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Filosofia Quantistica e Spiritualità di Ulrich Warnke

FILOSOFIA QUANTISTICA e Spiritualità

La chiave per accedere ai segreti e all’essenza dell’essere. Di Ulrich Warnke
Traduzione a cura di Corrado S. Magro
In esclusiva assoluta per l'Italia, per gentile concessione dell’autore e dell’editrice Scorpio la traduzione del libro di Ulrich Warnke: Quantenphilosophie und Spiritualität.

 

 

Introduzione

- Settembre 2014

 

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Chi è Ulrich Warnke?

Concedendomi la licenza di definirlo un “genio”, qualcuno potrebbe storcere il naso. In realtà, venendo a conoscenza del suo curriculum e prendendo atto del suo contributo alla ricerca applicata nella biologia e nella fisica, l'attributo, che anche gli ambienti scientifici in cui opera gli assegnano, calca in pieno per Warnke.
Domande provocatorie: Può un grande specialista essere un genio universale e può un genio universale essere un grande specialista?
Alla prima parte la risposta è un NO secco e crudo che non ammette repliche mentre alla seconda il SÌ è altrettanto fuori di dubbio. A chi tentenna, consigliamo di osservare, informarsi sullo scibile, non solo teorico, in possesso di quei pochi che possono essere additati come geni universali e che appunto per questo sono dei grandi generalisti.

 

Ulrich WarnkeDottor Ulrich Warnke, classe 1945. Dottorati in Biologia, Fisica, Geografia e Pedagogia, docente di Biomedicina, Biofisica, Medicina ambientale, Psicologia fisiologica, Psicosomatica, Biologia preventiva e Bionica.

Dal 1969 ricerca e analisi degli effetti dei campi elettromagnetici e delle oscillazioni elettromagnetiche, luce compresa, sugli organismi. Dirige dal 1989 il gruppo di lavoro di Tecnica della Biomedicina. Pensionato dal 2010, Warnke, conferenziere e relatore richiesto e apprezzato, siede nel consiglio superiore dell’Università di Saarland in Germania, ed è co-fondatore della Società di Tecnica della Biologia e di Bionica.

 

Preambolo

In assenza di consapevolezza, intesa come l’Essere cosciente, (scriviamo a ragion veduta Essere maiuscolo) secondo la definizione della Quantistica, ci troviamo di fronte al nulla. Tutto quello che noi sappiamo dell’universo, tutto quello che lo rende certo, è strettamente legato alla nostra consapevolezza. Senza di essa non c’è “Io”, non esiste un ambiente, la natura, il sole, l’universo(1). Tutto quello di cui facciamo esperienza attraverso i nostri sensi, quello che viviamo e che ricordiamo, viene creato dall’Essere cosciente, consapevole.

La coscienza soggettiva condiziona e guida la materia.

Questa è una delle più importanti cognizioni ricavata dalle ricerche di Fisica Quantistica. Di conseguenza è errato mettere al bando dalle scienze naturali, informazione e coscienza dell’Essere da un lato, spiritualità e anima dall’altro, considerandole ascientifiche.

Ponendo invece alla base delle nostre esperienze quotidiane i principi filosofici della fisica quantistica, iniziamo a capire cosa in realtà determina l’essenza della vita. Potremo così attivare le nostre incommensurabili capacità e creare, ottenere, quello di cui abbisogniamo oltre a migliorare le condizioni di vita di questo pianeta.

 

Prefazione dell’autore

Chi ha permesso agli uccelli migratori di orientarsi durante un volo di migliaia di chilometri? Come fanno alcune persone a presagire l’arrivo di una catastrofe naturale? Dove sono nascosti, archiviati i nostri ricordi? Cos’è lo spirito, la materia e l’anima?

Tutte domande che mi pongo da quando ho iniziato a riflettere, e che da semplice interesse sono diventate scopo e occupazione di tutta la mia vita. Assolto lo studio in Biologia, dopo il dottorato ricevetti l’incarico di “Docente di Tematiche atipiche” in diretto rapporto con gli aspetti vitali dell’essere. Le lezioni impartite e i seminari trattavano argomenti di Biofisica, Biomedicina, Medicina ambientale, Bionica e Psicologia fisiologica.

Il mio gruppo di lavoro costruì sistemi per terapie non invasive applicate con successo nella medicina. Ebbi così durante decenni il privilegio di potere spaziare, osservare “oltre il bordo del piatto” delle singole discipline, come si suol dire, e sviluppare un processo interdisciplinare in grado di evidenziare gli aspetti comuni presenti nella biologia, psicologia, fisica, medicina e tecniche relative.

Privilegio che mi diede l’opportunità di applicare sugli organismi biologici in generale e in particolare sull’essere umano, le cognizioni acquisite grazie a questo processo.

In ultima analisi la domanda era sempre la stessa: “Come siamo composti, come funzioniamo, come facciamo a rimanere in buona salute e come riusciamo a influenzare i processi del nostro organismo, adoperandoci con mezzi di lieve impatto?”

In quel periodo era normale considerare alla base della vita la Fisica Molecolare o Chimica. Tutti i modelli vitali (fisiologici) erano costruiti su questa base, sulla quale troneggiava il comportamento generale (la Psicologia). Ma in che modo riusciva l’organismo ad accaparrarsi dei vantaggi decisivi per la sua stessa vita?

In questo contesto si collocava la domanda sul concorso, sulla cooperazione tra spirito e materia, tra intelletto e materia. Come è possibile influenzare con la nostra volontà, principio puramente intellettuale, la materia e muovere a piacere le nostre braccia o le nostre gambe? Perché possiamo pronunciare parole e formulare frasi quando lo vogliamo? Dove sono nascosti i nostri ricordi? Da dove sgorgano le nostre sensazioni? Perché tutti noi possediamo un’inclinazione verso la spiritualità?(2)

Le vecchie domande del passato erano rimaste ancora senza risposta e ad esse se ne aggiungevano delle nuove. Anche queste ultime non trovavano risposta né presso me stesso né tra tanti altri esperti di scienze naturali ben più quotati di me. Ci sono comunque sempre quelli che non si pongono tali interrogativi e tengono per buono quanto è dato per scontato e quello che è o misurabile o risultato di calcolo. Deduzione che a prima vista sembra metterci sul sentiero meno faticoso, se non ci chiediamo cos’è in realtà la materia, cosa sono l’intelletto e lo spirito o, in breve, fuori parentesi, qual è l’essenza della vita.

Mi fu subito chiaro che la Fisica molecolare, uno dei pilastri della mia ricerca scientifica, non era in grado di fornirmi una risposta soddisfacente. Ci doveva essere qualcosa d’altro. Il compito di riuscire a scoprire chi siamo veramente, e come noi possiamo diventare quello che siamo in realtà, restava insoluto davanti a me.

Nel momento in cui lo scienziato naturale, partendo da quello che i Fisici quantistici hanno recentemente scoperto, si mette alla ricerca di risposte alle domande più insistenti che la vita pone, trovandone sempre di più, scopre anche che gl’individui di tutte le epoche e di tutte le culture avevano accesso a conoscenze di cui noi oggi ci sforziamo di appropriaci con tanta fatica.

Evidentemente il nostro modo di rappresentarci il sapere, la scienza come qualcosa di sicuro e dimostrabile ci fa disprezzare le esperienze e le conoscenze dei nostri antenati. Abbiamo osservato il mondo quali esseri aridi e “scientifici” fin quando non venne qualcuno meglio di noi ad ammaestrarci.

 

   Urich Warnke, aprile 2011

 

Consapevolezza:

Nel corso di questa lettura, incontreremo svariate volte  questo termine. Che significato dargli visto che si tratta  di un termine che negli ultimi decenni ha varcato i limiti precedentemente tracciati dalla psicologia? Per noi si tratta di consapevolezza quantistica e per evitare interpretazioni ibride, riportiamo una nota tratta dall’articolo di Fabrizio Coppola:  “Consapevolezza": una proprietà del campo unificato” (1993) e che dice:

La "consapevolezza" non sarebbe il prodotto precario e quasi accidentale di un meccanismo biologico complesso (sistema nervoso e cervello), ma sarebbe una proprietà fisica fondamentale ed universale (presente a livello latente e primordiale nel "campo unificato” da noi in questo testo chiamato “l’oceano di tutte le possibilità”). Il cervello avrebbe invece la funzione di "evidenziare" ed "elaborare" questa straordinaria proprietà, così come un laser evidenzia alcune proprietà latenti della luce che normalmente non vengono rivelate.

In sostanza la consapevolezza come intesa in questo trattato apre l’accesso all’universo dei quanti a cui l’individuo, creatura e contemporaneamente creatore, appartiene.

 

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NOTE

1) è un assioma difficile da accettare a meno che esso non sia limitato fisicamente  ad un singolo essere: tu sei cosciente e come tale esisti ed esiste l’universo, io non ne ho coscienza, davanti a me ci sta il nulla, ma questo non esclude che l’universo esista indipendentemente da me e il nulla d’altronde cos’è? Anzi cosa non è? (riflessione del traduttore)

2) tale inclinazione è oltremodo forte tra chi si dichiara ed è convinto di essere ateo.


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