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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

Massoneria: valorizzazione e rinnovamento dei Collegi Circoscrizionali

Gennaio 2012

di Daniele Mansuino e Giovanni Domma

 

In occasione dell’anno nuovo, è doveroso da parte nostra ringraziare il webmaster Ivo, per la generosità con cui continua a ospitare nel suo sito la nostra rubrica di esoterismo.

 

Anche in questo articolo, come in Sulla struttura amministrativa del Grande Oriente d’Italia, vorremmo auspicare una possibilità di riordino strutturale (più formale che sostanziale) dell’Ordine, tanto riguardo al ruolo dei Presidenti di Collegio quanto per i Collegi Circoscrizionali stessi.

Naturalmente, la variante cui intendiamo accennare non è altro – in ultima analisi – che un’esternazione delle nostre preferenze personali. E’ destino di tutti gli esseri umani formare e proporre le proprie opinioni sulla base di un’esperienza limitata – questo vale anche, lasciatecelo dire, per coloro che viceversa si atteggiano a santoni e pretendono di incarnare punti di vista metafisici e “trascendenti”. Il nostro punto di vista, però, può godere del supporto di quasi tre secoli di pratica in seno alla più solida organizzazione che la Massoneria si sia mai data nel corso della sua storia: quella della Gran Loggia Unita d’Inghilterra (UGLE), Loggia madre di tutte le Massonerie del mondo.

Come già abbiamo esposto nell’articolo citato, nel GOI la nomina dei Presidenti di Collegio Circoscrizionale avviene dal basso, mediante votazioni tra tutti i Maestri ; invece presso l’UGLE (e  tutte le Massonerie di modello inglese) i Gran Maestri Provinciali sono nominati dal Gran Maestro.

Da sempre, una minoranza di Fratelli – ispirandosi, a nostro giudizio, a una concezione dell’esoterismo rigida e datata – scorge nella formula adottata dal GOI una sovversione dei valori tradizionali ; ma è questo un punto di vista foriero di varie contraddizioni, soprattutto se si considera che è convinzione di quegli stessi Fratelli che la vera ortodossia massonica sia quella scozzese-latina, e non quella britannica. Come spiegare allora che le Massonerie latine impiegarono il metodo dell’elezione dal basso fin dalle origini, mentre gli Inglesi non l’hanno mai adottato ? E come giustificare la tesi che, nel clima iper-democratico del GOI, la presunta ortodossia tradizionale possa essersi conservata più intatta che non in Inghilterra ?

In verità, l’esperienza dimostra che i due metodi possono funzionare benissimo entrambi, senza intaccare né la democrazia né la tradizione. Però c’è da osservare che il metodo del suffragio tra i Maestri è oggi piuttosto malvisto a livello internazionale ; in quanto nella nostra epoca - contrassegnata dalla possibilità, da parte dei poteri forti, di influenzare indebitamente le opinioni dei cittadini - tutte le forme di democrazia diretta stanno mostrando i loro limiti, e le tendenza è di sostituirle con forme di democrazia mediata. A questi due modelli pensiamo possano essere ricondotti, rispettivamente, il modello di Massoneria scozzese-latino e quello inglese.

Nella sua storia, la Massoneria italiana ebbe occasione di battersi non solo contro i totalitarismi politici tardo-feudali e papali, ma anche contro tentativi - perpetrati dall’interno - di accaparrare il potere per restringerlo nelle mani di cerchie ristrette. Ben poco troverete in proposito nei libri, ma è un fatto che tali manovre vennero tentate più volte : spesso al fine di sintonizzare la linea dell’Istituzione con le forze profane dominanti, o addirittura di impegnarla in redditizie tresche con le mafie e… il Vaticano.

Ahimè, lo sappiamo : l’Italia è sempre stata un Paese anomalo, e i tentativi di trasformarla in uno Stato veramente laico e democratico – per quanto in certi periodi siano arrivati molto vicini al successo – si sono sempre infranti contro poteri superiori alle nostre forze.

Fu soprattutto per cautelarsi contro chi mirava a espropriarne il potere che la nostra Istituzione esasperò la propria idea di democrazia diretta fino al punto di inibire qualsiasi possibilità di nomina dall’alto : un accorgimento che valse per più di un secolo a ostacolare – per quanto era possibile – ogni forma di interferenza indesiderata dei poteri forti. Ma funziona ancora oggi ?

Beh, noi crediamo di no : per esempio, negli anni ottanta, la struttura del GOI non ci ha impedito di cadere vittime dello scandalo P2, che - grazie anche alle menzogne intessute dai media - ha precipitato il consenso sociale nei confronti della nostra Istituzione al minimo assoluto. Potremmo scrivere di situazioni analoghe anche per gli anni novanta, quando il nostro rigore nei confronti della democrazia diretta non ha evitato scandali di finanza e mafia su cui è carità tacere ; né ha evitato la scissione della Gran Loggia Regolare d’Italia, né l’incredibile e immeritato disconoscimento da parte della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, che assurdamente relega il GOI nel novero delle massonerie irregolari.

Tutto questo, lo ripetiamo, è da imputare in gran parte al fatto che la facilità di comunicazione imperante ai nostri giorni premia chi ha più denaro per influenzare l’opinione pubblica : TV, giornali, internet, SMS, telefonate… così, anche in Massoneria, quanto più la base è nominalmente coinvolta nelle decisioni, tanto più è facile manipolarla ed orientarla (questo anche grazie all’appoggio di quei quadri intermedi, operanti dietro le quinte, che oggi come non mai sono i veri opinion makers del nostro mondo).

Così, per contrasto, rifulge oggi la saggezza di quei Fratelli britannici che fondarono la nostra Istituzione, facendone uno strumento in grado di diffondere gli ideali democratici. Per loro non era importante che i Fratelli destinati a prendere le decisioni fossero nominati dal basso ; anzi, la nomina dei Gran Maestri Provinciali da parte del Gran Maestro Nazionale era sinonimo di distacco e obbiettività.

Era importante invece che potessero essere controllati dal basso : per evitare la formazione di cricche, camarille, grumi ideologici, centri di interesse economico e tutto quanto può turbare il regolare andamento dell’Istituzione.

Si parla spesso della struttura dell’UGLE, senza però saperne molto. Per esempio, una teoria recente – ancora poco nota nel nostro Paese – pone in relazione il sorgere della Massoneria speculativa in Inghilterra con quello delle strutture assistenziali per i lavoratori.

Nel diciassettesimo secolo, per quanto lo Stato inglese si stesse rapidamente modernizzando, il lavoratore vecchio o ammalato non poteva contare su altra solidarietà che quella dei suoi amici ; e sarebbe stato così ancora per molti anni, come certifica per esempio la pietra tombale di un eminente Massone vissuto a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento : John Postlethwaite - uno degli animatori della Loggia Viaggiante del Ceshire - che sostenne i più elevati Ordini della Massoneria senza inorgoglirsi, e morì nel febbraio del 1819, preservato dall’indigenza dalla bontà dei suoi amici della Loggia Minerva.

Prese forma nel Seicento l’uso dei lavoratori inglesi di riunirsi in club professionali che organizzavano cene di beneficenza: il denaro raccolto veniva custodito in un fondo, del quale si potevano destinare piccole somme ai colleghi in difficoltà.

Questi club avevano riti di iniziazione e parole di passo, anche se in nessuno dei loro rituali giunti fino a noi è riscontrabile la ricchezza di simbolismo esoterico che è peculiare dei riti massonici. Inoltre si riunivano in taverne, e avevano vari altri tratti in comune con le prime Logge.

Ora, se è chiaramente esagerato supporre che la Massoneria sia nata soltanto come club assistenziale dei muratori operativi, è tuttavia plausibile che nel Seicento svolgesse anche questa mansione, e proprio per questo si sia allineata alla scelta – adottata dalla maggioranza dei club verso la fine del secolo – di accogliere nelle sue file anche membri non praticanti la professione.

Fu infatti proprio verso la fine del diciassettesimo secolo che i primi vagiti dell’industria moderna palesarono al mondo quella che sarebbe stata una caratteristica dell’economia del futuro : il suo andamento ciclico, segnato da ondate improvvise di disoccupazione. Di qui la scelta di club di aprirsi anche ai profani, al fine di accrescere la consistenza dei fondi previdenziali.

Questa ipotesi crediamo sia utile per fornire la chiave di due aspetti della Massoneria tuttora controversi : primo, l’indissolubile legame tra attività esoterica e attività sociale (quest’ultima, come sappiamo, si è sempre manifestata soprattutto nell’aspetto dell’assistenza). Alcuni vorrebbero che si tratti di un accostamento artificiale e forzato ; ma se le cose andarono davvero in questo modo, allora è chiaro che entrambe le componenti furono aspetti essenziali della nostra Istituzione fin dai primordi.

Secondo, l’accurata forma di organizzazione territoriale ; che molti vedono semplicemente come una conseguenza della diffusione della Massoneria nel mondo, ma che parecchi studiosi (tra i quali ultimamente Mackey) hanno segnalato come causa e non come effetto. In Inghilterra, questa sopraffina arte organizzativa ha raggiunto il massimo livello, e crediamo che al mondo perfino molti Stati sovrani ne possano invidiare l’efficienza economica e la razionalità.

Ai nostri giorni, sotto l’egida del Venerabilissimo Gran Maestro (che è attualmente Sua Altezza Reale il Duca di Kent) sono radunate la Gran Loggia metropolitana di Londra e tutte le Gran Logge Provinciali. Il Gran Maestro è assistito nel governo dell’Ordine dai membri della Gran Loggia, che sono tutti Past Masters, selezionati mediante un articolato sistema di camere superiori.

Proprio in conseguenza del fatto che il Gran Maestro è sempre un membro della Casa Reale, il contrappeso democratico che gli si affianca deve essere solido e inattaccabile ; a partire dal fatto che la maggior parte delle decisioni amministrative vengono prese non da lui, ma dai Gran Maestri Aggiunti o dal Gran Segretario.

In Inghilterra, tanto i Gran Maestri Aggiunti quanto il Gran Segretario (ovvero tutte le cariche che contano a livello decisionale) sono espressi dalla Gran Loggia, i cui membri sono a loro volta il prodotto delle singole Officine.

Per quanto riguarda in particolare i Gran Maestri Aggiunti (ci dilunghiamo un po’ su questa carica perché è la più differente dal suo corrispettivo italiano), ce ne sono tre : un Pro Grand Master, un Deputy Grand Master e un Assistant Grand Master, ciascuno con funzioni ben definite. Per quattro volte all’anno, la Gran Loggia viene informata della loro attività per mezzo delle Comunicazioni Trimestrali, che si tengono ogni secondo mercoledì di Marzo, Giugno, Settembre e Dicembre ; invece l’Investitura Annuale – che è seguita dalla Grande Festa - è tenuta nell'ultimo mercoledì di Aprile.

La Gran Loggia Unita d’Inghilterra conta attualmente a piedilista circa un milione di Fratelli e più di ottomila Officine. Le Logge londinesi dipendono dal Gran Maestro Metropolitano ; le altre su territorio inglese sono raggruppate in 47 Province, ciascuna alle dipendenze di un Gran Maestro Provinciale. Le Logge con sede all’estero costituiscono 33 Distretti (governati da Gran Maestri Distrettuali) e 5 Gruppi (troppo piccoli per formare un distretto ; sono capeggiati da 5 Grandi Ispettori) più un’altra dozzina di singole Officine.

Il rendiconto della ripartizione delle cariche viene pubblicato ogni anno nel Libro Massonico, a disposizione di tutti i Fratelli che – se necessario, anche bypassando la propria Officina – abbiano istanze da proporre al Gran Maestro di loro riferimento; sebbene in proposito non esita alcuna norma scritta, è regola tradizionale che tutte queste proposte – senza eccezione – vengano accolte e portate all’attenzione della Gran Loggia.

Ora, per quanto mediato possa essere, questo modello di democrazia interna funziona benissimo, e trova ormai nel GOI molti illustri sostenitori anche in alto loco ; fino al punto che (e questa può quasi sembrare una barzelletta), dopo l’uscita di Sulla struttura amministrativa del Grande Oriente d’Italia alcuni lettori interpretarono quell’articolo come… una nostra presa di posizione in favore dell’attuale governo del GOI, del quale la nostra posizione mirerebbe a rafforzare il potere.

Ma per favore! Essere miopi va bene, ma c’è un limite a tutto. Stiamo parlando di cambiamenti destinati a influenzare la Massoneria nel corso dei secoli, e che oltretutto ci sono ben scarse possibilità che possano essere concretizzati dal governo attuale ; piuttosto, sono destinati a propiziare tanto la sospirata riunificazione della Massoneria italiana quanto il riaccredito del GOI a livello internazionale.

Già abbiamo dato un esempio della bontà della nostra linea ottenendo che venisse ristabilito il rito della consacrazione per i Maestri Venerabili (vedi l’articolo Svolta importante nel Grande Oriente d'Italia) ; anche in quel caso, la nostra iniziativa si scontrò dapprima con obiezioni legate soprattutto a questioni politiche contingenti, ma dopo che fu realizzata, la sua validità fu percepita immediatamente da tutti – sono decine e decine oggi i Maestri Venerabili che si sono fatti consacrare.

Davvero non siamo capaci, almeno una volta ogni tanto, di guardare lontano ? Di pensare al bene dell’Ordine e non alle piccole beghe della nostra parrocchietta, che tra un soffio di anni la storia avrà già cancellato ?

Il Ven.mo Gran Maestro, da parte sua – pur senza sbilanciarsi, cosa che nessuno pretenderebbe da lui -  ha manifestato piuttosto chiaramente la sua prospettiva in un’intervista rilasciata a questo stesso sito. Alla domanda verso quale direzione guiderà la sua Obbedienza nei prossimi anni ? ha risposto :

 

Oltre a continuare e consolidare l'opera di trasparenza e di dialogo con la società civile e le sue istituzioni, approfondiremo il lavoro interno sulla qualità del percorso iniziatico, sulla cura dei rituali e non è una favoletta, ma una scelta di vita, che implica molto senso di responsabilità e una notevole cura da parte di tutti noi, mia in particolare. Abbiamo iniziato a realizzare una serie di seminari interni di approfondimento e di studio, al fine di erogare più strumenti critici ed ermeneutici ai nostri fratelli. Continueremo su questa strada, magari anche con la creazioni di vere e proprie strutture di ricerca e di approfondimento, che possano trovare corrispondenza a livello europeo.
[N.d.r Tratto da: Intervista a Gustavo Raffi Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia]

 

Potrebbe essere più chiara la volontà di adeguamento della struttura massonica al tempo presente, pur senza intaccare quelli che sono i landmarks iniziatici della Massoneria Azzurra, ma anzi andandogli incontro ?

Si dica ciò che si vuole del Ven.mo Gran Maestro attuale, ma da questo punto di vista la sua visione è assai più chiara di tutti coloro che l’hanno preceduto. Speriamo che i suoi eventuali successori si rivelino all’altezza di portare avanti le sue posizioni, che a livello internazionale stanno creandoci grandi consensi.

Un altro punto che abbiamo già messo debitamente in risalto è che, nel sistema inglese, una volta scaduto il loro mandato, sia il Gran Maestro Provinciale che i Grandi Ufficiali Provinciali non più in carica mantengono a vita i loro paramenti e onori, per testimoniare agli occhi dei Fratelli più giovani l’opera disinteressata da loro svolta per l’Istituzione. Anche questa è una cosa giusta e morale che, con chiunque si abbia occasione di parlarne, riscuote approvazione, e non si riesce a capire chi possa essere contrario all’intrapresa di una riforma graduale in tal senso.

Senza voler giudicare troppo negativamente l’avversione nei confronti di tali progetti da parte dei Fratelli più conservatori, c’è da chiedersi tuttavia come possano conciliare tale avversione con quel rispetto dell’autorità che costituisce uno dei loro tratti caratteriali dominanti.

Come la conciliano ad esempio con l’Articolo 88 del Regolamento dell’Ordine, secondo il quale i Presidenti di Collegio sono membri di diritto della Gran Loggia, mentre secondo il sistema attuale una volta scaduto il loro mandato non lo sono più ?

La risposta è di solito : perché la Presidenza del Collegio è una funzione amministrativa, non un grado, e non implica quindi nessuna acquisizione di carattere permanente.

Sarà… però al Presidente di Collegio viene riconosciuto il diritto di alzare le colonne di una Loggia, diritto che non rientra nelle prerogative del comune Past Master, né tantomeno del Maestro Venerabile. Ora, i casi sono due: o creare una Loggia è un atto amministrativo anche quello (nel qual caso, può provvedere anche il Segretario… e se per caso nel frattempo suona il postino, potremmo chiedere anche a lui se ci dà una mano) oppure è un atto rituale ; e se è un atto rituale, è tecnicamente concepibile che una persona acquisisca il diritto di praticarlo in seguito a una votazione, e poi la baraqah si ritiri da lui allo scadere del mandato?

(Nota : nel caso specifico della Consacrazione di una nuova Loggia, il sistema britannico richiede la presenza congiunta del Gran Maestro Provinciale e del Gran Maestro Nazionale o di un suo Sostituto. Al di là delle ragioni più evidenti, la presenza di due Gran Maestri è collegata al simbolismo del Pavimento a Scacchi, al di sotto del quale si trova idealmente il Sancta Sanctorum che solo il Maestro Venerabile ha il diritto di calpestare ; ma di questo – come di altri tesori dell’esoterismo britannico – se il Grande Architetto vuole parleremo un’altra volta)

 

La verità è che, al di là del suo ruolo amministrativo, le funzioni esoteriche rivestite dal Presidente di Collegio non sono mai state debitamente sottolineate, e questo è particolarmente disdicevole se pensiamo che egli simboleggia e incarna nella sua persona tutti i Maestri Venerabili del suo Collegio – quei Maestri Venerabili che soli possono dare la Luce e passare ed elevare il Massone, in quanto rappresentano in Loggia il Grande Architetto dell’Universo.

Non crediamo che ci stancheremo mai di rilanciare il nostro modesto input agli organi preposti alla riorganizzazione del Grande Oriente d'Italia, affinché l’istituto del Collegio Circoscrizionale sia riformato in modo di porre rimedio alle dette incongruenze di carattere iniziatico, e perché alla figura del Presidente di Collegio sia conferito il giusto valore, circondandolo di un Governo Regionale (non chiamiamolo Gran Loggia se non volete) con poteri e decoro all’altezza del suo ruolo, delle sue funzioni e del suo rango.

E' nel nostro intento far riflettere su questi punti tutti i Fratelli che compongono le varie commissioni per l'ordinamento del GOI ; i quali sono perlopiù consapevoli che la nostra struttura così com’è oggi possa ben definirsi obsoleta e superata. Raggi di luce ci vengono dall’intuizione di tanti Fratelli che a livello individuale se ne sono già resi conto (molti dei quali, che ringraziamo calorosamente, si sono premurati di esternarci a voce il loro consenso) ; manca ancora però il sorgere di un aperto dibattito nelle Logge riguardo a questi temi, anche perché i dettagli della struttura amministrativa massonica non sono mai stati un tema a conoscenza di tutti.

Un altro bel raggio di luce, anzi un faro, è l’atteggiamento adottato dall’attuale Governo dell’Ordine, che potrebbe dare il la ad un vero processo di rinnovamento. In un’Italia composta di ben 17 Collegi Circoscrizionali sparsi su 110 province, con 8094 potenziali Orienti e 780 logge con circa 25.000 Fratelli, sarebbe una svolta importante.

Crediamo di non tradire il pensiero dei Fratelli che se ne stanno occupando, se affermiamo che l’attuale politica di rinnovamento del GOI può riassumersi in questi tre punti :

  1. più trasparenza

  2. più democrazia

  3. più rispetto per i valori morali, civili ed esoterici.

Se la inquadriamo in tale prospettiva, la riforma dei Collegi Circoscrizionali appare come una tappa inevitabile, che va manifestandosi sempre più nella volontà di tanti Fratelli.

 

   Daniele Mansuino e Giovanni Domma

 

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