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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 04-12-2003, 18.52.16   #31
Claudio
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scusa, ma perché hai fretta di rispondere?

...per caso hai già capito tutto di quello che ho proposto di leggere?
E se lo hai letto tutto (e non ci credo) ci hai riflettuto un pochino?

Dato che sono qui propongo una paginetta brevissima:

http://www.disinformazione.it/ricchezza.htm

Ciao
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Vecchio 04-12-2003, 18.56.06   #32
Marco_532
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Claudio, non ho letto tutto quello che hai proposto, ho dato solo una rapida occhiata...non navrei avuto il tempo...comunque credo di samere abbastanza di economia.....leggerò sicuramente quanto hai proposto...

Comunque volevo sottolineare che mi sembra di essere in linea con la tua critica al Dio Denaro, al valore che gli diamo oggi ecc...

P.S. Tu hai letto quello che ho scritto? Che mi dici in merito?
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Vecchio 09-12-2003, 01.23.45   #33
Claudio
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Citazione:
P.S. Tu hai letto quello che ho scritto? Che mi dici in merito?

L'ho letto e, a primo sguardo, mi è sembrato tratto da quello che ho proposto di leggere, ma poi ho capito che era un tuo copia/incolla inerente all'argomento, ma non ho ancora capito perché lo hai messo. Non ho dubbi che tu ne possa sapere molto più di me riguardo al denaro, ma non so se hai afferrato il concetto che volevo esprimere. In questo tempo che non mi sono fatto vivo ho riflettuto molto sui tuoi interventi, forse un po' affrettati, e mi sei stato di stimolo (e te ne sono grato) per buttare giù queste considerazioni:

* * *

Non vorrei entrare nel merito del chiederci in che tipo di regime stiamo vivendo, anche perché se sono esistiti un Hitler, un Mussolini, un dittatore qualunque è perchè avevano le spalle coperte da una sufficiente schiera di difensori attivi che riuscivano a dominare sulla popolazione inconsapevole della realtà che stava vivendo, e che proprio per questa inconsapevolezza non avava le idee ben chiare su cosa era giusto e cosa sbagliato e su cosa stava succedendo. L’immagine di un personaggio che paternalmente “sculaccia” i suoi figli discolacci per instradarli sulla retta via ci pare cosa buona e giusta. E allora chi oserebbe chiamarlo “dittatore”?! Ovviamente costui si guarderebbe bene dal mostrare tutta la sua mostruosità alla popolazione, che deve essere consapevole solo delle sue gesta eroiche, per ottenere il necessario consenso ed appoggio.

La questione della domanda e dell’offerta che cosa ha a che fare con la società?

Il mercato non è la società, ma pare che le leggi di mercato dettino le regole su come impostare la società, mentre in realtà dovrebbe essere l’esatto opposto: è la società che deve dominare sul mercato, proprio perché la società è fatta di umanità intesa quantitativamente e qualitativamente, mentre il mercato è fatto delle relazioni economiche di questa società e come tali si rifanno esclusivamente alla massimizzazione del profitto personale senza tener conto dei fattori sociali e culturali.

Purtroppo, dato che la società non conosce le proprie leggi, si appoggia a quelle economiche. L’uomo, il cittadino, perso nella sua affannosa ricerca di felicità si getta sull’avere, anzichè sull’essere, e trova leggero sollievo in questo e continua a pensare che sia lì la felicità. Si è dilagata questa smania di possedere sempre di più e si è persa la capacità di relazioni umane. Questo dal lato del consumatore.
Nella logica di mercato è conveniente mantenere l’illusione di fornire felicità ai suoi clienti, ma questo rende insensibile qualsiasi pianificatore d’azienda, qualsiasi ottimizzatore di produzione. Tutti i lavoratori dell’azienda, soprattutto coloro che non sono nell’area gestionale-manegeriale sono considerati semplicemente “funzionali” alla produzione. Si potrà obiettare che, se è vero questo, sono loro che accettano questa realtà, questo venire considerati come strumenti e non come persone, perchè potrebbero benissimo protestare o licenziarsi. Il sistema in cui viviamo non lo permette.

La legge della domanda e dell'offerta si presenta anche in questi termini:

Dal punto di vista delle industrie: l’industria cerca manodopera ed offre denaro, la persona che vuole “mantenersi in vita” cerca denaro ed offre manodopera. Se l’industria trova persone che fanno questioni su come vengono trattate, non hanno alcun problema a sostiruirle, mentre se una persona si licenzia per il trattamento disumano, avrà comunque problemi per tirare avanti nel tempo in cui si trova senza lavoro. L’industria ha sempre le spalle coperte e non ha nulla da perdere; la persona ha tutto da perdere.
Abbiamo soluzioni alternative? Potrebbe tenere duro finchè non trova un altro lavoro. Ma mentre lavori già, spendendo otto/dieci ore della tua giornata, come puoi avere il tempo per trovarti proprio quel lavoro che fa per te? Poi se ti trovi ad avere 40/50 anni è meglio che te lo dimentichi di pensare a cambiare lavoro. Chi ti prende?! Oppure potresti vedere se si può ragionare col capo o con i capi, per essere capito sulle tue ragioni. Certo, esistono anche i sindacati che ti possono aiutare, ma le ragioni dell’impresa verranno sempre prima di quelle umane, perchè il mondo gira così in quegli ambienti. La logica del profitto ti dice che un luogo di lavoro non è un’ente assistenziale, né un centro terapeutico-ricreativo. Quindi e meglio per chi ci lavora seguire quella logica. “Taci e lavora!”... Schiavitù? Forse.
Un altro esempio di come funziona il gioco dom/off è ben chiaro dalle grandi catene di distribuzione. Un supermercato, un centro commerciale, sono luoghi quasi sterili, ben strutturati, tutti uguali, senza finestre, senza lucernari, in cui potresti anche perdere la nozione del luogo in cui ti trovi (potrei essere a Palermo o a Bologna o a Milano, come me ne accorgo? dallo scontrino?), del tempo che passa o del tempo atmosferico. Che ore sono? Cosa fa fuori? C’è caldo? C’è freddo? Piove? Nevica? Tutto è in funzione del benessere del cliente consumatore, un benessere creato artificialmente (niente a che vedere con quello reale) per farti credere che è tutto bello, che è tutto desiderabile, e tu compri volentieri, anche incentivato da tutti quegli sconti, quella convenienza. C’è anche la convenienza che è tutto lì, a portata di carrello: dalle gomme per auto al dentifricio, dall’agenda per l’ufficio al pollo alla diavola, dallo spazzolone per il bagno al pc multimediale e relative periferiche. Tutto in un grande magazzino, che si distingue dalla fabbrica solo per il fatto che le sole macchine presenti sono i muletti elettrici e le casse a lettura ottica. Tanta gente che si riunisce senza neanche guardarsi in faccia. Tutti presi dal pensiero dei propri acquisti. Anche le cassiere raramente ti degnano di uno sguardo o di un accenno al tuo saluto. Mah!
Perchè tutti noi andiamo lì, in quell’ambiente così artificiale, senza identità, privo di contatto umano, privo di trattativa col venditore?!
Ma, a parte la risposta abbastanza scontata direi, l’osservazione che vorrei proporre è: dove vanno a finire i negozietti?! E i piccoli laboratori artigianali? Per esempio dove trovi solo prodotti caseari, latte, burro, uova, formaggi e basta?! Che fine ha fatto il calzolaio di quartiere o di borghetto?! Che fine ha fatto quel sano ritrovarsi fra vicini di quartiere in questi luoghi, informali e liberi certo (!), ma che offrono la possibilità di conoscersi, di condividere, di farsi quelle sane quattro chiacchere che rinfrancano la mente e lo spirito?
Così si esce da una fabbrica per andare a fare gli acquisti in un’altra. Non perdiamo così il gusto della vita vera?!
La legge della domanda e dell’offerta ci conduce all’ipermercato, ma ci toglie dalla natura e da una parte delle occasioni di relazione umana. Certo, si può obiettare che è comunque una scelta del cliente, del consumatore, del cittadino, che le cose vadano così. Ovviamente, attratti dalla convenienza economica non guardiamo più alla convenienza “umana”, per così dire.
Finchè un bel giorno la stessa legge della domanda e dell’offerta, quella del “profitto economico prima di tutto” non porta a dei bravi intraprendenti politici in giunta comunale a piazzarci davanti casa nostra, proprio lì dove prima c’era un bel terreno libero per farci l’orto per gli anziani, per farci giocare i bambini, per farci passeggiare le famiglie, un maestoso/mostruoso complesso residenziale che ci oscura il sole ed il paesaggio! Allora lì ci svegliamo dal sonno in cui ci hanno cullato così tanto amorevolmente tutte le grandi case produttrici di “felicità a prezzi convenienti”. Ma spesso non arriviamo al bandolo della matassa e ci fermiamo al solo protestare perché “non dovevano farlo proprio a noi!”. Senza renderci conto che gli scempi li abbiamo alimentati proprio noi confermando la logica del profitto.
(fine 1^ parte)
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Vecchio 09-12-2003, 01.24.57   #34
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(2^ parte)

Altri brevi esempi di questa logica che deteriora l’uomo e l’ambiente in cui vive:
Vogliono rendere la foresta amazzonica zona internazionale così tutti coloro che hanno interesse a distruggerla e a specularci sopra possono farlo liberamente, senza dover chiedere niente o pagare alcunché allo stato del Brasile. In quelle aree non c’è una popolazione sufficientemente forte (gli indios) che possa contrastare l’avanzata di questa mostruosità che chiamano profitto e a volte addirittura "progresso". Ce la stanno mettendo tutta da più fronti, ma chi li può fermare? Il boicottaggio d’acquisto? Come fai a sapere che i mobili che hai acuistato al grande Ipermercato non siano fatti proprio di truciolare di foresta amazzonica? Il venditore, se lo incontri, non te lo sa dire e lui non è neppure tenuto a saperlo. E a lui cosa interessa?!
Un altro e poi finisco (anche se non è che una goccia in un mare ...di palude!): la vaccinazione antiepatite B è stata resa obbligatoria per mezzo di forti pressioni delle case farmaceutiche all’allora Ministro della sanità De Lorenzo. La pressione è arrivata al punto che l’ex ministro ha accettato una tangente di 600 milioni (mi sembra questa la cifra) per renderla obbligatoria. La cosa è stata scoperta e condannata, ma tutt’ora il vaccino è rimasto obbligatorio. Come mai?!!! Forse che le case farmaceutiche ritengono indispensabile per la salute di noi cittadini, essere vaccinati fin dai tre mesi di età? Lo fanno per il nostro bene?! E allora perché hanno dovuto pagare una tangente?!

Per citare Noam Chomsky tratto da http://www.macondo.it/Discorsi/Noam1.htm:
"Il mercato non è preoccupato della distruzione dell'ambiente.
Nel sistema del mercato, ogni individuo pretende di massimizzare il suo guadagno personale. In questa visione di prodotto e consumo, non è da supporsi che l'individuo si preoccupi del resto. Frattanto, ci sono domande che non possono trovar risposte dal mercato, perché il mercato non ne ha. Per esempio, le future generazioni non hanno voce nella logica del mercato. I suoi interessi sono avulsi dai più elementari principi. Per i limiti con cui il mercato sta funzionando, marginalizzando o eliminando le proccupazioni per le generazioni future, il disegno di uno sviluppo sostenibile è una impossibilità."

"Le regole del mercato, seguite rigorosamente, non possono coesistere con lo sviluppo sostenibile.
Sviluppo sostenibile esige pianificazione sociale, preoccupazione per il futuro, interessarsi dell'altro... Quello che esiste oggi è un enorme sforzo per non permettere questo. Ne sono un esempio gli Stati Uniti oggi. C'è un grande attacco al sistema della previdenza. Perché tale attacco? La cosa è totalmente fabbricata. qualsiasi economista lo può dimostrare in cinque minuti. L'attacco è perché la sicurezza sociale è basata su prinicipi etici. Tali principi devono essere distrutti. Nessuno deve preoccuparsi dell'altro. La preoccupazione verso l'altro è oggi la più profonda e rivoluzionaria idea . Secondo loro, questo deve essere eliminato."


Ora cosa ne deduciamo? Che i valori forti, ma soprattutto tangibili (leggi: profitto/denaro) sono quelli che mettono insieme le persone convogliano le loro energie per creare centri di potere capaci di dominare la scena organizzativa di una società e di indurre i singoli e i deboli cittadini a sottostare alle loro leggi.

Ma credo che comunque possiamo fare qualcosa anche noi. Anzi; credo che solo noi possiamo fare qualcosa. "Noi" inteso non come "consumatori" e neppure come "cittadini", ma noi esseri umani , che come tali siamo tutto questo. Dobbiamo riprendere quello che ci è stato tolto e che ci fanno credere che non sappiamo amministrare, la nostra coscienza, la nostra vita, la nostra capacità di decidere per il meglio nel nostro spazio vitale, nel nostro territorio, nel nostro mondo.

Quando avremo a cuore tutto questo e lo sentiremo importante almeno quanto le multinazionali sentono importante lottare per i loro interessi, solo allora potremo sperare di farcela a ribaltare la dura situazione che ci si prospetta. Ma non occorre e non serve un'azione di forza, esattamente come chi sta al potere non ha fatto uso della forza (anche se metterei un ?). E' stata una questione di consensi. Ovviamente chi sta al potere farà di tutto per mantenerlo e per lasciare all'oscuro certe informazioni autosconvenienti, che esiste la possibilità di autogovernarsi, che esiste la possibilità di prendere coscienza di una realtà che farebbe crollare il palco alle banche e ai sistemi attuali di governo, con tutti quei partiti e particine da teatrino che vediamo in scena ogni giorno.

Ribadisco un solo concetto: la sola vera ricchezza per l'uomo è la nostra stessa umanità, quell'umanità che ha un cuore . Se non la facciamo emergere, se non la doniamo e non la condividiamo non può esserci futuro per noi. Non intendevo arrivare a questa drammaticità con il discorso, ma purtroppo è un fatto, non me lo sto inventando, non sto esagerando…

* * *

Grazie ancora a te Marco!

Ora a te/voi la palla: cosa ne pensate?

Ultima modifica di Claudio : 09-12-2003 alle ore 01.32.17.
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Vecchio 09-12-2003, 02.48.59   #35
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Messaggio originale inviato da Claudio
Citazione:
…ma poi ho capito che era un tuo copia/incolla inerente all'argomento, ma non ho ancora capito perché lo hai messo.

Ciao Claudio, vorrei precisare che non era un copia incolla, ma semplicemente la mia risposta, ma a quanto pare non era quello il punto che volevi sottolineare…

Citazione:
La questione della domanda e dell’offerta che cosa ha a che fare con la società? Il mercato non è la società, ma pare che le leggi di mercato dettino le regole su come impostare la società, mentre in realtà dovrebbe essere l’esatto opposto:

Mah, ti sei mai chiesto perché il primo articolo della costituzione dice :” l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.”?…Poiché, per lo sviluppo e la massimizzazione delle conseguenze dello stesso, non può essere altrimenti, la società è per forza circoscritta nello “sistema lavoro”, e deve necessariamente con esso rapportarsi. Non credo che le leggi di mercato dettino le regole su come impostare la società, ma al contrario, è la stessa società e la sua impostazione, che detta le leggi di mercato….ma forse ti sei espresso male con le parole “leggi di mercato” e non ho capito cosa volevi dire.

Citazione:
è la società che deve dominare sul mercato, proprio perché la società è fatta di umanità intesa quantitativamente e qualitativamente, mentre il mercato è fatto delle relazioni economiche di questa società e come tali si rifanno esclusivamente alla massimizzazione del profitto personale senza tener conto dei fattori sociali e culturali.

L’insieme degli individui è l’umanità. Un’insieme degli individui collaboranti al fine di facilitare il compito del singolo e dare la possibilità allo stesso di fare cose che nella sua singolarità non può fare, è una Società. Dal momento che il fine a cui tende è raggiungibile solo grazie al “lavoro”, nel senso più ampio del termine, è ovvio che il suo sviluppo porti a forme di mercato e alle conseguenti relazioni economiche. Se 50 persone devono comprare 50 prodotti X e esistono 5 fabbriche che producono e vendono lo stesso, la massimizzazione assoluta del profitto, è conseguente dal raggiungimento del livello di vendita richiesto dalle 50 persone, da una sola azienda. In pratica, nella realtà, la massimizzazione del profitto è conseguente dal massimo che un’ipotetica azienda riesce a vendere: tutte le aziende massimizzano il profitto, se così non fosse significherebbe limitare le potenzialità di vendita del prodotto, non fare tutto il possibile affinché lo stesso sia venduto, con la conseguente uscita dal mercato dell’azienda che non massimizza. Ma come puoi vedere, è la domanda che tiene il mercato.

Citazione:
L’uomo, il cittadino, perso nella sua affannosa ricerca di felicità si getta sull’avere, anzichè sull’essere, e trova leggero sollievo in questo e continua a pensare che sia lì la felicità.

Giustissimo e critico questo atteggiamento, ritenendolo non necessario e illusorio.

Citazione:
Nella logica di mercato è conveniente mantenere l’illusione di fornire felicità ai suoi clienti, ma questo rende insensibile qualsiasi pianificatore d’azienda, qualsiasi ottimizzatore di produzione.

Questo è vero, ma d’altro canto, tu non compreresti mai qualcosa che non ti possa servire o che hai già, a meno che non sei affetto da qualcosa che io reputo gravi disturbi…..e ce ne sono di persone così…..basta pensare ad un bene durevole che la società trasforma in bene quasi di consumo immediato : per esempio, il cellulare, che viene cambiato senza un motivo razionale parecchie volte durante l’anno, da parecchie persone, nonostante mantenga le sue funzioni inalterate, con il conseguente aumento dell’offerta, l’ampliamento del mercato, ecc… e delle stronzate che ne derivano.

Citazione:
Tutti i lavoratori dell’azienda, soprattutto coloro che non sono nell’area gestionale-manegeriale sono considerati semplicemente “funzionali” alla produzione.

In realtà, è così, non potrebbe essere altrimenti, ma c’è differenza tra quelli che considerano il lavoratore come macchina funzionale, e quelli che lo considerano uomo, persona, funzionale.

La legge della domanda e dell'offerta si presenta anche in questi termini:

Citazione:
Dal punto di vista delle industrie: l’industria cerca manodopera ed offre denaro, la persona che vuole “mantenersi in vita” cerca denaro ed offre manodopera. Se l’industria trova persone che fanno questioni su come vengono trattate, non hanno alcun problema a sostiruirle, mentre se una persona si licenzia per il trattamento disumano, avrà comunque problemi per tirare avanti nel tempo in cui si trova senza lavoro. L’industria ha sempre le spalle coperte e non ha nulla da perdere; la persona ha tutto da perdere.

Quanto dici, è perfettamente giusto, ma incompleto, in quanto, prima di che l’industria inizi a cercare manodopera, è necessario che ci sia la domanda di un determinato prodotto. Per quanto riguarda la seconda parte della frase quotata, purtroppo è vero, ma il progresso ha fatto si che sorgessero i sindacati e in futuro le cose sicuramente miglioreranno…

Citazione:
Tutto è in funzione del benessere del cliente consumatore, un benessere creato artificialmente (niente a che vedere con quello reale) per farti credere che è tutto bello, che è tutto desiderabile, e tu compri volentieri, anche incentivato da tutti quegli sconti, quella convenienza. C’è anche la convenienza che è tutto lì, a portata di carrello…

Verissimo, e non potrebbe essere altrimenti, ma il consumatore, dal momento che ha la facoltà di ragionare, deve avere la consapevolezza di quello che lo circonda e del suo scopo, senza fermarsi all’apparenza, e cercare di far interferire il meno possibile, la stessa, sulla spesa, in base al criterio di utilità, e non quello di attirabilità….ma vedo che già sei sulla buona strada…

Citazione:
dove vanno a finire i negozietti?! E i piccoli laboratori artigianali? Per esempio dove trovi solo prodotti caseari, latte, burro, uova, formaggi e basta?! Che fine ha fatto il calzolaio di quartiere o di borghetto?

Quella che descrivi, è stata una fase dello sviluppo sociale, e sperare che possa continuare, equivale a non accettare più un eventuale sviluppo…bisognerebbe limitare lo sviluppo delle stronzate...nonostante tutto il rapporto umano era sicuramente meglio….anzi lo è ancora, fortunatamente non sono sparti del tutto questi piccoli punti vendita di beni o servizi….

Citazione:
Finchè un bel giorno la stessa legge della domanda e dell’offerta…

Si, ma è solo un problema di consapevolezza…

Citazione:
Vogliono rendere la foresta amazzonica…

Ho capito, ma l’unica soluzione, è quella di limitare l’uso del legname…e siamo sempre lì…un problema di consapevolezza….

Citazione:
Ribadisco un solo concetto: la sola vera ricchezza per l'uomo è la nostra stessa umanità, quell'umanità che ha un cuore . Se non la facciamo emergere, se non la doniamo e non la condividiamo non può esserci futuro per noi.

Non posso che confermare quanto scrivi….sono perfettamente d’accordo….

Ora ho capito meglio di cosa ti lamenti, e condivido pienamente il tuo punto di vista.
Ciao, .
Marco_532 is offline  
Vecchio 11-12-2003, 17.19.38   #36
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Question

dove sono andati a finire tutti?
Forse parlare di un cambiamento sociale non è fra le nostre scelte primarie in un momento come questo?
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Vecchio 11-12-2003, 17.21.02   #37
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Prima o pio interverranno... ....
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Vecchio 11-12-2003, 17.29.24   #38
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Nel frattempo che aspettiamo nuovi interventi ti/vi posso lasciare alla lettura di una simpatica "favoletta" e del relativo commento?:
http://digilander.libero.it/afimo/pa..._credito. htm
http://digilander.libero.it/afimo/credito_pubblico...
Parla di come la moneta sia stata ben "maneggiata"
Ciao
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Vecchio 13-12-2003, 15.23.58   #39
Nereo Villa
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Su terrorismo, addormentamento e politiche di morte

Caro Claudio,
ringraziandoti di avermi invitato a questo bel forum, ben articolato e organizzato, ti voglio innanzitutto fare i complimenti per il tuo pensiero ed anche per quello del tuo interlocutore Marco. A me fa piacere trovare persone capaci di pensare. Ciò mi da' speranza per il futuro. A volte se ne sente il bisogno, specialmente in questo clima natalizio, che rasenta spesso (almeno alla TV) l'ipocrisia ed il buonismo.
Ti lascio dunque queste mie recenti riflessioni su terrorismo, paralisi del pensare umano e fallimento totale della politica.
Credo che il terrorismo (o nei migliori dei casi l'islamismo) sarà nel 21° secolo ciò che è stato il comunismo nel 20°. E nella misura in cui l'essere umano non si sveglierà dai torpori televisivi, sarà svegliato dalle bombe. Allora l'uomo sarà costretto ad accorgersi che tanto l'umanitarismo, cioè la nuova pseudoreligione del buonismo (culto dell'uomo astratto) quanto l'economicismo, cioè il modello antropologico dell'homo economicus, appartengono alla medesima carenza di logica. Se infatti la scienza economica ufficiale poggia sul presupposto che l'uomo essendo lupo tende, di regola, a perseguire sempre e solamente il suo interesse economico personale e che da questo intersecarsi e scontrarsi di "interessi" essa fa zampillare provvidenzialmente l'ordine sociale, è ovvio (almeno per me) che allo Stato non potrà ve-nire riconosciuto il ruolo di orientamento o di coordinamento delle attività economiche in vista del bene comune. Perché infatti il bu-rocrate, essendo anch'egli uomo lupo pur dotato di discrezionalità, dovrebbe agire, di regola, per il bene pubblico, consentendo all'amministrazione pubblica di perseguire obiettivi di interesse pubblico? Se, anzi, si osserva, nei paesi in crisi, i Presidenti sono quasi sempre governatori, da Carli, che fu Presidente di Confindustria, fino a Ciampi, che, subentrando a Baffi, iniziò col contestare al Banco Ambrosiano la sua nebulosa attività all'estero, tanto che la magistratura milanese decise poi di incriminare Calvi, che finirà impiccato, storia questa documentata nel film "I banchieri di Dio", subito sequestrato dalle sale cinematografiche… Perché il popolo non deve sapere? Queste autorità monetarie e di governo (vedi anche la vocazione dei Savoia a fare i banchieri), mostrano in che mani siamo, e che qualsiasi governo in Italia conta meno del due di picche. Anche degli azionisti della banca d'Italia (S.p.A. con scopo di lucro) che determinano di fatto tutta la politica, nessuno sa niente. Ma la truffa dei banchieri risale al "piano" Rothschild del 1773 per il dominio del mondo, e i media non ne parlano perché chi solo osa parlare criticamente degli ebrei viene oggi subito tacciato di razzismo. E i Rothschild sono ebrei, e nel piano è dichiarata la aberrante volontà "di fomentare guerre ma contemporaneamente di dirigere Conferenze di Pace, in modo che nessuna delle due parti in conflitto possa ottenere guadagni territoriali" (cfr. Guy Carr "Pawns in the Game", CPA Book Pubblisher). Il Times del 10/03/1920, facendo il medesimo errore di Hilter, cioè identificando il popolo dei banchieri col popolo degli ebrei, affermava che perfino la rivoluzione bolscevica del 1917 era stata "finanziata e sostenuta, principalmente dall'alta finanza ebraica, attraverso la Svezia", omettendo (o non sapendo?) che Hitler e il nazismo erano essi stessi creature dei Rothschild… E guarda un po', Arrigo Levi, ebreo, è consigliere di Ciampi, il quale, inaugurando il nuovo anno scolastico, anziché ispirarsi a Quintiliano, o a Seneca, cita il Talmùd. Ma nel Talmùd Maria non è chiamata "stada", cioè prostituta, e suo Figlio "bastardo"? E a proposito della Svezia attuale, che non è entrata nella truffa-euro, nessuno sottolinea come mai non ci hanno fatto votare, democraticamente, come in Svezia per l'entrata nell'UE. Oggi si parla tanto di costituzioni, ma ciò che si sta costituendo è il "tango argentino" dello sprofondamento economico, di cui lo sciopero dei ferro-tranvieri, ambiguamente connesso borsisticamente al crac finanziario Cirio, non è che un pallido sintomo. In tale contesto, i nostri politici, incapaci essi stessi di obbedire alle leggi che creano, continuano a parlare secondo logismo, cioè secondo logiche-pattumiera in cui i rapporti fra contenuti concettuali sono sostituiti da rapporti fra parole vuote. Mi riferisco ai concetti di "patto" e di "flessibilità", il cui contenuto etimologico è antitetico: il patto è infatti ciò che può essere stabilito in modo fermo e fisso, senza lasciarsi piegare. Ora, nella misura in cui ciò che è fisso non può essere flessibile, abituare il popolo (sovrano?) ad accettare l'idea di "patto flessibile" è, in senso etimologico, tanto sensato quanto abituarlo ad accettare l'idea di "strame profumato" o di "patto pattumiera", ulteriore livello sintomatologico del fallimento della politica. La politica è fallita. la burocrazia creata da 200 mila leggi, soffoca gli italiani, e non solo ora attraverso il dimezzamento del potere di acquisto della loro moneta e dei loro sudati risparmi (grazie a Prodi e al suo euro), ma anche con diaboliche operazioni semantiche, per le quali si abitua ora la gente ad accettare il bianco che è nero e viceversa. Un tempo, quando ci si ammalava si usavano le sanguisughe, perché si credeva che togliendo il sangue al malato, si estirpasse anche un po' della sua malattia. Il malato, ovviamente, stava peggio. E allora si diceva: "Ci vogliono più sanguisughe"! Così è la situazione del dottor Balanzone dell'UE (da Prodi ad Visco, e da Berlusconi a Tremonti): ci vuole un "patto flessibile", appunto, più sanguisughe!
Mi fermo qui per oggi.
Cari saluti a tutti.
Nereo
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...bel discorso... .
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