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Filosofia Quantistica e Spiritualità di Ulrich Warnke

FILOSOFIA QUANTISTICA e Spiritualità

La chiave per accedere ai segreti e all’essenza dell’essere. Di Ulrich Warnke
Traduzione a cura di Corrado S. Magro
In esclusiva assoluta per l'Italia, per gentile concessione dell’autore e dell’editrice Scorpio la traduzione del libro di Ulrich Warnke: Quantenphilosophie und Spiritualität.

 

 

Capitolo 4 - Gennaio 2015

Tutto trae origine dalla consapevolezza

 

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4.7 Anche il tempo trae origine dalla consapevolezza

 

Il tempo non si mette in discussione. Lo conosciamo fin da piccoli come un susseguirsi cronologico o come orario. Il movimento rotatorio della terra attorno al proprio asse regola il giorno e la notte in relazione al sole. L’asse terrestre determina i mesi e le stagioni durante il suo movimento di rivoluzione. L’orologio accompagna da tempo l’uomo, e il tempo è oggi una componente con sempre maggiore importanza. Tutta la vita è sincronizzata sul tempo. Poiché esso è fortemente ancorato nel nostro pensiero, nel nostro linguaggio e nel nostro modo di agire, siamo certi in assoluto che esiste:

  1. un passato ben definito,

  2. un presente immediato,

  3. un futuro aperto.

Questo è solo una illusione perché passato e futuro sono puri risultati del pensiero. L’impressione di un tempo che va, è l’effetto che la consapevolezza con l’aiuto della percezione, delle emozioni e della ragione ci presenta come un susseguirsi di singoli eventi. Senza consapevolezza non esistono eventi e in assenza di eventi la consapevolezza si spegne.

Ecco un esempio da esperimenti eseguiti in Russia: Il soggetto di prova giace nell’acqua calda nel buio più assoluto dentro un tubo totalmente insonorizzato. A seguito dei risultati è accertato che, per l’assenza assoluta di avvenimenti, la sua facoltà mentale consapevole e pianificatrice si arresta abbastanza presto. Al suo posto subentrano allucinazioni o l’immersione in un altro mondo.

L’interpretare, dare valore, catalogare e dividere il mondo,  generare una struttura del tempo è oggetto della ragione. Assetto e logica sono connessi a decorsi di tempo passati, presenti e futuri.

La consapevolezza non fa altro che rilevarli e computarli quali contrasti, diventando così anche generatrice del tempo. Luce e buio, caldo e freddo, silenzio e rumore sono opposti che rendono possibili la percezione di un cambiamento di un prima e di un dopo e così del flusso del tempo. Noi dipendiamo quindi dalla percezione degli opposti. Io non posso sapere cosa è il freddo se non ho mai conosciuto il caldo e il torrido. Io non so cosa è la gioia senza avere conosciuto la tristezza e la melanconia. Esempi del genere ce ne stanno un’infinità. Riceviamo informazioni solo quando noi discerniamo differenze tra punti nello spazio e nel tempo e possiamo percepire l’ambiente attorno a noi solo quando esso ci presenta differenze fisiche che abbondano nei campioni d’interferenza delle frequenze fondamentali.

Il tempo non è altro che un susseguirsi di eventi: la percezione di un prima e di un dopo. Lo scorrere del tempo è il movimento tra un “prima di” e un “dopo di” e quale grandezza misurabile deve essere riconosciuto e valutato da una consapevolezza, senza la quale non sarebbe una grandezza misurabile. Noi interpretiamo tutte queste grandezze immagazzinate nella nostra memoria come lo scorrere del tempo. Se la mente è ferma noi restiamo solo nel presente. Passato e futuro si sviluppano solo nei nostri pensieri.

Einstein dice: «Il passare del tempo è una pura illusione».

Il flusso del tempo così generato può cessare. Nella condizione di equilibrio termodinamico non esiste una percezione del tempo  perché non vi sono differenze e quindi nemmeno più eventi.

Il tempo vive di differenze, cambiamenti, opposti e di quello che ne deriva. In assenza di diversità e di contrasti non c’è una durata e non c’è più un tempo. Senza tempo il mondo percepibile resta fermo. E poiché noi nella nostra vita quotidiana restiamo tributari delle differenziazioni, una visione olistica di questo mondo ci risulta così estranea.

La velocità del tempo che scorre nella giovinezza è diversa da quella della vecchiaia. Poiché la percezione del tempo dipende da quello che avviene in un periodo, fasi ricche di eventi sembrano “volare via” in un istante, mentre periodi poveri di avvenimenti durano un’eternità e danno origine alla noia. Uno sguardo retrospettivo ci presenta tuttavia una situazione paradossale. Dato che in un periodo ricco di eventi è stata memorizzata molta informazione, questo periodo appare lungo in retrospettiva. Al contrario, periodi poveri di eventi ci sembrano brevi: «Un altro anno è volato via. Il tempo fugge via sempre più veloce». È questa la sensazione dominante quando abbiamo memorizzato una piccola quantità d’informazioni.

 

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