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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

Massoneria in quattro gradi?

Marzo 2008
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Il Supremo Gran Capitolo dell’Arco Reale, che prese forma a partire dal 1813, può quindi essere considerato il primo esempio di “sistema di alti gradi”, pioniere dei “Riti” che di lì a poco si sarebbero sviluppati in tutte le nazioni massoniche del mondo ; tuttavia  nega di essere un corpo rituale, perché ogni Capitolo deve avere un legame con una Loggia regolare, di cui di fatto è un’estensione.

Anche questo è importante ai fini del nostro discorso, perché se l’Arco Reale non è un Rito non può essere considerato nient’altro che una parte dell’Ordine, sebbene separata ; il che significherebbe che il landmark della Massoneria in tre gradi non è mai esistito, o perlomeno non andrebbe interpretato rigidamente, giacché è chiaro che la stessa GLDI lo disattese proprio a partire dal giorno stesso della sua proclamazione : questo è perlomeno quanto i sostenitori dei quattro gradi affermano a spada tratta.

Per obbiettività, bisogna dire che questo è un argomento piuttosto dubbio : infatti la negazione all’Arco Reale della qualifica di Rito ha corso solamente presso le filiazioni dirette dell’Arco Reale inglese, mentre la versione americana (che ha tre gradi in più), forse per sottolineare di non volerne sapere nulla dei complicati e incomprensibili conflitti dei Massoni britannici, si è data senza problemi la definizione di Rito di York ; la versione inglese potrebbe dunque essere considerata l’eccezione che conferma la regola, ovvero un po’ poco per fare da supporto ad affermazioni tanto estreme.

E’ certo una delle tante deliziose contraddizioni che rendono la storia della Massoneria – vista da fuori - un enigma impenetrabile, il fatto che gli Antients, difensori della Massoneria in due gradi, allo stesso tempo praticassero  nelle Logge i gradi antichi, dando vita a sistemi che speso raggiungevano i dieci gradi.
Queste contraddizioni gli aedi del tradizionalismo fanno finta di non vederle, poiché nella loro prospettiva le variazioni apportate alla Massoneria nel corso della sua storia si possono dividere in due classi : adattamenti tradizionali (legittimi) e alterazioni rituali (illegittime). Le modifiche che gli piacciono vanno nella prima categoria, quelle che non gli piacciono nella seconda ; in questa comoda prospettiva, it goes without saying che il sistema degli Antients è ai loro occhi un più che legittimo adattamento tradizionale…   

Ma per chi cerca di guardare un po’ più a fondo, è il caso di chiedersi se abbia sortito effetti più modernisti l’opera dei Moderns – che aggiunsero un solo grado, perdipiù di origine tradizionale – o quella degli Antients, che aprirono la strada alla proliferazione dei Riti.

La risposta a questa domanda, a mio giudizio, porta a una sola conclusione : fatta astrazione dalla necessaria regolarità della trasmissione iniziatica, per il resto la validità di un rituale massonico ha ben poco a che vedere con le categorie della tradizione e del modernismo, ed è fuori luogo ostinarsi a fondare le proprie scelte su questi concetti-fantasma privi di qualunque fondamento.

Un’ulteriore conseguenza dell’accordo concluso tra Antients e Moderns fu la diffusione dell’idea che i tre gradi azzurri hanno la funzione di simboleggiare il ternario e l’Arco Reale il settenario. La suggestiva concezione che i gradi massonici, considerati nel loro complesso, illustrassero compiutamente i due principali ordini di forze che definiscono la manifestazione del piano della realtà oggettiva non solo era funzionale al disegno di ristabilire tra i Massoni la piena pace, ma era anche quanto di più seducente si potesse trovare per propagandare l’Istituzione negli ambienti esoterici europei.

C’è da chiedersi però quanto sia vera. Preciso meglio : lo è senz’altro per quanto concerne l’Arco Reale, i cui collegamenti col settenario ermetico sono più che evidenti ; un articolo intero non sarebbe bastante a elencarli tutti, e comunque nessuno si è mai sognato di metterli in discussione.

Ma per quanto riguarda il ternario, il discorso è completamente diverso. Anche senza tener conto dell’ obiezione che ho attribuito ai Carbonari (in quanto pertinente al solo ambito delle iniziazioni di mestiere), né di quelle degli Antients perché viziate dal pregiudizio tradizionale, ce ne sono altre che neppure con la migliore buona volontà un esoterista obbiettivo sarebbe in grado di giustificare : a partire dalla domanda se possa considerarsi corretto rappresentare nel medesimo sistema di gradi settenario e ternario.

Non vorrei qui soffermarmi troppo a lungo sulle contraddizioni implicite in una tale rappresentazione, salvo segnalare che è un errore assai tipico del pensiero lineare (che fu alla base del processo di transizione dallo sciamanesimo all’esoterismo) disporre quantità relative a coordinate diverse sul medesimo asse. Niente di simile è dato di riscontrare nello sciamanesimo, nel quale i simboli del tre e del sette – qualora siano entrambi rappresentati – vengono invariabilmente riferiti a quantità di ordine diverso, come io stesso ho avuto occasione di illustrare su queste pagine descrivendo la ritualità del voodoo dominicano.

Se volessimo bypassare anche questa obiezione, rimane tuttavia il fatto che un sistema esprimente sulla medesima linea entrambi i simbolismi non dovrebbe assolutamente essere del tipo 3+4, bensì del tipo 2+5 : questo perché, qualora si accetti l’idea che la terza forza (o sintesi) possa essere  rappresentata con un grado consecutivo ai due che lo precedono, si ingenera a livello metafisico tutta una serie di contraddizioni.

Bisognerebbe spiegare, ad esempio, per quale motivo non è possibile passare direttamente dal grado di Apprendista a quello di Maestro, o anche in base a quale criterio la scala 3+4 viene interrotta proprio dopo il 3 : se infatti il terzo grado è la sintesi dei primi 2, in base a quale considerazione il quarto non potrebbe essere la sintesi dei primi tre ? E così via fino al settimo, con l’abominevole risultato di trasformare il settenario in un’indebita espansione del ternario, e cancellare ogni possibilità di comprensione di quella che è la sua reale natura : ovvero un sistema di 7 forze indipendente dalle tre precedenti , che con le prime tre possono interagire semmai a mò di griglia, ma non certo nell’ambito di una qualsivoglia linearità spaziale.

E’ quindi assai probabile che la scelta degli Antients di introdurre nell’Arco Reale la legge del settenario non sia stata – come si è sempre detto – espressione della volontà di appaiarla con il ternario  rappresentato nei gradi azzurri, bensì un discorso polemico del tipo : “ se voialtri Moderns , per mezzo dell’introduzione del terzo grado, avete travisato l’espressione massonica del ternario, noi Antients  correggiamo per quanto possibile il vostro errore introducendo nel nostro sistema la legge del settenario”.

 

Da queste considerazioni i sostenitori del quarto grado prendono le mosse per osservare che, se proprio non si può tornare all’Ordine strutturato in soli due gradi, l’unico modo per far sì che la legge del ternario torni ad essere rappresentata nei gradi azzurri con un minimo di coerenza sarebbe apporre un quarto grado a suggello dei primi tre, in modo di tornare a definire il sistema dei gradi azzurri come un sistema chiuso.

Il grado necessario per farlo, sostengono ancora, c’è già, ed è bello pronto : si tratta ovviamente del grado di Maestro Venerabile Installato, del quale (come afferma piuttosto categoricamente il Fratello Domma) i tre gradi (azzurri) sono propedeutici e parte integrante.

In altri termini : se al di sopra del grado di Maestro venisse collocato il grado di Maestro Venerabile, che coincide col Grande Architetto ed è il vertice della piramide, allora diventerebbe lampante che al piano di sopra non c’è più posto per indebite e antitradizionali estensioni.

Il fatto che il Maestro Venerabile possa essere considerato il simbolo vivente del Grande Architetto dell’Universo spinge i quartisti anche a un’altra considerazione : se è vero che l’Installazione fissa nel Fratello le prerogative del Venerabile anche al di là del tempo in cui egli ricopre tale carica, questa è un’ulteriore prova che - a livello strettamente rituale - egli possiede, nei confronti del comune Maestro, qualcosa di più. Un esempio tra i più tipici è la facoltà, universalmente riconosciuta all’Ex-Maestro Venerabile e non ad altri, di “dare la luce” a un neofita in caso di assenza del Venerabile in carica.

In termini guenoniani : se il Maestro è l’Uomo Primordiale, il Maestro Venerabile Installato è l’Uomo Universale . Il primo raffigura l’idoneità dell’iniziato a trascendere il piano della realtà oggettiva, il secondo il trascendimento degli stati molteplici dell’essere.

Anche qualora ci si voglia attenere alla discussa correlazione Ordine = Piccoli Misteri / Riti = Grandi Misteri, mi sembra ugualmente necessario che nell’ambito dei primi sia in qualche modo rappresentato anche il senso dei secondi : è questo anzi  il solo modo legittimo di racchiudere nel medesimo sistema di gradi tanto la legge del ternario che quella del settenario, perché elimina l’errore di sovrapporre quantità di ordine diverso. Nulla più vieta, allora, che la gerarchia iniziatica possa essere considerata alla stregua di un percorso dalle molte valenze sovrapposte : suscettibile cioè di svariati livelli di lettura.

 

Da tutte queste riflessioni io credo che si possa trarre un insegnamento : ovvero, che se un difetto può essere imputato a quella meravigliosa costruzione che è il simbolismo massonico, questo risiede nella scarsità di anticorpi a sua disposizione per difendere sé stesso dalle proprie rigidità.

Per quasi duecento anni, una struttura rituale che è essenzialmente il frutto di un frettoloso compromesso politico è andata avanti senza che mai nessuno osasse avviare un discorso critico sui suoi aspetti più dubbi dal punto di vista del simbolismo esoterico. Può anche darsi che i critici dell’attuale sistema abbiano torto : ma come lo si può dimostrare se si continua a lasciare le loro ragioni fuori dalla porta del Tempio ?

Anche in questo caso, come già ebbi a rilevare per quanto riguarda le divergenze tra la concezione massonica anglosassone e quella latina, un dibattito franco ed aperto non potrebbe sortire per la Massoneria che effetti positivi : maggiore partecipazione dei Fratelli, un maggiore approfondimento da parte loro di temi che oggi appaiono astrusi e riservati a pochi “intellettuali”, eccetera.

Io spero che venga il giorno in cui tutte le “interpretazioni consolidate” di simboli e rituali - perlopiù fondate sul nulla – siano affrontate nel Tempio senza pregiudizi e con spirito dinamico : si scoprirebbe forse allora che altro effetto finora non hanno sortito, se non di paralizzare irrimediabilmente la ricerca di quei nuovi adattamenti del messaggio massonico di cui al giorno d’oggi ci sarebbe tanto bisogno.

Forse il quarto grado - apportatore di tradizione e rivoluzione in un colpo solo - è lo choc che ci servirebbe per guardare con occhi nuovi alla realtà.

 

Daniele Mansuino

con la collaborazione del Rispettabilissimo Fratello Giovanni Domma

 

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