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Esperienze di vita

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Sul sentiero - Parte quinta

Anonimo - aprile 2014
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Indice

 

Il “Pensiero in rete” e la Responsabilità
Campi morfogenetici e massa critica
I “campi” e l’evoluzione di gruppo

Penso, dunque sono
“Penso positivo”?

Hanno detto del pensiero
Le parole della mente – Le parole del cuore

Pensiero, convinzione e  “fede”
Il Risveglio e la “Virtù”
Il Pensiero coerente: il “dire” e il “fare”
Il Pensiero coerente: dire E’ fare

Coerenza e Cor-aggio
Il Pensiero Etico: “Sono forse il custode di mio fratello?”

Il Pensiero Etico:  “I Care”
Il Pensiero che sceglie l’Essenziale: la “Povertà”

Il Pensiero che si espande: dalla Paura all’Amore
Il Pensiero si apre alla Visione: dalla libertà all’Obbedienza

Il Pensiero che ordina: il Settimo Raggio
Il Pensiero “geometrico”
Il Pensiero dedicato al Servizio: il Lavoro del Discepolo
Il progresso di Gruppo

Qualità dei Discepoli di Settimo Raggio

Transizione dal Sesto al Settimo Raggio
Il Pensiero che crea il Bene: la Magia Bianca

 

 

Il “Pensiero in rete” e la Responsabilità

Sempre più si diffonde la consapevolezza che “l’umanità è una” e che, pertanto,  “ciascuno è responsabile di suo fratello”.
Anche la Scienza conferma questo riconoscimento.
Tutti gli organismi, dal filo d'erba al corpo umano, condividono una caratteristica: i vari componenti funzionano naturalmente insieme, in armonia col tutto.
Questa interazione può esser definita "sinergia"(da syn érgon, lavoro insieme).
La società finora non ha funzionato secondo questo schema, poiché ciascun componente agisce come io unico e individuale, ben distinto dagli altri io. Ma esiste un altro modello in cui la qualità essenziale è essere uno con la creazione.
Spesso il primo modello è rafforzato dalla famiglia; se i genitori proiettano il presupposto che "io sono qui dentro" mentre "il mondo e là fuori", il bambino inizierà a sentirsi un io separato.
L'io, nel tentativo continuo di trarre il senso d'identità dall'interazione con gli altri, avrà bisogno di essere amato, di appartenere o di credere: cercherà pertanto riconoscimenti affettivi, sociali o di gruppi religiosi, politici e culturali di riferimento.

Sempre più ricercatori hanno la convinzione, più volte ormai suffragata dalla scienza, che le menti si influenzano a vicenda.
Secondo alcuni, stiamo vivendo il più straordinario e cruciale momento della storia umana: la consapevolezza della progressiva integrazione delle menti umane in un unico sistema vivente, un cervello globale.
Molti meditatori riferiscono l' esperienza di avere una meditazione più profonda quando la praticano in gruppo; più ampio è il gruppo, maggiore l'effetto.
Nel 1979, alla Maharishi International Unversity, nel Massachussets, 3000 allievi praticavano una tecnica avanzata che accresce la coesione dell'attività cerebrale (coesione, in questo caso, è una misura del grado in cui diverse parti del cervello funzionano in reciproca sincronia). Un altro gruppo più ristretto praticava tecniche simili a mille miglia di distanza, nello Iowa. Nessuno, nè gli allievi nè gli sperimentatori, conosceva i momenti in cui il gruppo più numeroso si sarebbe seduto in meditazione; eppure 1'analisi dell'attività cerebrale del secondo gruppo, durante la meditazione, indicò un aumento di coesione tra gli individui ogni volta che anche il primo gruppo meditava: gli schemi di attività cerebrale del secondo gruppo erano in maggiore armonia reciproca; i loro cervelli diventavano più sincronizzati.

Ciò indica che lo stato generale di consapevolezza di ciascuno influenza quello di tutti. Se, quindi, più persone inizieranno a sperimentare stati più avanzati di consapevolezza, altri ne saranno contagiati e ciò renderà sempre più facile, a un numero sempre maggiore di individui, raggiungere stati più elevati.

 

Campi morfogenetici e massa critica

Nel 1920 ad Harvard alcuni ratti vennero addestrati a imparare a fuggire da un laboratorio riempito d’acqua. Si scoprì che le generazioni successive imparavano a svolgere il compito in tempi più brevi.
Rupert Sheldrake, fisiologo delle piante britannico, ha proposto e sviluppato la sua idea di campo morfogenetico; egli propone l’idea che i sistemi siano regolati, oltre che dalle leggi della fisica, da campi organizzativi invisibili che egli chiama “campi morfogenetici”( da morphé, forma e génesis, essere generati).
Egli afferma che se un membro di una specie biologica impara un nuovo compito o comportamento, questo, se ripetuto a lungo, influenza l’intera specie. Più membri si impadroniscono dei nuovi comportamenti, più potente diventa il campo morfogenetico e più facilmente altri individui acquisiranno nuove abilità.

Afferma lo stesso Sheldrake:

 

Quello di cui si occupa la mia teoria sono i sistemi naturali che si organizzano da soli, e riguarda la causa della forma. E la causa di tutte queste forme per me sono campi che organizzano, campi che definiscono, che io chiamo ‘campi morfici”, dalla parola greca che significa forma.
(R. Shaldrake, A new science of life)

 

In un “campo cristallino” le molecole e atomi si ordinano e si organizzano all’interno di un cristallo; in un “campo animale” le cellule si organizzano per assumere la forma dell’embrione, e poi dell’adulto della specie. In un “campo sociale”  gli individui coordinano i comportamenti, competenze e abilità.

I sistemi all’interno di ogni campo morfico - nella fisica, nella chimica, nella biologia, nella psicologia, e nelle scienze sociali - si dirigono irriducibilmente verso obiettivi precisi, ma al tempo stesso ogni campo non è rigido, evolve attraverso salti creativi, che, nel caso dell’uomo, possono essere nuove teorie o scoperte che fanno avanzare tutto il sistema. Man mano che questo nuovo modello si diffonde, esso si ripete sempre più spesso, riproponendosi con sempre maggiore forza e ampiezza, e diventando un “comportamento comune”. Nel caso di sistemi di costituzione strutturati da moltissimo tempo, i comportamenti avvengono all’interno di un campo morfico così rigido e forte che non sono quasi osservabili mutamenti (ad es. i cristalli, gli atomi di idrogeno).

Il veicolo attraverso il quale le informazioni vengono trasmesse da un sistema ad un altro viene definito “risonanza morfica”. Essa contiene in sé la possibilità che un’entità influisca su di un’altra simile, e che modelli di attività influiscano su altri modelli di attività successivi e analoghi.
Questi influssi passano attraverso, e dentro, lo spazio tempo. Quanto maggiore è la somiglianza tanto più potente è la risonanza morfica. La risonanza morfica è il fondamento di tutta la memoria intrinseca ai campi, a tutti i livelli di complessità. Qualsiasi sistema morfico, poniamo l’embrione della giraffa, si sintonizza sui sistemi precedenti e simili, in questo caso le giraffe precedentemente sviluppate. Parlando dell’uomo, questo tipo di memoria collettiva è strettamente affine a quello che lo psicologo C.G. Jung chiamava ‘l’inconscio collettivo’.

Shaldrake estende poi la sua teoria a tutto l’Universo, gerarchicamente organizzato:

 

Penso che tutti questi campi siano organizzati gerarchicamente. Le celle costituiscono i tessuti e i tessuti costituiscono gli organi e gli organi costituiscono il corpo….La nostra terra, Gaia, è contenuta nel sistema solare, il sistema solare nella galassia, la galassia in un ammasso di galassie, e in definitiva ogni cosa è contenuta nel cosmo. Quindi possiamo dire che il campo più primario e fondamentale della natura è il campo cosmico e giù giù i campi galattici, campi come il sole, i campi planetari, continentali, e così via dicendo scendendo lungo questa gerarchia a più livelli.
(R. Shaldrake, A new science of life)

 

Egli sostiene che quando un gruppo di individui inizia ad esprimere nuovi comportamenti o nuovi atteggiamenti interiori o biologici, altri individui della stessa specie li acquisiranno in breve tempo. In tal modo, intuizioni, ampliamenti di coscienza e più ampie consapevolezze si estenderebbero ad altri gruppi del “campo”.

Pertanto, secondo la teoria di Shaldrake, quanto maggiore sarà il numero di membri della società umana che eleveranno il loro livello di coscienza, tanto più facile sarà per altri effettuare il trasferimento delle energie a livelli superiori, in una specie di reazione a catena.
I cambiamenti individuali o di piccoli gruppi comporterebbe pertanto mutamenti che interesserebbero tutti i componenti del sistema; la concezione rimanda anche all’idea di una memoria collettiva umana alla quale tutti attingiamo e alla  teoria dell’inconscio collettivo di C.G. Jung.
Ogni struttura organizzata di attività, esperienza, stato mentale, stato di coscienza potrebbe trasferirsi da un individuo ad un altro, da un gruppo ad un altro per risonanza morfica. Presso molti gruppi religiosi e mistici si insegna che con riti o passaggi di coscienza chiamate spesso “iniziazioni” i neofiti sono trasferiti in quella scuola spirituale ed entrano automaticamente in contatto con la Tradizione, e con i Maestri e gli altri seguaci del passato a cui essa è indissolubilmente collegata.
Così, i buddisti affermano che mediante rituali e recitazione di mantra il nuovo adepto entra in comunicazione con l’Insegnamento, con il Guru di quella tradizione e i suoi discepoli del passato, e i cristiani affermano che con il Battesimo il nuovo nato entra nella comunità della Chiesa e può aspirare a far parte della “comunione dei santi” .
Nel laser, quando i piccoli fasci di onde diventano coerenti, cioè entrano in fase, si ha un aumento straordinario nell’intensità della luce prodotta.
Si è notato che onde le cui fasi sono connesse, sono molto più potenti di quelle fuori fase e solo a caso si cancellano parzialmente a vicenda; cento onde fuori fase, ad es., sono solo dieci volte più potenti di un’unica onda. Quindi un numero ridotto di elementi che agiscono coerentemente può facilmente eclissare un numero di elementi molto superiore che agisce incoerentemente. Basterebbe che il dieci per cento di unità agisse coerentemente per ottenere un effetto determinante.

Il maestro Gurdjieff aveva affermato che anche solo cento persone illuminate sarebbero sufficienti a cambiare il mondo; il raggiungimento della massa critica potrà determinare cambiamenti significativi della coscienza complessiva degli abitanti del Pianeta.
Questa consapevolezza rinvia costantemente alla nostra responsabilità:

 

"Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinunzino  all'azione"

(Edmund Burke)

 

Possiamo pertanto pensare di essere diretti verso un punto di ingresso, o una massa critica di coscienza, oltre la quale l’elevazione di consapevolezza supererebbe il peso d’inerzia del modello di vita fondato sull’ego.
Al di là di quella soglia, la società potrebbe essere trasformata.

Sta a noi la responsabilità di tale passaggio.

 

 

I “campi” e l’evoluzione di gruppo

Sheldrake considera strettamente connessa la teoria dei campi morfogenetici alla fisica quantistica. Ritiene che la non localizzazione, che è uno dei principi di base della fisica quantistica, sia applicabile anche ai campi morfici: in un campo morfico avviene ciò che si può osservare in un sistema quantico: le parti di un sistema rimangono “connesse” se sono state collegate, mantenendo l’unità originaria.
Il collegamento che le parti di un sistema sociale o biologico mantengono quando sono separate è analogo alla non localizzazione riscontrata nella fisica quantistica.

La scoperta dei “campi morfici” porta a riflettere su analogie con altre teorie sui “campi” dell’Universo (unificati infine in un unico Grande Campo”?).
Il “bosone di Higgs”, recente scoperta della fisica, gioca un ruolo fondamentale in quanto portatore di forza del campo di Higgs, che secondo la teoria permea l'universo conferendo la massa alle particelle elementari.
Sembra emergere sempre più chiaramente, da questa e da teorie scientifiche similari, che tutte le sostanze evolventi, le energie naturali ed umane, i pensieri, le idee, le teorie scientifiche, sociali, politiche, le comunità umane nel loro complesso emergano e procedano “in gruppi” e che sia inevitabile l’influsso reciproco dei costituenti il campo.
Questa visione, che apparteneva alla religiosità mistica (pensiamo ad es. al “corpo mistico” dei cattolici) acquista oggi più senso e credibilità poiché convalidata dalla scienza, che sempre più ribadisce e rafforza teorie prima “esoteriche” e oggi ormai “essoteriche”.
Sembra che le verità prima riservate a pochi, vengano ora “proclamate dai tetti”, e che la coscienza più avanzata dell’umanità - rifiutando sempre più dogmi e “verità rivelate”   da avatar, entità “divine” venute in contatto con gli uomini, maestri e istruttori, antiche e insondabili “tradizioni” , insegnamenti di “antica saggezza” – sia in grado di accogliere con convinzione solo quanto è accettato dalla ragione e sostenibile scientificamente e non più ciò che è “sentito come verità” da soggettività individuali o da aggregazioni e comunità spirituali.
In un futuro che si auspica prossimo non sarà più necessario “credere per fede”, vivendo dilemmi e scissioni interiori tra l’aspirazione alla spiritualità e il rifiuto della la Ragione che si ribella al dogma.
Per quanto riguarda aspiranti e discepoli, il Maestro Tibetano, e numerosi altri Istruttori, affermano che nei nuovi tempi l’evoluzione non avverrà attraverso l’abbandono al guru ed il devozionalismo né sarà più individuale (le “ascensioni solitarie”) ma di gruppo; in tale gruppo, ognuno ha il suo “compito” specifico in base alle proprie disposizioni ed abilità; ognuno svolge la sua parte nella cordata; ognuno con il suo comportamento può accelerare o ritardare l’ascensione di tutti; il maggiore nutre il minore; i fardelli sono condivisi.
Le teorie sui “campi” accrescono pertanto la nostra responsabilità: siamo tutti cocreatori di “campi”, in cui ciascuno evolve più o meno anche per l’influsso complessivo del “campo” in cui è inserito, e che, con pensieri, azioni ed omissioni, contribuiamo a formare.

 

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