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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

Svolta importante nel Grande Oriente d'Italia

Febbraio 2010
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L’articolo a sua firma, pubblicato in questa rubrica a dicembre [Ndr I veri capi dell'Ordine della Massoneria], ha portato fortuna al Risp.mo Fr. Giovanni Domma …e anche a me.
Giovanni DommaDal 2 gennaio, l’Editore ha dato il via alla prevendita del libro Massoneria del Marchio, che abbiamo scritto insieme – il primo in Italia su questa importante forma di Massoneria inglese, che solo ora sta cominciando a diffondersi anche da noi. Questo ci ha dato nuovo ottimismo, e mai avremmo pensato che di lì a pochi giorni una notizia ancora più bella dovesse arrivare.

 

Come ben sanno i miei lettori più affezionati, fin dal 2005 Giovanni ha intrapreso una campagna perché il Grande Oriente d’Italia tornasse a praticare l’Installazione dei Maestri Venerabili, come è prescritto dalla tradizione massonica anglosassone e in Italia non usa più.
Enorme è stata in questi anni la mole di lavoro da lui svolta, visitando le Logge dal Piemonte alla Calabria, parlando di questo argomento con Fratelli di tutti i gradi e rango e ovunque riscuotendo consensi ed incoraggiamenti.
Daniele MansuinoE tuttavia, sull’esito finale della sua impresa io – lo confesso – sono sempre stato abbastanza scettico: perché, per quanto la Massoneria sia democratica, è ben difficile che l'inserimento e la ripresa di una cerimonia così importante - messa in disuso ormai da moltissimi anni – possa avvenire in seguito a un movimento d’opinione proveniente dalla base; o perlomeno, qualche volta in passato è accaduto, ma su tempi lunghissimi.
Quindi, che i nostri articoli potessero cambiare la storia della Massoneria era quanto di più lontano dai miei pensieri, e - sebbene non si contassero gli email di Fratelli che ci spronavano ad andare avanti - il sostegno che la nostra rubrica ha fornito da quattro anni alla causa del Fratello Domma non ha mai rappresentato per me niente di diverso dall’aiuto a un amico che si batteva per una causa giusta.
Ebbene, Giovanni nei primi giorni dell’anno nuovo ha ricevuto una telefonata: era un alto dignitario del Grande Oriente d’Italia, che lo invitava a presiedere la prima tornata in camera capitolare di un’Officina del GOI di rituale scozzese, nel corso della quale sarebbe stato ritualmente consacrato il Maestro Venerabile.
Beh, cosa posso dire? Siamo stati noi (grazie anche a Ivo, il webmaster di Riflessioni.it, che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo). O per meglio dire: siamo stati soprattutto noi, perché da queste pagine sono passati quasi tutti i Fratelli - ben più illustri di me - che a fianco di Giovanni hanno condotto e vinto questa battaglia.
Chi voglia accertarsene non ha che da scorrere gli altri nostri articoli, in molti dei quali abbiamo argomentato (talvolta forse con eccessiva veemenza e argomenti… traballanti) quanto fosse del tutto evidente l’opportunità che il Grande Oriente adottasse tale pratica; ma all’inizio era evidente solo agli occhi di noi due (perché entrambi, in un modo o nell’altro, c’eravamo creati una modesta esperienza di Massoneria internazionale), e del tutto sconosciuta alla maggior parte dei Massoni italiani.
Adesso le cose stanno cambiando con grande rapidità. La Lombardia è la prima regione che ha cominciato a consacrare i Maestri Venerabili anche nelle Officine che lavorano con il rituale scozzese, rispolverando una secolare tradizione muratoria e riscoprendo l’istituto dei Capitoli: camere superiori costituenti un’emanazione delle Logge, nelle quali possono lavorare solo i Maestri Venerabili Installati.
Va anche sottolineato che, nel nuovo rituale - messo in opera per la prima volta nella Casa Massonica di Milano la sera del 7 gennaio 2010 - al termine Installazionesi è voluto sostituire Consacrazione: con questa scelta a mio giudizio felice, si sottolinea che la sua adozione non significa in alcun modo una presa di distanza dalla tradizione massonica scozzese.
In quell’occasione, dopo la regolare tornata si è provveduto a elevare la Loggia in camera capitolare alla presenza di soli Maestri Venerabili ed Ex-Maestri Venerabili Consacrati; dopo di questo, al nostro Rispettabilissimo Fratello Giovanni Domma – visibilmente commosso – è stata affidata la conduzione della parte rituale.
Prima della Chiusura, ai sei nuovi Maestri Venerabili Consacrati sono stati rilasciati i brevetti che consentiranno loro di poter attestare in futuro gli indelebili poteri che con la dignità di Venerabile hanno acquisito: poter lavorare in Camera Capitolare, e soprattutto poter creare nuovi Massoni.
Questo dei brevetti può sembrare un dettaglio secondario, ma mediante tale atto il Grande Oriente riconosce alla figura del Maestro Venerabile uno status distinto da quella del Maestro, conformandosi in questo modo a quello che da più parti viene ormai considerato un requisito della regolarità massonica internazionale.
Precisiamo meglio: a differenza della Massoneria britannica, gli Ordini massonici di preponderante indirizzo scozzese-latino non installano abitualmente i Venerabili, e non per questo sono considerati irregolari; difatti, lo stesso GOI poté godere del riconoscimento britannico dal 1972 al 1993.
Nell’ultimo trentennio, però, molte cose sono cambiate: gli accresciuti contatti tra i Massoni (che viaggiano di più, o – come usa fare il Fratello Domma – navigano nell’oceano delle pagine sulla Massoneria reperibili in rete) hanno incoraggiato la diffusione delle varie forme rituali anche in Paesi dove prima non erano praticate, e oggi nessuna Massoneria può dirsi in toto britannica o scozzese.
Da questo mutevole quadro è emerso con chiarezza che, per quanto entrambi i modelli vadano bene se applicati a una singola Loggia, per quanto concerne la struttura generale dell’Ordine ce n’è uno che funziona meglio degli altri, ed è quello inglese.
Per esempio: nella Massoneria inglese, il Maestro Venerabile Installato ha la possibilità di accedere a un sistema di camere superiori con ampi poteri decisionali, cui l’accesso è automatico; questo riduce (per non dire che la esclude) la possibilità che possano formarsi alleanze suggerite da interessi profani, al fine di favorire la carriera di chi è “nella manica” e umiliare i migliori.
Sebbene non esistano atti ufficiali a riguardo, ormai da tempo la Gran Loggia Unita d’Inghilterra si è orientata verso il concedere il proprio riconoscimento solo alle Massonerie strutturate secondo il suo stesso modello; spesso sorvolando su altri fattori importanti come il loro prestigio storico, la loro consistenza numerica, la loro diffusione sul territorio.
Così in Italia, dove la Gran Loggia Regolare d’Italia – attuale beneficiaria del riconoscimento inglese – è un piccolo Ordine di recente costituzione, mentre il Grande Oriente d’Italia, nonostante la sua lunga e gloriosa storia, è considerato irregolare.
E’ questa una situazione che la maggior parte dei Massoni del GOI vive con profondo dolore, e la speranza che possa essere risolta in tempi brevi (quanto brevi possono essere i tempi massonici) non è mai venuta meno.
Nella serata del 7 gennaio, tra i tanti interventi di soddisfazione ed elogio, qualcuno – nel ricordare che la Consacrazione dei Venerabili è da sempre un atto di normale amministrazione presso le Logge di rito Emulation operanti nel GOI – ha auspicato che, in seguito alla sua estensione alle Logge scozzesi,  la restituzione al GOI del riconoscimento britannico sia ormai alle porte.
La scissione del 1993 tra il GOI e la GLRI fu traumatica, e ha lasciato molte ferite tuttora aperte – il clima, diciamolo, non è per niente di buona cuginanza; nulla potrebbe darmene visione più chiara degli email che ricevo da entrambe le parti.
Ma tutto questo DEVE finire: o saremo capaci di tornare ad abbracciarci con vera Fratellanza, o non potremo mai definirci buoni Massoni. Il traguardo cui dobbiamo aspirare è il ricongiungimento del GOI e della GLRI in una Massoneria eticamente rigenerata.
La storia va avanti piano - per il momento il ruolo di Maestro Venerabile Consacrato configura nel GOI soltanto un’opportunità facoltativa cui qualunque Venerabile o Ex-Venerabile può accedere, non certo ancora un ruolo fondamentale in seno all’Ordine. Ma è un piccolo passo verso il giorno in cui il Grande Oriente d’Italia sarà governato da un sistema di camere superiori, in grado di portare anche la voce delle piccole Officine ai più alti livelli.
Ad oggi, l’ostacolo più grande perché questo possa compiutamente avvenire è dato dall’opposizione – moderata e ragionevole, in verità – da parte di quei Fratelli che temono di veder stravolta in seno al GOI la tradizione scozzese. In altri articoli ho sottolineato come, a mio giudizio, questi timori siano infondati, ed è bene sottolineare anche qui come nel modello inglese sia data piena libertà alle Logge di lavorare secondo il rituale preferito.
Cosa è cambiato ora nel GOI? Per quanto concerne il lavoro delle Officine, praticamente nulla: il rapporto che legherà la figura del Maestro Venerabile Installato ai Maestri di Loggia è in tutto e per tutto simile a quello del Maestro Venerabile scozzese, fondato cioè sulle regole della fraternità e della democrazia diretta. Ma d’ora innanzi, se a quello stesso Maestro Venerabile accadrà di recarsi all’estero e visiterà una Loggia di rito inglese, non rischierà più di essere cortesemente invitato a uscire dal Tempio se il programma dei lavori prevede anche un’Installazione: le molte piccole amarezze toccate in passato a Massoni italiani per questo motivo ci saranno risparmiate, e una maggiore voce in Capitolo del GOI a livello internazionale è preciso interesse di tutti noi, scozzesisti o meno.

 

Al termine della cerimonia del 7 gennaio, molti eminenti rappresentanti del GOI hanno espresso compiacimento e soddisfazione. Uno di questi ha ringraziato il Fratello Giovanni Domma per aver imposto il tema della Consacrazione all’attenzione del Grande Oriente d’Italia tutto, e in modo particolare ai più illustri e autorevoli Fratelli, i quali non hanno mancato di profondere in suo favore il loro spessore culturale e la loro profonda conoscenza della storia e delle tradizioni massoniche.
Tutti lo hanno invitato ad andare avanti nel lavoro di Consacrazione dei maestri Venerabili delle Logge, che molto probabilmente – quando leggerete questo articolo – sarà già stato posto in atto, da lui o da altri Fratelli che ne abbiano il titolo, in numerosi Orienti.

 

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