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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 23-01-2008, 23.36.53   #21
iulbrinner
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Riferimento: Lo Dice Il Rettore Di Harvard... [donne biologicamente inferiori agli uomini]

Citazione:
Originalmente inviato da Sun
Giorni fà mi é capitato tra le mani, un vecchio Newton ( rivista scientifica) del dicembre 2004 (credo), tra le prime pagine ho trovato una discussione tra il rettore di Harvard e Rita Levi Montalcini. Il rettore affermava più volte che le donne, nelle materie scientifiche sono BIOLOGICAMENTE INFERIORI AGLI UOMINI, non fa che ripeterlo per tutta l'intervista, affermando che in campo scientifico le donne saranno sempre un gradino sotto gli uomini......dice che é un fatto biologico. VOI COSA NE PENSATE ? é possibile che in questo millenio si facciano ancora distinzioni di questo tipo?

Ciò che hai dimenticato di osservare, per dare completezza alla tua informazione, è che il rettore di Harvard, per questo motivo, è stato rimosso dal suo incarico (alla faccia della libertà di pensiero - noi teoricamente vivremmo in una società ed in una cultura libera di esprimersi: no!!!!?....o no????).
Ciò che dimentichi di osservare, per dare coerenza all'informazione stessa, è che un'osservazione di carattere scientifico - avvalorata anche da molte ricerche in psicologia sociale dello stesso tenore - e, comunque, fondata sull'osservazione diretta del fenomeno da parte di una persona dotata di autorevolezza scientifica a questo riguardo (il rettore di un'università), la si possa ritenere contestabile non in virtù di una contrapposta osservazione scientifica - avvalorata da evidenze contrarie, come vorrebbe ogni contestazione di analogo carattere scientifico - ma in chiave unicamente ideologica:
Citazione:
....é possibile che in questo millenio si facciano ancora distinzioni di questo tipo?
Dimmi tu Sun, è possibile che in questo millennio si facciano ancora distinzioni del tipo: le donne hanno minore inclinazione degli uomini alle materie tecniche o teconologiche?
Se non hai una risposta ti dò un suggerimento; prendi l'elenco telefonico della tua città e cerca sotto le voci - elettricista, geometra, architetto, ingegnere, idraulico, programmatore, falegname, meccanico, riparazione elettrodomestici, riparazioni computer, condizionatori, disgorgo fognature, autocarrozzieri....etc. (evitando completamente il settore edile dove la diversa conformazione muscolare femminile è, comunque, di pregiudizio).
Ti sfido a trovare un numero di nominativi femminili lontanamante corrispondente all'aliquota maschile; poi, ne riparliamo.....nel caso.
....senza ideologia, se puoi e sempre che tu non ne sappia più del rettore di un'università americana (tutto è possibile nella vita).
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Vecchio 24-01-2008, 10.23.46   #22
iulbrinner
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Riferimento: Lo Dice Il Rettore Di Harvard... [donne biologicamente inferiori agli uo

Per ulteriore precisazione della questione posta; tratto da "L'Espresso" dell'aprile 2007.
La parte in grassetto riguarda esattamente il caso qui proposto.

Internet è maschio
di Enrico Pedemonte
Perché nelle aziende hi-tech le donne sono così poche? E perché tutte le più famose Web company sono state fondate da uomini? La Silicon Valley affronta un tabù politicamente scorretto
Un anno fa l'Università di Derby, in Gran Bretagna, lanciò un nuovo corso di studi in Computer games e riscosse un successo oltre le previsioni. In pochi giorni corsero a iscriversi 106 studenti. Ma c'era un problema: erano tutti maschi. Nelle università americane, il caso di Derby viene citato come esempio estremo per spiegare il punto più debole del mondo hi-tech: la mancanza di donne.

Il primo indizio di questa anomalia statistica emerge dall'elenco delle aziende di successo sorte negli ultimi anni negli Usa. Partiamo da YouTube, fondata nel 2005 da Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim, tre maschi ventenni. Passiamo a Facebook, nata nel 2004 ad Harvard grazie all'intuizione di uno studente, Mark Zuckerberg. MySpace? Fu creata nel 2003 da Tom Anderson, ricercatore alla Università della California. Andando a ritroso arriviamo a Google, lanciata nel 1996 da due ragazzi di Stanford, Larry Page e Sergey Brin, oggi super-miliardari. Quanto a eBay, il sito di aste che ha cambiato il mondo del commercio, fu inventato nel 1995 dall'hacker Pierre Omidyar. Possiamo risalire anni fino alla Apple di Steve Jobs (1976), o alla Microsoft di Bill Gates (1975) e anche arrivare fino alla Hewlett Packard, l'azienda capofila della Silicon Valley, creata nel 1934 da Bill Hewlett ed Dave Packard, ma nel ruolo degli innovatori si incontrano sempre e solo uomini. L'hi-tech è un'attività che si declina al maschile, dove le donne sono la mosca bianca.

L'argomento è così sensibile nell'America del politically correct che Larry Summers, ex ministro del Tesoro di Clinton e stella di prima grandezza tra gli economisti Usa, un anno fa ci ha rimesso la poltrona di presidente di Harvard per avere osato affrontare la questione in termini un po' eretici. Di fronte a una platea accademica, Summers si chiese perché, nonostante le donne si iscrivano numerose alle facoltà tecnico-scientifiche da molti decenni, in quelle materie la loro rappresentanza ai vertici delle migliori università Usa sia tuttora molto esigua. Alla fine di un lungo discorso pieno di distinguo e di sfumature, Summers suggerì che le donne potessero avere differenti "attitudini intrinseche". Dopodiché dovette dare le dimissioni.
Ma l'interrogativo posto da Summers continua a risuonare nelle aziende e nelle università Usa. Perché non solo le donne raggiungono assai più raramente livelli di eccellenza, ma la loro presenza nel settore sta diminuendo drasticamente. Secondo un rapporto appena pubblicato dal Federal Bureau of Labor Statistics, da oltre dieci anni le donne stanno abbandonando l'information technology: nel 1996 rappresentavano il 41 per cento dei tecnici del settore, oggi sono il 32 per cento. Statistiche recenti rese pubbliche dal Center for Women's Business Research di Washington dicono che nel 2004 solo il quattro per cento delle società high tech finanziate dal venture capital erano guidate da donne, in calo rispetto al cinque per cento tra il '96 e il 2000. Altre ricerche confermano che le donne, che pure si laureano ormai più degli uomini e prendono voti migliori, scelgono sempre meno le facoltà high tech. E quelle che vengono assunte dalle aziende ad alta tecnologia, sempre più spesso abbandonano: parecchie prima dei trent'anni, altre verso i cinquanta.
Non è solo il problema etico della differenza tra i generi a preoccupare. C'è di mezzo la competitività del sistema Usa. Gli studi nelle materie scientifiche attirano sempre meno i giovani americani, e all'interno di questa flessione generale il crollo femminile è considerato una sciagura. Secondo le previsioni, nel 2010 il numero di Ph.D. nelle materie scientifiche sarà la metà di oggi. Bob Cohen, vicepresidente dell'Itaa (International Association for Technology in America), riflettendo sulla crisi delle vocazioni femminili, dice: "è come se, a livello internazionale, stessimo competendo con una mano legata dietro la schiena".

Aziende come Google, Hp e Microsoft denunciano l'aggravarsi del problema, anche se poi, a un' esplicita richiesta de 'L'espresso', non rivelano le percentuali di donne softwariste al proprio interno. D'altra parte non si tratta di una tendenza solo americana. In Gran Bretagna, secondo una ricerca di Intellect, le donne impegnate nell'high tech sono scese dal 21 per cento nel 2000 al 16 per cento nel 2007. Le cause del crollo? Mancanza di flessibilità nel lavoro, cultura maschile in azienda, troppe ore di presenza e un ambiente competitivo dove si lavora 80 ore alla settimana, non si prendono vacanze, si parla solo di business e si vive con la fissazione del successo e della ricchezza.
(19 aprile 2007)
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Vecchio 24-01-2008, 12.18.04   #23
kore
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Riferimento: Lo Dice Il Rettore Di Harvard... [donne biologicamente inferiori agli uomini]

Intervista a un docente di zoologia e geologia all'università di Harvard

Citazione:
7. Professor Gould, Lei si è occupato molto della complessa questione riguardante le relazioni fra fattori ideologici e scienze della vita. In particolare, si è occupato del modo in cui è stata concettualizzata la storia del genere umano e di come idee apparentemente scientifiche sono state utilizzate nella sfera sociale. Può illustrarci alcuni elementi di questa riflessione?

Penso che il grado di incidenza dei fattori sociali nelle diverse scienze vari a seconda della forza con cui essi e i loro argomenti influiscono sulle nostre vite. Non credo che i dettagli della teoria atomica abbiano necessariamente una componente sociale, anche se i suoi risultati - come le bombe nucleari - ne hanno sicuramente una. Tuttavia ci sono certi campi, come la biologia evolutiva, che sono fortemente collegati ad argomenti che stanno molto a cuore agli esseri umani, la cui storia è sempre stata fortemente legata alle preferenze sociali, alle speranze psicologiche, alle pratiche culturali.

Dopo tutto è la biologia evolutiva che tenta di rispondere, per quanto sia possibile alla scienza, a interrogativi quali: perché siamo qui? Perché ci comportiamo in questo modo? Qual è la base biologica o di altro genere delle nostre strutture sociali? Nessuno può evitare di interessarsi alla biologia evolutiva. Il problema naturalmente risiede nel fatto che qualsiasi gruppo di persone sia al potere utilizzerà qualunque argomento disponibile per difendere e conservare il potere. Forse è vero che per la maggior parte della storia dell'Occidente gli argomenti preferiti sono stati quelli religiosi e filosofici, ma la scienza è stata un'istituzione così potente negli ultimi tre secoli che gli argomenti scientifici - spesso degli pseudo-argomenti - sono stati più volte utilizzati da coloro che erano al potere per conservare i loro privilegi. Probabilmente nel mio campo della biologia evolutiva il cattivo uso più diffuso di argomenti scientifici negli ultimi due secoli è stato il razzismo "scientifico" in un'ampia gamma di varietà, dalle giustificazioni utilizzate dalle potenze europee per l'espansione coloniale nel diciannovesimo secolo all'evento più odioso della recente storia umana, il tentativo di Hitler di annientare un intero popolo, quello ebraico, considerato inferiore e pericoloso. Sfortunatamente è storia vera e non solo un argomento accademico: chi aveva il potere si compiaceva di sostenere di averlo in virtù della sua innata superiorità, mentre coloro su cui il potere veniva esercitato ne erano privi - si sosteneva - a causa di un'inferiorità biologica. E questo argomento è stato utilizzato in molte sfere: contro le razze nell'espansione coloniale, contro le donne nei pregiudizi sessuali della cultura occidentale, contro i gruppi etnici e in alcune rivolte contro l'immigrazione.
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Vecchio 24-01-2008, 12.34.57   #24
kore
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Riferimento: Lo Dice Il Rettore Di Harvard... [donne biologicamente inferiori agli uomini]

Giovanni Pellegri, neurobiologo:

Citazione:
Esiste una differenza genetica tra uomo e donna. Questo è un dato accertato, sicuro. Si sa che l’uomo presenta un piccolo cromosoma in più che la donna non possiede: è l’Y. Si sa anche che una parte precisa di questo cromosoma è responsabile per la differenziazione delle gonadi in testicoli. In assenza di questo frammento di DNA le gonadi si differenziano in ovaie. Questa induzione genetica determina in seguito la produzione di ormoni differenti e determina la genesi dei tratti sessuali caratteristici che distinguono un uomo da una donna.

Esiste un azione ormonale differente tra uomo e donna.

A partire da questi basi biologiche si è cercato di evidenziare abilità diverse. Come le abilità nel compiere alcuni test matematici, abilità linguistiche, abilità di orientamento spaziale, ecc.

Sulla base delle abilità diverse si è cercato di identificare strutture anatomiche con morfologie diversa nell’uomo e nella donna.

I dati più famosi sono quelli raccolti da Doreen Kimura una ricercatrice che ha elencato capacità cerebrali diverse e ha cercato di spiegarle sulla base di una lettura dell’azione degli ormoni, della genetica ed dell’evoluzione biologica. Kimura ritiene che uomini e donne hanno abilità differenti sulla base di una storia evolutiva. Semplificando, gli uomini delle caverne cacciatori ed esploratori hanno sviluppato abilità spaziali più pronunciate delle donne. Le donne che restavano al focolare hanno sviluppato abilità per lavoretti fini e per il linguaggio. E queste diverse abilità le riscontriamo ancora oggi nelle facoltà di ingegneria e di lingue frequentate le prime da uomini e le seconde da donne.

Tuttavia a questi studi vale la pena sollevare alcune critiche:

I risultati non sono concordanti. Altri studi non hanno evidenziato tali differenze.

Se le capacità sono determinate da geni e ormoni perché tali differenze non si riscontrano in tutte le etnie (fattori ambientali)

Se le capacità sono determinate da geni e ormoni perché tali presunte differenze stanno cambiando nella nostra società (ruolo dell’ambiente)

Intendiamoci, trovare delle differenze e spiegarle sulla base di semplici meccanismi biologici è allettante ma non si può avere la pretesa di ridurre la complessità dello sviluppo di un essere umano, che implica milioni di fattori di diversa natura all’azione di qualche ormone e di qualche gene.

Parallelamente a queste indagine psicologiche lo sviluppo delle nuove tecniche di visualizzazione dell’attività cerebrale ha permesso di osservare i cervelli di uomini e donne in azione con alcuni risultati spettacolari: Alcuni studi sono anche finiti su tutti i mass media, con conclusioni affrettate.
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Vecchio 24-01-2008, 12.37.19   #25
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Riferimento: Lo Dice Il Rettore Di Harvard... [donne biologicamente inferiori agli uomini]

...Continua

Sempre Giovanni Pellegri:

Citazione:
Siamo esseri differenti, biologici ma anche sociali.

Sicuramente delle differenze a livello cerebrale esistono tra uomo e donna. Tuttavia bisogna stare attenti a non semplificare troppo. Si stanno infatti accumulando parecchie evidenze su differenze biologiche tra i due sessi, e nello stesse tempo si sta cercando di spiegare – commettendo un grave errore – comportamenti, ruoli sociali, capacità e abilità diverse di uomini e donne unicamente sulla base di questi nuovi e insufficienti dati. È un errore comune della scienza, storicamente già sperimentato, quello di leggere in chiave riduzionistica quello che è invece una problematica complessa e richiede perlomeno prudenza e approcci pluridisciplinari. Alcuni biologi pretendono che l’espressione di qualche gene, o la presenza di qualche proteina sia sufficiente per spiegare il complesso rapporto e le differenze tra l’uomo e la donna. Questa tendenza a semplificare trova nell’ambito delle differenze cerebrali tra uomo e donna un campo particolarmente fertile, concimato da secoli di discriminazioni, da secoli di ricerche che hanno tentato di dimostrare l’inferiorità intellettuale delle donne rispetto agli uomini e quindi da secoli di pregiudizi storici e sociali, ancora molto presenti nella nostra società.

Il problema è quindi di capire, al di là di qualsiasi stereotipo, quali interpretazioni possiamo dare ai dati biologici, per convalidare queste differenze e smentire i riduzionismi scientifici. Non si tratta di negare la differenza di genere e neppure i risultati scientifici, ma di ricollocarli nella giusta dimensione, valorizzando il contributo della cultura e dell’ambiente nella formazione dell'identità personale e sessuata.


E l’ambiente?

Non possiamo infatti ignorare le recenti scoperte biologiche sulle plasticità del sistema nervoso centrale, che dimostrano che oltre alla genetica, bisogna considerare le influenze ambientali e culturali che subentrano fin dal concepimento di un essere umano. Come è possibile ignorare i condizionamenti culturali ben radicati nella nostra cultura e che determinano, per esempio, atteggiamenti differenti persino davanti alla forma di una pancia di una donna incinta? Tutto ciò che è positivo è maschile: un ventre e dei seni ben ingrossati, un colorito roseo del viso della futura mamma e il buon umore della gestante sono i segni inequivocabili della futura nascita di un maschio. Tutto ciò che è negativo o sinistro è femmina: una pancia appuntita a sinistra o piatta, se la madre è facile al pianto oppure pallida, se ha gonfiori o macchie sulla pelle allora sarà femmina. Non parliamo poi delle scatole di Lego e delle sorprese della McDonald. Per le bambine offrono l’occorrente per la casa: pentoline, aspirapolvere, ferri da stiro miniaturizzati, servizi da tè, completi per cucire e ricamare, mentre ai maschietti spettano animali, armi, veicoli ed eroi. Le scatole di Lego “maschili” contengono l’occorrente per costruire mulini a vento, grattacieli e stazioni spaziali, quelle femminili permettono di riordinare i letti e le suppellettili di una casa con pareti, tetto e porte già costruite. Alla luce dei dati sulla plasticità cerebrale, non sorprende che uomini e donne abbiano un cervello con alcune strutture differenti. Mettete un maschietto in queste condizioni e poi vedrete se quando sarà grande si iscriverà alla facoltà di fisica o di ingegneria.

Una ricerca anche se oggettiva e scientifica non è mai imparziale ed è influenzata da presupposti che prendono origine dalla nostra cultura. Persino uno scienziato non è immune da una logica pregiudizievole - pur inconsapevolmente - anche se i dati sono scientificamente corretti. Siamo immersi in una cultura che fino a 100 anni affermava che la donna era inferiore all’uomo (dati scientifici alla mano), la stessa cultura che ha ritenuto opportuno dare il voto alle donne in Svizzera meno di 40 anni fa (nel 1971)… Non si tratta quindi di accusare la scienza, ma piuttosto di interpretare i risultati sbarazzando il campo da retaggi culturali e integrando i risultati in una lettura più complessa. Il paleontologo Stephen Jay Gould scriveva: “Viviamo in un mondo di differenze umane e di preferenze, ma l’estrapolazione di questi fatti in teorie dai limiti rigidi è ideologia”. E la filosofa Hannah Arendt aggiungeva: “L’ideologia è ciò che serve a non vedere la realtà”.
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Vecchio 24-01-2008, 12.51.21   #26
kore
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Riferimento: Lo Dice Il Rettore Di Harvard... [donne biologicamente inferiori agli uo

Citazione:
Originalmente inviato da misterxy

Alcuni siti interessanti:

Association for Women in Science
Numerose risorse per approfondire il ruolo delle donne nella Scienza.


Contributions of 20th century women to physics
Ampie ed accurate informazioni biografiche sulle donne che hanno contribuito allo sviluppo della Fisica contemporanea.



Equity Issues in Science and Math: A Bibliography

Esauriente bibliografia sulla discriminazione e sul ruolo delle donne nella Scienza.



Women in Biology

Numerose risorse per analizzare ed approfondire il contributo delle donne nelle scienze biologiche.


Women Mathematicians
Note sulla vita e l'opera di studiose della matematica. Ricerca per ordine alfabetico o per periodo storico.



Women in Neuroscience

Il sito presenta numerose risorse sul contributo delle donne nelle Neuroscienze.


Women in Psychology
Profili biografici di alcune donne note per il loro contributo in Psicologia.


Women in Science
La sezione Women of past and present presenta i link alle biografie delle scienziate. Ricerca per ordine alfabetico o per disciplina scientifica. La sezione dà la possibilità di approfondire le note biografiche attraverso link ad altri siti.


Women in Science and Medicine
Articoli e biografie per approfondire il contributo delle donne nella Scienza e nella Medicina. Le risorse sono suddivise per sezioni:


a. Physical science;
b. Life science and medicine;
c. Social science.


La pagina introduttiva di ogni sezione presenta delle informazioni generali e una serie di link di approfondimento (ad esempio, la sezione Physical science è caratterizzata da link che rimandano alle biografie e ai contributi delle donne in Astronomia, Chimica, Fisica, ...).


4000 Years of Women in Science
Numerose risorse sui contributi delle donne nella Scienza. Immagini, biografie e bibliografia.
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Vecchio 24-01-2008, 13.02.19   #27
kore
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Riferimento: Lo Dice Il Rettore Di Harvard... [donne biologicamente inferiori agli uomini]

Il seguito dell'articolo riportato da Iul:

http://espresso.repubblica.it/dettag...o/1578247/15/1

Citazione:
....Ci sono un paio di parole chiave che spiegano la presa di distanza delle donne dalla cultura della Silicon Valley: 'geek' e 'nerd', letteralmente 'secchione' e 'fanatico', due vocaboli tradizionalmente usati per descrivere i ragazzi che dedicano la vita a scrivere linee di codice software, vestono jeans e magliette trasandate, mangiano cibo spazzatura, hanno scarsi rapporti sociali e (almeno nell'immaginario americano) fanno poche docce. Perché una ragazza dovrebbe desiderare di immergersi in un ambiente simile? E nella versione originale Usa, il format televisivo 'La pupa e il secchione' si chiama proprio 'Beauty and the Geek'.

Shirin Dehghan, vincitrice del BlackBerry Women & Technology Award, spiega che ci vuole flessibilità per attrarre le donne e trattenerle nelle aziende high tech. Dehghan ammette: "Il mio successo è dovuto ai miei cinque fratelli, tutti più vecchi di me, che mi hanno fatto crescere come un maschiaccio".

Mark Zuckemberg, fondatore di FacebookDi fronte al crollo dell'occupazione femminile, nel mondo della Silicon Valley fanno nuovamente capolino i 'discorsi pericolosi' suggeriti oltre un anno fa da Larry Summers. Alla fine di marzo Gartner, una importante società di consulenza aziendale, ha pubblicato una ricerca indipendente che ha un titolo provocatorio ('Rompere gli stereotipi sessuali') e contenuti da maneggiare con attenzione.

I tre autori, Kathy Harris, Diane Morello e Mark Raskino, sostengono che "è arrivato il momento di rendere espliciti i miti e la realtà delle differenze biologiche e dei comportamentali tra uomini e donne. E aprire la discussione su come il trattamento dei maschi e delle femmine influenza il mondo delle aziende". I tre autori suggeriscono che "gli uomini e le donne hanno un diverso approccio all'impiego, alle persone e al posto di lavoro". Secondo loro, il tentativo di "inserire un numero crescente di donne nel gioco" è fallito: quindi "bisogna cambiare il gioco, riprogettando le loro organizzazioni aziendali".

Stando alla ricerca di Gartner, le donne sono assai più portate ad ascoltare gli altri grazie al loro 'cervello bilaterale', e hanno migliori abilità linguistiche: e questo ha implicazioni sulla loro bravura come leader di gruppo e nella scrittura. Invece gli uomini sono più abili nella visualizzazione spaziale e nella attitudine al rischio, e questo li rende più adatti nei ruoli ingegneristici e nell'innovazione.

Concludono i tre autori: "Le donne sono disposte a tutto pur di conciliare lavoro, famiglia e interessi personali. E se per ottenere questo risultato devono lasciare un'azienda, lo fanno". Proposte? "Abbandonare il modello maschile, abolire la centralizzazione del lavoro, enfatizzare le dinamiche di gruppo...". La vecchia Silicon Valley è da buttare?
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Vecchio 24-01-2008, 16.54.51   #28
xman
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Riferimento: Lo Dice Il Rettore Di Harvard... [donne biologicamente inferiori agli uomini]

Boh, uno degli apparati chiave di una società è la formazione scolastica, che come sappiamo è quasi interamente in mano alle donne. In italia ciò che è alla base della formazione di un individuo è gestito dalle donne.
L'abbandono scolastico nelle classi superiore vede una percentule alta dei maschi rispetto alle femmine.
E qual è la preoccupazione prioritaria? La partecipazione delle donne alla materie scientifiche.
Vorrei spiegazioni di questa anomalia maschilista, cioè non perchè le insegnanti sono in maggioranza donne o perchè i maschi abbandonano più delle femmine, ma perchè questo non preoccupi almeno quanto lo scarso successo delle donne nei settori scientifici.
xman is offline  
Vecchio 24-01-2008, 17.10.08   #29
iulbrinner
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Riferimento: Lo Dice Il Rettore Di Harvard... [donne biologicamente inferiori agli uo

Risultato finale?
C'è sempre qualcosa di maschile che, anche quando costituisce l'eccellenza in qualche campo, alla fine comunque fa schifo...
Citazione:
.....'geek' e 'nerd', letteralmente 'secchione' e 'fanatico', due vocaboli tradizionalmente usati per descrivere i ragazzi che dedicano la vita a scrivere linee di codice software, vestono jeans e magliette trasandate, mangiano cibo spazzatura, hanno scarsi rapporti sociali e (almeno nell'immaginario americano) fanno poche docce.
...e che l'altezzosa maestà femminile non si abbassa a praticare (però se ne sente discriminata lo stesso).
In aggiunta, Silicon Valley da buttare al secchio per riformare il mondo a misura di donna (chissà che fine è stata prevista per i geek ed i nerd; magari un campo di rieducazione forzata a....chissà a che cosa?).
Sono proprio curioso di vedere che genere di Valley ne potrà uscire fuori, quando avverrà.

Non ti sfiora il dubbio che le differenze tra i generi, quelle che ti preoccupano tanto, abbiano poco a che fare con il valore assoluto della persona?
Dire che una donna non ha qualità intellettive analoghe a quelle maschili in determinate materie, ma possiede qualità di altro tipo - ed un diverso orientamento alla vita - non ti sembra che possa identificare una "naturale" complementarietà tra i sessi, invece di starne a fare una sterile contrapposizione ideologica infarcita di vittimismo?
Infine, ti dice nulla il fatto che Larry Summers (il famoso rettore della Harvard) sia stato cacciato dall'università per avere espresso le proprie idee?
Ti fa sentire discriminata anche questo?

P.S. - in ogni caso, quello che hai postato non è il seguito dell'articolo che ho riportato io ma un articolo collegato. Non ho bisogno di occultare alcun contenuto, per quanto mi riguarda.
iulbrinner is offline  
Vecchio 24-01-2008, 19.40.52   #30
kore
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Riferimento: Lo Dice Il Rettore Di Harvard... [donne biologicamente inferiori agli uomini]

Citazione:
Non ti sfiora il dubbio che le differenze tra i generi, quelle che ti preoccupano tanto, abbiano poco a che fare con il valore assoluto della persona?

Certamente. Ho solo riportato quello che mi era sembrato il seguito dell'articolo.
Io credo nel valore della persona, indipendentemente dal sesso. Non c'è bisogno di essere rettori di Harvard per giungere a una simile conclusione. Basta l'esperienza. Nella mia famiglia prevalgono le donne portate per la matematica, ma forse sono un'anomalia, un'aberrazione di natura.

Citazione:
Dire che una donna non ha qualità intellettive analoghe a quelle maschili in determinate materie, ma possiede qualità di altro tipo - ed un diverso orientamento alla vita - non ti sembra che possa identificare una "naturale" complementarietà tra i sessi, invece di starne a fare una sterile contrapposizione ideologica infarcita di vittimismo?

No. Le differenze non sono su base cognitiva, quindi in questo caso non lo dico.

Citazione:
Infine, ti dice nulla il fatto che Larry Summers (il famoso rettore della Harvard) sia stato cacciato dall'università per avere espresso le proprie idee?

Beh, uno che fa il rettore in un'università e dice che le differenze di genere influiscono anche sulla sfera cognitiva... ma andiamo!!! C'è gente che viene cacciata anche per molto meno.
Se mi dispiace per questo Iul? No, non mi dispiace.
kore is offline  

 



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