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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 08-04-2007, 00.30.38   #1
Lucio Musto
Rudello
 
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Animalismo

Imparzialità

Amica animalista, del tuo gatto
mi parli con amore protettivo,
ma rimbrotti e accusi di nequizia,
chi invece non ne ha cura veruna.

Ma del topo che lui uccide, che mi dici?
e della pulce, che li punge entrambi?
o di quell’acaro, piccolo e cattivo, che
della pulce beve il sangue e rode il grasso?

Li ami altrettanto, li curi, li difendi?
procuri loro un micio succulento
o altro cibo adatto ai loro corpi,
o forse t’offri tu, personalmente,
a farli satolli e gai, con la tua ciccia?


Rudello 6 aprile 2007 parole 55
Lucio Musto is offline  
Vecchio 09-04-2007, 09.04.20   #2
katerpillar
Ogni tanto siate gentili.
 
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Riferimento: Animalismo

Cio che accade nel mondo cosidetto "animale",
è lo specchio di quello che accade nel mondo
cosidetto "Umano" o cosi detto "vegetale".

Di fatto gli stessi atteggiamenti - "buoni e cattivi" -
li ritroviamo in tutto il mondo vivente.

Ti posso rammetare del cagnolino che si getta tra le
fiamme per portare in salvo i tre neonati, lasciandoci la pelle.

Oppure il San Bernardo che vaga per ore intere per
salvare una vita.

Oppure il cane che si getta in acqua per salvare un uomo
o altro animale.

O altrimenti, la Tigre o il Leone che sbrana chiunque
gli viene a tiro.

Nel mondo vegetale è la stessa cosa, poiché possiamo
amirare la simbiosi = convivenza, che avviene tra un fungo
macroscopico, come una delle tante Amanite e l'albero
ad alto fusto; dove il fungo "dona" un po del suo azoto
e l'albero gli cede un po della sua acqua.

Mentre vi è un Ficus nella foresta tropicale che avvolge
un albero ad alto fusto fino a "soffocarlo", per occuparne
il suo spazio.

Si potrebbe fare un elenco lungo come le pagine di
un elenco telefonico di una grande città di tali episodi,
ma ormai tutti sanno che l'universo è unico e mette
in mostra gli stessi atteggiamenti, siano essi animali,
vegetali o minerali. Allora: vi è ancora un senso parlare
solo di alcuni episodi di gatti e topolini o non sarebbe
il caso di parlare complessivamente di tutto il mondo che
ci circonda? Inoltre, non scordiamoci che sono passati
solo pochi anni da quando l'uomo mangiava l'uomo.

katerpillar is offline  
Vecchio 09-04-2007, 14.31.02   #3
Ile
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Riferimento: Animalismo

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Originalmente inviato da Rudello
Imparzialità

Amica animalista, del tuo gatto
mi parli con amore protettivo,
ma rimbrotti e accusi di nequizia,
chi invece non ne ha cura veruna.

Ma del topo che lui uccide, che mi dici?
e della pulce, che li punge entrambi?
o di quell’acaro, piccolo e cattivo, che
della pulce beve il sangue e rode il grasso?

Li ami altrettanto, li curi, li difendi?
procuri loro un micio succulento
o altro cibo adatto ai loro corpi,
o forse t’offri tu, personalmente,
a farli satolli e gai, con la tua ciccia?


Rudello 6 aprile 2007 parole 55

Carissimo Rudello, io penso che "amare gli animali" significhi "amare la natura"... questo sta a significare che non bisogna mettere mano in situazioni dette "naturali". Tutto ciò che fa madre natura fa parte della vita.

Io mi reputo si animalista... ma non vado certo a salvare una preda da un predatore (anche se da piccola mi è capitato più volte di salvare delle povere lucertole dalle grinfie del mio gatto), ce la metto tutta per difendere gli animali da qualcuno che fa loro del male al finie della sua banale vanità o semplicemente per crudeltà, mi riferisco all'uomo e ai suoi stupidi svaghi (es. caccia).

Su questo non potrai che essere d'accordo con me.

Non mi va di divagarmi perchè se ne sentono fin troppi di questi discorsi... e ti garantisco che a volte mi vergogno di appartenere alla razza umana per tutte le atrocità che alcuni dei nostri simili fanno ad altri esseri viventi solo perchè non hanno il dono della parola.
Ile is offline  
Vecchio 10-04-2007, 00.47.03   #4
Lucio Musto
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Riferimento: Animalismo

Citazione:
Originalmente inviato da Ile
Carissimo Rudello, io penso che "amare gli animali" significhi "amare la natura"... questo sta a significare che non bisogna mettere mano in situazioni dette "naturali". Tutto ciò che fa madre natura fa parte della vita.

...
.

Davvero sì (grazie per il "carissimo", mi gratifica molto), amica mia, hai detto benissimo, interpretando il mio pensiero meglio di come saprei farlo io stesso.

E' esattamente questo, il postulato fondamentale di tutto il mio essere nel mondo!

Io non mi definisco "animalista" perché questo termine è già stato usato da altri con intenti diversi, ma mi sento creatura in mezzo a tutte le altre creature che "natura" prevede su questa Terra soggette alle sue leggi.

E per questo sento la "natura" come "madre" e non come "matrigna" anche quando dal mio limitato punto di vista sembrerebbe proprio cattiva ed ingiusta.
Capisco che è il "mio" punto di vista e non un valore universale. Quindi, grazie a te.

Purtroppo non tutti, non sempre, hanno quell'assoluto rispetto per le leggi della natura che sottolinei, e che profondamente sento anch'io!
Ho inteso di persone, che pure si dicono amanti degli animali, che non permettono al loro gatto di cacciare topi e lucertole per cibarsene, come sarebbe nelle caratteristiche della loro specie, ma li sostituiscono con posticci senza odore di preda e senza sangue, per poi nutrire i propri beniamini di carne di manzo e di tonno... che non sono certo le loro prede "naturali"...

Ed ho inteso di persone che alcuni animali li rispettano e li amano, ed altri li sterminano, ma non perché oggettivamente offensivi al loro benessere (esempio: le zanzare in camera da letto, come sarebbe anche comprensibile), ma perché schifosi o fastidiosi o brutti (le blatte, le vespe, i rospi e i lombrichi)... o perchè archetipi di ancestrali superstizioni (come ad esempio ragni e pipistrelli).
Vedi, amica mia, ho inteso di persone così che pure si dicono animaliste, e spruzzano le loro rose di veleno per uccidere in uno afidi e coccinelle.

Ecco perché non voglio essere confuso, con questi!

Cercavo di mettere questo mio dibattito in "psicologia", appunto per sottolineare questi comportamenti umani a mio avviso discutibili, ma certo sta bene anche qui in "cultura e società", perché quando comportamenti anomali diventano norma, non è più il caso di chiedersi "come mai"?, ma piuttosto: "ed ora, come società, che facciamo"?... e questo è un problema culturale.

E poi, a fornire sempre più immondizia, e distruggere quelli che la riciclano, i "demolitori" (si chiamano così) finiamo col restarne sommersi.
Dall'immondizia, intendo, e questo è un problema certamente sociale.

grazie!
Lucio Musto is offline  
Vecchio 10-04-2007, 09.00.12   #5
maxim
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Io mi reputo si animalista... ma non vado certo a salvare una preda da un predatore (anche se da piccola mi è capitato più volte di salvare delle povere lucertole dalle grinfie del mio gatto),…


Anch’io mi reputo animalista …però io faccio di tutto in certi periodi dell’anno, impegnando tempo e denaro, per salvare prede (ormai poche) dai predatori (ormai troppi).

maxim is offline  
Vecchio 24-04-2007, 21.51.12   #6
kat
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Saluti a tutti ,animalisti e cacciatori,si ho detto cacciatori, il contrario, gli antipodi dell'animalista.
Io sono vegetariano ,ma prima di esserlo ho commesso veri e propri reati contro gli animali, ora me ne vergogno, ma vi assicuro che capisco cosa passa per la testa di un carnivoro. Quello che mi ha indotto ad essere vegetariano ,oltre la sensibilità alle sofferenze e atrocità perpetrate da noi umani nei confronti degli animali in genere,è una considerazione molto semplice e cioè:
cosa posso fare per non creare altra sofferenza negli animali e nell'ambito delle mie possibilità quotidiane aiutarli ad esistere ? Molto semplice ,non mangiarli;animalista nei confronti delle foche ma anche delle galline, nei confronti degli animali da pelliccia ma anche da salsiccia.
C'è chi può fare di più e partecipa attivamente a programmi di recupero e salvataggio di specie, protezione ecc......Ammirevole il loro impegno e sforzo e fortunati loro che riescono e possono ........
Credo che anche chi non può fare tanto un contributo possa darlo.
Vorrei che gli animalisti fossero tutti vegetariani e che capissero che l'esempio è per l'essere umano il miglior insegnamento ed inoltre che ci sono diversi livelli di coscienza, bisogna prenderne atto e cercare di cambiare le persone senza violenza.Quanto al solito argomento che spunta all'interno della discussione tra animalisti e non e cioè la necessità di alcuni animali di essere carnivori, c'è da considerare che la natura ha concepito alcune specie nell'impossibilità di alimentarsi diversamente e cioè ad un livello di vita e coscienza notevolmente più basso del nostro di un onnivoro quali siamo(essere onnivori è una possibilità di sopravvivenza che ci è stata data non un dovere di vita, salvo rarissimi casi). Un altro argomento interessante è l'intelligenza dei suddetti animali che non può essere certamente paragonata alla nostra (anche se a volte ho dei grossi dubbi). Inoltre, fate pure la prova, date anche solo dieci euro ad un gatto e vedete se riesce ad andare al supermercato a comprare salsicce. Cordialissimi saluti a tutti i vegetariani ( e non )....kat
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Vecchio 27-05-2007, 17.51.08   #7
esteta_edonista
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Originalmente inviato da Rudello
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Amica animalista, del tuo gatto
mi parli con amore protettivo,
ma rimbrotti e accusi di nequizia,
chi invece non ne ha cura veruna.

Ma del topo che lui uccide, che mi dici?
e della pulce, che li punge entrambi?
o di quell’acaro, piccolo e cattivo, che
della pulce beve il sangue e rode il grasso?

Li ami altrettanto, li curi, li difendi?
procuri loro un micio succulento
o altro cibo adatto ai loro corpi,
o forse t’offri tu, personalmente,
a farli satolli e gai, con la tua ciccia?


Rudello 6 aprile 2007 parole 55

magari sembrerà banale, ma è così: l'uomo possiede la ragione, l'animale l'istinto...

Quindi abbiamo responsabilità maggiori rispetto all'animale, e possiamo fare della nostra intelligenza quello che ci pare.. distruggere tutto, ciò che sta succedendo, oppure preservare e curare ...

Io sono vegetariano, e lo faccio perchè so che se l'uomo continuerà a comportarsi non solo come un animale,ma anche peggio, la natura si vendicherà contro di lui, e ormai sono convinto che ciò accadrà presto, e ne sono felice.
esteta_edonista is offline  
Vecchio 27-05-2007, 22.25.58   #8
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Originalmente inviato da esteta_edonista
magari sembrerà banale, ma è così: l'uomo possiede la ragione, l'animale l'istinto...

Quindi abbiamo responsabilità maggiori rispetto all'animale, e possiamo fare della nostra intelligenza quello che ci pare.. distruggere tutto, ciò che sta succedendo, oppure preservare e curare ...

Io sono vegetariano, e lo faccio perchè so che se l'uomo continuerà a comportarsi non solo come un animale,ma anche peggio, la natura si vendicherà contro di lui, e ormai sono convinto che ciò accadrà presto, e ne sono felice.

Mi piace molto questo intervento e lo condivido, a grandi linee…

Si, l’abbiamo chiamata così, noi uomini, “ragione”, e sempre noi abbiamo stabilito che è una cosa migliore e più alta dell’istinto… quello che, sempre noi, genericamente e superficialmente abbiamo attribuito agli animali. Se ne potrebbe fare oggetto di un’altra interessante discussione, ma per ora accettiamola così, magari solo notando che la “ragione” dovrebbe indurci ad agire sempre con “ragionevolezza” cosa che, sempre noi, riconosciamo di fare… a volte si, ed altre no.

Quindi il “quindi” di apertura le secondo paragrafo lo prendo con molta prudenza. Ma nulla cambia. Concordo pienamente che se ci “assumessimo le nostre responsabilità”, quelle che la nostra intelligenza (e la nostra coscienza) ci indicano le cose del mondo andrebbero assai meglio, anche senza disquisire su termini di paragone con altri.
Limitiamoci alle nostre di responsabilità, io alle mie, tu alle tue, lui alle sue, e tutti e tre insieme come genere umano, e diamoci dentro senza distrarci e senza cercare scuse!

Io non sono vegetariano, ma mi sento creatura fra le creature, mi sforzo di rispettarle tutte nel modo migliore possibile, dalla più invisibile alga unicellulare alla figura sacra di mia madre.
Ma naturalmente nella mia realtà di creatura, mangiando l’insalata e la gallina, uccidendo la zecca che mi ha morso e rifiutando l’ultima “bomba di farmaci” per prolungare di un’altra ora l’agonia della cara vecchia.

Rudello 27 maggio 2007
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Vecchio 29-05-2007, 12.01.24   #9
maxim
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Critica alla ragion animalista

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Originalmente inviato da Rudello

Mi piace molto questo intervento e lo condivido, a grandi linee…

Si, l’abbiamo chiamata così, noi uomini, “ragione”, e sempre noi abbiamo stabilito che è una cosa migliore e più alta dell’istinto… quello che, sempre noi, genericamente e superficialmente abbiamo attribuito agli animali. Se ne potrebbe fare oggetto di un’altra interessante discussione, ma per ora accettiamola così, magari solo notando che la “ragione” dovrebbe indurci ad agire sempre con “ragionevolezza” cosa che, sempre noi, riconosciamo di fare… a volte si, ed altre no.


Dovrebbe essere così…
...non dimentichiamoci però che la “ragione” ha il grosso limite di ritenersi giusta, corretta, incontrovertibile, proprio ed in quanto ragione.
Che succede pertanto se essa ritiene di aver elaborato un concetto che non fa un grinza ed il conseguente agire del ragionante è da lui ritenuto ragionevole? C’è un’evidenza dei fatti che possa smentire il corretto agire che pareva frutto della miglior ragione? Si! C’è ma non è visibile alla ragione di colui che riteneva così ragionata quell’azione.
Evidentemente il problema non dipende dal successivo ragionamento logico conseguente ad una determinata ideologia ma dipende proprio dal punto in cui quell’ideologia ha preso vita.
Se quel punto fisso di partenza è sempre tenuto come base per qualsiasi ulteriore ragionamento e se quell’ideologia è palesemente sbagliata (cioè non porta i frutti sperati) allora anche tutte le successive azioni ragionate saranno viziate.
L’ideologia animalista parte addirittura dal 5° comandamento: Non uccidere! Mentre dovrebbe partire dalla più semplice e flessibile visione del “preservare” e che vogliate o no, quest'ultima si scontra spessissimo con quel 5° comandamento…
…che facciamo allora? Non uccidiamo o preserviamo?

maxim is offline  
Vecchio 29-05-2007, 13.48.27   #10
Lucio Musto
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Riferimento: Critica alla ragion animalista

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Originalmente inviato da maxim
Dovrebbe essere così…
...non dimentichiamoci però che la “ragione” ha il grosso limite di ritenersi giusta, corretta, incontrovertibile, proprio ed in quanto ragione.
Che succede pertanto se essa ritiene di aver elaborato un concetto che non fa un grinza ed il conseguente agire del ragionante è da lui ritenuto ragionevole? C’è un’evidenza dei fatti che possa smentire il corretto agire che pareva frutto della miglior ragione? Si! C’è ma non è visibile alla ragione di colui che riteneva così ragionata quell’azione.
Evidentemente il problema non dipende dal successivo ragionamento logico conseguente ad una determinata ideologia ma dipende proprio dal punto in cui quell’ideologia ha preso vita.
Se quel punto fisso di partenza è sempre tenuto come base per qualsiasi ulteriore ragionamento e se quell’ideologia è palesemente sbagliata (cioè non porta i frutti sperati) allora anche tutte le successive azioni ragionate saranno viziate.
L’ideologia animalista parte addirittura dal 5° comandamento: Non uccidere! Mentre dovrebbe partire dalla più semplice e flessibile visione del “preservare” e che vogliate o no, quest'ultima si scontra spessissimo con quel 5° comandamento…
…che facciamo allora? Non uccidiamo o preserviamo?



Affascinante elucubrazione filosofica e squisita esposizione dialettica!
Naturalmente ogni singola proposizione potrebbe essere analizzata e sviluppata ulteriormente per ritrovarsi infine con una elegante figura logica, gradevole ed incomprensibile nel suo complesso, come il grafico di una partita al gioco “dei germogli” disputato fra abili contendenti.

Accennerò pertanto solo al fatto che la “ragione”, e questa è la sua bellezza, non sempre è assolutamente univoca, e quindi pur rimanendo giusta, corretta ed incontrovertibile nella sua azione, il ragionare, può “ragionevolmente” portare, con ragionamenti di per sé ineccepibili, a conclusioni abbastanza diverse fra loro. Tanto più lontana l’una dall’altra, quanto più numerosi siano i “nodi equivoci” cioè quei punti del discorso in cui è parimenti lecito seguire una via piuttosto che un’altra, indipendentemente da quanto simili possano sembrare.

Per tornare al nocciolo del nostro discorso, e senza impastoiarci anche in discorsi dottrinali, che altro non farebbero che complicare il discorso validandolo solo per chi quella dottrina riconosce, mi sembrerebbe sufficiente affermare, alla luce di una “ragionevolezza” notevolmente ampia:

- L’inevitabilità dell’uccisione di altre creature, o la loro mutilazione in favore della nostra sopravvivenza fisica è praticamente scontata. Con ogni nostro atto, gesto o respiro continuamente uccidiamo altri esseri viventi, e continueremo a farlo non solo fino alla morte, ma almeno finché ogni nostra cellula sia tornata polvere inorganica… e forse anche dopo.

- La consapevolezza comune di essere parte costituente dell’armonico fenomeno chiamato “vita” dovrebbe convincerci e spingerci, “ragionevolmente” a non dare mutilazione e morte (concettualmente antitesi di “vita”) inutilmente o con inutile crudeltà.

Naturalmente, qui volendo si può aprire un’altra infinita diatriba sul concetto di “utile”, sui suoi limiti e via discorrendo.
Non cederò a questa tentazione ma, esprimendomi ora solo per convinzione mia, mi limiterò a dire che il concetti di “utile” e “crudele” ognuno di noi li ha dentro di sé, chiaramente suggeriti dalla propria coscienza.

Anche coloro che affermano che la coscienza non esiste!
Lucio Musto is offline  

 



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