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Sul sentiero - Parte seconda

Anonimo - maggio 2009
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LA NUOVA COSCIENZA

Capitolo 7 - L’anima nascente

 

Lo stadio attuale della coscienza umana non è certamente, quello finale: altri più elevati raggiungimenti evolutivi attendono l’uomo che proseguirà il suo perfezionamento, e di sicuro non solo in forme fisiche.

Man mano che diventeremo (in tanti!) “puri e potenti”, le nostre vibrazioni potranno con sempre maggior forza influenzare “il campo energetico” in cui si svolge la nostra vita; comprenderemo sempre più chiaramente che di esso  siamo cocreatori attraverso l’attività del nostro mondo mentale, i cui prodotti, prima o poi, si riverberano sul piano fisico:

 

Chi si lascia andare ad una vita caotica e nutre pensieri e sentimenti grossolani, sta svilendo tutto il proprio essere, e ben presto la sua espressione, il suo sguardo, la sua voce e i suoi gesti finiranno per risentire di quello svilimento. Ma se si sforza di accordarsi con il mondo divino e di rispettarne le leggi, a poco a poco qualcosa in lui si aggiusterà, si schiarirà, si purificherà…e in lui inizia a prodursi una vera metamorfosi. (O. M. Aïvanhov, Pensieri quotidiani)

 

Al contrario, risentiamo del “campo”, subendone passivamente le influenze, quanto più siamo dipendenti da sistemi ideologici, conformismi, settarismi di vario genere.
“L’uomo non è che desiderio; come desidera, così egli diventa”. Questo è quanto affermano le Upanishad, quanto sostiene la Saggezza antica ed anche nuovi orientamenti della psicologia.
L’uomo che vive nell’ombra della materia non vede al di là del suo sé separato:

 

Ogni individuo intuisce giustamente di condividere la stessa natura dell'Atman, ma distorce tale intuizione applicandola al suo sé separato; ritiene che il suo sé sia immortale, onni-comprensivo, centrale nel cosmo, estremamente importante. Cioè, sostituisce l'Atman con l'ego. Poi, anziché trovare la totalità effettiva e senza tempo, si limita a sostituirla con il desiderio di vivere eternamente; anziché fondersi con l'universo, desidera possederlo; anziché fondersi con Dio, si sforza di fare la parte di Dio. (Ken Wilber,  Il progetto Atman)

 

Sul Sentiero comprendiamo lentamente che noi siamo la causa, remota o recente, del tenore generale delle nostre vite, della nostra appartenenza sociale, della nostra parentela, delle nostre relazioni.
Noi siamo lì dove ci siamo collocati; non siamo in un certo modo e in un certo luogo casualmente bensì causalmente.
Il nostro futuro si sta strutturando su di un piano sottile. Non si è ancora cristallizzato, manifestato sul nostro piano di esistenza fisico, ed è per questo che qui, nel nostro attuale presente, siamo in grado di modificare le dinamiche che lo stanno forgiando, attraverso l’orientamento dell’energia del pensiero.
Le trasformazioni sempre più accelerate, e a tutti i livelli, che vive il nostro Pianeta, le riscoperte consapevolezze sulla natura dell’uomo e sulla sua unità con l’Universo e la ricerca di senso, sempre più dolorosa e struggente, perseguita soprattutto dalle nuove generazioni, indicano chiaramente ad ogni Pensatore che l’Uomo è a una svolta:

 

È questo il tempo di integrare la vostra essenza spirituale e diventare consapevoli su come utilizzare la vostra mente. Vi trovate in mezzo a una tumultuosa trasformazione, un’iniziazione che passa attraverso l’oscura notte dell’anima, e dovete essere pronti e disposti a identificare i problemi che si presentano nella vita personale e collettiva e a scoprirne la soluzione. Si sta avvicinando una sorprendente rivoluzione spirituale mondiale e, nel diventarne consapevoli, è essenziale ricordare che le opportunità di crescita sono sempre abbondantemente disponibili; basta imparare a crearle. (B. Marciniak, La Via del risveglio planetario)

 

In  questi tempi, l’individuo sulla Via del risveglio può scegliere di:

  • rinnegare il proprio compito di mediatore tra il regno  animale istintivo e quello spirituale; di agente di trasformazione di se stesso e della realtà; di essere di transizione  tra il mondo materiale e quello superiore.
    Si  dissolverebbe così la preziosa eredità di millenni di ricerca e  l’umanità  si appiattirebbe  in una assuefazione al consumismo, alla delega, alla passività acritica;

  • aderire alla Nuova Visione del mondo, avvertita da un numero sempre crescente di individui e di gruppi umani, basata sulla presa di coscienza dell’Unità della Vita; della necessità di cooperare e condividere; della Fratellanza universale.

Spesso è il dolore a “fare da levatrice” all’anima nascente:

 

La disperazione è spesso il primo passo sul sentiero della vita spirituale e molte persone non si risvegliano alla realtà divina e all’esperienza della trasformazione delle loro vite fino a che non passano attraverso l’esperienza della disillusione e della disperazione. (B. Griffiths, Il fiume della pietà)

 

Tale dolore, “maieutico” di nuove opportunità, va accettato e compreso nella sua più profonda funzione di mediatore di più ampie consapevolezze. Si potrà così osservare “con occhi nuovi” e con “cuore nuovo” il mondo e i fratelli, non più con l’intento di “prendere” ma di “dare” al massimo grado consentito dal nostro livello evolutivo.
La nostra mente si apre alla visione del Pianeta come Essere evolvente, di cui siamo cellule co-creatrici, e al nostro Compito, fondato sulla più alta e veritiera Speranza.

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