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Le finestre dell'anima di Guido Brunetti

Le Finestre dell'Anima

di Guido Brunetti   indice articoli

 

Figli migliori, corpi senza età, anime felici

Settembre 2013

 

Le formidabili scoperte compiute dalla ricerca sul cervello e la mente stanno sconvolgendo a tal punto la nostra visione del mondo da rivoluzionare le nostre concezioni millenarie e le tradizionali e consolidate questioni metafisiche, a cominciare dalla riconsiderazione di chi siamo, da dove proveniamo e soprattutto dove stiamo andando. Intravediamo possibilità inattese: le neuroscienze si avviano a plasmare il futuro del cervello, il futuro delle persone e il futuro della società in cui viviamo.

Attualmente, le neuroscienze promettono di “rivelare” le nostre più intime predisposizioni e  prevedere in tal modo il nostro futuro. Tra gli obiettivi primari, quello di “manipolare” la mente umana. Evento che prospetta innovazioni sbalorditive e solleva forti e complessi dilemmi etici, medici, sociali e giuridici. Stiamo muovendo inesorabilmente verso un “mondo nuovo”, il paradiso psicotropico immaginato da A. Huxley. Con prospettive e pericoli finora impensabili. Le fantastiche esplorazioni del brain imaging, cioè della visualizzazione del cervello in tempo reale, l’impiego di cellule staminali umane per la “clonazione terapeutica”, l’individuazione di geni per particolari caratteri, le sostanze chimiche “non letali” per il controllo delle folle, la stimolazione magnetica transcraniale presentano rivolgimenti inimmaginabili.

Alcune potenti tecniche per la modulazione del cervello e della mente sono già consolidate, come concorda il neuroscienziato Steven Rose. In realtà, i tentativi di accrescere le prestazioni umane hanno origini antiche. Pozioni magiche per produrre immortalità, forza e sapienza figurano nei miti di molte culture. Per giungere agli odierni personaggi dei cartoni animati di Asterix e Obelix, e agli scaffali degli “health food storse” negli Stati Uniti, che traboccano di pillole - le “droghe intelligenti” -, le quali promettono di migliorare l’intelligenza, la memoria e l’apprendimento anche in tarda età, nonché di prevenire il declino e il deterioramento della vecchiezza. Si è così registrata una vera e propria epidemia di assunzione di farmaci, fatto che ha comportato chiari fenomeni di abuso, con la prescrizione di psicofarmaci persino a bambini di appena due anni.

Stiamo costruendo una “società psicocivilizzata” capace di produrre nuovi e sempre più sofisticati stimolanti dell’umore e pillole della “felicità”, con la prospettiva per l’individuo di trascorrere la sua vita “vagando” in uno stato mentale di “appagamento” indotto - precisa Rose - dalle “droghe terapeutiche”. Lo sviluppo delle nuove tecnologie è vasto e stupefacente, e sembra far parte del regno della fantascienza: Alla ricerca di una pillola intelligente; stimolanti cerebrali; domare lo stress; macchine per leggere la mente; i geni della mente; la ricerca della felicità; figli migliori; corpi senza età; anime felici.

Alcuni neuroscienziati sostengono che è possibile “identificare” veloci micromovimenti dei muscoli facciali e “distinguere” tra emozioni “autentiche” e “simulate”. Le teorie sulla capacità dell’uomo di mantenere privati e inaccessibili i propri pensieri e le proprie emozioni sembrano così definitivamente tramontate. Con i metodi di neuroimaging sarebbe in tal modo possibile “leggere” le emozioni presenti, ma anche prevedere il successivo comportamento. Siamo in grado di trovare la zona del cervello che si illumina quando una persona pensa a Dio, medita sul sublime o si dichiara innamorato. Essi poi sarebbero in condizione di “rivelare” il pregiudizio razziale o se una persona sta intenzionalmente mentendo, o di “distinguere” i ricordi “falsi” da quelli “veri”. Imprese automobilistiche come la Ford e la Chrysler e aziende commerciali soprattutto negli Stati Uniti hanno iniziato a utilizzare le nuove tecniche di brain imaging per vagliare l’impatto dei loro prodotti e attirare meglio i consumatori. Ricercatori di questa nuova strategia chiamata neuromarketing o neuroeconomia stanno indagando i processi dei neuroni coinvolti nella scelta tra Coca-Cola e Pepsi-Cola.

Anche le autorità militari negli USA si sono interessate alla possibilità di mettere a punto tecnologie per leggere la mente e controllare il pensiero. Attualmente almeno negli Stati Uniti sono ammessi in tribunale alcuni metodi di brain imaging, con lo scopo di determinare la verità circa un crimine o un’azione di violenza mediante l’individuazione delle informazioni immagazzinate nel cervello. Il riconoscimento del crimine sembrerebbe costruito nelle onde cerebrali. Naturalmente, una reazione negativa - la mancata risposta all’immagine potrebbe essere interpretata come una prova d’innocenza.

L’evidenza basata sulla tecnica di neuroimaging giocò una parte notevole nel processo che portò al rovesciamento di una condanna per omicidio in un tribunale dell’Iowa nel 2001. Questo metodo denominato “il test dell’impronta cerebrale” si propone di fornire le prove in base a cui giudicare un’azione colpevole o innocente. E’ stata inoltre ventilata la possibilità anche di “prevedere” il comportamento futuro e di “identificare” gli assassini violenti – psicopatici - prima che essi abbiano ucciso qualcuno, rivelando anomalie nei loro cervelli.

Le grandi speranze su cui oggi investono i neuroscienziati è che i metodi di visualizzazione del cervello possano rivelare trasgressioni passate o perfino prevedere future inclinazioni in un bambino o in un adulto. Oggi è certamente già possibile identificare geni che predispongono a malattie neurologiche e psichiatriche, nonché offrire test di diagnosi prenatale. Nel sofisticato mondo neuroscientifico odierno esiste un insieme altamente variegato di sostanza psicochimiche potenziali, progettate su misura in base al gusto e al corredo genetico di ciascun individuo. Si tratta di un universale dispensatore bello e fatto di “felicità” qui e ora. Nancy Andrease, una delle più autorevoli neuroscienziate americane, indica la scoperta di “una penicillina per l’insanità mentale” come l’obiettivo della medicina del XXI secolo. Altri autori prospettano l’avvento di un salvatore, un salvatore che porta il nome di farmacogenetica (Barondes), la creazione di un farmaco adatto alla situazione dell’individuo, dopo che gli è stato identificato lo specifico insieme di geni che lo predispone a quella determinata condizione patologica.

Qualsiasi sviluppo futuro nel controllare e manipolare il cervello e la mente, ovvero i pensieri, le emozioni e il comportamento proverrà in gran parte dalle formidabili tecniche di brain imaging edalle sostanze chimiche. E’ questa realtà a condurre alle speculazioni che parlano di una “riprogettazione” degli esseri umani (Stock), alla creazione di una nuova specie “geneticamente ricca” (Silver), o sull’arrivo imminente di un “futuro post-umano” (Fukuyama). In risposta a queste inquietanti, drammatiche prospettive è nata una nuova disciplina chiamata “neuroetica”.

 

   Guido Brunetti

 

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