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Filosofia Quantistica e Spiritualità di Ulrich Warnke

FILOSOFIA QUANTISTICA e Spiritualità

La chiave per accedere ai segreti e all’essenza dell’essere. Di Ulrich Warnke
Traduzione a cura di Corrado S. Magro
In esclusiva assoluta per l'Italia, per gentile concessione dell’autore e dell’editrice Scorpio la traduzione del libro di Ulrich Warnke: Quantenphilosophie und Spiritualität.

 

 

Capitolo 4 - Gennaio 2015

Tutto trae origine dalla consapevolezza

 

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4.6 Consapevolezza universale e memoria di fondo campo delle informazioni

 

Secondo la nostra definizione precedente, la consapevolezza è in primo luogo una proprietà del nostro sistema fisico-mentale-spirituale (vedi anche cap. 7). Come può la natura nel corso della sua evoluzione dotarci di consapevolezza se essa stessa non ne possiede una? Di rimbalzo, la natura è un prodotto dell’universo per cui noi possiamo postulare che anche l’universo possiede una consapevolezza.

Dopo avere appreso che la nostra consapevolezza può azionare la realtà ed elaborare informazioni finalizzate e dopo avere stabilito che la consapevolezza è una proprietà universale, ci dobbiamo chiedere se anche la consapevolezza universale può azionare la realtà. Per logica la risposta è affermativa: essa commuta informazioni finalizzate. Gli effetti li vediamo nei risultati del processo dell’evoluzione. Con ciò è chiaro che la consapevolezza cosmica compresa quella del settore che noi chiamiamo natura, in principio è identica alla nostra.

Il fisico Eugene Paul Wigner (1902-1995), premio Nobel 1963, a proposito di ciò disse: «la teoria quantica dimostra l’esistenza di una consapevolezza universale nel cosmo».

Noi postuliamo: la consapevolezza universale è composta dalla consapevolezza del totale degli enti. Essa comprende la somma di tutti gli istanti di consapevolezza dei singoli esseri e causa la forza creativa universale.

Albert Einstein disse: «Un essere umano è la parte di un tutto che noi chiamiamo Universo… Egli apprende se stesso, le proprie emozioni e i propri pensieri, come separati da tutto il resto, una sorta d’illusione ottica della propria consapevolezza» (vedi Wilber, Halbzeit der Evolution, 1984).

Esperienze consapevoli, ricordi, il vissuto, necessitano capacità di memorizzazione e la possibilità di riaccedervi velocemente. Se noi siamo parte del tutto è ovvio che la consapevolezza non solo ricorre al trasferimento d’informazioni limitato a noi stessi ma anche che si serva dell’Oceano delle Immense Possibilità. Tutti i nostri ricordi non traggono origine dalle strutture cerebrali, come lo scibile ufficiale pretende sempre di specificare, bensì da un serbatoio universale di immane grandezza che memorizza informazioni (Campo Psi, Campo Punto Zero, Vuoto, Oceano delle Immense Possibilità). L’intensità del collegamento con questo serbatoio d’informazioni varia da individuo a individuo.

Alcuni esperti di questo settore, sulla base delle ricerche, propagano una interdipendenza tra campo d’informazione, consapevolezza, e memoria. Walter Schempp, docente di matematica all’università di Siegen e ricercatore del Campo Punto Zero, afferma che memoria a lungo e memoria a breve termine non giacciono nel cervello, bensì nel Campo Punto Zero (Schempp 1993/McTaggert 2007 cap. 5).

M. Jibu e K. Yasue, due ricercatori con eccellenti conoscenze della materia, dicono: «Quello che noi conserviamo nei ricordi, è semplicemente un’emissione coerente di segnali dal Campo Punto Zero. Ricordi più estesi sono raggruppamenti strutturati di tali funzioni oscillanti» (Jibu/Yasue, 1993).

Di conseguenza tutto quello che un giorno accadde, è impresso in un campo d’informazioni. Ma le informazioni possono essere elaborate da noi solo sulla base del vissuto di cui abbiamo fatto esperienza fino ad ora. In questo modo la consapevolezza ci permette di fare esperienze e di elaborarle in forma mirata. Ogni conoscenza individuale è quindi punto di partenza per processi trasformati dalla consapevolezza, motivo per cui ogni singolo individuo agisce, pensa e sente diversamente.

Secondo la fisica quantistica sono solo forza competente, tempo competente e informazione competente, quindi reale, le caratteristiche possibili di evidenziare. L’entità (= ciò che ha un essere) che non espone alcuna caratteristica, resta oscillazione nell’Oceano delle Infinite Possibilità.

Da queste proprietà quantistiche risulta un aspetto interessante: poiché la consapevolezza non ha alcuna proprietà al di fuori di se stessa, essa può rimanere universale quale oscillazione e, nel caso di uso concreto, presentare attraverso l’IO alla ragione e alle emozioni che sviluppano le percezioni come entità, ma anche come singoli bocconcini del tutto, e così mediare tra il campo d’informazione universale e la materia.

Ma se la consapevolezza è una proprietà universale, essa sorpassa il piano dell’autoistanza. Devono dunque esserci una o più istanze superiori al nostro IO.

Esiste un IO paragonabile dell’universo? Oppure un Se Stesso universale che contiene la consapevolezza assoluta?

Il campo universale dell’informazione viene modulato nella sua struttura attraverso noi individui, e il suo effetto rimbalza su di noi. Anche qui interviene il principio dell’effetto retroattivo:
❯ Noi crediamo (sappiamo) basandoci sui nostri pensieri e sulle nostre emozioni.
❯ I nostri pensieri e le nostre emozioni sono una conseguenza delle nostre esperienze.
❯ Le nostre esperienze provengono dalla nostra consapevolezza conscia e inconscia.
❯ I nostri momenti di consapevolezza sono parte di un campo d’informazione individuale.
❯ Il campo d’informazione individuale è parte essenziale dello spirito universale.
Nel Dhammapada, una raccolta di massime del Budda, sta scritto:
«Lo spirito è il precursore di tutte le cose, l’essenza di base di tutto quello che esiste. Tutte le cose traggono origine dallo spirito, sono state create e guidate dallo spirito».

Il Se Stesso universale con consapevolezza assoluta sarebbe un campo delle informazioni ancestrali complete e potenza dell’ordine. Possiamo noi raggiungere e attingere a questo Se Stesso universale con il nostro volere per ottenere per esempio guarigione intesa come ripristino di un ordine primordiale?

 

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