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Filosofia Quantistica e Spiritualità di Ulrich Warnke

FILOSOFIA QUANTISTICA e Spiritualità

La chiave per accedere ai segreti e all’essenza dell’essere. Di Ulrich Warnke
Traduzione a cura di Corrado S. Magro
In esclusiva assoluta per l'Italia, per gentile concessione dell’autore e dell’editrice Scorpio la traduzione del libro di Ulrich Warnke: Quantenphilosophie und Spiritualität.

 

 

Capitolo 4 - Gennaio 2015

Tutto trae origine dalla consapevolezza

 

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4.9 Retroset, condizionamento di un passato

 

In nessuna formula di fisica sulle leggi di natura s’incontra un vettore selettivo di tempo diretto soltanto verso il futuro. Tutte le formule sono simmetriche sull’asse temporale, per cui passato e futuro assumono lo stesso valore e non sono da distinguere a piacere.

Eppure fino ad oggi viene ignorato che nel mondo delle particelle microscopiche in presenza di una qualsiasi emissione affluiscono indietro onde sulle particelle cariche (oscillazioni avanzate) e dalla medesima sorgente scorrono ugualmente onde verso il futuro (oscillazioni ritardate). Un elettrone eccitato sviluppa una irradiazione di campo che presenta un mix di oscillazioni simmetriche nel tempo, che si propagano in direzione del futuro e in direzione del passato. Le particelle entrano così tempo-simmetriche in azione reciproca tra di loro e precisamente con un continuo accoppiamento reattivo di informazioni avanzate e ritardate (Cramer 1986). Riferiremo in dettaglio nel capitolo 5 su questo meccanismo.

Anche le equazioni di Maxwell prevedono due soluzioni, una con l’equivalente positivo delle oscillazioni di energia che vanno verso il futuro, mentre l’altra descrive un’oscillazione negativa che scorre verso il passato.

Per i fisici non è una sorpresa constatare che, contro ogni nostra esperienza quotidiana, i sistemi energetici si orientano al passato.

In presenza di sistemi non lineari in fase coniugata (conosciute nell’ottica come riflesso) la materia viene pompata con una radiazione specifica e un raggio incidente viene “riflesso” nel passato, diffratto all’indietro. Questo effetto quasi sconosciuto all’origine, fu scoperto nel 1972 presso il Moscow’s P. N. Lebedev Physical Institute. La conseguenza è che p. es. in presenza di diffusione stimolata all’ indietro di Brillouin (dal fisico francese) da una situazione di disordine, di caos, nasce un nuovo ordine. Il raggio incidente viene inviato indietro con esattezza alla sorgente, “time reversed” e amplificato (viene irradiata indietro più energia di quella inserita). Il sistema è totalmente autarchico, tuttavia tutta l’energia viene dall’ambiente e genera negentropia (Pepper 1982, 1986, Fisher 1983).

L’effetto dell’esperimento non fu constatato soltanto nell’ottica (determinante nelle trasmissioni a fibra ottica). Lo si ricercò anche negli elettroliti e i risultati sono stati a dir poco fantastici. Venne fuori che reazioni chimiche possono scorrere indietro sulla coordinata del tempo e quindi nel passato. Fu così che il gruppo di lavoro di Denis Evans dell’Australian National University, poté ricondurre nel tempo l’evento di una reazione chimica fino al suo stato iniziale di partenza. Ciò ha lo stesso significato della produzione di negentropia: tempo che avanza = operazione entropica, tempo che indietreggia = operazione negentropica (time reversed) (Wang e altri 2002).

Il vettore del tempo postulato in direzione del futuro risulta dalla seconda legge della termodinamica (Ball 1999).

Dalle ricerche però è dimostrato ora che il secondo principio della termodinamica non può essere salvaguardato nei piccoli accorpamenti e con esso non più il binario a senso unico del tempo (Calmers 2002, Gerstner 2002).

Nei sistemi poveri di particelle possono riprodursi situazioni che con molta probabilità sono presenti nei sistemi più ricchi. Questo è il motivo per cui la seconda legge della termodinamica non può essere applicata generalmente nei piccoli accorpamenti (Schewe e altri 2002).

È importante: Effetti macroscopici appropriati traggono origine da negentropia macroscopica. Nel caso che l’ordine microscopico
in itinere venga capovolto, distrutto o nuovamente restaurato, questo genera effetti macroscopici (Sachs 1987).

 

Dimostrazioni di previsione trascendentale?
L’effetto anticipante

Quando riconosciamo qualcosa coscientemente, lo definiamo con “Adesso”, il presente. Risultati di diverse ricerche mostrano però che parti dell’organismo “sanno” già in questo momento che presto avverrà qualcosa.

Come riusciamo noi a vedere l’esatta posizione di un’auto lanciata a 300 km all’ora (83m/sec)? È impossibile con un cervello con una velocità di risposta di riconoscimento ritardata di 100 millisecondi (ms) che alla velocità data della macchina da corsa corrispondono a 8,3 metri dopo.

Noi possediamo un meccanismo precognitivo, un riconoscere anticipatorio di stimoli mobili attraverso la retina. È stato possibile dimostrare che l’organo visivo precede l’oggetto, sotto la guida di una consapevolezza inconscia.

Derek H. Fender del Politecnico della California confermò tale effetto con un esperimento: l’occhio fissa esattamente sei millisecondi prima il punto dove si fermerà un raggio luminoso traballante che scorre sulla traiettoria a caso di una parete.

Teniamo presente che dal momento che l’occhio registra un oggetto, occorrono ben 30 ms fino a quando vengono eccitati i nervi ottici sensibili alla luce. Altri 5 ms sono necessari per fare arrivare l’informazione al cervello. Perché l’oggetto visto venga riconosciuto è necessaria un’associazione dell’evento con un’esperienza relativa della durata di altri 100 ms.

Dalla percezione dell’oggetto fino al suo riconoscimento, passano quindi 135 ms. Aggiungendo i 6 ms iniziali per la messa a fuoco dell’occhio, arriviamo a 141 ms per il riconoscimento consapevole dell’oggetto.

Già gli esperimenti pubblicati negli anni del 1980 dimostrano che con il nostro cervello avvistiamo qualcosa di ben mirato prima che la nostra consapevolezza ne prenda conoscenza (Benjamin Libet e altri 1983, Libet 1985).

Libet misurò il gradiente del potenziale simmetrico d’immediatezza. Si tratta di un potenziale elettrico negativo misurabile con un elettroencefalografo, che si sviluppa quando deve essere eseguito volutamente un movimento.

Fu un risultato sorprendente quando il potenziale d’immediatezza si attivò in media circa 550 ms prima del movimento. La consapevolezza dell’intenzione di muovere un dito, in media si fece però notare solo 350 ms dopo la constatazione del potenziale d’immediatezza, quindi 200 ms prima dell’esecuzione del movimento.

 

potenziale d’immediatezza = -550 ms (considerare il segno meno)
coscienza dell’intento = -200 ms
movimento = 0 (esecuzione)

 

L’interpretazione che Libet diede ai suoi risultati fu che il cervello introduce un movimento o come minimo la preparazione ad un movimento, prima che di questo esista una qualsiasi presa di  coscienza soggettiva che lo abbia deciso (Libet 1985).

Questo risultato scatenò un dibattito su diversi fronti. Libet non fu creduto perché alla fine ciò avrebbe potuto significare che noi non possediamo affatto il tanto declamato libero arbitrio. Secondo E. Kant la libertà del mio volere comporta che io dia a me stesso le norme del mio agire. Nel frattempo gli esperimenti di Libet vennero ripetuti diverse volte e migliorati ma i risultati rimasero in sostanza identici (Haggard & Eimer 1999, Miller & Trevena 2002, Trevena & Miler 2002).

Lo stesso Libet non vide contrapposizione tra i risultati ottenuti e il principio del libero arbitrio e dimostrò che i soggetti di prova preparavano già il movimento inconsciamente, ma erano pure in grado di interromperlo da se stessi 100 ms prima dell’esecuzione.

 

potenziale d’immediatezza = -550 ms
coscienza d’intento = -200 ms
interruzione =-100 ms
assenza di movimento = 0

 

Se consideriamo i risultati di nuovi esperimenti, la successione degli eventi presenta comunque delle singolarità: L’esperienza soggettiva di un atto voluto si manifesta in media 200 ms dopo l’inizio dell’attività cerebrale (potenziale d’immediatezza). E ancora molto più singolare: L’esperienza soggettiva a seguito di uno stimolo cutaneo subentrò 50 ms prima dell’applicazione effettiva dello stimolo (Roth 1998).

Anche la conoscenza del contenuto di un’immagine prima che venga proiettata, si riveste di misticismo. I soggetti di prova che visionano le immagini che appaiono su uno schermo mostrano un diverso potenziale d’immediatezza a seconda del contenuto delle immagini. Queste significative correlazioni vengono fuori prima che le immagini appaiono. Evidentemente l’organismo “sa” ben più di quello che lascia immaginare l’informazione vocale trasmessa attraverso la consapevolezza.

Anche in Germania furono eseguiti esperimenti sulla previsione. Clemens Maidhof del Max Planck di Lipsia per la Ricerca Neuroscientifica e Cognitiva, ha stabilito che la consapevolezza di un pianista che per una svista inconsapevole sbaglia tasto, ha registrato l’errore già prima e qualche volta arriva a correggere un decimo di secondo prima dell’esecuzione l’errore registrato. Anche questo è stato misurato con l’EEG.

Ed ecco il sorprendente risultato di un esperimento eseguito dal gruppo di Daryl Ben della Cornell University. In un test di memoria i soggetti in prova “ricordavano”, o meglio sapevano già, con un’elevata probabilità quali parole, generate più tardi sulla base di un generatore di casistica, avrebbero dovuto trascrivere al computer. Questa capacità di “previsione” fu confermata da un’altra prova. Da tempo sappiamo che le parole a commento di un’immagine, anche se mostrate per un momento talmente breve, che non può varcare la soglia della consapevolezza, influenzano la valutazione dell’immagine. Quando p. es. venne inserita per un attimo la parola “bello” sul quadro di un paesaggio eseguito a grosse pennellate di colore, la maggior parte di chi lo contemplava, lo giudicò bello. Se invece la parola inserita era “brutto” la maggior parte lo giudicò tale. Questi “sublimal primings” (adescamenti subliminali) sono stati proibiti nella pubblicità per evitare di manipolare i clienti.

Il già noto procedimento di test venne modificato. I soggetti ora avrebbero dovuto giudicare il quadro prima che la parola di valutazione venisse inserita. Ed ecco che il giudizio sui quadri, dato ben prima dell’inserimento del termine di valutazione, veniva a coincidere con quest’ultimo, quasi che la consapevolezza conoscesse già quale parola sarebbe stata inserita più tardi.

Test supplementari fornirono risultati identici con individui del tutto normali che furono in grado di prevedere eventi futuri con una rilevanza leggermente superiore al tasso della casistica. Le grandezze dell’effetto (grandezze di valutazione in rapporto alla probabilità della riproduzione dell’evento) si situavano tuttavia a un livello superiore di quelli di una serie di effetti causali scientificamente riconosciuti, grossomodo dell’uso di preservativi e della diminuzione d’infezioni da AIDS, o dell’assunzione di calcio e dell’aumento della massa ossea, o del fumo passivo e il rischio di cancro ai polmoni. Dagli esperimenti venne anche rilevato chiaramente che ci sono individui che manifestano una capacità precognitiva fino al doppio di quella della media (Bem e altri 2010).

 

Psicocinesi retroattiva - un effetto quantistico che svela un aspetto trascendentale della consapevolezza

Alla base c’è l’estrema sorpresa del risultato di uno studio scientifico di Leonard Leibovici, docente di medicina interna in Israele, esperto in infezioni cliniche, oppositore accanito della medicina complementare. Leibovici si confrontò con la seguente domanda: Che effetto hanno le preghiere per la guarigione su un gruppo di 4000 pazienti ammalati di sepsi? Il metodo di studio e di valutazione, fu costruito su basi rigorosamente scientifiche. I pazienti, sulla base di un generatore di casistica, furono divisi in due gruppi: A e B. Si pregò per uno solo dei due gruppi, ma nessuno, né i pazienti né il personale curante, sapeva per quale. I nominativi delle persone del gruppo relativo vennero dati ad una terza persona che da molto lontano pregava per lo stato di benessere e per la salute del gruppo.
I risultati:

  1. Nel gruppo per cui venne pregato, morirono meno pazienti del gruppo di controllo nella proporzione 28,1:30,2 per cento

  2. Il periodo di degenza del gruppo per cui si pregava era stato significativamente più breve.

  3. Altrettanto più breve fu la durata dello stato febbrile di questo gruppo (Leibovici 2001)

Che le preghiere abbiano un effetto positivo sulla guarigione, non è una cosa nuova. Nel caso elencato però si trattava di pazienti che erano stati in ospedale tra il 1990 e il 1996 e le preghiere furono recitate nel 2000, cioè 4 a 10 anni dopo (Mc Taggart2007).

Dai risultati ottenuti si possono trarre le conclusioni seguenti:

❯ Determinate condizioni di consapevolezza possono forzare la guarigione inter-individuale.
❯ Queste condizioni di consapevolezza agiscono senza limite di spazio e tempo

Quale meccanismo si cela dietro questi effetti?

L’informazione spirituale data (qui: preghiera per guarire) è sempre efficace? I medici Larry Dossey e Brian Olshansky esperti anche in medicina alternativa sono dell’opinione che spazio e tempo dentro fasi specifiche di consapevolezza, riferite alla guarigione, non hanno alcun ruolo (Dossey 2002 e Olshansky 2003).

Oggi noi siamo in grado di concentrarci su qualcosa per influenzare eventi già trascorsi? È possibile fare retrocedere una patologia al suo stato iniziale prima di propagarsi nel corpo?

Fu proprio questo il risultato di una serie di esperimenti.

 

Deviazione del tempo con generatori aleatori - causa di  retroattività per mezzo dell’intenzione.

I soggetti di prova di 87mila esperimenti eseguiti dal gruppo di ricerca PEAR - Princeton Engineering Anomalies Research, dovevano modificare con il loro pensiero e fare dominare nel lancio a caso una delle due possibilità: “testa o numero”, ma attenzione, dopo alcuni giorni e fino a due settimane dalla funzione eseguita dalle apparecchiature.

E anche in questo caso i risultati sono significativi: Il generatore aleatorio può essere influenzato attraverso i pensieri. In presenza di sistemi statistici binari, dai pensieri deriva una deviazione cumulativa. ”I pensieri possono trascendere lo spazio e il tempo consueto” sganciando effetti che hanno origine nel “passato” (Jahn & altri 1997).

Gli esperimenti ancora più raffinati del fisico Helmuth Schmidt della Lockeed Martin (ricerca aerospaziale, difesa Hightech ecc.) fornirono esattamente lo stesso risultato.

  1. Ad un sistema audio-stereo venne collegato un generatore aleatorio e sul nastro (originale) vennero registrati brevi tacche acustiche (crepitii) senza che qualcuno li udisse e che furono ripartiti grossomodo sul canale destro e sinistro uniformemente a caso.

  2. L’originale fu copiato e messo via sottochiave.

  3. Le copie furono date a studenti e studentesse di medicina che le ascoltarono con le cuffie con l’intenzione di rilevare più rumori all’orecchio sinistro.

  4. Contemporaneamente e indipendentemente dalla copie in funzione furono registrati con l’apparecchio audio (generatore aleatorio) nastri di controllo senza che nessuno ascoltasse.

Ed ecco il risultato: L’analisi di oltre 20mila prove (dal 1971 al 1975) rilevò che nel 55 per cento dei casi sia sul nastro originale non ascoltato e sia sulle copie ascoltate erano presenti più tacche acustiche sul canale sinistro. Sul nastro di controllo invece la ripartizione aleatoria non era cambiata (Schmidt e Stapp 1993).

Di conseguenza, istanti emozionali e mentali entrano in interazione quantica extratemporale (nel caso presente) con possibilità numeriche e realizzano gli eventi intenzionalmente voluti in maggioranza.

L’energia quantistica pura è esente di spazio e tempo. La  consapevolezza della nostra natura umana crea tuttavia sia spazio sia tempo, in quanto percepisce questa energia esente di spazio e tempo e la trasforma poi in forze e operazioni temporali. Con questa trasformazione vengono proiettati oggetti separati e una serie di eventi: un prima diventa un dopo e per mezzo dell’intenzione eventualmente di nuovo un prima.

Questo effetto retroattivo attraverso l’intenzione, viene anche confermato dai fisici ricercatori Dick Biermann e Joop Houtkoper dell’Università di Amsterdam: l’intenzione può agire indietro nel tempo, il che vuol dire che eventi trascorsi possono essere influenzati “a posteriori”. Ciò avviene nel momento in cui proprietà specifiche e forme tipiche di comportamento vengono in generale a manifestarsi e anche solo e soltanto quando nel frattempo le caratteristiche coinvolte del sistema non furono in qualche modo osservate e quasi richiamate (Biermann e Houtkoper 1975).

In rapporto a questi meccanismi potrebbero anche situarsi i risultati degli esperimenti di un gruppo di scienziati degli USA. I soggetti percipienti ricevettero informazioni telepatiche che nell’80 per cento dei casi coincisero con quello che era stato inviato. La sorpresa fu che le informazioni arrivarono un’ora prima che l’induttore (colui che inviava) le avesse trasmesse/irradiate, (Puthoff e Targ 1976).

Gli esperimenti di un gruppo di ricerca di W. P. Kasnatschee dell’Accademia di Scienze Mediche Russa di Nowosibirsk che aveva eseguito prove per bypassare le distanze, ebbero lo stesso risultato: informazioni di carattere specifico furono ricevute a distanza di diverse migliaia di chilometri ma molto prima che  “per caso” fossero “scelte” per essere trasmesse mentalmente. Da ciò gli scienziati dedussero: l’informazione di eventi che ancora giacciono nel futuro possono essere lette prima che appaiano.

Quadrano con questo anche gli esperimenti eseguiti da Caslav Brukner e Vlado Vedral nel laboratorio Zeilinger dell’Università di Vienna: Un metodo di misura eseguito più tardi modifica le proprietà dei precedenti esperimenti. Generalmente detto: “Azioni momentanee possono influenzare risultati di azioni eseguite prima e modificarli”.

Nel 2004 il New Scientist, nell’editoriale del titolo in prima pagina “… in che modo il futuro può influenzare il passato” (Brooks, 2004) scrive: “La meccanica quantistica sembra piegare le leggi di causa ed effetto. I risultati ottenuti da Brukner lasciano presumere che alla nostra facoltà di capire sfugga qualcosa d’importante su come funziona il mondo”.

Prove eseguite prima in USA avevano dato i risultati seguenti e alla pari di altre: I pensieri possono influenzare retroattivamente tempi di reazione precedenti. In oltre 5000 prove fu chiaro che il tempo che i soggetti di prova impiegarono per risolvere più tardi un secondo esercizio, influenzò il tempo che avevano impiegato per il primo esercizio (Klintman 1983, 1984). Il campo totale di questa ricerca si chiamò: Psicocinesi Retroattiva.

Poiché era evidente, che questo avrebbe provocato molte domande sull’intensità di tali effetti, venne ideata una misura di “effettività”: GE = la Grandezza di Effetto. Essa indica un cambiamento statistico accertato della norma che determina la capacità di reazione e il numero di reazioni nel totale della prova.

La GE dell’Aspirina: 0,032, quella del betabloccante Propranolol: 0,032, quella di risultati di esperimenti di psicocinesi retroattiva: 03-07 (Meta analisi: Braud 2000). Un risultato viene considerato significativo quando la GE ha un valore di almeno 0,4  (valore medio).

Le ipotesi su lavori e ricerche sulla Psicocinesi Retroattiva furono verificate da altri gruppi con risultati rilevanti. Fu possibile agire sul motorio di animali e persone influenzando in fase retroattiva la frequenza e la direzione del movimento (GE 0,3-0.7) (Gruber 1979, 1980).

Fu anche possibile fare regredire un’infezione provocata a titolo sperimentale su un ratto (GE 0.47) (Snel & Van der Sijde 1990).

Anche la registrazione del ritmo respiratorio venne modificata “a posteriori” per mezzo dell’intenzione (Schmidt 1997).

Nelle prove eseguite da Braud, furono scritti protocolli di emozioni di due gruppi. Ad uno dei gruppi furono poi inviate intenzioni di calma. Il protocollo di chiusura mostrò chiaramente che questo gruppo confrontato all’altro era realmente più calmo (Braud 2000).

Questo genere di risultati ci sconvolge e traumatizza perché non siamo preparati a riconoscerli. Ognuno di noi riflette e si chiede inevitabilmente subito a cosa siamo esposti, dove si può arrivare sotto queste condizioni. Non ha peraltro alcun senso chiudersi e rifiutare il confronto con queste possibilità. Al contrario: dobbiamo individuare come funzionano i meccanismi e prefiggerci di ottimizzarli a nostro vantaggio e benessere.

Il fisico Evan Harris Walker già nel 1970 disse: «Un’influenza retroattiva si lascia spiegare con la fisica quantistica quando noi vi includiamo l’effetto della consapevolezza osservante, dunque lo spirito umano» (Walker 1970).

 

Tentativi di spiegare l’influenza retroattiva

 

Energie positive e negative, ci danno l’illusione del tempo.

La materia non è affatto così consistente come comunemente la vediamo. Anche il nostro corpo è sottoposto ad un continuo processo di soppressione e ricostruzione. Composti atomari e molecolari restano salvaguardati solo per un tempo breve (in funzione dell’energia di coesione) e in seguito si dissolvono per essere nuovamente ricostruiti.

Abbiamo già constatato che l’energia si può trasformare in forze. Le forze causano un prima e un dopo, quindi un’operazione temporale. Il tempo si sviluppa sempre in primo luogo con le masse. Fondamentale per questo è l’energia positiva e negativa che viene separata dal campo punto zero (il vuoto). La sua trasformazione sulla base d’informazione ancestrale compone senza pausa forma e struttura in ambito microscopico e macroscopico.

 

In che cosa consiste l’energia negativa?

Dedotta dall’equazione di Schrödinger sulla teoria del campo quantistico e dalla teoria di Dirac sugli elettroni, esiste una “possibilità negativa” che nel linguaggio dei fisici viene anche contrassegnata con “energia negativa”.

Questa energia può entrare in azione reciproca con le possibilità del vuoto prima che essa generi forze assieme alla materia. Quando tuttavia le forze sono già sviluppate, questa energia può impedire la durata continua dei ponti di forza, che vuol dire abbattere una forza esistente. Il che significa, modifica e scioglimento (dentro certi limiti) di ogni stato materiale osservato (Dirac 1942, Lawrie 1990, Solomon 2006).

Nello scopo di fare chiarezza la teoria può essere interpretata nel modo seguente: Ogni stato di modello osservabile è con certezza energia positiva al 100 per cento di probabilità. L’aggiunta di energia negativa riduce questo 100 per cento di probabilità positiva. Ciò corrisponde ad “un andare indietro nel tempo”, ad un recarsi nel passato.

Noi e tutto il resto esistiamo sulla base dell’influsso di due meccanismi contrapposti: Energia positiva (Qi = spirito pacifico) che costruisce l’ordine e quando fluisce l’informazione crea forma/struttura/aspetto. Energia negativa (spirito distruttivo) che riduce l’ordine e ci porta al disordine.

Il tempo non scorre. Siamo piuttosto noi che attraverso la mutazione tra energia positiva e negativa lungo una linea cosmica generiamo l’essere.

 evento energetico  
Retroset

Rammentiamo: i risultati degli esperimenti di Benjamin Libet e Bertram Feinstein al Mount Zion Hospital di San Francisco mostravano che il cervello inizia già a generare oscillazioni cerebrali e segnali 1,5 secondi prima che il soggetto di ricerca voglia eseguire un’azione.

Il fisico americano Wolf spiegò questa attività incosciente anticipata con l’effetto appena descritto delle energie assieme all’effetto eco che troveremo nel capitolo 5: Il cervello libera onde quantistiche che si diffondono dall’istante attuale nel futuro e nel passato, e contemporaneamente ritornano onde quantistiche di eco dal passato e dal futuro. Ha luogo una interazione: sviluppo d’informazione per operazioni forza-temporali.

Quando il fine dell’IO è fissato consapevolmente, viene fatta partire nello stesso tempo attraverso l’offerta e la conferma di oscillazioni la preparazione per il raggiungimento del fine. Il futuro supposto può essere anticipato.

Eventi registrati con apparecchiature ma rimasti fin là inosservati (caratteristiche non richiamate fino a quel momento),  possono tramite ciò essere modificati. Il passato presupposto può essere influenzato intenzionalmente.

Suona anche così la spiegazione di H. Schmidt sulla Psicocinesi Retroattiva: I soggetti di prova non avevano modificato i nastri dopo che essi erano stati preparati. Più che altro il loro influsso (osservato dall’esterno) aveva agito indietro nel tempo. Il clic di emissione dell’apparecchio si è modificato attraverso l’intenzione, nel momento in cui il nastro fu registrato la prima volta. I soggetti di prova non hanno modificato quindi un passato esistente, bensì influenzato in modo da farlo sviluppare come presente.

I valori numerici registrati rimangono in una potenzialità (nell’oceano delle possibili serie numeriche) fin quando un osservatore consapevole che dia senso e significato, legge questi valori e rispettivamente ascolta la loro trasposizione audio.

Questi effetti sono sempre possibili soltanto in ambito ristrettissimo dove avvengono scambi strategici decisivi nel campo dei quanti. La domanda è, perché essi non funzionano a livello macroscopico degli eventi. Perché non possiamo ricostruire i cocci del vaso caduto dal tavolo nella sua forma originale? Risposta: In questo caso, lo stato macroscopico iniziale, è composto da una miriade di particelle elementari che non si possono modificare in sincronismo. Resta impossibile indirizzare il vettore del tempo nel passato, non perché le leggi naturali non lo permettono (esse lo permettono sempre) bensì perché lo stato iniziale corretto non è più disponibile. Un vaso cade dal tavolo e abbiamo i cocci. Lo stato iniziale corretto è dunque una funzione della probabilità. Chi decide se dai cocci si possa nuovamente ricavare la tazza o il vaso sono pure norme statistiche.

Ne deriva la domanda: Come si forma la futura direzione determinante del tempo per noi? In natura i processi si manifestano attraverso successioni veloci e continue di commutazioni della realtà. Dalle probabilità sovrapposte (coerenza), attraverso il collasso delle funzioni oscillanti (decoerenza) nasce una proprietà concreta.

La natura in questo modo opera sempre una nuova scelta “qui e adesso”, quindi nell’immediato presente. Tuttavia questa scelta ha un effetto su eventi che si producono più avanti, quindi nel futuro e così entra a far parte del gioco la futura direzione del tempo.

Il processo stesso è atemporale ed ha luogo fuori dallo spazio e dal tempo ma attivo dopo un evento effettivo nello spazio e nel tempo. Attraverso i collassi atemporali, che sorgono dal sottofondo delle possibilità e spariscono nuovamente nell’oceano di tutte le possibilità, si modificano di volta in volta le possibilità del futuro.

Risultato: le nostre intenzioni attuali e future, le azioni, le decisioni, sono processi creativi del nostro mondo di esperienze e della nostra condizione fisica. Sistemi aperti e labili al loro inizio sono quelli che si lasciano influenzare con più facilità. Lo stesso vale per eventi di cui abbiamo un impellente bisogno (Braud 1999).

Cosa dà dunque la spinta decisiva per le mie attività e per la mia realtà?
❯ La mia consapevolezza e i suoi fini?
❯ Gli effetti dell’energia dentro il mio corpo?
❯Gli effetti dell’energia che dall’esterno s’infiltrano nel mio corpo?

 

Evidentemente tutto ha un effetto nello stesso tempo, restano decisivi gli avvenimenti che si verificano. I nuovi avvenimenti noi li avvertiamo sempre come tempo.

 

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