ovvero a identificarsi progressivamente con quello che nella nomenclatura qabbalista è detto l’Adam Qadmon (l’Uomo Primordiale), che è il punto di arrivo dei piccoli misteri e il punto di partenza dei grandi (cioè della realizzazione iniziatica).

Del tutto esoterici sono i suoi rituali di iniziazione (nel voodoo dominicano suddivisi in tre gradi), le sue modalità di trasmissione, eccetera ; va detto inoltre che nel voodoo (soprattutto in quello haitiano) sono presenti molti simboli derivati direttamente dalla tradizione primordiale (riscontrabili, del resto, in tutte le forme esoteriche di fresca derivazione sciamanica).

Il voodoo, quindi, non è una religione ma una via iniziatica, e tra queste una delle più efficaci; perché (come ho cercato di far presente nei miei articoli specificamente dedicati a questo tema, e come meglio di me ha spiegato il più grande dei suoi maestri, Milo Rigaud) il legame tra voodoo e tradizione primordiale è strettissimo, molto più stretto di quanto non si possa riscontrare nell’esoterismo europeo.

Eppure, oggi la stragrande maggioranza dei praticanti stessi del voodoo lo considera una religione: perché?

Senza dubbio, il primo motivo è che la maggior parte di loro non è al corrente delle distinzioni cui ho appena accennato : il voodoo si è sviluppato in Paesi dove tanto la tradizione esoterica europea quanto altre discipline importanti per operare distinzioni di questo genere (teologia, filosofia, ecc.) sono arrivate in ritardo, e ancora oggi sono poco conosciute a livello di massa.

Più presto, invece, è arrivata in quei luoghi la new age : fenomeno culturale per certi versi meritorio, ma che nel campo delle distinzioni spirituali porta con sé tutta la proverbiale superficialità di approccio della cultura americana.

Come secondo motivo dobbiamo considerare che nel voodoo, intorno alla cerchia degli iniziati, c’è una schiera di fedeli : questi partecipano a buona parte dei riti (non a tutti) ed esercitano nei confronti dei misterios un devozione per molti versi analoga a quella dei cattolici nei confronti dei santi.

Potremmo inquadrare questo fatto invocando il principio per cui ogni forma esoterica regolare dispone anche di una forma exoterica a cui appoggiarsi, ma sinceramente non mi sembra il caso - nel voodoo c’è una certa mescolanza, per cui anche i semplici fedeli possono praticare la magia (come vedremo più avanti) ; inoltre molti di loro si definiscono, oltre che fedeli del voodoo, anche cattolici - un ulteriore sintomo che non si tratta del rapporto tra esoterismo ed exoterismo, bensì di noncuranza (o ignoranza) verso entrambe le definizioni.

Un terzo motivo è che nei Paesi dove il voodoo è nato è in atto una (sacrosanta) lotta per la riabilitazione culturale di quelle tradizioni locali che, ai tempi del colonialismo, venivano raffigurate sulla base di modelli calunniosi e deformi ; quindi oggi si considera giusto rivisitarle in una chiave asettica e rassicurante, del tipo appunto il voodoo è la nostra religione.

Ma il motivo più determinante è che autodefinirsi una religione conviene. Negli Stati Uniti, per esempio, dove è attiva l’influente comunità voodoo della Louisiana (alla quale molti, anche dai Caraibi, guardano come a un modello), le attività religiose sono esenti dalle tasse ; e un po’ dovunque nel mondo (tranne i Paesi islamici e… l’Italia), la tendenza degli Stati è di non interferire con le religioni, il che garantisce ai voodooisti spazi di libertà di cui non godrebbero qualora il voodoo venisse considerato una setta segreta.

Conviene anche (e ancora di più) a tutti coloro che hanno fatto del voodoo una fonte di guadagno, consentendogli di raggiungere un pubblico più vasto : pochi al mondo sanno cos’è l’esoterismo, ma tutti sanno cosa sia una religione.
Quindi, lo devo ammettere - tutto sommato, coloro che considerano il voodoo una religione hanno validi motivi per farlo ; io però mi rattristo quando li incontro, e non manco di rammentargli che nella storia rinnegare l’esoterismo ha sempre portato a tutti quelli che l’hanno fatto una sfiga paurosa.
Una domanda che mi capita spesso di sentirmi rivolgere è perché i seguaci del voodoo, malgrado la potenza della loro magia, consentirono a suo tempo ai popoli colonialisti di sottometterli.
La risposta è, secondo me, che per quanto il voodoo sia forte, la corrente magica più potente nel mondo attuale è un’altra : quella che è all’origine della civiltà occidentale e della modernità.
Non siamo abituati a pensare a questa corrente in termini di magia, perché ci pervade fin dalla nascita in modo talmente onnicomprensivo da non farci neppure concepire l’idea che un’alternativa ad essa possa esistere ; quindi non sentiamo neppure l’esigenza di identificarla, né ci vengono dati i mezzi culturali per farlo. Ma se noi oggi viviamo in un tipo di società dove la chiave del potere risiede nel denaro e nella capacità di pensare in termini razionali e concreti, ciò non dipende dal fatto che queste siano le condizioni normali dell’esistenza, bensì dall’azione di quella particolare corrente - della quale ho trattato parecchio, tanto nei miei articoli quanto nei miei libri.
Ora, essa è invincibile quando si tratta di operare sulla collettività umana ; ma non è fatta per essere concentrata su obbiettivi ristretti (o perlomeno, è molto difficile farlo), e questa è la ragione per cui la magia voodoo può vincerla se si tratta di influenzare la realtà in un ambiente circoscritto (così per esempio il celebre rituale di Bois Caiman, dedicato a un potentissimo loa haitiano, Marinette). Non però quando si tratta di influenzare fenomeni di ampia portata temporale e spaziale, come purtroppo furono il colonialismo e lo schiavismo.
Comunque oggi, a livello storico, è in atto un’inversione di tendenza (anche legata all’influsso dei media, che stanno progressivamente addestrando le persone a comunicare in modo meno razionale e più emozionale), per cui la potenza delle antiche forme di magia sta ritornando.
Mentre nell’esoterismo europeo cammini iniziatici e magia operativa viaggiano separati, nel voodoo anche la pratica magica è inscindibilmente finalizzata al progresso interiore.
La sua funzione potrei definirla di sviluppare nel praticante la fluidità di pensiero, l’intuizione e lo spirito di iniziativa ; infatti, uno dei caratteri che salta più agli occhi nel confronto della magia voodoo con quella di altre scuole è che nel suo ambito le regole generali sono davvero poche, e il difficile compito della messa a punto delle procedure rituali è perlopiù delegato alla creatività dell’operatore.
La magia voodoo è anche un aiuto importante per uscire dalla rigidità di quella che in ambito esoterico viene definita la lettera che uccide : ovvero per ridimensionare l’importanza degli schemi intellettuali preconfezionati, e imparare a crearsi da soli le tecniche più appropriate di emersione dell’inconscio.
Intesa in questo senso, essa è in grado di aumentare notevolmente tanto il nostro livello di conoscenza quanto la fiducia in noi stessi, e rappresenta a mio avviso il più vero, intimo e profondo corpo di insegnamenti del voodoo.
Mille sono gli scopi magici per cui i misterios possono essere cultuati, e tra questi annoveriamo : la chiaroveggenza, il chiedere loro consigli e informazioni, far loro compiere qualche azione magica in favore del brujo, eccetera. Ma uno soprattutto di questi scopi, a mio giudizio, è importante, e caratterizza inconfondibilmente la magia voodoo rispetto ad ogni altra diversa forma : la possibilità di farsi insegnare la magia direttamente dai misterios, potendo usufruire in questo modo di procedure operative calibrate su misura per la personalità del singolo brujo.

Sia chiaro, la possibilità per l’operatore di confezionarsi riti ad personam è offerta - in misura maggiore o minore - da tutte le tradizioni magiche : infatti, tutti i maghi esperti sanno bene che le forme rituali cristallizzate nei grimori o ricevute a voce sono sempre suscettibili di una certa adattabilità, e per poterne approfittare, basta soltanto che l’operatore padroneggi lo know-how, ovvero sappia quello che sta facendo. Ma il voodoo è l’unica disciplina ad avere, per così dire, ufficializzato questa pratica, ponendola anzi al centro della sua operatività.

Così, sebbene esistano nella tradizione dominicana rituali specifici - volti ai più diversi fini - che vengono tramandati da maestro a discepolo in occasione del bautizo, a mio modesto parere non possono essere definiti significativi : la loro funzione mi pare piuttosto quella di un ultimo ostacolo che il nuovo brujo deve superare, per riuscire finalmente a padroneggiare le proprie potenzialità operative con la massima libertà.

Sia chiaro, non vorrei che quest’ultima affermazione fosse intesa come un dogma - ci saranno probabilmente molti brujos che si sono trovati benissimo sperimentando i rituali che gli erano stati insegnati dal loro maestro ; ma è un fatto che questi ultimi variano parecchio da una linea di brujos all’altra, e già questo ci porta a dubitare che possano essere considerati parte integrante della tradizione. Infatti l’impressione che mi hanno sempre dato è di essere stati prelevati pari pari da qualche vecchio libro di magia importato a Santo Domingo dagli Spagnoli, sulla base di quel sincretismo con la magia occidentale che ha sempre caratterizzato la variante dominicana del voodoo fin dalle origini - e complice anche, aggiungerei, quel rispetto acritico e un po’ superstizioso nei confronti della parola scritta che in passato era tipico di tutte le forme culturali non letterarie.

In più, secondo la mia esperienza personale, l’efficacia operativa dei rituali dominicani tramandati in quel modo è incomparabilmente inferiore rispetto a quella dei riti suggeriti dai misterios al brujo direttamente : se non altro perché questi ultimi sono sempre, in qualche misura, strutturati sul metro della sua personalità (per esempio : io disegno abbastanza bene, quindi i rituali a me rivelati direttamente comportano spesso il tracciamento di figure e glifi).

Di conseguenza, nell’articolo che uscirà il prossimo mese non ho intenzione di riportare i rituali a me tramandati, né di trattarne ; bensì, piuttosto, cercherò di porre il lettore nella condizione per cui egli possa presto farsi suggerire dai misterios i suoi riti.

L’errore che non deve commettere è supporre che questo obbiettivo sia molto lontano : infatti, nel voodoo, il lavoro magico coi misterios non è affatto riservato ai brujos, ma anche i comuni fedeli possono portarlo avanti, e questo accade molto spesso nelle terre da cui questa disciplina proviene - molto meno, invece, da noi.

Secondo la mia esperienza, i timori principali che trattengono molti fedeli voodoo italiani dall’operare a livello magico derivano dalle loro conoscenze pregresse in tema di magia occidentale, gran parte delle cui dottrine consistono nell’enunciazione di terrificanti pericoli cui l’operatore sarebbe esposto ; allo scopo, credo, di esercitare una selezione sugli aspiranti maghi, allontanando i più paurosi e i meno motivati.

Prendiamo ad esempio la paura del colpo di ritorno. Nella magia europea, il mago è direttamente responsabile della sua azione (c’è dietro tutta una prospettiva filosofica di origine rinascimentale - peraltro lodevolissima - in base alla quale il progresso interiore e l’azione sul sociale sono strettamente collegate ; ne ho trattato in vari articoli) ; quindi, soprattutto nel caso che egli abbia scagliato il suo rito contro qualcuno che - a livello più o meno inconscio - sa bene che non si sarebbe meritato un trattamento del genere, ha buone ragioni di temere che in caso di insuccesso le disgrazie da lui invocate sul suo nemico gli ritornino addosso.

Non mancano in verità gli accorgimenti per proteggersi dal colpo di ritorno, e il primo e più importante di tutti credo sia non aver paura : bisognerebbe sempre accostarsi all’operatività magica con calma e lucidità.

E poi, non compiere mai un rito sotto la spinta di una forte passione che non si riesce a controllare, o meglio : se capita all’operatore una passione così e non riesce a liberarsene, è bene che prima di trasfondere questo tipo di energia in un rito faccia trascorrere del tempo, nel corso del quale trattiene l’energia, ci riflette sopra e impara a controllarla.

Può darsi che, così facendo, la volontà di fare quel rito gli passi ; ma se gli rimane, allora prima o poi verrà il momento in cui si sentirà intimamente sicuro che farlo è giusto, e allora quello sarà il momento in cui potrà operare.

Se il mago occidentale procederà così, i rischi legati al colpo di ritorno saranno scarsi, perché la rettitudine del suo intento lo proteggerà.

Comunque sia, nel voodoo il problema del colpo di ritorno non esiste. Infatti il brujo non agisce direttamente, bensì attraverso la mediazione del misterio a cui si è rivolto, chiedendo a lui di colpire il nemico.

Da parte sua, se il misterio ritiene di non poter dare seguito a quella particolare richiesta, non lo farà ; ma non per questo si rivarrà su chi gli ha chiesto il rito, perché sa che è un suo devoto (e si preoccuperà, semmai, di fargli capire che la sua richiesta non era giusta).

Nel caso invece che il misterio dia seguito alla richiesta, ma per qualche motivo il rito fallisca ugualmente, se colpo di ritorno deve esserci si scaricherà su di lui - che è, senza dubbio, un’entità abbastanza potente per farci su una risata.

Un secondo problema che turba orribilmente tutti i maghi occidentali è quello delle larve : un termine proveniente dall’occultismo, che a me non piace non solo per quanto implica di ripugnante, ma perché è generico e impreciso.
In effetti, gli occultisti europei non si spinsero mai molto avanti nell’investigazione su quei particolari abitanti dei mondi sottili aventi la caratteristica di nutrirsi delle emozioni dell’uomo ; invece Castaneda ha spiegato - e molto bene - che sono di numerosi tipi, ciascuno dei quali richiede un trattamento diverso, e il fare di ogni erba un fascio mi è sempre sembrato un comportamento piuttosto da selvaggi.
Più che per i maghi, le larve sono un pericolo per certi spiritisti, i quali si abbandonano senza protezione all’influsso di entità sconosciute. Occorre dire però che, in teoria, anche il fedele del voodoo non è protetto : in quanto la differenza tra un normale fedele e un brujo sta nel fatto che il brujo ha stipulato, al secondo livello della sua iniziazione, un contratto per cui i misterios lo proteggono da qualsiasi influenza negativa (così, non esiste che a lavori aperti un brujo possa essere infastidito da larve, nonché da alcun genere di spiritelli burloni o malvagi : non è mai successo nella storia e non succederà mai - noi siamo veramente MAESTRI, non orecchianti della magia nei week-end).
Invece, il fedele un contratto di questo genere non l’ha fatto ; quindi, anche se il rischio non è grave (perché, se lavora bene, i misterios veglieranno ugualmente su di lui), l’incontro con qualche larvetta gli potrà occasionalmente capitare.
In verità, larve è una parola sinistra che fa paura finché ci limitiamo ad associarla al mondo dell’occulto; senza riflettere che tutti siamo quotidianamente afflitti dalle larve nella nostra vita quotidiana, e campiamo benissimo lo stesso - anzi, le larve ci aiutano a vivere.
Per esempio, un fanatico della collezione di francobolli che dedica ai francobolli tutto il suo tempo libero, magari buttandoci via un sacco di soldi, è chiaramente afflitto da una larva (fortunatamente non delle più dannose : non c’è tanta gente che si rovina coi francobolli - va molto peggio a quelli che hanno la larva del gioco d’azzardo).
Se avete afferrato questo concetto, allora avete capito che le larve non sono un pericolo così terribile, salvo che per gli idioti. Infatti, di regola, se una persona normale si accorge di essere improvvisamente assillata da un’idea fissa che non la fa star bene, reagisce e la scarta: solo nel caso che sia una persona molto, ma proprio MOLTO debole e impressionabile cede a quell’idea (e allora, magari, va a finire che dietro consiglio della larva ammazza qualcuno).

Ma se voi non appartenete a quella sfortunata categoria di persone, è molto più probabile che qualora nel vostro intercorso coi misterios vi si presentassero idee balorde, le scarterete spontaneamente, senza neanche rifletterci su ; e allo stesso modo, che eviterete di prendere per oro colato tutto ciò che i presunti misterios vi suggeriranno, che rifiuterete di commettere azioni sbagliate in seguito ai presunti consigli ricevuti da loro, e così via.
Così, il problema è risolto: questo è ciò che basta per essere corazzati verso l’influenza di qualunque larva, ed ho fiducia che - come è stato facile per me - lo sarà anche per voi.

Ora, se siete sopravvissuti a quest’orgia di teoria, siete presumibilmente anche maturi per sapere come la vostra esperienza di fedeli del voodoo dominicano debba essere avviata in pratica; e sarà su questo specifico tema che ci intratterremo il prossimo mese.

 

   Daniele Mansuino

 

Seconda parte

 

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