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Esperienze di vita

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Sul sentiero - Parte terza

Anonimo - novembre 2009
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L’E-ducazione

 

L’Educazione è la scienza di collegare le parti integranti dell’uomo (fisico, emotivo, mentale, spirituale) e di connettere l’essere umano, a sua volta, con l’ambiente e con quel Tutto più grande in cui egli deve svolgere la sua parte; essa è, pertanto, “l’arte di costruire ponti”.
Nei gruppi umani della Nuova Era l’educazione sarà considerata opera evolutiva permanente, e diverrà, pertanto, dimensione della vita e non solo preparazione ad essa. Ogni aspetto, valutato come inferiore, sarà ritenuto l’espressione di quello immediatamente superiore, al raggiungimento del quale tenderà l’opera educativa; così se il piano emotivo è il punto focale dell’attenzione di un individuo e il centro costante della vita personale, la meta del processo educativo sarà quella di fare della natura creativo-mentale il fattore dominante e di controllo.

 

Si terrà presente, nell’opera educativa, quanto affermato da Bacone:

 

Il maggior proposito dell’avanzata istruzione è quello di far luce su quattro   questioni capitali:

    1. Cos’è l’uomo?

    2. Quale tipo di universo fisico è quello che egli abita?

    3. Per quale processo evolutivo la specie umana emerse dalla matrice della natura sì che l’uomo potè divenire l’odierno individuo autocosciente e creativo?

    4. Conoscendo qualcosa del cosmo e della natura umana, qual è il tipo migliore di società per la progressiva auto-evoluzione dell’uomo?

Gli insegnanti di tali “studi unificati” cercheranno di rispondere a simili domande e forniranno agli studenti i dati e gli stimoli necessari perché essi giungano a darsi le loro proprie risposte; docenti e discenti saranno “operatori di sintesi”.
Ogni insegnamento, pur in continuità con il passato, fornirà una meta allo sforzo del presente e indurrà una ulteriore illuminazione; ciò avverrà poiché esso sarà collegato all’Educazione, e non solo all’istruzione:

 

L’istruzione differisce dall’educazione…l’istruzione fornisce i mezzi per praticare ciò che l’educazione insegna. La prima sviluppa nell’uomo la conoscenza dei suoi doveri; la seconda rende l’uomo capace di praticarli…   (G. Mazzini)

 

L’Educazione dell’Età dell’Acquario punterà allo sviluppo della Volontà, della Discriminazione, della Sintesi e dell’Intuizione, requisiti del piano mentale che potenzieranno qualità come autocoscienza e autosufficienza, fiducia e autofiducia, resilienza e forza nell’agire, necessarie a portare avanti propositi spirituali e progetti evolutivi.
Sarà  alimentata l’aspirazione a potenziare capacità e virtù per poter meglio servire; ciò condurrà lo studente ad un atteggiamento responsabile di autoformazione e renderà spesso superfluo l’evidenziazione di mancanze ed errori.
Sarà curata l’Educazione al Pensiero e all’Azione. Si riconoscerà che “il Pensiero crea”, e si inviteranno gli allievi a determinare - con la ripetizione di pensieri luminosi - la propria realtà, e a modificare quella del Pianeta, inquinata da irradiazioni d’odio e di egoismo. Il Pensiero sarà strettamente collegato alla Prassi; si svilupperà, pertanto, con quotidiana vigilanza, la Coerenza, che dia all’agire dignità morale e maggiore efficacia pratica:

 

L’istruzione dovrebbe aiutare lo studente a diventare un pensatore e a rifuggire dall’imposizione di controlli mentali. Egli dovrebbe essere aiutato a pensare autonomamente e incoraggiato a esprimere i propri pensieri. Essere in grado di impiegare costruttivamente una mente addestrata è una grande gioia. Lo stimolo a pensare è stato troppo affidato ai propositi incentrati sul proprio tornaconto a discapito del bene comune.   (Foster Bailey, L’attuazione del Piano di Dio)

 

Si analizzeranno gli elementi essenziali delle varie religioni del mondo, ma si presenterà anche il concetto più ampio di “spiritualità”, allargando la prospettiva ad una possibile futura “Religione mondiale”, che unifichi l’aspirazione religiosa di tutta l’umanità superando pregiudizi e separatismi.
Si considererà che la “Scuola  e-ducatrice” è un organismo che è vitale solo se sono realmente presenti e coinvolti, ognuno con il proprio ruolo specifico, tutti coloro che, per diversi aspetti, hanno rapporti con essa: insegnanti, genitori, dirigenti, personale non docente. Essa vede necessariamente e intimamente coinvolte nelle sua vita le famiglie degli allievi, con le quali saranno stabiliti rapporti frequenti ed amichevoli sin dai primi anni d’istruzione. L’intero processo educativo sarà affidato pertanto a queste due componenti - docenti e genitori -  che lavoreranno all’unisono, in compartecipazione e collaborazione, ognuna secondo i propri ruoli e competenze.
I docenti sentiranno profondamente il loro ruolo di  guide; saranno figure di riferimento dal punto di vista dello sviluppo cognitivo ed emotivo, sempre comunque impegnati in prima persona nel processo di educazione ed autoeducazione permanente. Dai docenti emanano, oltre alle attività educative, i principi che ispirano l’operare della Scuola, le sue mete, le vie da percorrere, le scelte pedagogiche, i programmi e le metodologie, la valutazione.
I genitori sono il sostegno morale della Scuola; sono  la base di serenità e fiducia su cui amministratori e insegnanti possono svolgere le loro importanti e delicate mansioni.
La serenità deriva dalla certezza che in ogni evento i genitori saranno presenti con vigile attenzione e amorevole operosità.
La fiducia nasce dal rapporto di stima reciproca che si stabilisce tra docenti e famiglie, aventi tutti la stessa meta: la realizzazione umana e spirituale dei giovani.
Insegnanti e famiglie saranno consapevoli di appartenere ad una comunità educante dedita al sacro compito di curare la formazione psichica e intellettuale di esseri umani in crescita:

 

Come dice Pirogoff: «Si dovrebbe prestare un’attenzione più viva all’educazione infantile che all’istruzione»; e in questo ha pienamente ragione. Tuttavia nella vita di ogni giorno la parola educazione ha assunto la connotazione bruttissima di apprendimento delle buone maniere e di addestramento sportivo. Quasi nessuno riflette sul fatto che l’educazione riguarda essenzialmente la sostanza interiore dell’uomo e il suo carattere, e concerne la pratica di instillare le basi dell’etica nella coscienza del bambino, possibilmente fin dai primissimi anni.   (Helena Roerich, Lettere, II)

 

Nel primo capitolo dell’opera giovanile “La Missione dell’educazioneKrishnamurti afferma che quella dell’educatore è una delle professioni  più nobili e che una giusta educazione aiuta ad essere sensibili, liberi, fraterni.
Attraverso un’adeguata educazione si potranno formare, infatti, generazioni di giovani che:

  • rifiutino come tristemente obsoleti separativismi religiosi, regionalistici e nazionalistici;  

  •  intendano sperimentare nuove e fraterne modalità comunitarie;

  • aspirino a realizzare  modelli sociali ed economici basati sulla cooperazione;

  • operino per stabilire rapporti responsabili e rispettosi con la natura e con il Pianeta. 

Nella Scuola - aggiunge Krishnamurti - insegnanti e allievi esploreranno non solo il mondo esterno della conoscenza ma anche il proprio pensiero e il proprio comportamento per svelare i condizionamenti che distorcono la realtà. Solo liberi dai condizionamenti si può veramente imparare. Riguardo a tale “educazione alla libertà”, egli, pur sostenendo con forza la necessità della formazione all’autonomia critica, dichiara che la libertà “ ...non è l’opposto della prigionia o una fuga dalle circostanze in cui siamo intrappolati” né può mai tradursi in capriccioso arbitrio ma si trova “...nella comprensione di ciò che è e nell’andare oltre”.
L’insegnante che ha compreso e accettato profondamente il suo ruolo educativo, formativo ed evolutivo, sentirà la necessità del suo gioioso “sacrificio” nella costante tensione ad una “formazione individualizzata”:

 

Nulla di fondamentale valore può essere compiuto attraverso l’istruzione di massa, ma solo attraverso l’attento studio e la comprensione delle difficoltà, delle tendenze e delle capacità di ogni studente. …(Tale scuola potrebbe)  fiorire solo con il sacrificio di sé.   (Krishnamurti, La Missione dell’educazione)

 

I giovani a lui affidati saranno oggetto di costanti cure e attenzioni,  volte a sviluppare creatività e armonia, e a potenziare l’aspirazione ad una educazione permanente: "L'educazione è in ogni momento... ogni momento di vita deve essere considerato con la stessa attenzione" (Gisèle de Faille, fondatrice del movimento educativo CEMEA).

 

L’educatore “artista”

 

L’insegnante della Nuova Era terrà presente che l'educazione attraversa ogni momento della vita (personale, relazionale e sociale) e che, pertanto, la consapevolezza di essere agenti di educazione riguarda tutti ed emerge in ogni contesto, riguarda il ruolo come la persona. Chiunque, a qualsiasi età, si trova ad avere contatti di potere, di dipendenza, di autorità, di diritto, nei confronti di altri, si trova automaticamente anche in condizione di esplicare azioni educative.
Nel corso di un’opera educativa illuminata si tenderà a produrre l’atteggiamento costante di “imparare dalla vita”, secondo l’insegnamento di Rudolf Steiner, il quale sosteneva che tale facoltà dell’adulto viene preparata durante il tempo della scuola:

 

…l’uomo può diventare capace di apprendere durante la sua intera vita, divenire una persona che impara dalla vita. Ma a questo egli deve essere educato.   (R. Steiner)

 

Egli dichiara anche che ciò che è più importante per un insegnante non è la sua capacità pratica ma la sua disponibilità interiore, i suoi pensieri non espressi in parole, poiché gli allievi sono interessati all’esistenza spirituale degli “adulti di riferimento”, al loro mondo interiore e al loro modo di concepire l’esistenza.
E’  confrontando queste idee con quelle che essi stessi si vanno formando della vita, che essi possono crescere in discriminazione, autonomia e saggezza.
Ciò può avvenire più celermente se viene loro offerta, e costantemente rinnovata, la fiducia:

 

La nostra pedagogia è fondata sulla fiducia... La nostra fiducia deve esistere verso tutti, senza alcuna eccezione... Tutti, deboli o forti, hanno bisogno che noi diamo loro la nostra fiducia. Ogni essere umano, senza distinzione di età, di origine, di convinzioni, di cultura, di situazioni, ha diritto al nostro rispetto.   (Gisèle de Faille).

 

Le attività educative saranno pertanto basate sul principio del rispetto delle particolarità e delle specificità delle personalità e, insieme, sulla convinzione che ogni individuo ha la possibilità ed il desiderio di far emergere sempre più chiaramente la luce dell’anima:

 

Una personalità è un’unità di energia coordinata, sincronizzata e tenuta insieme da un’unità di energia superiore, l’anima umana. “Lasciate che l’anima controlli la forma esterna, la vita e tutti gli eventi e porti alla luce l’amore alla base degli eventi di tutti i tempi”.   (Foster Bailey, Riflessioni)

 

Dalla consapevolezza che ogni azione educativa richiede un contesto empatico nascono l’ascolto attivo e partecipe; l’attenzione e la cura delle attività e delle esperienze;  la capacità di leggere le richieste degli allievi attraverso le loro reazioni o l’apparente assenza di reazioni; la volontà di essere “incisivi” senza forzare; la disponibilità a recepire il mondo esterno e interno degli studenti leggendo in profondità nelle loro e nelle proprie sensazioni; l’organizzazione di un contesto per tutti educante; l’instaurazione di una relazione di rispetto, di attenzione, di apprendimento significativo in ogni momento e aspetto del processo educativo.

 

Saranno interiorizzate le convinzioni che:

  • ogni essere umano ha l’aspirazione a svilupparsi e perfino a trasformarsi nel corso della sua vita;

  • la crescita delle persone  che si sviluppa in atmosfere di accoglienza produce condizioni di fiducia, in cui possono fiorire atteggiamenti non violenti, non competitivi, non giudicanti; 

  • l'educazione si rivolge a tutti e in ogni momento del percorso di vita;

  • l’azione educativa va condotta in contatto diretto e costante con l’esperienza;

  • ogni essere umano, senza distinzione d'età, d'origine, di convinzioni, di cultura, di situazione sociale, ha diritto a rispetto e ad attenzione.

L’insegnante-formatore, che si offre con disponibilità allo sguardo e alle considerazioni degli studenti, è pronto ad aperture creative; egli è “un artista” - afferma lo Steiner -  poiché ha un’idea e tende a svilupparla con i suoi allievi, che lo osservano e con lui si confrontano con libertà, poiché sanno di essere “al sicuro nel suo cuore”.

Egli dimostrerà di avere una forza interiore indipendente, che gli allievi sentiranno entrare nel flusso della vita di classe, creando saldezza  e sicurezza.

Sarà dotato - secondo lo Steiner - di determinate  qualità:

  • senso di responsabilità verso coloro che gli sono affidati;

  • immaginazione intuitiva, che gli permetterà di percepire con immediatezza;

  • coraggio della verità, che darà coerenza al suo agire;

  • spirito di iniziativa, che darà vigore e varietà all’insegnamento;

  • interesse per il mondo, che donerà aperture di visione anche ai suoi allievi.

Il docente della Nuova Era, pertanto, pur potendo attraversare, naturalmente, situazioni di dubbio e  di personali incertezze, mostrerà comunque luminosa dedizione; non si ridurrà a presentarsi solo come trasmettitore e verificatore di conoscenze, ma amerà i suoi studenti di un amore-intelligente, personale ed impersonale, e curerà che lo stesso amore circoli creativamente  nel gruppo di coloro che sono istruiti, originando senso di appartenenza al gruppo e alla Scuola. Egli ricorderà che, come indica Platone nel “Menone”, “ogni educazione è autoeducazione” e lavorerà per  creare le condizioni perché il discente si risvegli a se stesso.

 

L’insegnante “motivatore di percorso” si proporrà, pertanto, come:

  • “essere in divenire” che evolve e impara insieme agli alunni;

  •  “insegnante-persona” che, avendo percorso un più lungo cammino, dal suo imparare crea qualcosa di nuovo;

  • “facilitatore di conoscenza”, che crea entusiasmo per il sapere;

  • “mediatore di consapevolezze”, che sviluppa maieuticamente fiducia e potenzialità.

In ogni processo educativo sarà costante la tensione alla “saggezza dell’altruismo”:

 

La saggezza è una meta pratica per ogni persona istruita. I nostri laureati dovrebbero includere la saggezza nella loro visione di una buona vita. La saggezza dovrebbe essere inculcata, ispirata e idealizzata. Occorre fare in modo che lo studente trovi naturale, e non un sacrificio, chiedere: “Come posso giovare ai miei tempi?”.   (Foster Bailey, Riflessioni)

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