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Vecchio 14-03-2003, 23.24.57   #21
Fragola
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Una piccola cosa sui contenuti:

Ciao a tutti.
Non so se sarò molto coerente perchè ho la febbre.
Oltre a tutto quello che è stato detto, che è giustissimo, c'è da fare qualche riflessione anche sul contenuto delle fiabe.
Le fiabe tradizionali sono qualcosa di più di un semplice viaggio nella fantasia. Come i miti antichi, narrano un percorso. Un processo psichico, spirituale.
Il fatto di ritrovarle molto simili in culture molto distanti è significativo.
Irene, che come me ha una cotta per Jung, riconoscerà in questo il presentarsi di un archetipo.
E questo a mio parere non toglie affatto poesia alla cosa, anzi!

Ciao
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Vecchio 15-03-2003, 21.45.55   #22
irene
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Le immagini archetipiche (temi dominanti universali),prodotte dall'inconscio collettivo,costituiscono appunto i contenuti fondamentali delle religioni,dei miti,delle leggende e delle favole.
Marie Louise von Franz (stretta collaboratrice di Jung) individua,in saggi di grande suggestione,l'articolarsi di un percorso di "redenzione",presente in ogni fiaba.In cui ogni conquista,ogni prova da superare(dall'uccisione del drago,alle sette camicie da filare),si rivela un'autentica trasformazione esistenziale.
L'analisi delle fiabe è condotta attraverso quello che Jung definiva pensiero simbolico.
"Si tratta di qualcosa di difficile da imparare e ,più si è imparato a pensare nel modo tradizionale,più è difficile abituarsi a questo tipo di pensiero simbolico.
Mediante esso,si entra in possesso di un prezioso strumento per la comprensione del materiale grezzo della psiche,delle sue novità,e delle sue manifestazioni ancora nascoste,che dobbiamo conoscere se vogliamo entrare in contatto con l'inconscio."
(Marie Louise von Franz-Le fiabe del lieto fine)
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Vecchio 16-03-2003, 00.11.43   #23
Fragola
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Eheh!!

Volevo proprio chiedertelo se avevi letto i libri della von Franz sulle fiabe!
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Vecchio 16-03-2003, 14.42.33   #24
Gwydjon
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Citazione:
Messaggio originale inviato da irene
...un percorso di "redenzione",presente in ogni fiaba.In cui ogni conquista,ogni prova da superare(dall'uccisione del drago,alle sette camicie da filare),si rivela un'autentica trasformazione esistenziale.

Mi viene in mente il valore performativo delle esperienze del limite, secondo la riflessione che ci ha offerto - anni fa - Victor Turner. Non solo la dimensione simbolica, ma la stessa trama "drammatica" dell'azione umana (cioè il suo modo di configurarsi come pièce, dramma, teatro) sono la linea portante dei rituali di iniziazione di ogni società, da quelle tribali a quelle tecnocratiche. Nella creazione di universi possibili di senso, la coscienza si proietta oltre se stessa, verso l'Io da cui nasce e a cui ritorna: l'esperienza del travaso dei sentimenti, delle emozioni e delle proiezioni è tale da poter parlare veramente - come fa Irene - di "trasformazione esistenziale".
E penso ancora al ruolo che hanno nella società di oggi le maschere informatiche, la rinascita dei giochi di ruolo (RPG) e dei labirinti multiutente (MUD). Si tratta forse della novellistica della nuova era, il nuovo mondo cosmopoietico in cui le giovani generazioni maturano le proprie esperienze liminali.

A proposito... qualcuno ha mai giocato ad AD&D?
Gwydjon is offline  
Vecchio 16-03-2003, 20.54.12   #25
irene
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E a proposito dei rituali di iniziazione...

Secondo la teoria che Propp espone (nel testo celeberrimo "Le radici storiche dei racconti di fate")il nucleo più antico delle fiabe deriva proprio dai rituali di iniziazione in uso presso le società primitive.
In cui i ragazzi,a una certa età,venivano sottratti alla famiglia e condotti nel bosco (come Hansel e Gretel...Pollicino...Biancanev e...),dove gli stregoni della loro tribù,orribilmente mascherati (cfr.streghe e maghi delle fiabe),li sottoponevano a prove difficili e spesso mortali,dopo averli forniti di armi adeguate (cfr.i doni magici distribuiti dai donatori soprannaturali,nelle fiabe).
La teoria di Propp istituisce dunque un legame profondo tra il ragazzo preistorico che visse i riti di iniziazione,ed il bambino storico che vive,attraverso la fiaba,la sua prima iniziazione al mondo...

La funzione cosmopoietica dei giochi di ruolo,di cui parla Gwydjon,dà una nuova veste (habitus cyberneticus..?... ) a quelli che sono i contenuti profondamente radicati a livello di inconscio collettivo....e quindi penso che si possa tranquillamente parlare al riguardo di novellistica della nuova era...


P.S.Non ho idea di cosa sia AD&D...Ce lo spieghi?
Ciao.

Ultima modifica di irene : 16-03-2003 alle ore 20.58.21.
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Vecchio 16-03-2003, 23.23.14   #26
Fragola
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Ciao Irene:
ho letto il libro di Propp moltissimi anni fa e non lo ricordo benissimo ma alla luce delle mie conoscenze attuali non sono molto d'accordo nell'interpretare le fiabe come "surrogato" dei riti di iniziazione. Non si spiegherebbe in questo caso la presenza di fiabe similissime alle nostre in culture dove i riti di iniziazione sono ancora praticati.
Secondo me rappresentano molto di più. Anche la dove il riferimento alla prova iniziatica è chiarissimo essa è solamente una fase della fiaba.

un bacione
Paola
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Vecchio 17-03-2003, 12.25.01   #27
Ossidiana
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Le favole...sì, sì le favole...
poeticissime, sognanti, colorate, musicali, crudeli.
Le mie preferite...
Il mago di Oz con Dorothy e le sue scarpette rosse su quel sentiero...alla ricerca di se stessa, alla ricerca di qualcosa
che ha perduto.
La regina delle nevi..con l'austera donna (fondamentalmente sola)
e quella lacrima di Gerda che caduta sul cuore d Kay...lo
"trasforma"...
Nevina e fiordaprile...creatura condannata a vivere in luoghi
freddi per non sciogliersi sotto i raggi solari...

Le favole incantano, ma sono crudeli, richiamano spesso
e volentieri alla mente il noir della realtà.

Fiabeschi Saluti...Ossidiana
Ossidiana is offline  
Vecchio 17-03-2003, 12.54.52   #28
Gwydjon
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Messaggi: 18
Re: E a proposito dei rituali di iniziazione...

Citazione:
Messaggio originale inviato da irene

Non ho idea di cosa sia AD&D...Ce lo spieghi?

Beh... la sigla sta per Advanced Dungeons & Dragons, e raggruppa una serie quasi illimitata di giochi di ruolo da tavolo, diffusissimi tra i ragazzini statunitensi. Si crea una storia comune, seguendo un pattern prestabilito e impersonando alcuni personaggi con stili, caratteri, caratteristiche diverse. Il gioco comprende la figura di un Master (una sorta di dio, o super-personaggio) che funge da motore della narrazione, determina gli eventi decisivi e ri-orienta la storia in caso di insabbiamento. Gli elementi di casualità sono affidati al lancio dei dadi (sono dadi particolari, spesso con più di sei facce). Le regole generali, le statistiche di gioco, le modalità di interazione e quant'altro sono codificate in un manualone ciclopico. La preparazione stessa di una seduta di gioco richiede a volte una giornata intera...

Recentemente le cose sono state semplificate grazie all'uso dei computer. Esiste il "porting" di molte avventure AD&D anche in versione PC (è famosa la serie di The Eye of Beholder), tanto che spesso gioco di ruolo su schermo (RPG) e AD&D sono diventati sinonimi. Molte avventure grafiche, poi, utilizzano il sistema di determinazione di casualità di AD&D o si ispirano ad esso: si veda, per esempio, la serie di Ultima, arrivata alla nona uscita (se non sbaglio).

In Italia, a parte le versioni informatiche, non c'è molta risonanza di questo fenomeno. Ho saputo però che da qualche parte, a Roma, si giochicchia ancora con il vecchio sistema dei dadi e il tabellone... è quasi commovente vedere che c'è ancora qualcuno che al piattume delle partite di calcio domenicali (absit iniuria verbis) preferisce un'immersione full time nella fiction di un mondo di sogno e fantasia.
Gwydjon is offline  
Vecchio 18-03-2003, 20.02.36   #29
irene
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Messaggi: 474
Ciao Fragola,ciao Gwydjon,ciao Ossidiana...E ciao a tutti.

E' vero,le fiabe non sono solo un "precipitato" letterario di riti iniziatici ancestrali.
Sono anche relazione,rapporto,comunicazio ne,gioco,terapia,educazione alla Bellezza e alla Creatività...Che,per dirla con Gianni Rodari,è sinonimo di "pensiero divergente",cioè capace di rompere continuamente gli schemi dell'esperienza.L'immaginazion e del bambino,attivata dalle fiabe "applicherà i suoi strumenti su tutti i tratti dell'esperienza che sfideranno il suo intervento creativo.Le fiabe servono alla matematica...alla poesia...alla musica...all'utopia...all'impe gno politico...Servono all'uomo completo,non solo al fantasticatore.Servono proprio perchè,in apparenza,non servono a niente."(G.Rodari-Grammatica della Fantasia)

La Regina delle Nevi.
Una delle fiabe che più amo.
Sono sempre stata perfettamente a mio agio nel mondo lunare e opalescente di Andersen...Che peraltro,oggi -leggo da varie parti-è molto controverso.Le sue fiabe indurrebbero depressione infantile e altre patologie dell'anima,in quanto riconducibili a una personalità dai tratti marcatamente sadici...Non so che dire,in effetti se ripenso alla Sirenetta,o alla Piccola Fiammiferaia ...forse qualcosa di vero in queste teorie c'è...


Ultima modifica di irene : 18-03-2003 alle ore 20.05.21.
irene is offline  
Vecchio 25-04-2003, 19.43.13   #30
Antonio Franco
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A Gwydjon. E Irene
Dubito che una favola non abbia una necessità: probabilmente è piú nascosta di quel che sembra. E servono a crescere molto piú e piú velocemente di quel che si crede: ma, paradosso, piú agli adulti che ai bambini, piú a noi che ai nostri (vostri) figli. Credo sia proprio una crescita nel senso piú comune, ma anche "tornare a casa", come giustamente dice Irene.

Le fiabe sono i miti, la stessa cosa: è cambiato l'atteggiamento della società nei loro confronti (almeno della nostra). Cosa c'è fuori a volte e cattivo e a volte è buono, tu hai gli strumenti e se ti comporti bene vieni premiato: è sempre il tentativo di insegnare che ad una determinata azione corrisponde una conseguenza: è l'uomo della pietra che cerca di metter in relazione le pietre a punta e il mammuth morto.

Ma tutto questo non vogliamo saperlo troppo: siamo qui per le fiabe. Non per spiegarcele. Ho passato gli ultimi dodici anni a giocare ad AD&D (con la & che sembra un drago), e il post di Gwidjon mi ha fatto venire un'idea: scriviamo una fiaba? Mi basta l'appoggio di una sola persona e si inizia. Dite di sí (già sono tornato bambino).

Se non siete d'accordo almeno trascrivetene qualcuna come ha fatto Fragola (grande idea, ma non mi è piaciuta la fiaba).

Un seuggerimento: leggete Sandman, è un fumetto, ma non per questo è per bambini (mi sa che queste precisazioni proprio a voi non dovrei farle); specialmente i numeri e le saghe verso la fine.

A presto!!
Antonio Franco is offline  

 



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