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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 31-10-2003, 18.52.22   #31
irene
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La condizione di reciprocità

Un Paese Civile supera anche quella che giuridicamente si definisce "condizione di reciprocità".
Se ci basassimo sulla condizione di reciprocità,che è un po' come dire il corrispettivo dell "occhio per occhio, dente per dente" dovremmo concedere ai cittadini stranieri ospiti del nostro Paese solo i diritti che nel loro Paese vengono concessi ai cittadini stranieri.
Il che è ovviamente, se applicato a Paesi giuridicamente retrogradi, è abbastanza ridicolo.
(es:la cittadina di un ipotetico Paese che vietasse alle donne straniere di circolare da sole per strada dovrebbe vedersi vietare anche in Italia di circolare da sola per strada)
Dire il crocifisso non va tolto, perchè in un paese islamico nessuno permetterebbe di dire agli italiani qualcosa di simile, quindi, è un atteggiamento che non ci consente di andare molto lontano.
La rimozione di quel crocifisso avrebbe potuto essere chiesta da chiunque, anche da un italiano, magari paradossalmente pure cattolico, ma altamente rispettoso della Laicità dello Stato.
Quello che dice Gianfry sul potere sotterraneo che la chiesa purtroppo continua a detenere, facendelo pesare sulla bilancia degli equilibri politici, è purtroppo vero.
Penso che l'Italia,l'Italia reale, sia ancora molto indietro rispetto all'assetto molto avanzato della sua Carta Costituzionale...E, che dire, se il Paese reale la pensa in un certo modo, non è nemmeno ingiusto che i politici facciano emergere una volontà diversa.
Mi chiedo piuttosto perchè, al di là delle prese di posizione del ministro Castelli sulla legittimità o meno del provvedimento del giudice, non si sia pensato, paradosso per paradosso, di chiedere un'ispezione sulla qualità dell'insegnamento che viene impartito agli alunni in quella scuola...La partita, in effetti, dovrebbe giocarsi lì, e non altrove.

Ultima modifica di irene : 31-10-2003 alle ore 18.55.09.
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Vecchio 31-10-2003, 18.55.25   #32
Marco_532
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Re: La condizione di reciprocità

Citazione:
Messaggio originale inviato da irene

...Dire il crocifisso non va tolto, perchè in un paese islamico nessuno permetterebbe di dire agli italiani qualcosa di simile, quindi, è un atteggiamento che non ci consente di andare molto lontano....

Grande! !
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Vecchio 31-10-2003, 19.32.53   #33
Sissi
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Re: La vicenda del crocifisso

Citazione:
Messaggio originale inviato da Gianfry
Inoltre non capisco perché i cristiani continuino a mostrare il Cristo sofferente inchiodato sulla croce. Se fosse vero che è resuscitato, dovrebbero tirarlo giù e mostrarlo in altra luce raggiante e trionfante sulla morte.




Queste parole mi sembrano degne di nota: in effetti la religione cattolica pone troppo l'accento sulla croce, la sofferenza e il senso di colpa.
Continuo, a dire come ho già affermato, che non vedo il motivo per cui ogni aula nelle scuole pubbliche debba essere tenuta a dotarsi di un crocifisso.
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Vecchio 31-10-2003, 19.56.58   #34
Marco_532
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Re: Re: La vicenda del crocifisso

Citazione:
Messaggio originale inviato da Sissi
Queste parole mi sembrano degne di nota: in effetti la religione cattolica pone troppo l'accento sulla croce, la sofferenza e il senso di colpa.
Continuo, a dire come ho già affermato, che non vedo il motivo per cui ogni aula nelle scuole pubbliche debba essere tenuta a dotarsi di un crocifisso.

Infatti credo che nelle aule, e in qualsiasi altro posto lo si espone, al di fuori della chiesa, non abbia nessun senso.
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Vecchio 01-11-2003, 02.23.37   #35
leibnicht
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Per Irene

Il problema, cara Irene, è che l'eventuale, ipotetica non applicazione di un principio di reciprocità presuppone l'implicita supposizione che tale principio contrasti con i fondamenti ed i valori cui si uniforma il nostro sentire sociale.
Io credo che tu sia abbasatanza intelligente da precedermi con facilità su questo percorso dialettico.
Ma voglio, comunque, dare sviluppo all'argomentazione.
Se il nostro sentire culturale rifiuta la legge del taglione, in quanto ritiene più adeguato ad un efficiente e sereno vivere civile il fatto di averla disconfermata, e se, ad un tempo, presuppone che sia adeguato allo stesso sereno vivere civile la tolleranza nei confronti di un sentire diverso che ammette tale legge come regola irrinunciabile dei rapporti sociali, allora: come può la forma dare espressione a contenuti che negano la forma stessa ?
Ti invito a riflettere, Irene, sul regresso ad infinitum che questa circostanza comporta, e sullo scandalo dell'indecidibilità che essa determina.
Sono un convinto assertore del seguente principio regolativo: dove la ragione, nel suo tacere un sonno di perplessità, giace atonica in un'afasia inerte, l'impulso e l'emozione debbono agire.
Io sono certo che tu mi abbia perfettamente compreso. Abbiamo ancora il potere del saper dire "dopo".
leibnicht is offline  
Vecchio 01-11-2003, 07.59.22   #36
Mary
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x Gianfry quel che dici è giusto, ma molti di noi vogliono che il crocifisso resti lì non perché lo sentono come imposizione della chiesa, ma semplicemente, come dice bomber, non è possibile accettare l'imposizione di un solo individuo (ospite) sulla collettività di un territorio.

Gesù crocifisso è solo la rappresentazione di una chiesa che vuole a tutti i costi esaltare la sofferenza, con la sofferenza si opprime e si controlla meglio i sottomessi.

Una persona gioiosa, felice, piena d'amore, senza sensi di colpa, capace di passare attraverso la sofferenza senza lasciarsi schiacciare. Bene, quella persona non è manipolabile, in alcun modo. A quella persona è difficile far credere che deve ubbidire ciecamente, che deve soffrire per andare in paradiso. Che dio lo sta punendo per un peccato originale che gli è estraneo.

Ma Gesù ha lasciato, fra l'altro, delle parole importanti. Che emergono come frutti in un mare di foglie secche. Ha detto di amare. Amare tutto e tutti. Ha detto solo di amare. Ed è qui la chiave di vita. Che sia stato crocifisso o meno non ha alcuna importanza. Che fosse figlio di dio, nessuna importanza. Quando qualcuno vi da la chiave di una cassaforte che contiene preziosi inestimabili vi state forse a domandare chi sia?! Certo, potete anche chiedervelo, potete anche cercare di scoprirlo. Ma non conta chi vi ha dato la chiave, ma la chiave stessa.
Invece noi ci attardiamo a scoprire e disquisire su chi ha fatto la consegna piuttosto che andare verso la cassaforte, aprirla e prendere quel che ci serve.

Ogni volta che guardo un crocifisso non vedo il Figlio di Dio, ma vedo la miseria umana. Vedo di quanto orrore gli uomini erano (e sono) capaci. Vedo la capacità dell'uomo di infliggere ad un suo simile sofferenze indescrivibili.
Dovremmo imparare, ma non ci riusciamo.

Non è mettendo un crocifisso in un cassetto che si risolvono i problemi così come non è esponendolo che si cambiano le cose.

Ciao
Mary
Mary is offline  
Vecchio 01-11-2003, 13.22.06   #37
bomber
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Re: La condizione di reciprocità

Citazione:
Messaggio originale inviato da irene
Un Paese Civile supera anche quella che giuridicamente si definisce "condizione di reciprocità".
Se ci basassimo sulla condizione di reciprocità,che è un po' come dire il corrispettivo dell "occhio per occhio, dente per dente" dovremmo concedere ai cittadini stranieri ospiti del nostro Paese solo i diritti che nel loro Paese vengono concessi ai cittadini stranieri.
Il che è ovviamente, se applicato a Paesi giuridicamente retrogradi, è abbastanza ridicolo.
(es:la cittadina di un ipotetico Paese che vietasse alle donne straniere di circolare da sole per strada dovrebbe vedersi vietare anche in Italia di circolare da sola per strada)
Dire il crocifisso non va tolto, perchè in un paese islamico nessuno permetterebbe di dire agli italiani qualcosa di simile, quindi, è un atteggiamento che non ci consente di andare molto lontano.
La rimozione di quel crocifisso avrebbe potuto essere chiesta da chiunque, anche da un italiano, magari paradossalmente pure cattolico, ma altamente rispettoso della Laicità dello Stato.
Quello che dice Gianfry sul potere sotterraneo che la chiesa purtroppo continua a detenere, facendelo pesare sulla bilancia degli equilibri politici, è purtroppo vero.
Penso che l'Italia,l'Italia reale, sia ancora molto indietro rispetto all'assetto molto avanzato della sua Carta Costituzionale...E, che dire, se il Paese reale la pensa in un certo modo, non è nemmeno ingiusto che i politici facciano emergere una volontà diversa.
Mi chiedo piuttosto perchè, al di là delle prese di posizione del ministro Castelli sulla legittimità o meno del provvedimento del giudice, non si sia pensato, paradosso per paradosso, di chiedere un'ispezione sulla qualità dell'insegnamento che viene impartito agli alunni in quella scuola...La partita, in effetti, dovrebbe giocarsi lì, e non altrove.






questa e teoria ,quello che da realmente fastidio e che una persona estranea arrivi e cerchi di imporre la sua ideaa a tutti i costi ,
se il presente adel (si chiama cosi ??)avesse chiesto agli italiani se era giusto o meno avere il crocefisso forse si sarebbe aperta ua discussione e forse chissa l avremo tolto noi ,ma cosi e come se cometesse un soppruso alle nostre radici ,a proposito in certi paesi mussulmai se chiedi alle donne di togliere il velo ti tagliano la lingua ......
bomber is offline  
Vecchio 01-11-2003, 15.35.55   #38
Marco_532
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Messaggio originale inviato da Mary

Ma Gesù...Ha detto di amare. Amare tutto e tutti. Ha detto solo di amare. Ed è qui la chiave di vita. Che sia stato crocifisso o meno non ha alcuna importanza. Che fosse figlio di dio, nessuna importanza....Invece noi ci attardiamo a scoprire e disquisire su chi ha fatto la consegna piuttosto che andare verso la cassaforte, aprirla e prendere quel che ci serve....Ogni volta che guardo un crocifisso non vedo il Figlio di Dio, ma vedo la miseria umana. Vedo di quanto orrore gli uomini erano (e sono) capaci. Vedo la capacità dell'uomo di infliggere ad un suo simile sofferenze indescrivibili. Dovremmo imparare, ma non ci riusciamo.

Non è mettendo un crocifisso in un cassetto che si risolvono i problemi così come non è esponendolo che si cambiano le cose.



Confermo...ma il problema è che nessuno compie un'azione solo perchè gliel'ha imposto qualcuno, soprattutto se non conosce questo qualcuno......ok, Gesù ha detto di amare, amare e amare, ma quello che spinge all'azione non è tanto il fatto che l'ha detto Gesù o un'altra persona.
Il criterio di giudizio, è la guida di ogni nostra azione : non abbiamo fatto, non facciamo e non faremo mai qualcosa, di nostra spontanea volontà, se non riteniamo che sia "giusto" farla.
Quindi il problema è ri-capire che l'amore è cosa giusta, e non è impossibile farlo.
Ora il sempice fatto di capire non basta affinchè io agisca in quel modo, dal momento che il mio criterio di giudizio, non è basato solo su "quello che io ritengo giusto in assoluto", ma anche da "quello che io ritengo giusto (conveniente/vantaggioso) fare in una determinata situazione". Ora, nell'agire , si utilizza sempre la seconda espressione,... il problema è : Questa è compatibile con la prima?....spesso capita che non lo sia, ma questo non significa che la riteniamo sbagliata,........abbiamo deciso, in quel momento, di comportarci in quella maniera, per il fatto che "da una parte di noi" era ritenuta giusta.

Es : Supponendo che stiamo vivendo la scena di un'omicidio da terzi. La prima cosa che ci viene in mente è :" Che fa la/lo uccide?
...la coscienza dice :"è sbagliato privare della vita"....
...la mente dice :"se vengo scoperto probabilmente non farò una bella fine"...
...la coscienza dice :" devo fare qualcosa affinchè non si compia l'omicidio"...

Quale sarà il finale?...Agirò affinchè non si compia quell'omicidio, se avrò la possibiltà di non essere scoperto...

La coscienza pura impone che in quella situazione si intervenga sempre e comunque.
La parte razionale, al contrario, considera il rischio (in questo caso), il vantaggio (in altro caso).

Ora, l'agire secondo la sola coscienza, è impossibile, in questo caso, per il fatto che la razionalità impone l'autoconservazione, quindi questo è un'esempio estremizzato.
Nella vita di tutti i giorni, questo intergarire tra coscienza e mente, si accende ogni qual volta siamo in procinto di fare un'azione.

Non credo sia possibile, nella natura umana, seguire la coscienza pura ,nel caso in cui in gioco ci sia la vita stessa.
Gesù l'ha fatto, Gesù è stato coscienza pura, ha sacrificato la sua vita per gli altri......ma a fin di bene ; bene dettato dall'ascolto della stessa coscienza in tutte le situazioni.
In caso questo rischio non ci sia, ritengo che qualsiasi essere umano, teoricamente, sia in grado di egire secondo coscenza....perchè non lo fa?.....a vantaggio della mente, corrotta e illusa.

Ora il crocifisso nelle aule, è inutile alla coscienza, è utile alla ragine, per appagare qualche strano desiderio corrotto ecc....
Il fatto stesso di aver il crociffisso in aula, come dovrebbe cambiare la nostra vita coscente?
Come dovrebbe cambiare la vita coscente di tutti coloro che non lo hanno come simbolo?
Che cosa ha causato fino a questo momento?.......è giusto tutto questo?

Immaginate che un uomo poroveniente da un'isola incontaminata dallo sviluppo tecnologico - precisamente dall'economia incosciente che ha trasfigurato il senso dello stesso - venga nel nostro paese.

Credete che questo riesca a cogliere il significato del crocifisso?
se si...Il significato che la società moderna da oggi allo stesso?Il perchè è esposto in un'aula scolastica?

Credete che quest'uomo sia privo di coscienza? Che ha una visione sbagliata?....non credo....sicuramente avrà una visione meno corrotta...mi sbaglio?
Marco_532 is offline  
Vecchio 01-11-2003, 17.28.48   #39
Mary
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Grazie Marco_532
pe la tua risposta. Condivido ogni tua parola.

Prendere un coltello e tagliare e cucire è qualcosa che più o meno sanno fare tutti, ma tagliare e cucire in una sala operatoria è solo per pochissimi.

Questo per dire che le scelte del singolo individuo dipendono dalla capacità raggiunta.

Gesù ha raggiunto il livello del chirurgo per eccellenza, tutti noi siamo ad un taglia e cuci ad un livello neppure sartoriale.

La tua risposta mi ha dato modo di riflettere, grazie
Mary
Mary is offline  
Vecchio 01-11-2003, 23.01.20   #40
irene
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Leibnicht, la questione che introduci è complessa, anche molto più di quanto si possa credere limitandosi a pensare in termini di tolleranza/intolleranza (la tendenza generale mi pare arroccata su questa antinomia), perchè se, da un lato, l'ordinamento giuridico italiano possiede (ora) in sè stesso tutti gli anticorpi per reagire ai virus dell'oscurantsmo, dell'antidemocrazia, dell'intolleranza (in base al dettato costituzionale, infatti,tutti gli atti normativi emessi devono conformarsi ai principi di laicità, democrazia, pluralismo- e tali principi in effetti essi rispecchiano, almeno fino alla prova contraria rappresentata dall'accoglimento dell'eccezione di legittimità costituzionale che conduce all'abrogazione della legge contraria ai principi fondanti dello Stato Italiano), in un futuro che non sappiamo quanto prossimo nel nostro Paese i cittadini di religione islamica raggiungeranno la maggioranza demografica e dunque anche parlamentare (in modi e termini del tutto democratici).
Che ne sarà, a quel punto, dei principi dello Stato laico, contrastati da deputati e senatori storicamente educati ai principi teocratici, e presumibilmente motivati a ripristinarli?
Si inizierà col mettere in discussione la nostra Carta Costituzionale?
E poi?
Ma, soprattutto...come evitare di raggiungere quel "poi", quando in effetti, oggi, tutte le garanzie a tutela della laicità e del pluralismo sono predisposte e attivate?

Ultima modifica di irene : 01-11-2003 alle ore 23.04.26.
irene is offline  

 



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