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Vecchio 19-06-2005, 12.33.16   #21
Fragola
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Messaggio originale inviato da Lord Enrico
Condividendo quanto detto da dana, vorrei dar più importanza ad un affermazione da lei scritta: "Leggo una poesia in modo istintivo" ecco, secondo me ognuno di noi legge le poesie in modo "istintivo"(questo forse è anche il modo per aprezzarle meglio), apparte al giudizio tecnico, perchè nella poesia come in ogni altra arte, l'espressione è accompagnata anche dalla tecnica, esistono infatti artisti d'ogni genere che con una tecnica vertuosistica esprimono quel che hanno da dare, ma alcuni riescono a farlo anche con la semplicità, senza la complicità di una tecnica virtuosistica.
Questo discorso credo valga in ogni campo legato alla sensisbilità umana e alla creatività,all'arte in generale insomma.

Tornando al leggere le poesie in modo "istintivo", penso che la capacità principale di un poeta sia l'esprimere in modo profondo le sue emozioni\senzazioni/esperienze, circondadole di più significati.(a volte neanche volutamente, ma è una cosa impossibile da evitare... ognuno di noi da un suo Unico significato alle parole e percepisce TUTTO in modo diverso)

Non credo di sbagliare dicendo che molte persone leggendo una poesia non sentono quello che il poeta voleva dire nel preciso momento in cui ha dato vita alle parole, ma molte volte vedono tutt'altro.(Bisognerebbe comunque chiedere ai poeti infromazioni riguardo a quel che volevano dire...)
Le parole dei poeti hanno un gran numero di probabili ipotesi di interpretazione, ma raramente si riesce a capire a cosa si riferisse il poeta nel suo scritto. (Dato per fare un esempio, sarà capitato a molti di voi di leggere una poesia, immaginandone un contesto, dandole un significato piu o meno "preciso", per poi scoprire in che Contesto il poeta aveva scritto la poesia, riferendosi magari ad avvinimenti del quale voi ignoravate l'esistenza, scoprendo un significato diverso da quel che avevate percepito) (significato cresciuto insieme a quel che l'autore era dal momento della sua nascita, fino a quel che poi è diventato)
Appunto per questo, forse la poesia va aprezzata in modo "istintivo", per catturarne il più possibile.
Questo anche perchè noi non possiamo Vivere in prima persona esperienze vissute da altri, ma gli artisti in generale ci permettono di percepire quel che non abbiamo vissuto, o comunque qualcosa di simile, se pur diverso, grazie alla forza della creatività e della comunicazione.

Per la musica invece il discorso è parecchio diverso, ma è una cosa che non ho mai approfondito... anche se un giorno non troppo lontano lo farò.
La "filosofia" della musica mi attira parecchio, è particolare pensare che dei suoni, delle vibrazioni propagate per mezzo dell'aria, una volta raggiunto l'orecchio esprimano qualcosa, emozioni, stati d'animo, paesaggi, movimenti ed altro.

Più che la musica in generale, direi che della poesia fa parte il ritmo, infatti la melodia entra in gioco molto più profondamente nel cantato, ma non nella vocalità della parola parlata.
Il ritmo, I controtempi, le pause, gli accenti fanno parte dell'espressività della poesia, che oltre al riferirsi ai"significati" offre altre sensazioni con il ritmo delle parole.

Quindi ogni persona "cattura" da una poesia un esperienza, sempe diversa se pur avvolte può sembrar molto simile.

In conclusione non saprei cosa dire per definire una poesia come POESIA.

Ora mi viene in mente una cosa... credo che esistano parecchie persone in grado di fare una poesia SENZA UN VERO SIGNIFICATO, giocando con le parole, creando espressioni ambigue, in grado di suscitare molti significati diversi, anche se il poeta non voleva esprimere NIENTE.
Queste come andrebbero giudicate?

Personalmente aprezzerei il lavoro svolto dal punto di vista tecnico della disposizione delle parole, ma non avrebbe nulla a che vedere con quel che io considero un VERO poeta.

Un uomo profondo, che nella sua stanza da vita alla vita!

Non lo so se ognuno di noi legge le poesie in modo istintivo. Potrebbe non essere così. Anzi, mi verrebbe da dire che leggere, qualsiasi cosa si legga, non è mai un gesto istintivo. Ma addentrarci in questo complicherebbe molto il discorso.

"esistono infatti artisti d'ogni genere che con una tecnica vertuosistica esprimono quel che hanno da dare, ma alcuni riescono a farlo anche con la semplicità, senza la complicità di una tecnica virtuosistica."
Ecco, io credo che la vera tecnica sia quella che non si vede!!!!
Prendi un pianista davvero bravo. Hai la sensazione che la musica sgorghi dalle sue dita con estrema naturalezza! Lo ascolti e dimentichi la tecnica. La stessa cosa per la poesia. Se leggendo la prima cosa che pensi è "che bel enjambement!", chi ha scritto sa cos'è lo enjambement ma non lo sa usare! La vera poesia appare semplice, quello che passa è il contenuto, la bellezza, la musicalità. Non la tecnica. Ma per otterene questo la tecnica deve essere entrata sotto la pelle.

"Non credo di sbagliare dicendo che molte persone leggendo una poesia non sentono quello che il poeta voleva dire nel preciso momento in cui ha dato vita alle parole, ma molte volte vedono tutt'altro." Ma certo che è così! E addirittura cose diverse in momenti diversi della vita. Non succede solo con la poesia, anche con la prosa. Con la poesia forse di più. credo che sia anche per questo che un poeta difficilmente "spiega" le sue poesie. C'è una bella frase, detta da Troisi nel film "il postino", se non ricordo male. "una poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve".

Sulla musicalità... beh, una volta la poesia era cantata! La melodia e il ritmo fanno tutti e due parte della poesia. Non possono non farne parte. Non ci dobbiamo dimenticare che troppo spesso leggiamo poesie tradotte! E che per quanto ami, ad esempio, Wislawa Szymborska, il testo al fronte in polacco posso solo guardarlo. Posso cogliere solo il significato dei suoi versi, non ritmo e melodia. Forse il prevalere del ritmo o della melodia, dipende molto dalla lingua. L'italiano è una lingua molto melodica. Altre lingue sono più ritmiche. Ma, anche se a volte una cosa prevale sull'altra, ritmo e melodia sono sempre presenti.

"Ora mi viene in mente una cosa... credo che esistano parecchie persone in grado di fare una poesia SENZA UN VERO SIGNIFICATO, giocando con le parole, creando espressioni ambigue, in grado di suscitare molti significati diversi, anche se il poeta non voleva esprimere NIENTE.
Queste come andrebbero giudicate? "
Questa è una bella domanda!!!!! Se non comunicano nulla li chiamo "castelli di parole", non poesie. Ma a volte invece comunicano su un piano diverso di quello del significato. Proprio come la musica. E allora come la mettiamo?
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Vecchio 19-06-2005, 13.51.35   #22
edali
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Chi sa come mai, anche se questa poesia è stata tradotta, il sentire del poeta si trasmette comunque? (domanda retorica)

È vero che i piani della sensibilità sono diversi e più si sale, più aumentano le vibrazioni


Io siedo e guardo tutte le sofferenze del mondo

“Io siedo e guardo tutte le sofferenze del mondo, tutta l’oppressione e la vergogna,
Io odio i convulsi singhiozzi segreti dei giovani angosciati con se stessi, in preda al rimorso delle azioni commesse,
Io vedo nella vita umile la madre maltrattata dai figli, morente, abbandonata, smunta, disperata,
Io vedo la moglie maltrattata dal marito, vedo il seduttore ingannevole di giovani donne,
Io noto gli strazi della gelosia e dell’amore respinto che cercano di nascondersi, io vedo tutto questo sulla terra,
Io vedo l’opera della guerra, della pestilenza, della tirannia, io vedo martiri e prigionieri,
Io osservo la fame sul mare, osservo i marinai che tirano a sorte per stabilire chi dovrà essere ucciso perché gli altri vivano,
Io osservo le umiliazioni e le degradazioni inflitte dai prepotenti ai lavoratori, ai poveri, ai negri e agli altri;
Tutto questo... tutta la meschinità e la sofferenza senza fine io contemplo standomene quì seduto,
Vedo, ascolto, e taccio.”
Walt Whitman
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Vecchio 19-06-2005, 14.22.05   #23
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Messaggio originale inviato da edali
Chi sa come mai, anche se questa poesia è stata tradotta, il sentire del poeta si trasmette comunque? (domanda retorica)

Ma come, non hai appena scritto che "Non credo di sbagliare dicendo che molte persone leggendo una poesia non sentono quello che il poeta voleva dire nel preciso momento in cui ha dato vita alle parole, ma molte volte vedono tutt'altro."?
Percepisci veramente il sentire del poeta, o il tuo, evocato da queste parole? Poi io parlavo di ritmi e musicalità che si perdono nella traduzione, non di senso. Il senso, almeno quello, una traduzione decente dovrebbe conservarlo. Almeno spero!


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È vero che i piani della sensibilità sono diversi e più si sale, più aumentano le vibrazioni

Piani di sensiblilità? No guarda, io ai "piani di sensibilità" non credo proprio più. Se mai ci ho creduto. Lasciali fuori da sta cosa. Se vuoi parliamo di poesia. La misurazione della "sensibilità" o del "livello di evoluzione", delle "vibrazioni", lasciamola a spiritualità. E' lì che si gioca a misurarsi il pisellino.
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Vecchio 19-06-2005, 15.04.25   #24
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Piani di sensibilità per sentire la poesia. Perché no? Io ci credo.


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Il poeta da “vita alla vita” . Il musicista, come il pittore, pure. Questo è l’artista. Hanno il dono di esprimere il loro sentire in modo da toccare il sentire dei loro simili.
Penso che non ha tanta importanza quello che voleva dire a parole il poeta, quanto quello che risveglia dentro di te la sua poesia.

Non parlavo specificatamente della cadenza, ma di ciò che risveglia dentro di noi una poesia, che sia cadenza, il ritmo, ecc… non importa, importante è che ti scuote (tanto per non parlare della vibrazione )

Delle traduzioni eri tu che parlavi, mentre io volevo solamente sottolineare che pur senza la cadenza e la musicalità della lingua originale, la poesia trasmette qualcosa e non necessariamente quello che intendeva il poeta.

edali

ps. Ehi! io non mi posso misurare con quelle <grandezze> (fisiche) umane ….perché sono speciale ed amo anche la poesia.

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Vecchio 19-06-2005, 15.40.37   #25
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C'è una bella frase, detta da Troisi nel film "il postino": "una poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve".
Sulla musicalità... beh, una volta la poesia era cantata!

... Omero strimpellava sulla cetra cantando i suoi poemi: a quei tempi, per fortuna, non c'erano critici d'arte, che soloneggiavano su cio' che non creavano. Spiegare una poesia, una musica, un dipinto non e' nemmeno come spiegare una barzelletta (che dispiegata perde la sua magia), dato che essa ha un unico senso. Una poesia, una volta scritta, e' come un figlio che, crescendo, si arricchisce delle esperienze e delle emozioni che l'interazione con l'altro aggiunge.
D'altra parte persino la Verita' o la Realta' non e' la somma dei lati da cui ognuno la guarda? Come l'Arte anch'essa e' Visione istantanea e complessiva di tutti i lati con l'aggiunta dell'intuizione profonda che la complessita' porta con se' (... di ogni verita' anche l'opposto e' vero! Ogni verita' particolare e' infatti solo un punto di vista della Realta'! Per questo la musica jazz, l'arte astratta, certa letteratura contemporanea tentano di esprimere persino la simultaneita' dei diversi e "contapposti" punti di vista).
Prafrasando Siddharta potremmo definire la Poesia, la tranquilla visione dell'unita' sopra la tumultuosa molteplicita' delle forme.
... o no? (... sussurra il nichilista che sonnecchia in noi!).
Anche il nichilismo in fondo non e' solo un punto di vista? Dubito ergo sum!


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Vecchio 19-06-2005, 15.48.13   #26
oizirbaf
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"... solo il silenzio è giusta voce " - Kempis

Una bella immagine mi evoca queste parole: scusa l'ignoranza Edali, ma chi e' 'sto Kempis? Ascoltare il silenzio e' stata infatti una delle mie piu' belle esperienze.
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Vecchio 19-06-2005, 16.30.28   #27
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Messaggio originale inviato da edali
Piani di sensibilità per sentire la poesia. Perché no? Io ci credo.

Uffa, non volevo divagare troppo ma mi ci costringi!

Se intendi dire che una poesia può avere diversi livelli di lettura, è indubbiamente così. Se intendi invece dire che ci sono persone con una sensibilità "più evoluta", allora no. Siamo tutti diversi. Diversi tipi di sesibilità, non diversi piani. Tutti diversi ma tutti con lo stesso valore.
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Vecchio 01-07-2005, 21.49.36   #28
Vapensiero
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Per Fragola.
riferimemto:
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adesso per esempio mi piacerebbe sapere perché tu non la reputi una poesia ecc. (La cosa più importante pag 2).
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Non la reputo una poesia, anche se suscita emozioni, perchè secondo il mio modo di vedere la poesia non può essere un elenco della spesa al mercato dei sentimenti. Ovvero: i tuoi occhi mi fanno questo, le tue labbra quest'altro, la tua lingua questaltro ancora, mi manchi, sei la cosa più importante del mondo ecc. ecc.

Questo è il mio parere, che è stato completamente differente di quello della giuria del premio "Roma Campidoglio", che gli ha assegnato il primo premio. Vedi quanto è difficile distinguere una poesia da un qualcosa d'altro?

Prossimamente ti faro leggere un qualcosa che io reputo poesia e forse potremo comprenderci meglio. OK?

Vapensiaero e ciao.
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Vecchio 01-07-2005, 23.16.50   #29
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Se si vincono dei soldi, mandami gli estremi di questo concorso che partecipo anche io! (è l'unico motivo per cui parteciperei ad un concorso letterario. Pubblicare non mi interessa )

Premio immeritato, a meno che non fosse un concorso per adolescenti.

Sinceramente io non la reputavo affatto una poesia.
A parte il fatto che è un elenco, che sarebbe il meno, manca totalmente di ritmo e di musicalità. E non suscita nemmeno emozioni. Non si sente la mancanza, non si sente niente. E' una graziosa lettera che va a capo ogni tanto.
Ovviamente, se fossi la destinataria, mi commuoverei per l'intenzione

No, non è una poesia.

Questa è una poesia!!!



Sulle quattro

Stamane sulle quattro, vagolando
col mio scettro d'insonnia per la casa,
senza accendere le luci, m'avvenne
d'intuire sulla soglia
del terrazzo qualcosa, tra feroce
e soave
- non certo l'umidore
dell'edera risalita in apnea
nè fantasmi di voci dalle antenne
dei palazzi accasciati. -
Era là fuori
la notte in piena doglia:
si sforzava di uscire dalle grotte
di se stessa. Affannosa. Le esultava
l'ampio addome di brividi, il madore
ne intrideva le stelle.
Fu come
per una donna: trattenere
un lungo attimo il fiato. E il suo dolore
s'assommò, sangue ed anima, in un grido
- lassù - di rosa.

Fernanda Romagnoli

(ultimamente sono proprio innamorata di questa poetessa, purtroppo poco conosciuta. E questa in particolare è bellissima!)



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Vecchio 02-07-2005, 07.50.49   #30
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Per Fragola.

senti quest'altra:

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Eugenio Montale

Montale ha vissuto per trenta anni con la sua donna, abbastanza bruttina e con un gran paio d'occhiali molto spessi per la sua cecità, che, secondo lui, la facevano somigliare ad una mosca.
Con lei è stato sempre brutale, nelle parole, ma quando è morta gli ha scritto delle cose meravigliose, che hanno rivelato agli amici e ai suoi lettori, tutto l'amore che provava per lei.

Ciao. Spero che ora comprenderai la differenza tra una poesia e la nota della spesa.

Ultima modifica di Vapensiero : 02-07-2005 alle ore 07.57.30.
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