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Vecchio 09-10-2005, 00.10.02   #21
Vaniglia
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ASIA



Spesso nella notte sento le nostre voci
a volte distinguo le parole, a volte solo la loro melodia
Spesso nella notte guardo il cielo
non vedo più le stelle, solo i loro volti chinati verso di me
Sono sdraiata e sento il tuo corpo vicino
Ho paura di voltarmi e scoprire che non ci sei



di A.P.
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Vecchio 12-10-2005, 09.33.26   #22
visechi
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Dialogo surreale fra due non so chi

Dialogo surreale fra due non so chi
Lui: come posso aiutarti? Ho cercato di essere qui, vicino a te, di essere sempre con te. Non ho più molte parole, ho solo me stesso da offrire per te;

Lei: la vita non è un soffice letto di petali rosa, me ne sono avveduta: tutto è sfiorito, tutto sbiadito, tutto si adombra; disegnami un fiore che mi riporti il sorriso;
Lui: se fossi un pittore disegnerei un intero giardino di fiori splendenti, di aiuole fiorite che spandano intorno i propri profumi, solo per te, ma sarebbero solo fiori di carta, per un sorriso di carta, non nascerebbe da te. Non sono un pittore, non so dipingerti un fiore di carta;

Lei: Aiutami! Tutto è slavato, il cielo è velato, il freddo è pungente, il buio incipiente; ti prego accendi un Sole per me, accendi una luce che segni la strada;:
Lui: non son fatto di Luce, non posso inondarti di raggi di Sole, non posso indicarti una strada; posso solo aiutarti a trovarla da te;

Lei: null’altro che questo? Avvicinati un po’; insegnami tu!
Lui: non sono un Maestro, ancor meno son saggio, ho poche lezioni da offrire per sciogliere i dubbi e i lacci che ti legano al suolo; posso solo aiutarti stringendoti forte, donandoti quel poco calore che ho;

Lei: componi dei versi, immergimi in sogni leggeri; avvolgimi in nubi ovattate; alleviami il peso che incontro ogni giorno:
Lui: non sono un poeta, non so ricreare paradisi di sogno; posso solo tenerti la mano;

Lei: componi una musica, un dolce armonia che mi faccia pensare che vivere è un passo leggero di danza;
Lui: non so musicare, non conosco le note; non posso crearti incantevoli note che accompagnino danze leggere; posso solo ascoltare con te il mondo cantare, e guardare con te la Natura danzare;

Lei: raccogli per me delle pietre preziose, che brillino al sole, che siano calore, che riempiano i giorni di Luce e colore;
Lui: potrei anche farlo, ma è un mondo di vetri scolpiti con mole e smerigli, sarebbero solo dei pezzi di vetro, un mondo di specchi più freddi del freddo; io voglio per te un mondo più vero, con sole e calore che nascan da te;

Lei: donami almeno degli occhiali dipinti, ché possa vedere la vita con tinte più tenui, che nascondano agli occhi gli spenti colori, che ridonino pace e bellezza, che creino mondi incantati;
Lui: non posso volere per te un mondo artefatto, gli occhiali ti spengono il volto e non ti sapranno mostrare il bello che è in te; non chiedermi, dunque, di esser fasullo;

Lei: portami in cielo, in alto con te, fra nubi ovattate, più in alto dei tetti, che possa scordare qui in basso che c’è, spiega le ali e conducimi via, che i pesi, gli affanni e i gravami non possan frenarmi;
Lui: non posso volare, queste ali che vedi son fatte di cera, si sciolgono al sole, non ho, così, grandi mete che conducan in alto nei cieli, ho solo due gambe con cui camminare per le strade del mondo; non posso renderti leggera la vita;

Lei: ma allora dimmi cosa puoi fare?

Lui: sono solo un uomo che non rinuncia ad essere tale in cambio d’inverosimili sogni divini; posso stare al tuo fianco mentre cammini con pena; posso solo seguire i tuoi passi, prenderti in braccio sorreggendo con te il peso di vivere, dividendo con te le pene e gli affanni, asciugarti le lacrime, custodirle all’interno di un cuore in affanno, donarti le mie, rinfrescarti le gote dopo il tanto ansimare, starti vicina anche quando sei sola, posso offrirti me stesso, per quel poco che vale, ma non chiedermi mai di essere ciò che non sono, non credermi mai una Luce divina, o un autore di sogni fantastici, posso darti la mano, regalarti un abbraccio, non t’infioro la vita, non ho petali rosa che marciscano al sole, o profumi di viole che svaniscano al vento; chiedimi, dunque, di stare con te così come sono; col mio incedere lento vorrei solo seguire i tuoi timidi passi lungo l’irto cammino, tenerti per mano e camminare al tuo fianco;
Lei: è già tanto! E’ tutto quello che voglio, è quello che cerco… prendi la mano e camminiamo affiancati; raccontami storie che dican di te.
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Vecchio 12-10-2005, 20.52.54   #23
Vapensiero
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Re Visechi.
riferimento: <..Dialogo surreale..>

E perché mai Visechi? ho letto con interesse quello che tu reputi un dialogo surreale, e non mi è sembrato affatto.

Forse lo reputi surreale, solo perché la realtà d'oggi è impermeata di superficialità, d'egoismo, e la continua disattenzione dei valori non ci permette più di esternare la nostra umilta?

In definitiva, quello che si può leggere nello scritto è la grande umiltà dell'una e dell'altro, nel senso che lei chiede aiuto per affrontare la vita (e chi chiede aiuto ammette la sua debolezza e quindi umile), e lui gli fa eco di non essere Dio ma solo un uomo, per cui sono "costretti" ad affrontare la vita da semplici esseri umani, con due braccia due gambe e, a quel punto, con un'unica volontà.

Io ritengo, caro Visechi, che la vita di ognuno di noi sia come un piccolo ruscello d'acqua che scende dalla montagna, e ogni tanto vi è qualcosa nel suo tragitto che gli fa cambiare direzione; ma lui non legge questo come segno negativo, poiché in quel cambio di direzione vi può trovare qualcosa che prima non conosceva, e quindi arricchire la sua esperienza di ruscello d'acqua limpida in discesa libera.

E poi, ancora un masso sul suo tragitto e ancora un'altro cambio di direzione e ancora un'altro; ma lui, imperterrito e in definitiva, pensa che quei cambi di direzione serviranno a ritardare la sua scomparsa nel qualunquismo del grande mare, che gli farà perdere la sua univoca verginità di ruscello di montagna.

PS.
Non conoscendo nè lui nè lei, dal modo d'esprimersi, posso intuire che siano molto giovani, se non altro nell'anima.

a lui a lei..... e al ruscello.

Ultima modifica di Vapensiero : 12-10-2005 alle ore 20.55.32.
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Vecchio 13-10-2005, 08.41.40   #24
Vaniglia
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Quello che ho riportato come racconti e poesie (le poesie sono nel'argomento aperto da Nicola185...) e' una storia vera e romanzata scritta da un mio carissimo amico scrittore...una storia d'amore tra un uomo ed una donna...



Vaniglia
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Vecchio 13-10-2005, 09.55.47   #25
visechi
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Citazione:
Messaggio originale inviato da Vapensiero
PS.
Non conoscendo nè lui nè lei, dal modo d'esprimersi, posso intuire che siano molto giovani, se non altro nell'anima.


Sbagli! Non si tratta di giovani, si tratta, viceversa, di anime adulte, che conoscono, entrambe la vita, che l’hanno patita, che perdurano in questo patimento. Non è un racconto, se così lo si vuol definire, di umiltà, ma un racconto in cui due anime s’incontrano, due anime che s’amano, due anime che conoscono tanto l’amore quanto il dolore che la vita si trascina appresso. Si tratta, nella finzione del racconto – quanto poi sia finzione non si sa, non si può sapere o dire -, di due modi diversi, seppur simili, di percepire quel flusso perenne che definiamo vita. L’un personaggio, Lei, avverte il dolore e la vita come un peso, un gravame, un qualcosa che sfianca, che spenge i colori, qualcosa di vitreo. Da qui l’esortazione all’anima gemella (forse il suo alter ego?) di regalarle un mondo incantato, un mondo di fiaba, un mondo surreale, che però le induca l’oblio della sua vita terrena. E’ un desiderio molto accentuato di fuga, di sollevare i piedi dal terreno melmoso, un desiderio di spiccare un volo che l’affranchi dal sentimento del tragico che attraversa il suo cuore. Quel che domanda è il dono di una diversa dimensione dove svaniscano i colori funerei, dove si ricrei l’armonia e la poesia promessale dalla vita nel corso della propria fanciullezza. E’ un tendere all’incanto, alla purezza di un sogno intangibile, che non si possa infangare. Lei è, in definitiva, una sognatrice che ama la vita ed ama il suo uomo.
Lui, invece, appare pragmatico. Un interlocutore che ha visto e sentito l’affanno dell’anima. E’ colui che riporta alla cruda realtà la compagna, che non solleva i propri piedi dal suolo perché sa che lì, sulla crosta terrestre si deve camminare; che il destino, il Fato, la Natura, Dio stesso, hanno concesso loro solo questa cruda dimensione, un’unica area ricca d’affanni. La sua, quella che offre alla compagna, è così una promessa di starle vicina, in cui si legge la consapevolezza che il cammino, la strada, per quanto irta ed erta, divengono meno aspre se percorse con qualcuno al fianco. Qualcuno che offra se stesso, senza abbellimenti, senza orpelli che lo ingentiliscano, che lo falsifichino, qualcuno che tenda una mano, che sia un abbraccio caldo, umano, vero, sincero, fatto di carne e di sentimento… che sia uomo, non dio. Egli rintuzza le richieste della compagna, declinandole con dolcezza, riportandola a guardare il mondo che li circonda, ma soprattutto a guardare lui, per scoprirlo o riscoprirlo così com’è, nella sua essenza d’uomo. Lei, udite le profferte del compagno, pare acquietarsi in esse, e nell’abbraccio di lui, ma così non è. Nessuno dei due personaggi rinuncia alla propria Natura… il dialogo, surreale perché abita un’altra dimensione che non ha spazio ed è priva di tempo, si chiude con un intreccio di mani, e lei domanda al compagno che le narri delle storie che dican di lui, che siano anche favole…

P.S.:
Scusa vaniglia se ho occupato il tuo spazio, non mi andava di aprire un nuovo thread
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Vecchio 13-10-2005, 10.18.32   #26
Vaniglia
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Non e' um mio spazio, visechi...ma di tutti!



Vani
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Vecchio 13-10-2005, 15.25.26   #27
Vapensiero
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Visechi; quando ieri, nella chat, parlando del mio intervento nel forum: Racconti e Poesia, con modo altezzoso hai affermato che ancora non sapevi se valeva la pena rispondermi, poichè mi contrapponevo alla tua interpretazione dello scritto, dell'amico di Vaniglia, che che tu ritenevi "SURREALE".

Finito di *****are nella chat sono andato a rileggermi il mio inervento e, con somma soddisfazione, debbo affermare che non cambierei una virgola di quello scritto, poiché con pochi concetti ho riassunto lo stato d'animo e le intenzioni dello scrittore.

Inoltre, la favola del ruscello, voleva rafforzare il concetto di Gioventù/Esperienza, ma non posso pretendere che tutti stiano così attenti da percepire una parabola o metafora, che dir si voglia.

Tu nella replica, stranamente, non riteni più surreale il racconto (finalmente), e sottoscrivi il mio parere in proposito. Solo che il tuo modo d'esprimerti, ti fa somigliare ai tanti psudoscrittori, che per raccontare che l'uccellino, entrato dalla finestra, ha fatto la pipì al centro della stanza, inizi il racconto partendo dalla periferia della città, descrivendo tanti di quei particolari che non aggiungono forza al racconto, ma solo noia.

Per curiosità rileggiti il mio ed il tuo intervento, e potrai catturare, se ne sei capace, gli stessi significati.

Per quanto riguarda alla gioventù del Lui e della Lei, la mia affermazione aveva un doppio significato. Ovvero:

1°) Io vi ho intravisto una freschezza d'animo, e l'ho specificato, indipendentemente dall'età.
2°) Quel modo di scrivere è classico dei giovanissimi, o di coloro che hanno poca esperienza nello scrivere, poiché non s'immedesimano nella mente del lettore, ma, semplicemente, si preocculpano d'esternare i loro sentimenti del momento.

Ma questo è un'altro problema, poiché la mia risposta riguardava il il racconto "SURREALE" e non mi sembra che tu ne abbia spiegato i motivi: né prima e né dopo.

Attendo tue notizie: ma limitati all'evento al centro della stanza, altrimenti diventi noioso.

PS.
Il post di Vaniglia l'havevo stampato ma ancora non letto, poiché molto lungo, pertanto credevo che il tuo non fosse un riassunto del suo e tantomeno continuo a ritenerlo surreale. Anzi: molto umano e commovente, poiché ricalca la realtà ed i sentimenti che vivono tutti i giorni gli uomini e le donne, su questa terra piene di "FANGO", ma piena anche di tanti freschi RUSCELLI di montagna.
Inoltre, conosci forse gli autori per affermare che sono due adulti?


Ultima modifica di Vapensiero : 13-10-2005 alle ore 15.32.17.
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Vecchio 13-10-2005, 15.41.41   #28
visechi
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Citazione:
Visechi; quando ieri, nella chat, parlando del mio intervento nel forum: Racconti e Poesia, con modo altezzoso hai affermato che ancora non sapevi se valeva la pena rispondermi, poichè mi contrapponevo alla tua interpretazione dello scritto, dell'amico di Vaniglia, che che tu ritenevi "SURREALE", finito di *****are nella chat sono andato a rileggermi il mio inervento e, con somma soddisfazione, debbo affermare che non cambierei una virgola di quello scritto, poiché con pochi concetti ho riassunto lo stato d'animo e le intenzioni dello scrittore.

Superba dimostrazione di quanto poco ci si possa comprendere. Ho, in effetti, affermato che forse non valeva la pena replicare al tuo scritto a commento del mio, semplicemente perché non lo ritenevo utile (per me), senza che vi fosse alcuna alterigia in me. Il surreale non è certo lo scritto dell’amico di Vaniglia, ma se rileggi con calma, senza farti prendere da pruderie di vario genere, generi che io non conosco di certo e di cui non credo di essere assolutamente responsabile, ti renderai ben conto che l’aggettivo surreale è riferito esclusivamente al mio scritto, non certo ad altri. Tu hai commentato quale scritto? Mi pare che ora introduci solo distorsioni inutili. Mi pareva, e ne sono certo – visto che in chiusura di questo strano intervento lo ammetti pure -, che il tuo commento era riferito allo scritto da me inserito… in questo caso non puoi pretendere di conoscere appieno <…le intenzioni dello scrittore>. Ho solo voluto dirti, con la mia replica, che la tua interpretazione non collimava affatto con quanto <lo scrittore> aveva voluto esprimere. Tutto qui.



Citazione:
Tu nella replica, stranamente, non riteni più surreale il racconto (finalmente), e sottoscrivi il mio parere in proposito. Solo che il tuo modo d'esprimerti, ti fa somigliare ai tanti psudoscrittori, che per raccontare che l'uccellino, entrato dalla finestra, ha fatto la pipì al centro della stanza, inizi il racconto partendo dalla periferia della città, descrivendo tanti di quei particolari che non aggiungono forza al racconto, ma solo noia.

Anche in questo caso pecchi eccessivamente di distrazione. Ho ribadito che lo scritto da te commentato, se non è così hai enormi problemi di comunicazione, è un dialogo surreale perché senza spazio e privo di tempo. Rileggi con minor affanno, sempre che ne abbia voglia, in caso contrario…. Amen

Citazione:
Ma questo è un'altro problema, poiché la mia risposta riguardava il il racconto "SURREALE" e non mi sembra che tu ne abbia spiegato i motivi: né prima e né dopo
.

Ma giovane figliolo, chiarisci meglio quali motivi ti dovrei mai spiegare, poi, sempre che ne abbia voglia, forse, se il tempo mi avanzerà, se non mi annoierò troppo, allora cercherò di capire cosa cerchi.

Citazione:
Attendo tue notizie: ma limitati all'evento al centro della stanza, altrimenti diventi noioso.

Nessuno deve sentirsi in obbligo ad annoiarsi, infatti mi pare che ora smetterò di annoiarmi
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Vecchio 13-10-2005, 20.59.46   #29
Vapensiero
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Visechi.

QUANTO RUMORE PER NULLA.

<....Sbagli, non si tratta di giovani, ecc. ecc....>

Visechi, ho ammesso di non conoscere l'età anagrafica dello scrittore/ce, pertanto ho vissuto solo la sensazione su quanto letto, e mi sembra che in questo sia stato chiaro, senza bisogno che t'inalberassi o ti sentissi offeso per questo.

Inoltre, se affermare: "Vedrò se varrà la pena di risponderti" non è altergia, figuriamoci cosa combini quando la metti in pratica. Le parole hanno il loro significato e il loro peso, visechi, anche se tu dovessi abitare o essere rinchiuso in un piccolo paesino dell'entroterra Sardo.

Io non ho nessun prurito, e mi posso permettere di esprimere un giudizio letterario su quello che leggo, anche se questo giudizio va contro il parere dello scrittore, poiché sono esperto della materia e perchè la critica costruttiva la possono svolgere tutti, soprattutto i lettori.

Non conoscendo gli autori, non ha importanza se lo hai scritto tù o quant'altri; anzi, questo stà a dimostrare la mia imparzialità di giudizio, nei tuoi confronti, su quanto affermato.

Il dialogo trascritto è un semplice dialogo terreno e quindi gli si può dare sia lo spazio sia il tempo, quindi nessuna situazione surreale.
Se non riesci a comprendere questo, allora visechi, prima leggi il vocabolario, altrimenti smetti di salire in cattedra, poiché, da quelle poche informazioni che sono arrivate, mi sembra che a tè manchi: sia lo spessore culturale sia l'educazione da trasmettere ai tuoi discepoli.

Per il futuro?
Non ci sarà per me un futuro in questi forum visechi, poiché questo è l'ultimo messaggio a cui rispondo, tanto per non darti la sofddisfazione che tu possa sembrare l'unico gallo nel pollaio, di questa "Cultura popolar Ricreativistica".

Quindi, non ti sforzare ancora, visechi, ma cerca d'adoperare il tuo tempo per cose più costruttive e utili per te, poiché il tempo e prezioso e.....fino ad ora, ne hai disperso abbastanza.....

FACENDO TANTO RUMORE PER NULLA.


Ultima modifica di Vapensiero : 13-10-2005 alle ore 21.03.15.
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