Forum di Riflessioni.it
ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura
Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS

Torna indietro   Forum di Riflessioni.it > Forum > Cultura e Società
Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
>>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali


Vecchio 21-04-2008, 14.47.37   #1
donquixote
Moderatore
 
Data registrazione: 23-05-2007
Messaggi: 241
La pagliuzza e la trave

Da qualche settimana ormai, e sempre più insistentemente man mano che si avvicina la data di inaugurazione dei giochi olimpici di Pechino, sale alla ribalta delle cronache il dibattito sull’utilità del boicottaggio dei giochi, sulle eventuali azioni di protesta da realizzare, sui comportamenti da tenere in occasione di quella vetrina mondiale che sono le Olimpiadi. Come sovente capita in queste occasioni i contrasti sono molteplici, e la ragion di stato spesso prevale sulle dichiarazioni di principio. Il motivo delle proteste, come tutti sanno, è la repressione cinese in Tibet, regione in cui in cui i monaci buddhisti, guidati da Dalai Lama in esilio in India, tentano di salvaguardare la propria autonomia culturale e le proprie specificità dallo sgretolamento provocato dalla colonizzazione culturale cinese, che da quasi cinquant’anni invia nella regione tibetana migliaia di coloni di etnie e culture differenti, in modo da contaminare le singolarità del popolo tibetano ed omologarne la cultura a quella dominante nella Cina moderna e proto capitalista.
La battaglia dei tibetani, vale ribadirlo a scanso di equivoci, non è volta a riottenere l’antica indipendenza del Tibet, nazione sovrana fino all’invasione cinese del 1959, ma a salvaguardare la cultura, le abitudini, le tradizioni, la religione del popolo tibetano, e a questo proposito lo slogan Free Tibet utilizzato ovunque crea solo confusione e malintesi. Certo non vi è alcun dubbio che in linea di principio vada sostenuta la lotta del Dalai Lama e dei monaci tibetani, anche se i metodi spesso violenti che vengono utilizzati per farlo sono in totale antitesi con lo spirito di coloro ai quali si vuol mostrare solidarietà, ma per essere un minimo credibili non bisognerebbe scordare, come troppo spesso capita a noi occidentali, sedicenti democratici e liberali, il severo ammonimento di Gesù, che nel Vangelo (Luca 6, 41-42) esorta a guardare la trave nel proprio occhio prima di preoccuparsi della pagliuzza in quello del fratello.

Si fa presto a criticare il pur criticabile comportamento dei cinesi, ma si fa altrettanto presto, anzi di più, a perdere di vista il comportamento che i paesi occidentali hanno sempre tenuto e tuttora tengono nei confronti delle culture “altre”, dai tempi del colonialismo fino ad oggi. Siamo stati proprio noi i primi ad avere la pretesa di “civilizzare” quelli che chiamavamo “selvaggi” solo perché non la pensavano come noi e non avevano le stesse nostre abitudini; siamo noi ad aver contribuito in maniera determinante a cancellare migliaia di culture diverse dalla faccia della terra; siamo noi che nel democratico Canada abbiamo, negli ultimi vent’anni, spinto all’estinzione per suicidio il popolo Innu, di cui non sono rimasti che poche migliaia di rappresentanti relegati in “villaggi” che assomigliano molto a lager (almeno a giudicare dal loro punto di vista, che è l’unico che conta); siamo noi che abbiamo “rubato l’anima” agli aborigeni australiani, costringendoli a “modernizzarsi” a forza, pena la morte fisica o, che è peggio, culturale. Siamo noi che in tutta l’Africa vogliamo esportare le nostre scuole, i nostri metodi d’insegnamento, i nostri cosiddetti “valori”, senza alcun rispetto per quelli altrui. E queste non sono storie di secoli passati, e neanche di decenni passati; sono storie di oggi, attualissime.
L’associazione Survival International, che si occupa di salvaguardare la vita e la cultura dei popoli tribali nel mondo, è buona testimone di centinaia di fatti che, se commessi ad esempio dai cinesi, ci farebbero gridare allo scandalo, ma siccome in questi casi i cinesi non c’entrano, e nemmeno gli islamici, nessun coro di protesta si leva, solo qualche isolatissima voce.

Nel settembre del 2007 l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la “Dichiarazione per i diritti dei popoli indigeni”, dopo un dibattito durato 22 anni. E’ un risultato importante, anche se puramente simbolico poiché si sa bene che l’ONU non ha alcun potere di imporre qualcosa a qualcuno, a meno che questo qualcosa non rientri nell’interesse delle nazioni più forti, in particolare una, che si occupa direttamente di intervenire in qualunque maniera per difenderlo o imporlo.
Ma, pur senza alcun valore pratico, a questa dichiarazione che salvaguarda l’identità e la cultura dei popoli, a cui non rimane altro che quello dopo che i vecchi e nuovi colonizzatori hanno rubato le terre che erano loro, si sono opposti la moderna Australia e la liberale Nuova Zelanda, il democratico Canada e i democraticissimi Stati Uniti, mentre quelli che noi chiamiamo “stati canaglia” hanno votato a favore.
E poi dovremmo dare “lezioni” ai cinesi? Ma mi faccia il piacere!… direbbe Totò.
donquixote is offline  
Vecchio 23-04-2008, 07.29.02   #2
Anagarika
Ospite abituale
 
L'avatar di Anagarika
 
Data registrazione: 10-03-2008
Messaggi: 70
Riferimento: La pagliuzza e la trave

Mi era appunto sorto il dubbio: che in questo periodo i cinesi ci stiano particolarmente antipatici? Che criminalizzarli torni utile a qualcuno? Che il vero obbiettivo non sia salvare la cultura tibetana? Come mai tutto questo improvviso interesse, dopo quasi cinquant'anni di spensierato e colpevole disinteresse?
Anagarika is offline  

 



Note Legali - Diritti d'autore - Privacy e Cookies
Forum attivo dal 1 aprile 2002 al 29 febbraio 2016 - Per i contenuti Copyright © Riflessioni.it