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Le finestre dell'anima di Guido Brunetti

Le Finestre dell'Anima

di Guido Brunetti   indice articoli

 

Un centro divino nel cervello umano.

La rivoluzione di Papa Francesco e la crisi della Chiesa.


Intervista al prof. Guido Brunetti
di Anna Gabriele
 
1 parte - Maggio 2014

 

“L’avvento di Papa Francesco al soglio pontificio sta producendo una rivoluzione mediatica. Linguaggio, gestualità, stile, contenuti, obiettivi, indicano un ‘cambio d’epoca’. Nuove sfide  lo attendono per combattere la grave crisi che invade la Chiesa, la quale ha bisogno  di un robusto  e urgente rinnovamento”.
“Recenti ricerche infatti confermano che la Chiesa sta attraversando una crisi profonda contrassegnata da un crollo di credibilità che ha indebolito gli insegnamenti etici”.
Guido Brunetti ApolloAbbiamo chiesto a Guido Brunetti, autore di molteplici libri e saggi, di analizzare e farci capire  la natura di questa  crisi anche alla luce delle straordinarie scoperte delle neuroscienze realizzate proprio nel campo delle credenze e dell’esperienza religiosa.

 

Professor Brunetti, ci sono dati obiettivi sulla crisi della Chiesa?

“Una ricerca effettuata dalla Fondazione Agnelli getta nuova luce sulle dimensioni del fenomeno. I dati sono chiari ed eloquenti.
I preti diventano sempre più vecchi. E’ sempre più difficile sostituire i preti che se ne vanno. In Italia, il 40 per cento di chi esce dalle parrocchie per pensionamento, invalidità o decesso non viene sostituito. I preti diminuiscono in tutta Italia. Oggi, sono meno di 32 mila i sacerdoti: un prete ogni duemila abitanti. Anche i conventi, i monasteri e le case religiose si svuotano. All’estero, la situazione è ancora più grave.  Questo quadro scandisce - precisa Brunetti - un malinconico cammino verso il declino della Chiesa”.

 

E’ una crisi recente?

Lo storico della Chiesa, Alberto Melloni, parla di una ‘crisi sistematica’ a partire dagli anni ’70 del secolo scorso. Uno dei momenti più importanti di questa crisi avviene sotto il pontificato  di  Benedetto XVI con l’ arresto del maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, il dramma della pedofilia, la sorda lotta tra le diverse fazioni, la sostituzione imprevista di Gotti Tedeschi dalla guida dello Ior.
E’ emersa una situazione che alcuni autorevoli studiosi hanno descritto come un mondo pervaso da contrasti, ambizioni, cupidigia e differenti visioni della Chiesa. L’insieme di questi elementi può produrre, secondo taluni autori, una ‘frattura drammatica’ interna  e casi di ‘psicopatologie’ di seminaristi, sacerdoti, vescovi”.

 

Ci sono all’ interno della Chiesa forme di critica?

“In verità, a proclamare la crisi della Chiesa non sono soltanto molti studiosi e i media. E’ una realtà sostenuta dagli stessi, massimi custodi del tempio.
Diverse le forme della crisi. Alcuni autori parlano di una crisi della fede cristiana, di decadenza della Chiesa. Papa Ratzinger ha parlato di crisi della fede, mentre il pontefice Francesco ha posto l’accento sull’esigenza di un ‘rinnovamento’ dell’istituzione ecclesiastica.
Chi propone le riforme sottolinea l’esistenza di una crisi di leadership e accusa taluni papi di ‘scarsa fedeltà’ allo spirito innovatore del Vaticano II. Il quale - è bene sottolinearlo - aveva proclamato che la Chiesa si dovesse confrontare con la modernità. C’è poi chi ha proposto di abbandonare il celibato, ammettendo il matrimonio per i preti. Divenendo anche padri di famiglia, essi - è stato detto - ‘forse capirebbero meglio il mondo e come funziona’.
‘A nulla - ha precisato il Papa emerito - rimedierebbero aggiornamenti dell’organizzazione e della predicazione se non si realizza una ripresa della fede. Le persone che vanno in chiesa – aggiunge -  diventano sempre più anziane e il loro numero diminuisce continuamente’. C’è una ‘stagnazione’ nelle vocazioni al sacerdozio, mentre crescono ‘scetticismo e incredulità’.
La sua diagnosi è molto esplicita: il nocciolo della crisi della Chiesa in Europa è ‘la crisi della fede’. ‘Se non troviamo una risposta, tutte le altre riforme rimarranno inefficaci’.
L’idea benedettina è che c’è ‘stanchezza diffusa’ della fede tra noi, un ‘tedio’ dell’essere cristiani. Nell’Enciclica Spe salvi  egli si è chiesto se l’umanità considerasse ancora ‘degno di amore’ il cristianesimo. Tedio e disamore: sono le due coordinate principali della riflessione del Papa teologo sulla ‘scristianizzazione’ dell’ Europa.
Un altro autorevole teologo, il cardinale Martini, dopo aver affermato di sentirsi assalito da un senso di impotenza, ha dichiarato che ‘la fiamma del messaggio evangelico vive oggi come brace sotto una folta cenere’.

 

E’ possibile inquadrare queste delicate questioni nella dimensione più vasta della civiltà contemporanea?

“Viviamo in un’ epoca definita da vari autori ‘decadente’. Cosa sta decadendo? I codici morali, principi, per Nietzsche, rimasti in vigore per millenni. Dunque, aggiunge il filosofo tedesco, ‘Dio è morto’. Che non è un’ espressione di ateismo, bensì quella del più grande evento della storia moderna: il crollo della fede religiosa attraversato da un processo di desacralizzazione e scristianizzazione alimentato dalla crescita del razionalismo e del relativismo filosofico e scientifico.
E’ una condizione esistenziale che possiamo definire, come concordano Kafka e Beckett, un’allegoria dell’uomo senza Dio, in un mondo desertico e degradato, dove regna il silenzio morale e il nulla metafisico, il vuoto e lo spleen.
E’ proprio nella speranza della fede, nelle credenze religiose che possiamo identificare, come sosteneva Kierkegaard, la vittoria sul male e sul dolore cosmico”. (Continua)

 

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