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Vecchio 24-12-2006, 15.04.41   #11
Carlo Forin
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Caro Yam,
eccezionalmente mi occupo anche delle singole lettere, della G ad esempio che è la lettera della luce, ma normalmente mi occupo delle sillabe: LU GH è 'soggetto luce', dove LU è soggetto (che il dialetto veneto conserva per 'egli' -l'ha dita lu-, l'ha detto lui) e GH è la luce.
Gnosco, latina per comincio a conoscere, viene da GH NUSKU, lampada di Nusku, il dio figlio di EL LIL/EN LIL mandato agli Inferi in mezzo al buio con la lampada per rischiarare la via, dal momento che il Sole e la Luna erano in sciopero con i rivoltosi.
La lampada è una lucerna antica, che oggi puoi vedere ad esempio nel museo di Aquileia; è alimentata ad olio. E' come una G a stampa coricata sul dorso.
La G isolata doveva avere anche allora una pronuncia difficile: si scriveva GI e si leggeva IG, oppure si scriveva IG e si leggeva GI. IGIGI erano gli angeli-demoni indistinguibili.
SAG GI scrivevano se stessi i Sumeri e leggevano SAG IG, teste aperte, non SAG GI, teste nere, come sostengono i Sumerologi.
LUG GI sarebbe una contraddizione, luce nera. LUG IG è luce aperta, mi vien da dire LU IGI. Luigi e' infatti un nome teoforico.
Carlo Forin is offline  
Vecchio 25-12-2006, 19.29.19   #12
Yam
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Citazione:
Originalmente inviato da Carlo Forin
LU GH è 'soggetto luce', dove LU è soggetto (che il dialetto veneto conserva per 'egli' -l'ha dita lu-, l'ha detto lui) e GH è la luce.


Wow...che bei giochini semantici .......sicuramente Seme-rano apprezzerebbe!
Lu in tibetano (lingua monosillabica...) e' nodo, nocchio, annodare, intrecciare, tessere...o strappare rimanendo impigliati, spingere contro un ostacolo sommerso….ma anche ceppo, tronco sommerso che ostacola la navigazione. GH mi riporta solo a GhI (Wang) ovvero la bile dell'elefante che indubbia-mente significa torpore, sonnolenza. Se pero’ prendo la sillaba LUG ecco che ho una pecora tutta intera…meglio non proseguire….scherzo ovviamente, quella lingua ha altre origini.

Complimenti, bello questo giochino…ovviamente bisogna accettare un paradigma come quello di Semerano e far risalire tutto all’accadico, ipotesi che ritengo affidabile.
Yam is offline  
Vecchio 26-12-2006, 07.31.41   #13
Carlo Forin
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Grazie Yam.
Non è da escludere il confronto col tibetano. Il problema più grosso, per accedere al sumero-accadico è la conformazione polisemica di ogni sillaba. Mentre l'alfabetico ci fa scrivere una lettera che corrisponde ad un fonema solo, la scrittura cuneiforme ci passa un segno cui vengono fatte corrispondere 18-20 sillabe. La traduzione di una parola, fatta mediamente di 3 sillabe, comporta una cinquantina di significati compresenti. Oltre a ciò, alcune sillabe vanno lette ribaltate. Hai idea del caos?
Ecco perchè non escludo che, indagando bene si finisca per trovare una BAB, porta, col tibetano!
Carlo Forin is offline  
Vecchio 10-01-2007, 20.11.49   #14
Eretica
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“A me piace vederla così: la mente non è una superficie piatta che, ad esempio, rifletta la luce. E' un prisma. Pensa ad un raggio di luce che entra in un diamante:
quanti colori! Tante riflessioni da un unico raggio!
La riflessione chiama l'input che l'ha mossa come i colori del diamante chiamano il raggio che li ha riverberati.
Dalla passione del riflettere gli input nasce l'amore del sapere, la filosofia.”

Mi piace molto questa immagine! La realtà osservata da tante angolazioni…

Originalmente inviato da acquario69
..il raggio di luce
da dove viene questo raggio di luce che noi essere umani abbiamo la capacita di percepire e di RIFLETTERE?

Le idee ( anzi,AIDIA ,cose eterne,in greco)da dove vengono?Dall’ Iperuranio di Platone?
Facciamo un tentativo. Proviamo ad individuare i concetti universali:

“Da Socrate abbiamo appreso che pur non sapendo bene cosa siano la Virtù e la Bellezza, ci è possibile cercarle, e forse riusciremo anche a scoprirle. E non avrebbe senso parlare della Giustizia e ricercarla, anche se nessun uomo ne possedesse un'idea precisa? Dunque, gli universali esistono al di fuori della mente umana.

Gli universali sono concetti, ma dovremo ammettere che si tratta di concetti oggettivi: si comunicano da un soggetto all'altro senza subire variazione alcuna. Dico di più: ciascuno di noi ha un modo diverso di recepire uno stesso ed identico concetto. Le differenze, però, riguardano i modi di pensare il concetto, e non il concetto stesso, che resta unico per tutti. Il pensiero con cui afferriamo il concetto è dunque un atto della nostra mente, e come tale variabile e soggettivo (Husserl lo chiamerà “noesis”); invece ciò che è pensato, il concetto propriamente detto, che Husserl chiama “noema”, è indipendente dalla sfera mentale: non appartiene né al mondo degli oggetti fisici, né a quello degli oggetti psicologici, ma appunto, come sosteneva Platone, ad un terzo mondo diverso dai primi due.”

Intanto, però, osserviamo quel che ha sottolineato Bertrand Russell (...): almeno un universale deve esistere, ed è la relazione di somiglianza. Se infatti sosteniamo che un certo insieme di particolari non ha in comune altro che il nome, dovremo pur distinguere tra i particolari a cui quel nome si riferisce e tutti gli altri; e per farlo c'è bisogno che essi si rassomiglino tra di loro e non con gli altri. Un uomo, ad esempio, dovrà somigliare a tutti gli altri uomini ma non a un cavallo o a un albero. Altrimenti, riferiremmo il nome 'uomo' anche ai cavalli e agli alberi, e viceversa. Non basta che tutti gli uomini si assomiglino così genericamente, ma in un modo ben preciso in cui non assomigliano ad altri animali o cose. Devono cioè avere in comune un quid, una proprietà, in una parola un universale.”
http://www.homolaicus.com/scienza/platone_einstein.htm

E, se non bastasse,c’è una luuunga lista di Universali in appendice al saggio “Tabula rasa” di Steven Pinker.
La lista include il pettegolezzo e la paura dei serpenti, l’interesse per il sesso e la divisione del lavoro,la classificazione dei colori,distinzioni cognitive binarie (non trovate che le dicotomie siano limitanti?Ci vorrebbe un ritorno all’UNO,chissà se Yam è d’accordo.. ) la danza e l’invidia e moltissime altre cose che, a quanto pare, sono condivise da tutti i gruppi umani, "primitivi" o progrediti, in ogni angolo del mondo.
http://xoomer.alice.it/flamusa/sole0709.htm

Non può non interessare a un sociologo!
Rivolgo un invito agli altri partecipanti sul forum:credo che ci sia ancora molto da dire in tema di RIFLESSIONE.
O,se preferite,ci spostiamo nella sezione :filosofia
magari rispondendo alle 9 domande che pone epicurus in
https://www.riflessioni.it/forum/filosofia/10064-gli-scopi-della-filosofia.html

Cerchiamo di essere SAG IG (“teste aperte”:si leggerà così?) e di arrivare a una riflessione emmeles, armoniosa -in latino.

---------------------------------
Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non e' affatto una prova che non sia completamente assurda.
( Bertrand Russell )

Ogni setta, di qualunque genere sia, e' uno schieramento del dubbio e dell'errore.
Non esistono sette in geometria: non si dice mai, un "euclidiano", un "archimedista".Quando una verita' e' chiara, e' impossibile che ne nascano partiti e fazioni. Non si e' mai disputato se c'e' luce a mezzogiorno.
(Voltaire)

La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta.
(T. Adorno )

Eretica is offline  
Vecchio 11-01-2007, 07.45.59   #15
Carlo Forin
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Cara Eretica,
la tua riflessione è armonizzata con la mia. A me piace la filosofia viva e mi piace dire che la sociologia è filosofia viva. Su Platone, ad esempio, che amo moltissimo, mi piace ricordare che nella sua fase finale ebbe in casa un Caldeo, cioè un mesopotamico. Non so se la sua idea sulle idee avesse altre origini, e probabilmente è così. In sumero, comunque sia, I DE A connette il seme A al canale I, e DE è il nocciolo divino. Il concetto filosofico delle idee che nascono riflesse nella spelonca lega coll'idea religiosa precedente: la divinità mette il seme nel canale umano.
Filosoficamente, Kant chiamò noumeno il sostrato dell'idea. Laicamente, possiamo dire semplicemente che è l'input nel nostro prisma mentale.
Questo input porta al delirio da onnipotenza quando si mette in luce l'elaboratore. A me piace mettere in luce il raggio di luce e, umilmente, dire che l'ho accolto.
Anche ID EA è una sillabazione buona, dove ID, che ritroviamo in ID-entità, non è altro che DI, la divinità, ed EA è il dio buono, EN KI.

Riflettiamo, dunque, e siamo trasparenti con le altre donne e gli altri uomini: siamo figli della Luce. Noi stiamo riflettendo come se i nostri pensieri fossero scritti in cielo. Non è bene che sia così?
Carlo Forin is offline  
Vecchio 11-01-2007, 09.54.19   #16
Yam
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Originalmente inviato da Carlo Forin
Questo input porta al delirio da onnipotenza quando si mette in luce l'elaboratore. A me piace mettere in luce il raggio di luce e, umilmente, dire che l'ho accolto.


Complimenti per le belle riflessioni, mi ricordano molto i voli pindarici di un Kabbalista poco noto, convinto di essere un messia *, che apprezzo molto per il coraggio e l'intelligenza.
Costui invento' degli esercizi molto interessanti, basati su tutte le combinazioni possibili delle singole lettere di una parola.
Si chiamava Rabbi Abraham ben Samuel Abulafia (Ebraico: אברהם בן שמואל אבולעפיה).

*un papa mori poco dopo averlo incontrato e lui fu arrestato..
edit: errato, pare che quel papa non lo abbia voluto ricevere e sia morto tre giorni dopo. Sull'arresto alcune fonti dicono prima altre dopo...

Ultima modifica di Yam : 11-01-2007 alle ore 16.57.00.
Yam is offline  
Vecchio 11-01-2007, 15.56.11   #17
Carlo Forin
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Originalmente inviato da Yam

Complimenti per le belle riflessioni, mi ricordano molto i voli pindarici di un Kabbalista poco noto, convinto di essere un messia *, che apprezzo molto per il coraggio e l'intelligenza.
Costui invento' degli esercizi molto interessanti, basati su tutte le combinazioni possibili delle singole lettere di una parola.
Si chiamava Rabbi Abraham ben Samuel Abulafia (Ebraico: אברהם בן שמואל אבולעפיה).

*un papa mori poco dopo averlo incontrato e lui fu arrestato..

Non ho paura di volare finchè so che volo con le parole interlingue. Non mi permetto neanche per scherzo di ritenermi Messia simile a Cristo, se non cristiano; la teonomasiologia non si permette di entrare in teologia: è laica e non vincola se stessa al bene e al male dei Papi [ti segnalo Gregorio IX se devi sputare laicamente, e gli contrappongo lo stupor mundi -Federico II-]. Una parola è ben vincolata dentro l'area di una lingua, che si costruisce da sè attraverso i parlanti la stessa lingua [Sociologia della comunicazione, Giorgio Braga] e viene riordinata dai grammatici; ma fuori dalla lingua la parola cerca l'ordine e quello che ha trovato finora con i più è basato sul nulla-ideologia (id.: indoeuropeismo). La prima grande grammatica, che io conosca bene, è quella latina, elaborata consapevolmente dai grammatici latini. La riflessione era per loro ripercussio, e leggevano infatti accompagnando la fonia verbale alla lettura visiva. Esploro la lingua sumera, che mi dà ogni giorno una perla [l'ultima è BE l'Essere] e non accetto l'ordine dei sumerologi.
Apuleio è quell'altro grandissimo autore latinista sondato da me; fu mago della parola perchè capace di funambolismi verbali nelle diverse lingue (greco e latino: Metamorphoseon libri XI). Ripeto il suo programma: Iam haec equidem ipsa vocis immutatio desultoriae scientiae stilo quem accessimus respondet. Caro Yam, coprire di sterco con la bolla 'pindarismo' non è l'azione più nobile di uno che rifletta sulle parole di uno che va consapevolmente contro vento. Non ti pare?
Chiamo pindarica la grammatica sumera costruita dai Tedeschi, che non hanno mai sentito parlare un sumero e che credono, secondo il sistema anglosassone, che ogni lingua vada scritta con annesse le regole di lettura. Il latino non ha bisogno di regole di lettura, l'italiano nemmeno, perchè siamo nella stessa tradizione parlata e letteraria. Non è così per i popoli del Nord Europa, che non avevano una tradizione scritta più di mille anni fa. Da loro possiamo imparare molte cose, ma non le regole di lettura di ciò che scrissero prima dei latini. Mi spiego?
Carlo Forin is offline  
Vecchio 16-01-2007, 10.06.29   #18
Carlo Forin
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Originalmente inviato da acquario69
..il raggio di luce
da dove viene questo raggio di luce che noi essere umani abbiamo la capacita di percepire e di RIFLETTERE?
Io avevo cercato di dribblare questa domanda, finchè non mi sono accorto che qui, nel sito Riflessioni, prevale la domanda metafisica (per negare o per affermare l'Aldilà).
Ho pensato di postare una riflessione ad hoc dentro nell'area di Spiritualità: ILLUMINAZIONE RELIGIOSA.
Conserverei questa Riflessione nella sua dimensione laica (filosofico-linguistica).
Carlo Forin is offline  
Vecchio 17-01-2007, 16.29.33   #19
gunnar
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Buona serata nuovi (spero) amici di tastiera.
Sono ancora per qualche minuto al lavoro e tra un po' vado via. Lascio quest'ufficio e torno a casa.
Mi sono imbattuto in questo Vs luogo di "riflessione" e mi ci sono soffermato. Una sosta leggera, un rapido passaggio, una piccola giravolta sui pensieri sparsi nell'etere e poi di nuovo alle miei incombenze.
Ma la sosta si è protratta, come un più piacevole riposo in un luogo ameno dopo tanto deserto.
Non ho potuto fare a meno di registrarmi e partecipare anch'io in qualche misura sperando di non creare distrazioni.
Molto interessanti davvero le riflessioni sulla riflessione. Indubbiamente un aspetto metalinguistico sulla questione esiste. Cercarlo è compito dell inguista ma anche dello psicologo. Allora, quando se ne avvidero alcuni che ne sapevano abbastanza si definirino i limiti della "psicolinguistica". E l'associare i moti dell'inconscio alla struttura noumenica della parola divenne cosa da antologia nelle facoltà di filosofia di ogni università.
Mi piacerebbe ulteriormente riflettere sulle implicazioni. Ma scantonerei sono certo dalle intenzioni dei convenuti.
Inoltre non disdegnerei qualche digressione fatta sulla scorta di talune osservazioni semiologiche sulla qualità e la forma dei segni che non sempre sono combinati in maniera estranea alla loro finalità semantica.
Riflettere in fondo potrebbe essere anche, e solo, ripercorrere a ritroso il proprio livello di esistenza, i passi calcati, le orme lasciate, le impressioni di cui si è percepita l'essenza ma a cui non si è riusciti subito a dare una forma.
Vi invio un saluto frettoloso sperando di poter conversare ancora con voi quanto prima.
Gunnar
gunnar is offline  
Vecchio 17-01-2007, 17.45.55   #20
Carlo Forin
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Carissimo Gunnar,
benvenuto! Ora, tu sarai scappato, ma questo mezzo ci offre l'opportunità di riflettere facendoci beffe del tempo finchè NAM TAR ci affloscierà le dita e ci chiuderà gli occhi.
Il metalinguismo è proprio il tema più alto, l'arte nella quale eccelleva il più grande genio letterario della nostra Saturnia tellus, Virgilio.
E' proprio di questo che io voglio parlare, con una riflessione umana.
Potremmo cominciare dall'Essere: BE.
Carlo Forin is offline  

 



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