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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

Massoneria: riti magici per cambiare il mondo

di Daniele Mansuino e Giovanni Domma

Prima - Seconda - Terza - Quarta - Quinta parte - Sesta

Settembre 2016

 

In questo quinto articolo prenderemo in considerazione il grado massonico gerarchicamente superiore a quello di cui abbiamo ultimamente trattato, che è interessante non solo per il suo significato magico, ma anche per la poco nota variante della Leggenda di Hiram in esso contenuta;  dopodiché, passeremo senz’altro a trattare il simbolismo della Terza Loggia.

Rispetto al grado precedente, i nomi, le mansioni e l’abbigliamento degli Ufficiali sono immutati, come pure l’arredo del Tempio. Sui Piedestalli dei Tre Grandi Ufficiali, le Candele piccole accese sono due, ed è sempre presente un’altra Candela più grande. Sul Piedestallo dell’IDPO sono stati collocati alcuni piccoli oggetti - monili o analoghi manufatti - di metalli pregiati.

 

Apertura : il MTVI invita il CdG ad accertarsi che il Santuario sia custodito in modo sicuro. Invita poi tutti i Fratelli ad alzarsi e dare il Segno di (omissis).

MTVI : Compagno Capitano della Guardia, siete Voi un (omissis)?

CdG : Ho visitato il Sacro Santuario e ho visto la gloria del Tempio.

MTVI : Come vi siete guadagnato l’ammissione ?

CdG : In qualità di successore e rappresentante di Hiram Abif, sono stato nominato per il lavoro sacro di finitura del Tempio.

 

Come abbiamo visto nello scorso articolo, di norma non è il CdG ma l’IDPO a interpretare la figura di Hiram Abif in questo sistema di gradi : l’affermazione del CdG deve quindi essere intesa come facente riferimento alla sua discendenza da Hiram Abif in quanto Maestro, e rappresenta dunque un’allusione al legame tra la figura di Hiram Abif e la Terza Loggia.

Se si considera la logica complessiva del sistema, è significativo che un richiamo alla maestranza  di terzo grado (ovvero a un livello di iniziazione che - per quanto fondamentale e indispensabile - può essere considerato gerarchicamente parecchio inferiore a questo Perfezionamento) avvenga  dopo la somministrazione degli insegnamenti sul ternario che hanno concluso il rituale del grado precedente, quasi a voler richiamare due importanti concetti :

 

1) Il ricordo che la padronanza della Massoneria come sistema di forze magiche non esime il Fratello dall’umile accettazione e riconoscimento dei semplici valori etici che sono comuni a tutti i Massoni ;

2) Che la corrente incarnata da Hiram Abif non va presa in considerazione soltanto per la sua funzione da essa svolta nella trasformazione dei due Algoritmi, ma c’è in essa di più.

 

Infatti, Hiram Abif è stato nominato per il lavoro sacro di finitura del Tempio. Al di là dei significati simbolici che le tre forze possono rivestire nell’ambito del progetto, non bisogna mai scordarsi di considerarle nel loro senso più esteso, la finitura del Tempio - ovvero la manifestazione delle forme nello spaziotempo per mezzo del ternario. Soltanto nella misura in cui il Massone Mago saprà rendersi consapevole di questo processo e farlo proprio, la sua azione sarà in grado di incidere sulla realtà.

Come in non pochi side degrees, il rituale di Ammissione rappresenta il cuore del lavoro in questo grado. Il CdG si porta fuori dal Tempio, e consegna al Candidato in attesa una Ciotola d’Oro ; poi lo introduce senza alcun allarme e lo accompagna all’Oriente, fermandosi a fianco a lui dinnanzi al Piedestallo dell’IDPO.

 

CdG : Grande Maestro Hiram Abif, vi ho portato questo pezzo lavorato perché possiate controllarlo (invita il Candidato a consegnare all’IDPO la Ciotola).

L’IDPO esamina la Ciotola, poi sentenzia : E’ un bel pezzo. Il Compagno che lo ha battuto è degno di fiducia, e a tempo debito riceverà la sua ricompensa.

Il CdG trasferisce il Candidato sul lato settentrionale dell’Oriente, restando rivolto a Nord (omissis).

Intanto l’IDPO esamina anche gli altri manufatti sul suo Piedestallo, poi esclama : Sì, gli arredi per il Sacro Santuario sono quasi tutti completati. Potrò presto tornare alla mia terra natale, per finire i miei giorni in pace.

(omissis)

Dietro invito dell’IDPO, i Compagni vanno a formare un Cerchio intorno al Arca dell’Alleanza, lasciando un’apertura a Meridione. Il CdG, conducendo sempre il Candidato, prende posizione a Occidente del Cerchio. Poi l’IDPO lascia il suo posto, entra nel Cerchio da Meridione e si dispone davanti all’Arca, fronte a Oriente ; allora CdG e Candidato riprendono la loro perambulazione fino a saldarsi al Cerchio sul lato meridionale, lasciando però il varco aperto.

CdG (al Candidato) : E’ uso che il nostro Grande Maestro Hiram Abif si rechi a mezzogiorno nel Sacro Santuario per offrire le sue devozioni alla Divinità. Eccolo intento alle sue devozioni.

L’IDPO, raccolto dinnanzi all’Arca, recita Proverbi, 30: 8-9.

CdG (al Candidato) : Vedete ? Il nostro Grande Maestro ha terminato le sue devozioni ; dobbiamo ora attendere il suo ritorno all’ingresso di Meridione.

L’IDPO perambula intorno al Arca da Settentrione verso Oriente, mostrando poi di voler uscire dal Cerchio tramite l’apertura a Meridione. Quando si trova sulla soglia, il CdG lo affronta :

CdG : Grande Maestro Hiram Abif, quando potrò ricevere la Parola di Maestro ?

IDPO : Mio degno compagno Adoniram, non so se potrete mai riceverla, a causa di un accordo stipulato tra Salomone, Re di Israele, Hiram re di Tiro e me stesso : la Parola non può essere data finché il Tempio non sarà completato, e solo in presenza e con l’assistenza di tutti e tre.

 

Cerca poi di uscire, ma il CdG gli sbarra nuovamente la strada.

 

CdG : Ma Grande Maestro Hiram Abif, supponiamo che uno di voi tre - anche voi stesso - venga rimosso dalla morte ; come potrò riceverla, allora ?

L’IDPO afferra il Candidato per il braccio destro e lo trae a sé nel Cerchio ; il CdG rimane saldato al Cerchio.

 

Dopo una breve pausa di meditazione, l’IDPO guida il Candidato a ripetere la perambulazione da lui precedentemente effettuata nel Cerchio.

 

IDPO : Compagno Adoniram, la morte è un argomento che non ammette leggerezza quando se ne parla tra i mortali. Il giovane può morire, il vecchio deve morire, e il più saggio non sa quando.

Nessuno può sfuggire al destino inesorabile. Il più giovane Apprendista sul Pavimento a Scacchi abita nell’ombra della morte, la cui mano invisibile si estende ugualmente anche su Re Salomone, assiso sul suo Trono d’Avorio. Noi camminiamo sulle ceneri delle generazioni che hanno percorso la Via prima di noi, alla quale le nostre ceneri dovranno a loro volta contribuire quando il nostro corpo si ridurrà in polvere. L’aria che respiriamo non è altro che il sospiro di spiriti un tempo mortali, ma ora rivestiti di immortalità.

Non è per me, Compagno Adoniram, la speranza di sfuggire al destino comune degli uomini ; ma quando morirò sostate in Occidente, volgetevi all’Oriente, battete tre colpi col piede destro e rivolgete l’indice destro verso il basso : la Parola è sepolta lì.

L’IDPO sosta brevemente, poi continua la perambulazione sottobraccio al Candidato, compiendo un secondo giro.

IDPO : Compagno Adoniram, la morte pone termine alle fatiche di un uomo. Di là in avanti le generazioni potranno costruire e indaffararsi, ma lui non ci sarà. Il cervello ricco di pensieri, la mano sapiente, il braccio muscoloso sono inutili e superflui nella tomba, dove non ci sarà lavoro né scienza né sapienza.

Il più potente dei re mortali, se mediterà accuratamente, finirà col far sue le parole di Ecclesiaste, 9: 5-6 : I vivi sanno che moriranno, ma i morti non sanno nulla. Non c'è più salario per loro, perché il loro ricordo svanisce. Il loro amore, il loro odio e la loro invidia, tutto è ormai finito : non avranno più alcuna parte in tutto ciò che accade sotto il sole.

Che incentivo è mai questo ad un uso operoso delle nostre facoltà ! Dobbiamo lavorare diligentemente per completare il nostro Tempio interiore alla lode eterna di Dio, e terminare il nostro compito prima che venga il Sabato dell’eternità ; ed essere pronti a dormire in pace, quando la notte verrà in cui nessuno può operare.

Il mio lavoro, Compagno Adoniram, non è ancora finito, anche se ho lavorato fedelmente e lungo ; ma quando morirò sostate in Occidente, volgetevi all’Oriente, battete tre colpi col piede destro e puntate l’indice destro verso il basso : la Parola sarà sepolta lì.

 

L’IDPO sosta ancora, poi intraprende il terzo giro sottobraccio al Candidato.

 

Compagno Adoniram, è attraverso la porta della morte che entriamo in un luogo di ristoro e riposo per ricevere i frutti del nostro lavoro. Il Maestro Supremo dell’Universo, di fronte al quale ci inchiniamo in umile adorazione e il cui Occhio Onniveggente ha segnato le nostre fatiche nella Loggia, ci promette di diffondere per noi in quella Sublime Loggia le gioie e le glorie di un Sabato eterno. Dopo che la poderosa mano della Morte ci avrà livellati tutti nell’umiliazione della tomba, la mano onnipotente del Sommo Maestro prevarrà, ed esalterà ogni Fratello alla compagine gloriosa di quella Loggia indissolubile.

Lì si vedrà veramente completato il Piano di Costruzione ; perché è nell’Adorazione della Dodicesima Ora che risiederà la gioia eterna, quando il Mezzogiorno di Beatitudine potrà eternamente brillare. Lì le scaglie del dubbio e dell’oscurità cadranno dai nostri occhi ; lì i saggi scopi dell’Architetto Divino saranno visualizzati in tutto il loro splendore. Con questa Luce della Fede raggiante su di me, davvero posso dire : O Morte, dov’è la tua vittoria ? O Morte, dov’è la tua vittoria ?

La mia speranza, Compagno Adoniram, riposa in quella Loggia superiore a cui sto avanzando ; ma quando morirò sostate in Occidente, volgetevi all’Oriente, battete tre colpi col piede destro e puntate l’indice destro verso il basso : la Parola sarà sepolta lì.

(omissis)

Sotto la guida del MTVI, il Candidato presta la Promessa Solenne ; gli vengono poi insegnati gli usuali segreti.

Come già nel grado precedente, riveste particolare importanza l’allocuzione finale :

 

MTVI : Questo grado è nato in seguito a una conversazione tra il nostro Grande Maestro Hiram Abif e Adoniram, poco prima che Hiram Abif morisse. Dopo che il Sacro Santuario era stato completato e una parte dei contenuti ad esso destinati vi era già stata riposta, Adoniram vi si recò un certo giorno, poco prima di Mezzogiorno, per depositarvi uno dei Vasi Sacri.

A Mezzogiorno, quando gli operai vennero chiamati dal lavoro alla ricreazione, Adoniram non si ritirò ma si trattenne con Hiram Abif, che usava recarsi nel Sacro Santuario a quell’ora per offrire le proprie devozioni alla Divinità, e passare poi qualche tempo a disegnare i piani di lavoro. Adoniram gli chiese quando avrebbe ricevuto la Parola di Maestro, e Hiram gli rispose nel modo che vi è stato spiegato.

(omissis)

Dopo la morte del nostro Grande Maestro Hiram Abif, si temeva che la Parola di Maestro sarebbe andata perduta. Ma dopo essere stati informati da Adoniram del desiderio di Hiram Abif che, in caso di sua morte, la Parola venisse depositata nel Sancta Sanctorum, i due Grandi Maestri rimasti decisero di depositarla nel Nono Arco della Volta Segreta, sopra all’Arca dell’Alleanza, in una Forma Triangolare e in tre lingue : siriana, egiziana e caldea, in modo che se i Figli di Israele fossero deportati in schiavitù, e vi rimanessero così a lungo da dimenticare la loro lingua madre, se al loro ritorno l’avessero trovata avrebbero potuto ripristinarla per mezzo di altre lingue.

E perché potessero, una volta che l’avrebbero trovata, riconoscerla e distinguere che si trattava della Parola di Maestro, posero sopra all’Arca dell’Alleanza i Gioielli dei Tre Grandi Maestri, scritti uno in ogni lingua, sapendo che tali iscrizioni sarebbero state decifrate dai posteri.

In questo modo venne conservata e riportata alla luce la Parola di Maestro lungamente perduta, che la tradizione massonica ci informa essere stata per la prima volta comunicata da Dio nel Roveto Ardente di Mosè, e rimasta in uso per quasi cinquecento anni. Venne poi perduta in seguito alla morte del nostro Grande Maestro Hiram Abif, e rimase sepolta nel buio per quattrocentosettanta anni, finché all’Edificazione del Secondo Tempio, per i meriti di Zorobabele, Aggeo e Giosuè venne nuovamente restaurata per il nostro Ordine, nel cui possesso confidiamo possa rimanere per sempre (omissis).

Conclude il discorso complimentandosi con il nuovo Fratello accolto, e si procede alla Chiusura.

Passiamo ora alla Terza Loggia, che è rappresentata nel Magen David dal Triangolo Inferiore : quello col vertice puntato verso il basso.
Il Triangolo è orientato verso il basso perché irradia le correnti che sono state elaborate in seno alla Seconda Loggia sul mondo materiale.
Questo fenomeno può essere illustrato sulla base di varie allegorie. Per esempio, in termini metafisici, l’irradiazione delle correnti raffigura simbolicamente il processo di manifestazione delle forme : che da un lato costituisce il piano della realtà oggettiva, dall’altro agisce su di esso.
Analogamente, la possibilità di partecipare consapevolmente alla composizione del menù di correnti che determinano gli eventi storici può essere a tutti gli effetti equiparata a una forma di compartecipazione dell’Uomo nel processo di produzione della realtà oggettiva ; ovvero a un progressivo incremento delle facoltà demiurgiche dell’Uomo-Dio, il cui graduale avvento è profetizzato dallo Schema 1-2-1.
Nel campo del simbolismo sabbataista, l’allegoria di questo processo è data dalla storia della vita del Messia Sabbathai Zevi, che realizzando il quarto rituale maggiore intervenne nel processo creativo dell’Universo tanto pesantemente da uguagliarsi a Dio ; Egli tracciò e aprì la strada a tutti gli esseri umani che vogliano imitarlo.
Infine, in termini molto più materialisti, l’attività della Terza Loggia può essere considerata una semplice allegoria dell’influenza della cultura ebraica sul mondo dei Gentili.
I Tre Maestri della Terza Loggia sono Zorobabele, Aggeo e Giosuè : i tre personaggi biblici che si fecero carico della Seconda Edificazione del Tempio.
Anche al di là dei pochi gradi che citiamo in questi articoli, la maggioranza dei Perfezionamenti del grado di Maestro britannici può essere divisa in due grandi categorie : quanti fanno riferimento alla Prima Edificazione del Tempio (ovvero alla Seconda Loggia) e quanti alla Seconda Edificazione del Tempio (ovvero alla Terza Loggia).
L’espressione per eccellenza dei gradi dedicati alla Prima Edificazione è il Marchio ; quella dei gradi dedicati alla Seconda è l’Arco Reale. Si spiega anche in questo modo la rivalità che oppose l’uno all’altro Mark e Arch per oltre due secoli - sia al fine di stabilire tra loro una gerarchia di superiorità, sia per ottenerne il controllo (ne abbiamo trattato diffusamente nel nostro libro Massoneria del Marchio).
Strappando agli Antients (grazie all’opera di Thomas Dunckerley) il controllo dell’Arco Reale, e immortalando nel testo della Union che esso costituisce il completamento del percorso del Craft (cioè dei gradi azzurri), possiamo dire che l’UGLE abbia realizzato uno dei massimi colpi di genio della storia della Massoneria. In questo modo, infatti, il monopolio dell’irradiazione delle correnti del quarto rituale maggiore entrava nelle sue mani, e questa è l’arma segreta che le garantisce egemonia perenne sul mondo massonico.
I più tipici rituali della Terza Loggia sono caratterizzati dal cosiddetto Passaggio del Fiume : un tema la cui importanza simbolica era ben nota ai Massoni dell’Ottocento, ma che passò in secondo piano mano a mano che lo status quo fondato sul monopolio dell’Arco Reale da parte dell’UGLE si andava affermando.
Il senso simbolico del Passaggio del Fiume è il ricollegamento degli edificatori del Secondo Tempio alle correnti che il Primo Tempio (ovvero la Seconda Loggia) ha elaborato ; a loro spetterà il compito di scaricarle sul mondo profano.
E’ estremamente significativo che questo tema fosse trattato in molte antiche versioni del Marchio, le quali tuttavia - quando nella seconda metà dell’Ottocento prese vita la Gran Loggia del Marchio - furono messe da parte. Infatti la rinascita del Marchio come Ordine autonomo era subordinata alla condizione che l’UGLE lo sponsorizzasse, sia pure in modo indiretto ; quindi non era il caso che si continuassero a portare avanti tematiche suscettibili di riattizzare le polemiche con l’Arco Reale.
Per questo, non è nel Marchio che possiamo ritrovare traccia del Passaggio del Fiume, ma in side degrees meno noti, come quello che stiamo per presentare ; il quale, non avendo il problema di intrattenere rapporti diretti con l’UGLE, non aveva neanche motivo di cancellarlo dai suoi rituali.
La Fascia Verde di cui in esso si parla è un punto importante per comprenderne il significato magico : possiamo infatti ritrovare il senso del colore verde nel Sabbataismo e nel Sufismo, nei quali rappresenta la tradizione primordiale.
Possiamo, in breve, considerare la Fascia Verde come l’emblema della traduzione del quarto rituale maggiore in codici diversi - quale era per esempio, quello della tariqa sufica dei Bektashi, alla quale Sabbathai Zevi aderì subito dopo la sua conversione all’Islam.
Prima della Seconda Edificazione del Tempio gli Ebrei erano esuli a Babilonia, governata dai Persiani ; per questo lo scenario del grado è la Corte persiana.

 

Sovrano Tre Volte Illustre : Signori Cavalieri miei Cugini, assistetemi nell’aprire questo Consiglio della (omissis).

 

Tutti si alzano.

Signor Cavaliere Capitano della Guardia, qual è la prima cura di un (omissis) ?
CdG : Sovrano Tre Volte Illustre, è assicurarsi che la Camera del Consiglio sia debitamente custodita dentro e fuori.
STVI : Vi prego di provvedere affinché sia eseguito tale dovere.

 

Il CdG va alla porta, batte i Sette Colpi secondo la Batteria del grado e attende la risposta dalla Sentinella (Copritore Esterno).
CdG : Sovrano Tre Volte Illustre, la Sala del Consiglio è debitamente custodita.
STVI : Signor Cavaliere Maestro di Cavalleria, gli (omissis) sono tutti presenti ?
Maestro di Cavalleria : Signori (omissis), vogliate conformarvi al Primo Segno di questo grado (i Cavalieri lo eseguono, e il Maestro delle Cerimonie risponde col Secondo Segno).
MdCav. : O grande e potente Re, sono tutti veri Cavalieri del nostro Ordine.

 

Dietro invito del MdC, tutti i presenti si raccolgono brevemente in preghiera.

 

STVI : A nome del Potente Dario, dichiaro questo Consiglio debitamente aperto (batte i Sette Colpi, ripetuti dal CdG e dalla Sent.).

Il Direttore di Cerimonie posiziona sull’Altare le Due Spade e apre il Libro della Legge Sacra a Ezra, 3 ; poi la Guida conduce il Candidato alla porta del Tempio, e la Sent. bussa a suo nome con quattro colpi.
(omissis)
Dopo l’introduzione del Candidato, il Reverendo Prelato lo informa che il Consiglio qui riunito rappresenta il Gran Sinedrio tenuto a Gerusalemme nel primo anno del regno di Dario, Re di Persia, per deliberare sulla situazione infelice dei Figli di Israele, ed escogitare mezzi per ricevere il favore e l’assistenza del loro nuovo sovrano nella ricostruzione della Casa del Signore.
Se siete desideroso di unirvi a noi nelle nostre deliberazioni, dovrete assumere il nome e il carattere di Zorobabele : uno dei Principi della Casa di Giuda, i cui antenati avevano posto le basi del Primo Tempio, e per le cui mani il Signore ha promesso di riedificarlo.

 

Spinto dalla G, il Candidato indica il suo assenso alzandosi e inchinandosi ; poi riprende posto.

 

RP : Compagni, prestiamo ascolto alle cronache dei nostri antenati.
Il Capp. si alza, e legge in successione Esdra 3: 8-11, 4: 1-5 e 5: 1-3. Poi si risiede, e la G e il Candidato si alzano.

 

G : Reverendo Prelato, grazie all’appoggio di Dario, Re di Persia, fummo animati dalla nuova speranza che si possa finalmente riuscire nella gloriosa opera di ricostruzione del Tempio del Signore. Tuttavia, siamo stati spesso interrotti dai nostri avversari, guidati dal Governatore persiano Tattenai ; questo malgrado che Dario, quando si trovava in difficoltà, abbia contratto il voto che - se fosse mai asceso al Trono di Persia - avrebbe inviato a Gerusalemme i Vasi Sacri del Santuario.

Così ora il nostro Compagno Zorobabele, che il Re ben conosce, si offre di intraprendere la pericolosa impresa di attraversare i domini persiani, chiedere l’ammissione alla presenza del Sovrano e rammentare al Re il suo voto. Noi non dubitiamo che in questo modo potremo rinnovare il suo consenso per il completamento della gloriosa impresa in cui siamo così lodevolmente impegnati.
RP : Compagno Zorobabele, il Consiglio è onorato di accettare la vostra generosa offerta. Vi affideremo un lasciapassare per mezzo del quale sarete in grado di farvi riconoscere dai nostri amici. Tuttavia, è necessario che prestiate ora la Promessa Solenne di mantenervi fedele alla fiducia riposta in voi.

 

Il RP batte un colpo e tutti si alzano ; la G accompagna il Candidato all’Altare, il RP raggiunge l’Altare sul lato opposto.

 

RP : Inginocchiatevi sul ginocchio sinistro.

 

Il Candidato esegue ; il DdC porge al P un cuscino con sopra una Spada, che egli offre al Candidato.

 

RP : Tenete questa Spada verticalmente, con la mano destra, e ponete la mano sinistra sul Libro della Legge Sacra.

 

Il Candidato esegue, e gli viene poi dettata la formula della Promessa Solenne, che prevede come pena in caso di mancanza di essere segati diagonalmente, e quando l’ultima Tromba suonerà, di essere esclusi dalla Società di tutti i veri e fedeli Cavalieri.

Gli vengono poi insegnati i segreti del grado, e viene investito con una Fascia, come segno della nostra particolare amicizia e stima. Il suo colore è Verde per rammentarvi che chi cade per una causa virtuosa e giusta è benedetto, e la sua memoria fiorirà come un Albero Verde.
La Guida conduce poi il Candidato fuori dal Tempio ; infatti il Passaggio del Fiume avrà luogo nella Sala dei Passi Perduti, mentre nel frattempo il DdC provvederà ad attrezzare il Tempio come Sala del Trono.

Nella Sala dei Passi Perduti è stato installato un piccolo Ponte sul quale il Candidato dovrà passare. Due Guardie Ebree sono collocate, a poca distanza l’uno dall’altro, dalla parte ebraica del Ponte ; due Guardie Persiane sono di stanza sul lato opposto.

 

G (al Candidato) : Raggiungeremo tra poco la riva del Grande Fiume, che funge da frontiera tra il resto dei domini persiani e il territorio ebraico governato dal Satrapo Tattenai, assistito dal suo vice Shetharboznai.

 

Il Candidato, accompagnato dalla G, si avvicina al Ponte, e viene affrontato dalla Prima Guardia Ebrea.

 

PGE : Chi va là ?
G : Zorobabele, un amico.
PGE : Fatti avanti, amico, e dammi la Parola di Passo.

 

Dietro suggerimento della G, il Candidato glie la fornisce.

 

PGE : Passa, Zorobabele.

 

Lo stesso dialogo si ripete, più vicino al Ponte, con la Seconda Guardia Ebrea.

 

G : Compagno Zorobabele, siamo arrivati sulla riva del Grande Fiume. Non posso accompagnarvi oltre, è necessario che attraversiate il Ponte da solo. Comportatevi bene, e la vostra impresa avrà successo.

 

La G si ritira. Il Candidato attraversa da solo il Ponte. Appena ha messo piede sul lato persiano, la Prima Guardia Persiana lo affronta. A poca distanza c’è il Maestro della Fanteria, che assume il ruolo della G e gli suggerirà le risposte, oppure parlerà in sua vece.

 

PGP : Chi va là ?
MdF : Zorobabele, un amico.

PGP : Fatevi avanti, e datemi la Parola di Passo.

 

Dietro suggerimento del MdF, il Candidato ripete la Parola di Passo che aveva usato con successo sull’altra sponda.

 

PGP : Un nemico ! Prendetelo.

 

Entrambe le GP afferrano il Candidato e lo disarmano.

 

MdF : Perché questa violenza ? Io non sono un nemico, ma un Principe della Casa di Giuda. Chiedo udienza al vostro Re.
PGP : Tu sei solo uno schiavo, e potrai apparire dinnanzi al nostro Sovrano se ti dichiari tale. Acconsenti ?

 

Il MdF acconsente per il Candidato. Le GP spogliano il Candidato della Fascia, gli incatenano i polsi e tenendolo come un prigioniero attendono il segnale del DdC per introdurlo nel Tempio/Sala del Trono.

 

Quando tutto è pronto, il DdC - ottenuta l’approvazione del STVI - socchiude la porta e invita le GP a tenersi pronte ; subito dopo, la S batte dall’esterno Sette Colpi sulla porta in segno di allarme, e nella Sala del Trono il CdG si alza e va ad aprire.

 

CdG : Chi va là ?

S : Un distaccamento delle Guardie di Sua Maestà ha catturato un nemico che afferma di essere un Principe di Giuda.

CdG : Da dove viene ?

S : Da Gerusalemme.

CdG : Qual è il suo nome ?
S : Zorobabele. Egli sostiene di essere il primo tra i suoi simili per nascita, ma ora è schiavo e prigioniero della sventura.
CdG : E cosa desidera ?

S : Un incontro con Sua Maestà.

CdG : Che attenda con pazienza. Il Sovrano Maestro farà presto conoscere i suoi ordini.

 

Richiude la porta, e si rivolge al STVI : Sovrano Tre Volte Illustre, un distaccamento delle Guardie di Vostra Maestà ha fatto un prigioniero che dichiara di essere un Principe di Giuda.

 

STVI : Signor Cavaliere Capitano della Guardia, dopo aver accertato che non porti armi su di sé potete farlo entrare.

 

Il CdG va ad aprire la porta ; il Candidato e il MdF fanno il loro ingresso tra le due GP. La S richiude la porta. I quattro vanno a schierarsi nel centro della Sala del Trono, rivolti all’Oriente ; il CdG si dispone sulla loro destra, cioè a Meridione.

 

STVI : Signor Cavaliere Capitano della Guardia, costui non è affatto un nemico ! Questi è Zorobabele, amico e compagno della Nostra giovinezza.

 

Zorobabele, avendo tu ottenuto di essere ammesso alla nostra presenza, ti chiediamo di dichiarare subito i motivi che ti hanno indotto a cercare di passar la frontiera senza il nostro consenso e con la forza delle armi.

 

MdF (per il Candidato) : Grande e Potente Re, il nostro defunto Sovrano, Ciro il Grande, diede ai miei Compagni il permesso di ricostruire a Gerusalemme la Casa del Signore ; ma i nostri nemici, con la forza e la prepotenza, hanno imposto la cessazione di quel grande e glorioso lavoro. Sono venuto quindi a implorare la clemenza di Vostra Maestà, per concedermi di poter riprendere quel lavoro come un servo della Vostra famiglia.
STVI : Zorobabele, ripenso spesso e con piacere ai giorni della nostra amicizia, e ho spesso sentito parlare con gran soddisfazione della tua fama di Massone saggio e compiuto. Anch’io nutro una profonda venerazione nei confronti di quella antica e onorevole Istituzione, e nutro un sincero desiderio di entrare io stesso, un giorno, a farne parte.

Quindi in questo momento io accolgo la tua richiesta, ma a una condizione : che tu mi riveli i segreti della Massoneria, che distinguono gli Architetti ebrei da quelli di tutte le altre Nazioni.
MdF (per il Candidato) : Sovrano Tre Volte Illustre, quando il nostro Grande Maestro, Salomone Re di Israele, per primo istituì la Fratellanza dei Liberi e Accettati Muratori, ci ha insegnato che la Verità è un Attributo Divino e il fondamento di tutte le virtù : la prima lezione che impariamo in Massoneria è di essere uomini buoni e sinceri. Se l’unico modo per ottenere il favore di Vostra Maestà è in contrasto con i miei impegni più sacri e inviolabili, umilmente mi permetto di rifiutare la Vostra protezione, e prestarmi serenamente all’esilio o ad una morte gloriosa.

STVI : Zorobabele, la tua virtù e integrità sono davvero encomiabili, e la tua fedeltà è degna di ogni lode. Da questo momento sei libero ; Guardie, scioglietelo dalle catene (le due GP eseguono, per poi riprendere posizione ai fianchi del piccolo schieramento) ; e che quegli emblemi di schiavitù non rechino mai più onta alle mani di un Massone, e meno che mai a un Principe della Casa di Giuda.

 

Zorobabele, ti assegniamo un posto di rango e onore tra i Principi e i Governanti della Nostra Corte.

 

Il CdG conduce il Candidato e il MdF a due seggi nella parte settentrionale dell’Oriente, dove prendono posto (il MdF sulla destra del Candidato). Anche il CdG e le GP fanno ritorno ai loro posti e si siedono.

 

STVI : E’ costume di Re e Sovrani di questo Regno, da tempo immemorabile, di proporre - in occasioni speciali - un dibattito su una domanda determinata, e colui che verrà stabilito abbia dato la risposta più soddisfacente sarà vestito di Viola, potrà bere da una Coppa d’Oro e una Catena d’Oro gli sarà messa al collo.

 

Ora, mi è venuta in mente una domanda che proporrò alla vostra discussione : Qual è la forza più grande, quella del Vino, del Re o delle Donne ?

 

Il Maestro di Casa si alza e dà il Primo Segno : Sovrano Tre Volte Illustre, penso che il Vino sia il più forte (riprende posto).

Il MdCav. si alza e dà il Primo Segno : Sovrano Tre Volte Illustre, penso che il Re sia il più forte (riprende posto).

Il MdF, a nome del Candidato, si alza e dà il Primo Segno : Sovrano Tre Volte Illustre, penso che le Donne siano le più forti ; ma sopra ogni altra cosa, la Verità partorì la Vittoria (riprende posto).

STVI : Compagno Zorobabele, avete detto qualcosa di molto importante, al di là della questione che necessita di un ulteriore esame.

Si continui il dibattito ! Illustri Cavalieri, vi preghiamo di documentare le vostre opinioni. Illustre Maestro di Casa, vogliate cortesemente parlare per primo.

Il MdCas. si alza e dà il Primo Segno : Principi e Governanti, pensate alla superiore forza che ha il Vino ! esso fa in modo che tutti gli uomini che hanno bevuto possano sbagliare, indifferentemente se si tratti di Re o di mendicanti, di servi o di uomini liberi, di poveri o di ricchi. Esso anche sa volgere i pensieri di tutti quanti in allegria e ilarità, in modo che nessun uomo più si ricordi dei suoi dolori e problemi ; alza gli spiriti, solleva i cuori pesanti, e d’altra parte conduce un uomo a scordarsi dei suoi fratelli, a sguainare la spada contro i suoi migliori amici. O Principi e Governanti, non è forse il Vino il più forte se può farci fare queste cose ? (dà il Primo Segno e si risiede).

STVI : Illustre Maestro di Casa, la vostra dichiarazione è saggia e bene argomentata, e riceverà la dovuta considerazione. Illustre Maestro di Cavalleria, siate voi ora a parlare.

Il MdCav. si alza e dà il Primo Segno : E’ fuori discussione, o Principi e Governanti, che Dio ha fatto l’uomo padrone di tutte le cose sotto il sole per comandare loro, farne uso, e applicarle al suo servizio come gli pare meglio. Ma mentre gli uomini hanno soltanto il dominio sulle altre creature sublunari, i Re hanno autorità anche sugli uomini stessi, e il diritto di governare a loro volontà e piacere. Ora, chi è maestro di coloro che sono maestri di ogni altra cosa ? Nessuno ha potere su di lui (dà il Primo Segno e si risiede).

STVI : Quello che avete detto, Illustre Maestro di Cavalleria, è di grande importanza, ed è ben calcolato per sostenere la dignità e l’autorità del Trono. Ora, Compagno Zorobabele, volete difendere voi la vostra opinione ?

Il MdF si alza e dà il Primo Segno : O Principi e Governanti, la forza del Vino non può essere negata, e neppure quella dei Re, che unisce così tanti uomini in una comune fedeltà. Tuttavia, le Donne sono superiori a entrambi : anche i Re sono doni delle Donne, che sono anche le madri di coloro che coltivano i nostri vigneti. Le Donne hanno il potere di farci abbandonare il nostro Paese e le nostre relazioni, di farci dimenticare i migliori amici che abbiamo nel mondo, di abbandonare tutti i nostri vantaggi per vivere e morire con loro.

Ma, detto questo : né le Donne né il Vino né i Re sono comparabili con la forza onnipotente della Verità.

Come ogni altra cosa, anche la Verità può essere mortale e transitoria ; ma chi vive per essa, può perseverare e conquistarla per sempre. I benefici che riceviamo da lei non sono soggetti a variazioni o vicissitudini del Tempo o della Fortuna : nel suo giudizio non c’è ingiustizia, Lei è la Sapienza, la Forza, la Bellezza, la Potenza e la Maestà di tutte le età.

Sia benedetto il Dio della Verità ! (Dà il Primo Segno e si risiede).

Il STVI si alza e punta lo Scettro in direzione del Candidato : Grande è la Verità, e potente sopra ogni cosa ! Zorobabele, puoi chiedermi ciò che vuoi : io te lo darò, perché ti sei mostrato il più saggio tra i tuoi Compagni. Tu prenderai i tuoi pasti accanto a me, e sarai chiamato mio cugino (si risiede).

Il MdF si alza e dà il Primo Segno : O Re, rammenta il voto da te prestato, di riedificare Gerusalemme fin dal giorno della tua incoronazione e di restituire gli oggetti sacri che ne vennero portati via. Tu hai anche promesso di costruire il Tempio, che fu bruciato quando Giuda venne devastato dai Caldei ; ed ora, o Re, questo è quello che voglio da te, che tu mantenga il voto che con le tue labbra hai prestato al Re del Cielo (dà il Primo Segno e si risiede).

STVI : Zorobabele, sarà fatto ; rispetterò puntualmente il mio voto. Lettere e passaporti saranno immediatamente rilasciati ai miei Ufficiali di tutto il Regno, per dare a te e a coloro che ti accompagneranno un viaggio sicuro fino a Gerusalemme. D’ora in poi nessuno più vi ostacolerà, né cercherà di impedirvi di riedificare la vostra città e il vostro Tempio. Avvicinati per ricevere la tua ricompensa (omissis).

 

Zorobabele viene fatto inginocchiare ; gli vengono restituite la Cintura Verde e la Spada, e il STVI lo informa che sta per crearlo Cavaliere del nuovo Ordine da lui istituito in questo momento.

E’ questa Investitura il rito a cui deve guardare chi vuol cogliere l’atto magico che libera le correnti del quarto rituale maggiore nel mondo ; o per essere più precisi, all’attimo in cui il potere di gestire la Fascia Verde viene reso al Candidato.

 

STVI : In virtù del potere in me investito in qualità di successore e rappresentante di Dario Re di Persia, vi costituisco e vi creo (omissis - mentre pronuncia queste parole, pone leggermente la lama della Spada prima sulla spalla destra del Candidato, poi sulla spalla sinistra e infine sulla testa). Siate Leale, Combattivo, Coraggioso e Sincero. Sposta la Spada nella sinistra, poi con la destra afferra la mano destra del Candidato con la Presa di Compagno e lo rialza, dicendo : Signor Cavaliere, alzatevi.

Il DdC rimuove l’inginocchiatoio e invita i Cavalieri a sedersi. Il STVI mostra la Spada al Candidato, reggendola orizzontalmente con entrambe le mani.

STVI : Nelle mani di un vero e cortese Cavaliere, la Spada è dotata delle tre più eccellenti virtù : La Fede nell’Elsa, la Speranza nella Lama, la Carità nella Punta.

 

Questo ci insegna un’importante lezione : che quando ricorriamo alla nostra Spada per una causa giusta e virtuosa dobbiamo avere fede in Dio, possiamo ragionevolmente sperare nella vittoria, e dobbiamo sempre rammentare di infliggere caritatevolmente il colpo di grazia al nemico caduto.

Signor Cavaliere, ora con piacere riaffido a voi la Spada di cui foste privato dalle mie guardie (tenendo la Spada verticalmente, ne porge l’impugnatura alla mano destra del Candidato).

 

Segue l’insegnamento di nuovi segreti del grado ; poi il nuovo Cavaliere viene invitato a riporre la Spada, con l’auspicio che essa rimanga nel fodero fino ad essere consumata dalla ruggine, piuttosto che sguainarla per causa di ingiustizia o di oppressione.
Il nuovo Cavaliere viene insignito del Gioiello dell’Ordine, e invitato a prendere posto tra le Colonne. Si passa poi alla Chiusura.

 

   Daniele Mansuino e Giovanni Domma

 

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