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Vecchio 25-04-2008, 19.16.47   #11
vagabondo del dharma
a sud di nessun nord
 
Data registrazione: 28-08-2006
Messaggi: 245
Riferimento: Giovanni Allevi

Citazione:
Originalmente inviato da Mariantonietta
Ludovico Einaudi ha lanciato Allevi quasi quanto Muti, oso dire. Ma non lo supera.
Secondo voci corridoio, Allevi si è buttato troppo a capofitto nel mercato . Mi sono fatta una idea di entrambi sebbene non li abbia potuti ascoltare dal vivo (vivo al Sud e non mi risulta siano mai venuti più giù di Roma). Tuttavia li ascolto (e ricevo informazioni anche da una mia amica milanese che frequenta Einaudi e i suoi concerti. )
Tramite il "podcast" di "Rai International" ho ascoltato una intervista corposa rivolta a Giovanni Allevi.Sono rimasta perplessa da due dati:
1)sbandiera ( veri o presunti ) attacchi di panico.
2)l'esegesi del suo disagio deriverebbe da troppa energia.Ora chi ha un minimo di conoscenza dei quei dinamismi e della loro eziologia diffida questa interpretazione. Sarà verità quella dell'intervista oppure politica personale per coprire "defaillance" avvenute? La sua semplicità la intuisco esibita, un "look" per accattivarsi il pubblico dei giovani.Ma forse mi sbaglio.
Salute a tutti


Non capisco tutto quello che dici cosa c'entri con la musica di Allevi.

Poi mica per forza bisogna ascoltarlo dal vivo un artista per coglierne l'essenza.

Se poi vuoi analizzare il suo privato, ti posso dire che a Milano lo si può incontrare tranquillamente per strada e non ha alcuna posa da vip.

Non credo che chi abbia avuto attacchi di panico possa mai sfruttarli a scopo commerciale, tantomeno chi non li ha mai avuti.
vagabondo del dharma is offline  
Vecchio 26-04-2008, 00.46.14   #12
Fiddler
Ospite
 
Data registrazione: 19-12-2007
Messaggi: 8
Riferimento: Giovanni Allevi

Nonostante tutto, Allevi mi risulta piuttosto simpatico. Timidezza, ansietà, faccione sorridente, modi gentili, insomma: un gran bravo ragazzo. E che pianista! La sua tecnica esecutiva è davvero pregevole.
Tuttavia, parlando dell'Allevi compositore e, soprattutto, "musicologo" (ma musicologo non lo è), il discorso si fa, per quel che mi riguarda, un tantino più complesso. E la complessità sta nel riuscire ad esprimere il mio parere senza mancare di rispetto al giovane pianista, né ai suoi affezionati - e, perché no, appassionati - sostenitori (tra i quali l'ideatore del topic, col quale mi complimento per la scelta del nickname).
In primo luogo penso sia meglio lasciar da parte i paragoni, soprattutto se forzati all'inverosimile, in quanto piuttosto infruttuosi per Allevi quanto per il suo pubblico, da educare e non illudere.
La musica classica non ha nulla a che vedere con la parabola artistica di Allevi, che non a Mozart (sarebbe come accostare Baricco a Dante) bensì a Ludovico Einaudi dovrebbe essere semmai avvicinato. E dunque a quel filone pianistico di derivazione minimalista facente capo, tra gli altri, a quel Nyman sulle cui note tutti abbiamo almeno una volta sognato (soprattutto se è la purissima Holly Hunter a suonarle, tra un nudo e l'altro ). Ma tra Nyman e Allevi c'è già qualche sostanziosa differenza. Il primo ha infatti composto diversi lavori di una certa corposità, più facilmente inscrivibili nella parabola "contemporanea" o post-dodecafonica, risalente proprio al grande Schoenberg che, guarda caso, non riscuote le simpatie del giovane pianista piceno. Non riscuote queste benedette simpatie perché, detto in parole povere, la dodecafonia ha di fatto reso la decodificazione del linguaggio musicale di gran lunga più complessa di quanto non lo fosse prima di allora. Ecco perché Allevi parla di "torre d'avorio" a proposito di tanta partitura novecentesca. Ma, ahimè, questa torre non sta in piedi per diverse ragioni, che non dirò per evitare di essere oltremodo pedante. Mi limito ad osservare come non sia certo da attribuire a Schoenberg la mancanza di feeling tra l'universo musicale "colto" e le attuali, giovani generazioni. E dico ciò perché larga parte dei ragazzi di oggi ignora chi sia Vivaldi, nonostante questi sia vissuto oltre due secoli prima di un Berio. E la musica del veneziano è gioia per l'udito e per i sensi, godibile già dal primo ascolto.
Quindi, la missione di riavvicinare il giovane pubblico alla musica classica, non può accollarsela Allevi (nonostante non manchi mai di rivendicarlo nelle sue apparizioni televisive) con temi semplicini e variazioni prevedibili. Questo compito gravoso dovrebbe competere alle scuole, alle televisioni, alla società. E i motivi per cui ciò non accade andrebbero forse sviscerati in un'altra sezione di questo bel forum.
Fiddler is offline  
Vecchio 26-04-2008, 12.22.13   #13
vagabondo del dharma
a sud di nessun nord
 
Data registrazione: 28-08-2006
Messaggi: 245
Riferimento: Giovanni Allevi

Citazione:
Originalmente inviato da Fiddler
Nonostante tutto, Allevi mi risulta piuttosto simpatico. Timidezza, ansietà, faccione sorridente, modi gentili, insomma: un gran bravo ragazzo. E che pianista! La sua tecnica esecutiva è davvero pregevole.
Tuttavia, parlando dell'Allevi compositore e, soprattutto, "musicologo" (ma musicologo non lo è), il discorso si fa, per quel che mi riguarda, un tantino più complesso. E la complessità sta nel riuscire ad esprimere il mio parere senza mancare di rispetto al giovane pianista, né ai suoi affezionati - e, perché no, appassionati - sostenitori (tra i quali l'ideatore del topic, col quale mi complimento per la scelta del nickname).
In primo luogo penso sia meglio lasciar da parte i paragoni, soprattutto se forzati all'inverosimile, in quanto piuttosto infruttuosi per Allevi quanto per il suo pubblico, da educare e non illudere.
La musica classica non ha nulla a che vedere con la parabola artistica di Allevi, che non a Mozart (sarebbe come accostare Baricco a Dante) bensì a Ludovico Einaudi dovrebbe essere semmai avvicinato. E dunque a quel filone pianistico di derivazione minimalista facente capo, tra gli altri, a quel Nyman sulle cui note tutti abbiamo almeno una volta sognato (soprattutto se è la purissima Holly Hunter a suonarle, tra un nudo e l'altro ). Ma tra Nyman e Allevi c'è già qualche sostanziosa differenza. Il primo ha infatti composto diversi lavori di una certa corposità, più facilmente inscrivibili nella parabola "contemporanea" o post-dodecafonica, risalente proprio al grande Schoenberg che, guarda caso, non riscuote le simpatie del giovane pianista piceno. Non riscuote queste benedette simpatie perché, detto in parole povere, la dodecafonia ha di fatto reso la decodificazione del linguaggio musicale di gran lunga più complessa di quanto non lo fosse prima di allora. Ecco perché Allevi parla di "torre d'avorio" a proposito di tanta partitura novecentesca. Ma, ahimè, questa torre non sta in piedi per diverse ragioni, che non dirò per evitare di essere oltremodo pedante. Mi limito ad osservare come non sia certo da attribuire a Schoenberg la mancanza di feeling tra l'universo musicale "colto" e le attuali, giovani generazioni. E dico ciò perché larga parte dei ragazzi di oggi ignora chi sia Vivaldi, nonostante questi sia vissuto oltre due secoli prima di un Berio. E la musica del veneziano è gioia per l'udito e per i sensi, godibile già dal primo ascolto.
Quindi, la missione di riavvicinare il giovane pubblico alla musica classica, non può accollarsela Allevi (nonostante non manchi mai di rivendicarlo nelle sue apparizioni televisive) con temi semplicini e variazioni prevedibili. Questo compito gravoso dovrebbe competere alle scuole, alle televisioni, alla società. E i motivi per cui ciò non accade andrebbero forse sviscerati in un'altra sezione di questo bel forum.


Ti ringrazio della ricca e puntuale nota.

In effetti io non sono molto esperto di musica classica e non saprei inquadrare Allevi in un contesto storico e culturale come hai fatto tu. Tu lo hai fatto con molto rispetto e, prima di arrivare ad emettere un giudizio, lo hai ben motivato e argomentato. Non tutti fanno così. Molti lo stroncano a priori.

Io posso solo dire che la sua musica mi piace, ma me ne guarderei bene dall'esaltarlo disprezzando chi (e vedo sono molti) vede nella sua musica un qualcosa di piccolo piccolo se paragonata a quella dei mostrisacri.

L'unica cosa che posso dire, e mi sembra che possa essere riconosciuta oggettivamente ad Allevi, è stata la sua capacità di avvicinare un pubblico diverso ad una musica che, anche se non può essere definita "classica" per le carenze di complessità e qualità cui tu accennavi, richiede comunque un ascolto diverso (io lo definirei "meditativo") a quanti sono avvezzi a generi molto più popolari.

Il fenomeno Allevi quindi non ha solo risvolti commerciali, c'è anche dell'altro e mette a dura prova la spocchia di chi sente contaminato il proprio mondo elitario (quello della musica classica) da barbari incolti. Se la musica classica, come tu giustamente auspichi, fosse divulgata l'ultima riserva di "distinzione" cadrebbe e a molti questo non farebbe piacere.
vagabondo del dharma is offline  

 



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