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Filosofia Quantistica e Spiritualità di Ulrich Warnke

FILOSOFIA QUANTISTICA e Spiritualità

La chiave per accedere ai segreti e all’essenza dell’essere. Di Ulrich Warnke
Traduzione a cura di Corrado S. Magro
In esclusiva assoluta per l'Italia, per gentile concessione dell’autore e dell’editrice Scorpio la traduzione del libro di Ulrich Warnke: Quantenphilosophie und Spiritualität.

 

 

Capitolo 8 - Maggio 2015

Trasposizione delle conoscenze ancestrali e nuove

 

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8.2 Impiego/applicazione della consapevolezza assoluta

 

La consapevolezza assoluta si differenzia da quella che si è adattata al nostro mondo fisico, unicamente per una percezione ampliata. La consapevolezza adattata permette soltanto una finestra a servizio della percezione, però, in cooperazione con il campo intellettuale (campo dell’informazione), possiede in principio la stessa qualità creativa dello spirito universale con la consapevolezza assoluta.

Della consapevolezza assoluta non si può fare facilmente esperienza nel quotidiano perché la nostra consapevolezza adattata a spazio e tempo resta bloccata nella sua percezione abituale e distolta quasi continuamente da segnali provenienti da sensi, emozioni, piani e verifica dei fatti.

Eppure nel sonno, quando molte delle attività giornaliere e molti segnali sono repressi, la consapevolezza assoluta si rischiara parzialmente. È la fase del sogno quando noi viviamo una percezione più estesa. Lo stesso mondo dominante delle emozioni, l’inconscio, irraggia tutto. Però nella fase del sogno l’esperienza del conscio e dell’inconscio assoluto non  può essere memorizzata perché l’attivazione relativa è interrotta.

Tuttavia ci sono due stadi importanti durante i quali questi blocchi sono permeabili: all’inizio, uno stadio sensibilissimo  mentre ci addormentiamo e alla fine, uno simile al momento della sveglia. Questi stadi sensibili sono presenti quando noi ancora non dormiamo o quando non dormiamo più, senza trovarci più o senza trovarci ancora nella normale attualità giornaliera. Questo significa che la nostra neocorteccia non ha ancora commutato sulla realtà giornaliera o non l’ha ancora abbandonata. È qualcosa di simile al sogno lucido. Con una percezione allargata, è possibile un’esperienza voluta, un annullamento voluto della forza di gravità, una trasformazione delle condizioni di vita e una modifica della materia sempre tramite la volontà.

Anche se non è tutto trasferibile, queste manipolazioni hanno a volte un effetto stupefacente sulla realtà giornaliera, specialmente quando si tratta di guarigione.

Un’altra variante è una consapevolezza attenta e sveglia in assenza di pensieri. Sebbene questo si lascia mantenere solo brevemente, ci avviciniamo già di molto all’esperienza della consapevolezza assoluta. In questo stato di quiete, del nulla apparente durante il quale il flusso dei nostri pensieri si ferma, la distrazione è quasi assente. Nello stesso tempo per mezzo dell’attenzione viva, viene attivato il commutatore per la costituzione della realtà (collasso della funzione di onda).

Il matematico Kurt Godel dal retroscena delle proprie esperienze ci riferisce come si può accedere alle conoscenze relative. (Schmieke 2009):

  • Prima d’iniziare è necessario astrarsi da ogni sensazione in posizione rilassata in un posto tranquillo dove nessuno venga a disturbarci. Fare questo non è sufficiente, bisogna promuoverlo e viverlo con l’intelletto.

  • È un grande errore, permettere che la realtà giornaliera  limiti e condizioni le possibilità, e così rappresentarsi solo combinazioni e permute di oggetti fisici. L’intelletto può percepire una quantità indefinita di possibilità.

  • Lo scopo di queste riflessioni e di ogni filosofia è la percezione dell’Assoluto.

Il “Nulla” è identico con l’Oceano delle infinite possibilità ed è la sorgente di ogni pensiero. Un pensiero posa su un’esperienza e su altri pensieri e proprio per ciò deve essere creato, e tutto ciò che è creato trae origine dall’Oceano delle infinite possibilità. A pensiero concluso il mio IO rinnova il Nulla. Ciò vuol dire che la fase ricercata tra due pensieri in uno stato di consapevolezza da sveglio è il momento in cui percepiamo mondi totalmente nuovi. Essi si rivelano a noi senza il nostro intervento.

Se a ciò accomuniamo quello che la tradizione ci tramanda, le condizioni decisive si manifestano inequivocabili:

  • Il flusso dei pensieri si arresta.

  • La ragione (intelletto) pilota la sfera emozionale (anima).

  • L’emozione in reciprocità, pilota la ragione.

Tutto questo insieme corrisponde ad uno stato particolare, una capacità d’immedesimazione che comprende intenzione (ragione) e altrettanta intuizione (sensazione). Le condizioni per conseguire una intuizione pilotata dalla volontà non sono senz’altro date, ma si possono ottenere con una buona dose di esercizio. Le condizioni per ottenere una consapevolezza assoluta che Meister Eckart elenca, sono:

  1. Amore

  2. Mente libera (spensieratezza)

  3. Quiete nel luogo (tranquillità)

  4. Ogni attività del corpo cessa, non si parla, non si ascolta, non si guarda, niente indolenza e niente stanchezza.

(da: Meister Eckart Schriften, editore E. Dietrich, Jena 1934)

 

L’amore di cui parla Meister Eckart significa l’unione della consapevolezza individuale dell’individuo e della sua anima con la consapevolezza cosmica. Ma come ci avviciniamo a questa unione?

Emozioni e sensazioni tra anima e consapevolezza, intelletto e materia, albergano in ogni persona ma non si lasciano senz’altro pilotare dalla volontà. Una barriera lo impedisce e a giusta ragione. Se non esistesse, ogni pensiero che affiora all’improvviso e che è sempre accompagnato da componenti emotivi, potrebbe avere influsso sulla materia. Il più stupido dei pensieri diventerebbe all’istante realtà rendendo impossibile una vita normale.

Ignoranti e inconsapevoli non hanno così alcuna possibilità di modificare la materia del proprio corpo e quella al di fuori di esso o di realizzare idee a piacere. Non tutto funziona solo se lo si vuole. La vita della più gran parte delle persone non è solo regolata da norme sociali ed esperienze bensì anche da meccanismi innati che servono alla sopravvivenza.

Il vivere la vita appieno che cerchiamo, e il cercare di fuggire dalle paure, forniscono una vaga dimostrazione sul modo come eventualmente la barriera potrebbe essere permeata. L’amore, nella gerarchia dei principi decisionali, si colloca tutto in alto. Amore è il codice per la fusione. Ultimo fine è la fusione della consapevolezza inconscia con quella conscia, quindi di emozione (anima) e giudizio (intelletto/spirito). Una volta raggiunto questo fine, l’individuo può pilotare le sue emozioni con raziocinio. Non sembra essere qualcosa di molto eccitante, ma in esso si nasconde un potenziale enorme, ché le sensazioni sono proprio loro il commutatore della realtà, come noi sappiamo dalla psicosomatica (relazione tra anima e intelletto e processi corporali), dalla psiconeuroimmunologia (dipendenza del sistema immunitario da sensazioni e umori) e dalla psicoendocrinologia (dipendenza del sistema ormonale dalle emozioni e viceversa).

Dobbiamo apprendere a dirigere con consapevolezza/ raziocinio le manifestazioni di emozioni e viceversa armonizzare anche il raziocinio con emozione/inconscio, fare scorrere i due processi insieme per arrivare ad una sintesi di intenzione e intuizione. Questa condizione d’ora in avanti guidata e non più sporadica presente a impulso, possiede una certa forza. Quando noi mettiamo le nostre emozioni sotto il  controllo della nostra consapevolezza possiamo guidare il nostro corpo positivamente attinente all’effetto placebo e ricaricarlo a piacere di energia.

Tuttavia se questo è uno dei lati della medaglia, l’altro è ancora più importante. L’insieme di raziocinio e sensazione adesso deve “bruciare di amore”, ovvero fondersi con lo spirito universale. A tal fine è necessaria una fede incrollabile, la certezza che ciò sia possibile e che si avveri. In pratica questo collegamento con lo spirito universale è ovvio. Chi altrimenti ci ha creato se non la natura e con essa il campo d’informazione universale, lo spirito universale? Purtroppo di questo ne siamo raramente consapevoli e dimentichiamo sempre che la nostra autoistanza sta sopra al tutto ed è della stessa sostanza dello spirito universale. Il collegamento per comunicare esiste già ma solo in una direzione: dall’intelligenza universale con noi. La fusione necessita ancora della nostra dedizione, della nostra anima e del nostro senno.

«Tu devi amare il signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutto il tuo senno». (Matteo)

Questa fusione porta a una super-consapevolezza capace di cogliere quasi tutte le possibilità di percezione. Il raggiungimento di una tale super-consapevolezza è il Samadhi (risveglio o ispirazione) del buddismo e dell’induismo e significa che per norma la propria consapevolezza si lascia ora allargare all’intera esistenza.

«Nel momento in cui l’energia intuitiva con il suo spettro completo di emozioni pertinenti all’anima, ha il dominio della volontà, si consegue la consapevolezza universale (vista di Dio, consapevolezza divina)», dice Martino. (Todt 2008)

Anche dallo studio decodificato dell’alchimia e dalle altre tradizioni ermetiche si può estrarre la quintessenza che “il segreto per influenzare la materia” consiste nel raggiungere lo stato dove si può entrare in contatto con l’intelletto/spirito universale (o con la consapevolezza assoluta) e così potere acquistare il dominio d’influenzare ogni condizione e ogni cosa. Che si ritenga per vero qualcosa nell’intelletto e lo si sente vero anche “nel cuore e nel ventre” è un segnale infallibile della fusione tra intelletto e intuizione-anima.

 

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