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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 18-06-2007, 21.16.04   #11
karlem
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Riferimento: A chi giova l'odio?

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Originalmente inviato da benedetto
Non ci piove, è proprio così, ma la manipolazione del consenso sfrutta la forza del nostro pensare che la nostra ragione sia più valida di quella dell'altro e questo è secondo me un processo incosciente, non premeditato, anche se non mi meraviglierei del contrario.

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Originalmente inviato da VanLag
Ecco perché insistevo sulla presa di coscienza, affinché sempre maggior gente conosca…. Conoscere e diffondere e ritirare il consenso..... solo così si può riaccendere una speranza per un mondo che invece delle logiche del conflitto sappia trovare quelle della collaborazione e della cooperazione.

Avete ragione. Il guaio sta proprio nel fatto che la presa di coscienza può avvenire solo da parte di qualcuno che è interessato ad acquisirla. E la maggior parte di noi non lo è. Almeno per ora...
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Vecchio 18-06-2007, 23.00.56   #12
Monica 3
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Riferimento: A chi giova l'odio?

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Originalmente inviato da VanLag
Ecco perché insistevo sulla presa di coscienza, affinché sempre maggior gente conosca…. Conoscere e diffondere e ritirare il consenso..... solo così si può riaccendere una speranza per un mondo che invece delle logiche del conflitto sappia trovare quelle della collaborazione e della cooperazione.


Parole sante. L'odio non serve, ma l'indignazione e la rabbia possono essere utili fonti di energia per l'azione.

Io vorrei proporre le seguenti due azioni:

1. Se abbiamo dei piccoli risparmi, esigere di sapere dove le banche li investono, rifiutarci di investire in armi e altre cose nocive al pianeta (attenti ai fondi di investimento che non si sa mai cosa sono) e cercare investimenti utili.

2. Far partire una petizione mondiale perché vengano puniti i crimini di guerra americani (che spesso hanno sostenuto i crimini locali) a partire dalla guerra del Vietnam in poi.

Credo che si siano moltissime altre cose che possiamo fare, a parte, naturalmente, consumare meno e, per i più abbienti, rinunciare a seconde e terze case (soprattutto se con piscina), che oltre ad esser tenute chiuse per la maggior parte dell'anno sono fonte di stress e preoccupazione.


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Vecchio 18-06-2007, 23.10.47   #13
VanLag
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Riferimento: A chi giova l'odio?

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Originalmente inviato da Brucus
e nessuno può fare nulla per fermare questa folle corsa.
Non sono più così convinto di questa impossibilità e soprattutto dell’inevitabilità.
Nessun Dio ci ha condannati ab eterno e nessun Dio ci salverà, l'uomo è l'artefice del suo destino.

Non che io sia improvvisamente diventato ottimista ma se hai visto come è prodotto il male ci sei quasi e se in molti vediamo come è prodotto il male si può fare saltare un anello, dopo di cui si avrà un effetto domino, dove gli altri anelli della catena marcia dello sfruttamento salteranno uno dopo l’altro.

Certo questo non significa avere risolto i problemi endemici come l’atavico egoismo umano, ma significa avere allontanato il baratro dell’auto-distruzione, quello che in molti avvertiamo avvicinarsi sempre più.

VanLag is offline  
Vecchio 20-06-2007, 14.00.41   #14
Monica 3
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Riferimento: A chi giova l'odio?

Trovo che in questa discussione ci stiano bene anche le parole del Dalai Lama, che ho ricevuto oggi da un'amica: "tutti parlano di pace..ma non è possibile realizzare la pace in esterno..se coltiviamo nel nostro animo l'odio e la collera..."

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Vecchio 20-06-2007, 18.41.57   #15
VanLag
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Riferimento: A chi giova l'odio?

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Originalmente inviato da Monica 3
Trovo che in questa discussione ci stiano bene anche le parole del Dalai Lama, che ho ricevuto oggi da un'amica: "tutti parlano di pace..ma non è possibile realizzare la pace in esterno..se coltiviamo nel nostro animo l'odio e la collera..."
Il fatto che è qui non siamo ad un odio naturale, ad uno scatto d’ira o alla reazione rabbiosa che nasce di fronte a una repressione reiterata e continuativa. Siamo di fronte ad una strategia dove l’odio è coltivato in provetta per un fine preciso. Siamo di fronte al pieno compimento della profezia di Eisenhower.

Prendetevi qualche attimo per navigare questo sito http://www.kelebekler.com di Miguel Martínez che è una fonte continua di sorprese.

Come dicevo non si tratta di coltivare l’odio ma di conoscere la verità anche se è scomoda e personalmente scoprire queste cose se da un lato mi fa rabbia dall’altro mi spinge alla compassione….. e mi chiedo: - come posso fare per aiutare gli americani a svegliarsi da questo incubo –


Ultima modifica di VanLag : 20-06-2007 alle ore 22.32.40.
VanLag is offline  
Vecchio 20-06-2007, 21.38.22   #16
krjisoul
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Riferimento: A chi giova l'odio?

Ciao Van, e ciao a tutti,

sempre ci si interroga su quale sia la funzione del Male, poiché l’odio questo è, l’unica risposta che riusciamo a darci è che su questo piano duale, non possiamo vedere la luce, se non passiamo per le tenebre…

Ciò che tu dici è tutto vero, l’uomo nella sua corsa al potere, al successo, ha perso completamente di vista i valori umani, la spiritualità, l’amore e gli insegnamenti degli illuminati di tutti i tempi.
Cercare di risvegliare le coscienze tuttavia è un preciso compito che alcuni uomini, che hanno consapevolezza di ciò, si sono presi nella loro vita.
Molti hanno dato la loro vita per portare avanti una lotta, un ideale di pace e fratellanza.
Ciò che più di tutto però mi preoccupa è quella consapevolezza che dietro a tutto quest’odio, non vi siano solo delle coscienze addormentate, ma vi siano delle vere e proprie forze oscure, che agiscono liberamente e volutamente, che governano gli uomini e li tengono ancorati a queste Potenze del male. Questa è la spiegazione del male che imperversa nel nostro pianeta, da un punto di vista esoterico. Queste forze oscure quindi agirebbero da un piano di potenza che ha come unico intento la distruzione, contrapposta alla crezione.
Se inoltre, sempre da un punto di vista esoterico, sappiamo che secondo diverse profezie, ora siamo giunti ad un punto critico nell’evoluzione planetaria, come in tutte le fasi di passaggio, si dovrà fronteggiare grande dolore e sofferenza. Se veramente vi sarà un passaggio epocale di portata planetaria, il Male, vedendosi in pericolo cercherà prepotentemente di farsi avanti….
Credo che chiunque abbia coscienza di ciò, dovrà lottare con tutte le forze, anche a costo della propria vita, per ristabilire quell’ordine e quell’armonia che vanno nella stessa direzione dell’universo.

L’odio non giova a nessuno, neppure a se stesso, alimentando la propria autodistruzione.

Non so se questo post è un po’ OT(in caso perdonartemi) visto che non mi intendo di politica, e quindi non riesco ad impostare un discorso in quei temini, ma vedo quello che è.


krjisoul is offline  
Vecchio 21-06-2007, 12.18.54   #17
donquixote
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Riferimento: A chi giova l'odio?

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Originalmente inviato da VanLag
Se oggi sentiamo stridere qualche cosa all’interno della nostra cultura e società, se tutti più o meno siamo pervasi da inquietudine e delusione, se vediamo il mondo andare nella parte inversa della ragione e del buon senso, possiamo farcene una ragione conoscendo e capendo le correnti sotterranee di pensiero e le forze sotterranee che stanno pilotando l’intera cultura umana.

<<< Non si può sempre costruire armi senza mai usarle! C’è l’arsenale bellico da rinnovare! Altrimenti falliremo tutti! >>>

Sembra di sentirlo il consiglio di amministrazione della multinazionale delle armi, quella stessa oscura congrega che già l’indomani della passata guerra mondiale, Eisenhower, il 34° presidente degli stati uniti, denunciava nel suo discorso di commiato dalla nazione il 17 gennaio 1961. (vedi sotto)...




...Dwight D. Eisenhower stralcio del discorso d'addio alla nazione del 17 gennaio 1961.

Tratto da wikipedia

«Un elemento vitale nel mantenimento della pace sono le nostre istituzioni militari. Le nostre armi devono essere poderose, pronte all'azione istantanea, in modo che nessun aggressore potenziale possa essere tentato dal rischiare la propria distruzione...

Questa congiunzione tra una immenso corpo di istituzioni militari ed una enorme industria di armamenti è nuovo nell'esperienza americana. L'influenza totale nell'economia, nella politica, anche nella spiritualità; viene sentita in ogni città, in ogni organismo statale, in ogni ufficio del governo federale. Noi riconosciamo il bisogno imperativo di questo sviluppo. Ma tuttavia non dobbiamo mancare di comprendere le sue gravi implicazioni. La nostra filosofia ed etica, le nostre risorse ed il nostro stile di vita vengono coinvolti; la struttura portante della nostra società.

Nei concili di governo, dobbiamo guardarci le spalle contro l'acquisizione di influenze che non danno garanzie, sia palesi che occulte, esercitate dal complesso militare-industriale. Il potenziale per l'ascesa disastrosa di poteri che scavalcano la loro sede e le loro prerogative esiste ora e persisterà in futuro.

Non dobbiamo mai permettere che il peso di questa combinazione di poteri metta in pericolo le nostre libertà o processi democratici. Non dobbiamo presumere che nessun diritto sia dato per garantito. Soltanto un popolo di cittadini allerta e consapevole può esercitare un adeguato compromesso tra l'enorme macchina industriale e militare di difesa ed i nostri metodi pacifici ed obiettivi a lungo termine in modo che sia la sicurezza che la libertà possano prosperare assieme..»

Tutta la storia degli Usa dal dopoguerra ad oggi dimostra che l’america non cerca la guerra permanente, nonostante lo stallo attuale della guerra Irachena. Gli Usa, a partire dalla Germania e dal Giappone nel 1945, hanno insediato basi militari in mezzo mondo per tenere sotto scacco i governi e convincerli (o minacciarli) del fatto che un’alleanza con loro sarebbe stata più proficua (o meno dannosa) che l’ostilità o l’antagonismo. Hanno sviluppato una potenza militare via via sempre più imponente per dissuadere qualunque altro stato o alleanza di stati del mondo dall’eventuale proposito di contrastarne il dominio mondiale, ma con una tale potenza di fuoco di guerre ne hanno fatte relativamente poche. Molto più spesso hanno utilizzato i propri servizi segreti e le proprie armi diplomatiche o ricattatorie per agevolare governi amici o per sostituire quelli ostili (vedi caso emblematico della Grecia dei colonnelli e del Cile di Pinochet). A tutt’oggi i servizi segreti americani finanziano fra gli altri le opposizioni filoUsa dei paesi dell’ex blocco sovietico che hanno governi favorevoli a siglare accordi con Russia e Cina (come ben mostrato da una puntata di Report di qualche settimana fa) per sovvertire tali governi.
Le parole (sopra riportate) di un generale che è stato il comandante delle forze americane in Europa durante il secondo conflitto mondiale e successivamente è diventato il presidente degli Stati Uniti non le trovo particolarmente significative nè tantomeno profetiche. Innanzitutto auspicano, come poi del resto è avvenuto e come tutti sapevano, una continua corsa al riarmo per non perdere la posizione di privilegio acquisita, e in secondo luogo mettono in guardia i concittadini da questa potenza, e i pericoli che paventano li vedo riferiti solamente a questioni interne; l’esperienza che Ike aveva avuto nell’esercito gli aveva evidentemente insinuato il dubbio che le istituzioni militari, così potenti e determinanti in quei momenti (eravamo agli albori della guerra fredda) avrebbero potuto condizionare troppo, se non addirittura soverchiare, i poteri politici e limitare i diritti dei cittadini. Il fatto che parzialmente stia avvenendo in questi anni, ove dopo l’11/9/01 gli americani si sono visti restringere gli spazi di libertà in nome della sicurezza, non è altro che il logico sviluppo della contraddizione contenuta nelle parole di Eisenhower. L’obiettivo dell’america, tutt’altro che finto, rimane quello della diffusione su scala planetaria del “way of life” americano, e quindi della colonizzazione dell’immaginario collettivo di sei miliardi e rotti di persone. D’altronde tale obiettivo è ben descritto nei libri (che io trovo deliranti) di uno degli ideologi che negli ultimi vent’anni è fra i più letti ed influenti di tutta la federazione: Francis Fukuyama.
Gli Usa, società di pavidi nonostante l’esaltazione del coraggio e del sacrificio di sè sbandierata attraverso i loro potenti networks, hanno bisogno di un nemico costante e attuale per giustificare le spese per gli armamenti, da un lato, e dall’altro per creare coesione e consenso interni verso un medesimo obiettivo, che altrimenti non riuscirebbero ad ottenere; il famoso patriottismo degli americani si riduce in definitiva solamente ad una unione di facciata sotto una bandiera contro la minaccia di un nemico esterno, che di volta in volta cambia: prima la russia, poi il Vietnam, poi bin Laden, poi l’Iraq, poi la Libia, poi la Corea, poi ancora l’Iraq, adesso l’Iran e tutti gli “stati canaglia” e prossimamente la Cina o l’India.



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Originalmente inviato da VanLag
Banalmente, se analoghe ingenti somme gravitassero attorno al mercato dell’ecologia, dell’energia pulita, o al mercato dell’altruismo e della solidarietà, ecco che d’improvviso, il nostro mondo, da quel covo di serpenti avidi ed affamati che è diventato e che hanno necessità di discordia e di odio per incrementarsi e svilupparsi, diventerebbe una sorta di eden nel quale l’uomo potrebbe trascorrere abbastanza serenamente il suo cammino umano.


Il mercato dell’ecologia, business del nuovo millennio, è già monopolizzato dalle aziende americane, che investono milioni e milioni di dollari in impianti per depurare zone che altre aziende (di proprietà spesso delle medesime multinazionali) hanno provveduto ad inquinare. Bisognerebbe, anzichè investire in ecologia, inquinare meno ovvero chiudere aziende che fabbricano prodotti inutili e inquinanti. Ma il mercato non permette ciò, e allora bisogna avere l’azienda che sporca perchè poi si possa fondare l’azienda che pulisce, in un circolo vizioso in cui l’uomo, visto solo come un meccanismo, è la prima vittima. Su l’espresso di tre settimane fa un’inchiesta mostrava che il cancro, in Italia, è in spaventosa ascesa. La maggior parte dei tumori è cresciuta negli ultimi 20 anni di percentuali che variano fra il 10 e il 50%, nonostante la ricerca sul cancro sia fra le più finanziate e ad ogni occasione ci vengono a chiedere quattrini. Ma loro li usano per curare il cancro, non per prevenirlo. Se la ricerca fosse indirizzata ad eliminare le cause che provocano i tumori avrebbe senso finanziarla; ma se queste cause vengono ignorate e i soldi vengono spesi solo per trovare nuove cure (che poi a loro volta costeranno altri soldi) si alimenta una spirale in cui l’industria continuerà a provocare le condizioni di sviluppo dei tumori che a loro volta alimenteranno una sempre più estesa e costosa industria della salute. E l’uomo, fra l’incudine e il martello, sarà solo destinato ad una triste fine, malato o “a rischio” ancor prima di nascere l’uomo sano si estinguerà e saremo tutti sempre più dipendenti dagli operatori sanitari che ci insegneranno come vivere.
donquixote is offline  

 



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