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Esperienze di vita

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Sul sentiero - Parte terza

Anonimo - novembre 2009
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Interconnessione globale e trasformazione

 

La Scienza afferma che prima del Big Bang il nostro universo era compresso; da allora è stato in espansione, ma, a livello ancora non evidente per alcuni, è rimasto interconnesso. Le scoperte della fisica moderna ed i principi delle tradizioni della saggezza perenne convergono intorno alla nozione dell’interconnessione di tutte le cose; i valori spirituali, associati a tali antiche conoscenze, e sempre più  convalidati dalla Scienza, sono pervenuti agli individui e alla società come rivelazioni apportatrici di opportunità trasformative.
Nei miliardi di anni in cui l’universo si è evoluto, esso è diventato sempre più complesso. Le particelle subatomiche hanno dato vita agli atomi, che più tardi hanno dato origine alle molecole, le quali a loro volta hanno formato singole cellule e organismi multicellulari. Sono seguiti rettili e mammiferi, e quindi esseri umani, che si sono organizzati in famiglie; queste si sono raggruppate in tribù e quindi in nazioni, e le nazioni ora si stanno avviando alla globalizzazione. A ciascun passo verso un’aumentata complessità e dimensione, sono corrisposti un più grande impatto sul Pianeta, una maggiore influenza di ciascuno sugli altri  e una sempre maggiore responsabilità dell’uomo riguardo alla sostenibilità ecologica e alla sopravvivenza a lungo termine.
Negli ultimi decenni, man mano che il numero di esseri umani é cresciuto e le risorse del Pianeta sono divenute più scarse, la nostra capacità di lavorare, di vivere e di pensare collettivamente sono diventate sempre più importanti  e certamente sempre più inevitabili.
La scienza materialista ha rappresentato un balzo evolutivo da un atteggiamento mentale che conta su un’autorità religiosa per verificare le verità, ad una visione  della realtà fondata sull’analisi oggettiva. In quest’era di rapido cambiamento, è tempo di un altro salto, che includerà, oltre che la ricerca sui dati oggettivi e verificabili, lo studio rigoroso dell’esperienza soggettiva, interiore, e l’indagine scientifica sul mondo della coscienza.

 

Da un punto vista globale, ci rendiamo sempre più conto di vivere in un’era in cui la trasformazione fermenta in tutto il Pianeta, e su molti fronti: personale, collettivo, spirituale, sociale, economico, scientifico. Una parte sempre maggiore di popolazione va riconoscendo che le abituali vie del pensare e del fare dovranno cambiare in breve tempo, o rischieremo conseguenze catastrofiche:

 

Le azioni umane stanno impoverendo il capitale naturale della Terra, rilevando un tale danno sull’ambiente che le capacità degli ecosistemi del pianeta nel sostenere le future generazioni non possono essere in grado di mantenerle più a lungo. (Nazioni Unite, Millennium Ecosystem Assestment, 2005)

 

Vi sono evidenze di un cambiamento globale dei valori e della “visione del mondo” capaci di generale trasformazioni profonde. Comunità locali e gruppi umani internazionali propongono una nuova prospettiva dello sviluppo e dei diritti umani; il mondo, più piccolo e “in rete”, richiede nuove modalità di relazione, basate sulla fraternità.
Al contempo, diventiamo sempre più consapevoli di essere vincolati da modalità limitate di pensare al Pianeta e al potenziale umano; tali limitazioni, ereditate dal passato, ci possono rendere incapaci di dominare i cambiamenti, se non abbiamo sviluppato flessibilità, capacità di “pensiero laterale”, visione, fiducia, immaginazione creativa:

 

Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente.
Per cambiare qualcosa, costruisci un nuovo modello
che renda il modello esistente obsoleto.

(Buckminster Fuller)

 

Quando sviluppiamo e applichiamo i nostri tratti positivi, o “forze evolutive” alle diverse dimensioni della nostra vita - lavoro, relazioni, attività creative - ci accorgiamo di vivere una vita più autentica. E quando usiamo queste forze per un servizio a una Causa più grande, che trascenda il nostro piccolo sé individuale, viviamo una vita realmente significativa, che potrebbe essere definita “felice”.

 

Da un punto di vista individuale, la trasformazione non consiste solo in un cambiamento della persona quanto in un cambiamento nella prospettiva; è una metamorfosi della coscienza e della  visione del mondo che riguarda la relazione con se stessi, con gli altri, con la cultura, la natura e il divino. Molti aspiranti-ricercatori, dinanzi all’evolvere della situazione dell’umanità, sia al suo interno che nei rapporti con l’ambiente e con il cosmo, si trovano sempre più spesso ad affrontare problemi etici e spirituali, cioè ad affrontare dimensioni “interiori”, anche in campi considerati “esteriori”, quali la fisica, la biologia, la chimica, quasi che la dimensione dell’ “interiore” e quella dell’esteriore” confluissero e fossero ormai da considerare come interconnesse, necessitando pertanto di un’attenzione unitaria.
In quest’era carica di avvenimenti spesso unici, emergono grandi capacità di sviluppo dei potenziali individuali e di gruppo, e dell’umanità nel suo complesso, poiché la primaria tendenza del mondo è, a ben osservare, quella di manifestare i grandi beni che contiene in sé, non ancora disvelati.
Ne deriva una responsabilità, personale e collettiva, forse mai così grande nella storia. Da ciò la nascita  di nuovi modelli di pensare e di sentire, meno parziali e formali e più olistici e fraterni, griglie organizzative, sociali ed economiche di nuova concezione, fondate sulla partecipazione e sulla condivisione; modi di operare ispirati all’Amore intelligente e all’Intelligenza amorevole.
E’ necessario che sempre più individui e gruppi formino una “massa critica” così ampia e compatta da:

  • impedire per sempre la regressione verso modelli ispirati alla paura, all’individualismo, all’accaparramento,  all’avidità;

  • assicurare la sedimentazione dei concetti di Servizio e Fraternità  nella coscienza del maggior numero possibile di esseri umani.

In tale processo di purificazione, sarà sempre più chiaro che è necessario “iniziare dal pensiero”, chiarificando ed elevando le aspirazioni e i desideri per poter porli  al servizio dell’evoluzione:

 

Riuscire sul piano materiale, assaporare tutti i piaceri possibili, soddisfare le proprie ambizioni: ecco l’essenziale per la maggioranza degli esseri umani. Non si rendono conto che con simili aspirazioni sprofondano nell’oscurità, nelle limitazioni, e il giorno in cui si ritrovano legati, sconcertati, malati, si stupiscono. Non sapevano, o non volevano sapere, che per sentirsi liberi, felici, nella pace, occorre fare una cernita nei pensieri, nei sentimenti e nei desideri, in modo da scegliere soltanto quelli migliori, i più disinteressati.

Ecco l’essenziale: non voler realizzare ad ogni costo i propri desideri, bensì cercare quali sono quelli che valgano la pena di essere realizzati.   (O. M. Aïvanhov, Pensieri quotidiani)

 

Esperienze trasformative e responsabilità

 

La Nuova Era, di cui stiamo vivendo gli albori, è un’epoca di sempre più alte possibilità e responsabilità prima di tutto personali; il futuro avanzamento del genere umano non è possibile se non è garantito il progresso di “ogni” individuo.
Stimolato da una varietà di potenziali catalizzatori, questo mutamento individuale comincia spesso con l’intravedere un momento di epifania che guida a un’ulteriore esplorazione. Altri livelli sulla via trasformativa si raggiungono nel tempo attraverso studio meditativo, pratica di consapevolezza quotidiana e partecipazione a qualche forma di gruppo o di comunità “evolutiva”; il mutuo rinforzarsi aiuta ad integrare le realizzazioni nella vita quotidiana.
Cambiamenti significativi e durevoli in attitudini, priorità, motivazioni e comportamenti avvengono attraverso un movimento dialettico tra due modalità apparentemente opposte, ma in realtà complementari:

  • l’intenzione cosciente e l’autosservazione volontaria mirate al risveglio del ;

  • l’abbandono ad un processo “naturale” di crescita interiore, che fida nelle energie evolutive dell’Universo.

L’aspirante sul Sentiero lavora su di sé, nella costante tensione al perfezionamento, a contatto con le occasioni che la vita gli propone; egli sa che, come insegna la Saggezza antica:

 

Aspirazioni e desideri  diventano qualità.
Pensieri ripetuti diventano tendenze.
Volontà d’azione diventa azioni.
Esperienze diventano saggezza.
Esperienze dolorose diventano coscienza.

 

Le tradizioni spirituali presentano una rilevante similarità nelle descrizioni di esperienze, stati d’animo e situazioni interiori in cui gli aspiranti che iniziano a “calcare il Sentiero” si imbattono quando intenzionalmente investigano sulla propria esperienza e cercano di conoscere la propria vera natura. Molti descrivono un’esperienza di un muoversi della coscienza dal “me” al “noi” fino a vivere uno stato sempre più gioioso di interconnessione essenziale, di accettazione illimitata e di sacralità immanente in tutte le cose; tale più ampio sentire, prima raro ed episodico, diventa poi sempre più frequente, intenso e “veritiero”. Queste sempre maggiori “inclusività” ed apertura di coscienza si esprimono naturalmente nell’inclinazione verso virtù come l’amore, il perdono e la compassione. “Marta” e “Maria”, vita attiva e vita contemplativa raggiungono una naturale e armoniosa sintesi nell’esistenza di chi, avendo scoperto il Sentiero, ricerca la sua vera natura e il Senso più profondo del suo essere al mondo.
L’aspirante sincero fa ordine dentro se stesso, osserva i propri pensieri per purificarli,  poiché sa che è con “il dentro” che si forma, o si muta, “il fuori”:

 

Se lasciate entrare in voi qualunque corrente senza un controllo, queste finiranno per sgominarvi. Per diventare il loro padrone, dovete anzitutto prendere in mano la situazione, vale a dire essere coscienti dei pensieri e dei sentimenti che vi attraversano.

Ecco la più grande qualità di un discepolo: egli è sempre cosciente, conosce in qualsiasi momento la natura delle correnti che penetrano in lui; e non appena sente un pensiero o un sentimento negativo, subito lo ferma e si sforza di sostituirlo o di trasformarlo.   (O. M. Aïvanhov, Pensieri quotidiani)

 

Egli è ora più vigile e capace di accogliere il sublime e l’infimo. Vivendo più pienamente nel presente, diventa più predisposto al Servizio e disponibile a sostenere cause che vanno oltre il proprio benessere e beneficio personale; inizia realmente a far convergere vita quotidiana e pratica spirituale.
Scopre che le trasformazioni profonde sono frequentemente innescate da intensa sofferenza o crisi e richiedono spesso qualche genere di sacrificio: una credenza preziosa, un’abitudine confortevole, relazioni sicure… Una visione della morte, un abbandono subito da persone amate, una difficoltà mentale o emozionale, una malattia debilitante ci rendono talvolta più vulnerabili e aperti, frantumando antiche difese, che possono avere richiesto una vita per strutturarsi.
Ma non tutta la trasformazione è innescata da dolore e sofferenza; il ricercatore –aspirante esperisce che l’attenzione a esperienze di incanto, bellezza e meraviglia può creare profondi cambiamenti sulla Via. Tali esperienze, spesso intense e improvvise, di una qualità “più sottile” di quelle fino ad allora vissute, possono assumere la forma di epifanie, sogni ispirativi, esperienze psichiche, o di incontri “trasformativi”. E’ preferibile non tentare di ricreare momenti di picco o “esperienze di vetta” (peak experiences) ma piuttosto lavorare per favorire la sedimentazione di tali esperienze, integrandole e rendendole semi e potenzialità sempre presenti per ri-motivarsi e ri-organizzare la coerenza tra l’essere e il fare.
Una metafora familiare per la trasformazione è quella del Giardino: i semi vengono piantati, e fioriscono con luce, acqua e nutrizione adeguati. Come i giardinieri, possiamo procurare le condizioni ideali per un processo naturale di crescita    interiore e di con-versione. Alcuni fertilizzanti consistono nelle qualità evolutive che già possediamo, e che possiamo decidere di incrementare dentro noi stessi; altri consistono nell’intenzione e nella volontà che possiamo usare riguardo alle scelte su chi e come vogliamo essere.
Una chiara intenzione rivolta all’esperienza di trasformazione è decidere di imparare e di lavorare con qualunque cosa emerga nel nostro quotidiano.
Un’altra qualità che facilita il processo trasformativo è la capacità di accogliere gli sgradevoli compagni dei Pellegrini ai primi passi sul Sentiero: il venir meno dei consueti punti di riferimento (religiosi, affettivi, sociali, filosofici…), che provoca incertezza e dubbio; l’alternanza di stati d’animo oscillanti tra l’amore e l’aridità, la tensione operativa e la passività negazionista, momenti di illuminazione e di fiducia e di depressione e di disfattismo.
Più che ogni altra cosa, la trasformazione è aiutata dall’ascolto profondo, nel silenzio e nella quiete. Il Silenzio ci permette di sviluppare un più profondo apprezzamento per la saggezza che emerge da dentro, e che può sorgere dal contatto con persone e luoghi inattesi.
Una pratica trasformativa costante ci permette di diventare più consapevoli delle abitudini delle nostre menti e degli schemi dei nostri comportamenti, così da cominciare a purificarli. Qualunque percorso si segua, tre sono gli elementi comuni a tutti: intenzione, attenzione e ripetizione; ogni pratica trasformativa richiede azioni continue e ripetute, sostenute dalla volontà, ed è alimentata da un’intenzione di cambiamento esplicita alla coscienza.

 

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