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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 30-05-2004, 13.26.08   #41
A.Nilic
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No, forse non ci siamo capiti. Tu confondi l'indottrinamento, che sopprime ogni dubbio e porta al fonamentalismo e un insegnamento alla cui base c'è la passione.
Capisco che attualmente i fantasmi del fanatismo islamico sono ben vivi e la paura del comunismo, purtroppo ancora vivo nel mondo, portino a vedere pericoli da tutte le parti, ma non esageriamo.
Fondare un sistema di insegnamento che ponga come base la razionalità, il confronto razionale e dialettico tra le parti, per me, è una cosa imprescindibile.
Ma questo non vuol dire che il docente deva svolgere la funzione di un semplice sistema di informazione...per questo ci sono i computer che lo fanno molto meglio, avendo la capacità di poter estrarre con estrema precisione i dati presenti nelle loro memorie, pressoché sconfinate.
Il punto è un altro. Ammettere all'insegnamento una persona in base a certi requisiti culturali è giusto (anche se vedendo alcuni professori mi chiedo dove siano scomparsi), non si può ammettere alla docenza una persona che conosce in modo incerto la sua materia, ma ha "un cuore grande così". Però, il problema è un altro. L'insegnamento non si ferma all'accumulazione di sapere, questa è l'erudiozione. L'insegnamento fa un passo ulteriore, o almeno dovrebbe: trasmette il sapere. Ora, mi chiedo. Come è possibile che un professore riesca a far appassionare gli alunni alla sua materia, in un periodo nel quale il cinema, la televisione e il computer possono dare uno svago molto più piacevo?
Certo che non pretendo che si riduca, come purtroppo ora si fa già troppo, la storia a un insieme di fatterelli, raccontati a metà strada tra il pettegolezzo ed il quiz, però mi rendo conto che un insegnamento "accademico", classico, monolitico ha fatto da un bel pezzo il suo tempo. Non bisogna rivaleggiare con la televisione, riducendo l'insegnamento ad un grossolano divertimento a buon mercato, ma c'è necessità che i professori rompano le barriere, i muri, che li separano dalla realtà degli alunni e che ne fanno, ancora oggi (nonostante siano vilipesi dagli stessi studenti), una presenza estranea nelle loro vite.
Il fatto è che tutto, secondo me, dall'arte alla politica, fino all'insegnamento si dovrebbe trasformare in ESPERIENZA e non in TEORIA. E' per questo che ho una grande sfiducia nelle scuole e personalmente, un domani che non ci saranno più, non credo ne sentirei molto la mancanza.
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Vecchio 30-05-2004, 17.28.11   #42
Solger
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La scuola è morta. "Descolarizziamo"

Vediamo di farci qualche nemico mettendo sul tappeto, quasi di getto, alcune considerazioni radicali (forse ai limiti dell’utopia, ma tant’è, trattasi di ciò che penso…)

Ormai è evidente, la scuola è separazione dalla vita, repressività, cristallizzazione della cultura, conformismo del comportamento, discriminazione sociale, esasperazione della competitività . E potremmo continuare….

E’ un grave errore seguitare a identificare l’educazione delle nuove generazioni con la loro istruzione. E’ sbagliato, insomma, esaurire la formazione umana nella scuola.

Oggi i giovani, grazie alla scuola, perdono ogni incentivo a sviluppare il loro senso di indipendenza, non provano più alcuna attrattiva nella ricerca autonoma, perdono il senso della scoperta, e ciò a causa del modello meramente trasmissivo, irrigidito e cristallizzante, della nostra scuola.

Va sottolineata una volta per tutte l’azione meramente “addomesticatrice” della nostra scuola, che trasmette un “sapere morto”.
La scuola ha infatti un duplice fine: insegnare ai giovani ciò che gli adulti ritengono che i giovani debbono sapere e tenere lontano i giovani da ciò che i giovani vorrebbero veramente sapere.

E tutto ciò non si risolve cambiando la scuola, ma mettendo in discussione la nozione stessa di scuola all’interno della nostra società. Non abbiamo più bisogno di un’istituzione tutto sommato moderna, quindi legata a un preciso momento storico, che poteva avere dunque un senso cento anni fa ma non più oggi.

Mi si passi il piglio perentorio, ma sono per la descolarizzazione.


Solger
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Vecchio 30-05-2004, 21.30.11   #43
nemamiah
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Citazione:
Messaggio originale inviato da A.Nilic
No, forse non ci siamo capiti. Tu confondi l'indottrinamento, che sopprime ogni dubbio e porta al fonamentalismo e un insegnamento alla cui base c'è la passione.
Capisco che attualmente i fantasmi del fanatismo islamico sono ben vivi e la paura del comunismo, purtroppo ancora vivo nel mondo, portino a vedere pericoli da tutte le parti, ma non esageriamo.
Fondare un sistema di insegnamento che ponga come base la razionalità, il confronto razionale e dialettico tra le parti, per me, è una cosa imprescindibile.
Ma questo non vuol dire che il docente deva svolgere la funzione di un semplice sistema di informazione...per questo ci sono i computer che lo fanno molto meglio, avendo la capacità di poter estrarre con estrema precisione i dati presenti nelle loro memorie, pressoché sconfinate.
Il punto è un altro. Ammettere all'insegnamento una persona in base a certi requisiti culturali è giusto (anche se vedendo alcuni professori mi chiedo dove siano scomparsi), non si può ammettere alla docenza una persona che conosce in modo incerto la sua materia, ma ha "un cuore grande così". Però, il problema è un altro. L'insegnamento non si ferma all'accumulazione di sapere, questa è l'erudiozione. L'insegnamento fa un passo ulteriore, o almeno dovrebbe: trasmette il sapere. Ora, mi chiedo. Come è possibile che un professore riesca a far appassionare gli alunni alla sua materia, in un periodo nel quale il cinema, la televisione e il computer possono dare uno svago molto più piacevo?
Certo che non pretendo che si riduca, come purtroppo ora si fa già troppo, la storia a un insieme di fatterelli, raccontati a metà strada tra il pettegolezzo ed il quiz, però mi rendo conto che un insegnamento "accademico", classico, monolitico ha fatto da un bel pezzo il suo tempo. Non bisogna rivaleggiare con la televisione, riducendo l'insegnamento ad un grossolano divertimento a buon mercato, ma c'è necessità che i professori rompano le barriere, i muri, che li separano dalla realtà degli alunni e che ne fanno, ancora oggi (nonostante siano vilipesi dagli stessi studenti), una presenza estranea nelle loro vite.
Il fatto è che tutto, secondo me, dall'arte alla politica, fino all'insegnamento si dovrebbe trasformare in ESPERIENZA e non in TEORIA. E' per questo che ho una grande sfiducia nelle scuole e personalmente, un domani che non ci saranno più, non credo ne sentirei molto la mancanza.


Da anni vi è una discussione che ogni tanto riappare,in relazione all'Accademmia di Belle Arti,c'è chi la vorrebbe come bottega d'arte,dove il maestro trasmette tutto all'allivo,quasi a farne un clone,e chi la vorrebbe moderna e con l'inserimento di nuove materie.

Ma esistono i maestri?

Chi può stabilire se un docente oltre alla preparazione di base ha anche un "cuore così"?

Il sistema "lecchinocratico" a discapito di quello meritocratico, è sostenuto proprio dai sindacarti,per inserire nelle scuole docenti ignorati ed incapaci,l'importante e che facciano politica sindacale e che distribuiscono fischietti,tamburelli e bandierine.

Nessun timore per per il fontametalismo Islamico e per il comunismo,in occidente il primo non si svilupperà mai,il seocndo è ormai l'aspetto folcoristico di pochi nostalgici.

Alle elementari un tempo si vinceva il concorso con un Diploma magistrale,oggi occorre la Laurea con preferenza in quelle in pedagocia.Pertanto vi è una preparazione di base.
La nuova riforma scolastica,guarda con attenzione l'aspetto specialistico del docente.

Salux a dopo
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Vecchio 31-05-2004, 10.09.04   #44
Agora
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!!!

X nemamiah e per chi è interessato all'argomento.

"Nessun timore per per il fontametalismo Islamico e per il comunismo,in occidente il primo non si svilupperà mai,il seocndo è ormai l'aspetto folcoristico di pochi nostalgici."
------

Recentemente ho letto “La rabbia e l’orgoglio” e “La forza della ragione” di Oriana Fallaci. Fa pensare.
Spero che sia soltanto una esagerazione, una forzatura dell'autrice che vede nell'Islam un pericolo per la cultura occidentale. Tutto quello che attualmente accade in occidente fa pensare, dai crocefissi gettati dalla finestra, all'insegnamento del Corano nelle nostre scuole, alle arroganti pretese dei figli di Allah. Integrazione? Non credo che vogliano saperne. Probabilmente ci troviamo di fronte a una invasione "pacifica".
Invito chi non lo avesse ancora fatto a leggere i suddetti libri. Magari se ne potrà discutere.
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Vecchio 31-05-2004, 13.30.40   #45
nemamiah
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Re: !!!

Citazione:
Messaggio originale inviato da Agora
X nemamiah e per chi è interessato all'argomento.

"Nessun timore per per il fontametalismo Islamico e per il comunismo,in occidente il primo non si svilupperà mai,il seocndo è ormai l'aspetto folcoristico di pochi nostalgici."
------

Recentemente ho letto “La rabbia e l’orgoglio” e “La forza della ragione” di Oriana Fallaci. Fa pensare.
Spero che sia soltanto una esagerazione, una forzatura dell'autrice che vede nell'Islam un pericolo per la cultura occidentale. Tutto quello che attualmente accade in occidente fa pensare, dai crocefissi gettati dalla finestra, all'insegnamento del Corano nelle nostre scuole, alle arroganti pretese dei figli di Allah. Integrazione? Non credo che vogliano saperne. Probabilmente ci troviamo di fronte a una invasione "pacifica".
Invito chi non lo avesse ancora fatto a leggere i suddetti libri. Magari se ne potrà discutere.


Oriana Fallaci non è tra gli autori che prediligo,non metto in dubbio che i suoi scritti,le sue esternazioni,le sue riflessioni siano interessanti.
Non ho letto i due libri citati e non credo che avrò il tempo in questo periodo di leggerli.
Però ho capito poco del tuo post.

Integrazione,mi pare non significa rinunciare alla propia secolare cultura,tradizione,costume ecc,ciò vale per gli occidentali e gli orientali.
Sarebbe un bene per tutti,evitare di insegnare religione nelle scuole,da qulla cattolica ad altre.Se si dove dare pari opportunità a tutte le religioni,le aule srebbero nel pieno caos.Una scuola laica in uno stato laico.Non per niente l'integralismo religioso.

Il diritto di professare liberamente la propia religione,è altro discorso,ma fa fatto nei luoghi di culto,non nelle scuole.
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Vecchio 31-05-2004, 13.46.38   #46
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!!!

Nessuna rinuncia alla propria religione e alla propria cultura. Integrazione è rispetto, innanzitutto. Ciò significa che non posso pretendere che si tolgano i crocefissi, che non si possa fare l'albero di natale o cantare le relative canzoncine (succede anche questo e i libri che ho citato sono molto documentati). In America (non ricordo precisamente dove) la comunità islamica ha preteso che si togliesse da una piazza una scultura rappresente la bibbia aperta, e il governo ha accettato. E cosa c'è dietro a tutto questo? Il ricatto, il petrolio, gli attentati. E molto di più.
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Vecchio 31-05-2004, 13.55.31   #47
A.Nilic
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Niente, allora forse non mi sono spiegato.
Io sono per un sistema MERITOCRATICO
Il punto però è un altro: il merito è solo dato da una pappagallesca assimilazione di nozioni, che si è in grado di snocciolare senza problema alcuno in ogni situazione?
Se ci riferiamo al mondo degli specialisti della cultura, questo può avere un valore. Ma, se parliamo del mondo dell'insegnamento non ci si può fermare qui. Il merito di un insegnante non risiede solo nella sua preparazione nozionistica. Dare una prestazione di stampo prettamente informativo è compito del giornalista, ma non del professore, almeno non dovrebbe, per quanto riguarda la scuola dell'obbligo. La cultura è solo un mezzo per formare il carattere, rafforzare l'identità e aiutare ad affrontare il mondo. Si tratta solo di uno strumento! Un insegnante allora si deve impegnare affinché sia abbia una cultura vastissima, ovvero un arsenale di strumenti, una borsa piena, ma una totale incapacità ad usufruirne? Secondo me la prassi corretta sta nel mezzo, ovvero nel fornire dati culturali e allo stesso tempo far si che questi siano fruibili in modo critico dall'alunno, che potrà allargare le sue conoscenze con il passare degli anni (all'università, nel mondo del lavoro). Non si tratta né di creare replicanti e neppure servi del potere, ma tutto il contrario. E' solo facendo capire che quello che si insegna a scuola non è il solo modo possibile di accedere al mondo che si formeranno persone non ubidienti ad ogni costo alle regole, persone dotate di senso critico e di capacità di discernimento.

Per quanto riguarda il crocifisso buttato dalla finestra, è sicuramente un fatto positivo in sé. L'unico problema è che gente come Adel Smith (che è stato proprio al centro del caso del crocifisso), vorrebbe trasformare le scuole non in istituti laici dove è l'uomo al centro del messaggio formativo, ma in scuole coraniche, che come ogni tipo di istituto formativo ultrareligioso tende a sottomettere i valori della razionalità e della tolleranza sono ad un insegnamento orientato a creare acritici zeloti.
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Vecchio 31-05-2004, 15.33.34   #48
alexmexxomalex
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a proposito del crocifisso...

Citazione:
Integrazione è rispetto, innanzitutto. Ciò significa che non posso pretendere che si tolgano i crocefissi, che non si possa fare l'albero di natale o cantare le relative canzoncine (succede anche questo e i libri che ho citato sono molto documentati).


l'attuazione del pluralismo e di una autentica laicità dello stato che si incomincia ad intravedere nell'opera del legislatore e della corte cost. solo dagli anni 90, sono questioni serie,serissime, che implicano registrazioni di mutamenti della coscienza comune accompagnate dall'attività del legislatore.

la querelle intorno al crocifisso è giuridicamente insignificante, però ha secondo me un preciso significato sociologico e politico: non fa che evidenziare la persistenza di un'immaturità diffusa, quando la rinuncia di buon grado e senza tanti piagnistei ad un simbolo appiccicato per decreto in alcuni locali pubblici come tributo politico di un regime ormai scomparso e conservato a titolo consuetudinario, avrebbe testimoniato la voglia di aprirsi al cambiamento, di continuare l'ondata liberalizzatrice degli anni 80-90. Un'occasione mancata e un segnale politico stonato. Non cosi'in Spagna (senza citare la Francia, perchè li i presupposti sono diversi).

la cosa che infastidisce di piu' è che dalla verecondia, ingenua e inoffensiva, dei pastori di Ofena ne è montata una questione tutta POLITICA all'insegna dei "valori comuni contro il dilagare del fondamentalismo". Sono state proprio le forze politiche (ad eccezione dei repubblicani di la malfa, i radicali e rifondazione comunista) a schierarsi irresponsabilmente contro l' ordinanza (neppure una sentenza!), facendosi interpreti di un presunto sentimento popolare minacciato! Tutto questo in un momento delicatissimo, in cui si parla di scontro di civiltà, in cui è a rischio l'integrazione, un momento in cui quella piccola, insignificante, apertura avrebbe avuto un grande significato metaforico.
Non solo l'input non c'è stato ma è mancata pure quella cautela politica che sarebbe stata d'obbligo in un frangente come questo. Peraltro in contrasto con la cauta linea politica portata avanti dalla chiesa sin dal '93. i preti sanno troppo bene che dalla recrudescenza di uno scontro di civiltà i primi a rimetterci sono i cattolici in medioriente.
Ragazzi, ad innescare la miccia ci vuol poco...

è poi buffo come ad uscirne piu' malandato è lo stesso crocifisso, materializzato, ridotto a puro simbolo politico, a macchietta leghista. Mah...il solito pasticcio all'italiana.

ciau
alexmexxomalex is offline  
Vecchio 01-06-2004, 01.35.19   #49
nemamiah
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Re: !!!

Citazione:
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Nessuna rinuncia alla propria religione e alla propria cultura. Integrazione è rispetto, innanzitutto. Ciò significa che non posso pretendere che si tolgano i crocefissi, che non si possa fare l'albero di natale o cantare le relative canzoncine (succede anche questo e i libri che ho citato sono molto documentati). In America (non ricordo precisamente dove) la comunità islamica ha preteso che si togliesse da una piazza una scultura rappresente la bibbia aperta, e il governo ha accettato. E cosa c'è dietro a tutto questo? Il ricatto, il petrolio, gli attentati. E molto di più.


i fumetti,i formagini,le figurine panini...ma dai...

Credo sia giusto togliere il crocifisso dalle scuole e da tutti gli uffici pubblici,per una questione di laicità,e non di parità con altri che professano altre religioni non cristiane e cattoliche.


Tutte le grandi civiltà sono nate da mescolanza di culture ed etnie,ciò non significa rinunciare alla tradizione del natale (una delle tante bufale che la Chiesa cattolica continua propinare) .certamnte il rispetto,ma per rispetto non significa imporre ad altri le proprie tradizioni.

Io sono zingaro,e mi sono perfettamente integrato nella società italiana,sono italiano,rispetto le regole le norme e le Leggi,la bandiera italiana più di certi alcuni cialtroni nati in Italia ma che la bruciano la bandiera italiana. Mi comporto come tutti gli italiani civili.Ma ciò è dipeso da me,ho voluto essere un italiano.
Integrazione non è una questione di fede religiosa,ma accettare e fare proprio il modo di essere del paese dove si scegli di andare a vivere.
La democrazia è certamente un sistema valido,con i suoi difetti,è la parte "integralista" della democrazia è cedere a richieste come quele di quel stonato di Abel Smith e degli islamici che hanno fatto rumuovere il monumento bibbia in Usa (mai sentito parlare di questa cosa).
E dico,che mi sto avvicinando all'islam e non reputo affatto musulmani banditi,assassini e sanguinari terroristi.
"fodamentalismo democratico" è anche relegare zingari nei cosidetti campi nomadi. Il nomade è colui che non staziona da nessuna parte,essendoci zingari ormai staziali in certe città,da 10 e 15 anni,senza nessuna integrazione,allora occorre una Legge che obbliga gli zingari a prendere la residenza e cittadinanza,a mandare i bambini a scuola,rispettare le regole e leggi italiane,insomma osservare perfettamente i doveri,solo dopo si possono pretendere i diritti,ovvero una casa popolare,un lavoro regolare. Ciò senza compromettere le proprie tradizioni.
Ciò non avviene,perchè il buonismo,l'assistenzialismo preferisco questi squallori nelle periferie.
Perchè una certa parte politica italiana come la Chiesa,desiderano che vi siano dei propolemi da mostrare alla gente, e non da affrontare con risolutezza al fine di azzerarli almeno in parte. Integrazione a chiachiere,ma di fatto riesce ad integrarsi contro il pregiudizo della gente,solo chi ha grande carattere e volontà.
Poi solo chiacchiere come sui forum telematici.

Salux
nemamiah is offline  
Vecchio 01-06-2004, 10.24.55   #50
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!!!

nemamiah, non capisco quando dici che "per rispetto non significa imporre ad altri le proprie tradizioni." Chi impone? A chi ti riferisci?
A noi? Ma noi ci teniamo IN CASA NOSTRA i simboli, gli alberelli e le frescacce che abbiamo sempre avuto. A chi vogliamo imporle?
Le imponiamo forse anche agli ebrei? O forse sono gli altri che impongono? (Ma gli ebrei non hanno il petrolio, non hanno i kamikaze; cosa possono imporre? chi vogliono ricattare?)

"Tutte le grandi civiltà sono nate da mescolanza di culture ed etnie". Giusto. Ma stiamo veramente parlando di mescolanza in questo caso, cioè di una sana e pacifica convivenza, tolleranza?

Ma insomma... non è il fatto in sé di togliere il crocefisso. Loro vogliono che si insegni il Corano nelle scuole e noi non possiamo tenere il nostro simbolo cristiano. Complimenti! Bella integrazione! Bella parità culturale!
Che poi il crocifisso o l'albero di natale per molti siano “stupidaggini” questa è un'altra questione. Non è questo il punto.
A me non interessa il crocefisso, non ce l'ho a casa e se non ci fosse nelle scuole per me sarebbe lo stesso. Il problema è che appunto loro avanzano delle pretese, e con quanta arroganza! Se il crocefisso va tolto non possono deciderlo loro. Tu vieni in casa mia e pretendi di buttare al cesso la mia civiltà le mie tradizioni e però vuoi che le "tue" vengano rispettate!!! Questo è disprezzo!
Sissignore, tradizioni, perché di questo si tratta.
Il Cristianesimo non è soltanto un fatto religioso, rappresenta anche duemila anni di storia, di cultura, di tradizioni. Io posso definirmi non-cristiano, come di fatto mi definisco, posso rifiutare certi insegnamenti, certi dogmi, riti, sacramenti e quant’altro… ma non posso rifiutare la “cultura” cristiana, che mi piaccia o no culturalmente, tradizionalmente, “antropologicamente” io sono cristiano. "Storicamente" io sono cristiano. E non posso strapparmi di dosso i segni che 2000 anni di storia mi hanno lasciato. Chi pensa di fare questo agisce ingenuamente, non tiene conto del fattore antropologico, cioè della profondità in cui certe tradizioni inconsciamente agiscono. Esiste una parte dell’inconscio collettivo che rappresenta la storia e la cultura di un popolo e in questa cultura rientra anche l’influenza del Cristianesimo. Posso persino maledire questa religione, posso anche bestemmiare, ritenermi ateo, ma non posso cancellare tutto ciò che ha plasmato la cultura di cui faccio parte.
Forse sono andato un po’ fuori tema, ma ho voluto sottolineare questo fatto per dire che c’è differenza tra l’essere antropologicamente cristiani ed esserlo soltanto all’anagrafe. Allora, se ci riferiamo all’anagrafe ognuno il crocifisso se lo può mettere dove vuole. Ma non possono deciderlo gli altri!!! Né mussulmani, né ebrei, né induisti, né buddisti.
E allora, caro figlio di Allah, se sei allergico al crocefisso vuol dire che non hai capito un cazzo della cultura di un popolo, anzi di cultura in generale; vuol dire che sei un ignorante che va in giro col paraocchi e guarda soltanto alle sue tradizioni (non so quanto, perché se sei stato indottrinato col lavaggio del cervello saprai ben poco anche di quelle); vuol dire che sei uno stupido perché sei intollerante e non rispettoso delle tradizioni altrui; anzi, ti dirò di più: sotto questa tua allergia si nasconde il disprezzo per tutto ciò che non è “Islam”. Cosa diresti se venissi in casa tua e gettassi dalla finestra il tuo bel Corano?
Ma siamo stupidi anche noi che ti permettiamo di fare i tuoi comodi. Noi che oltretutto parliamo di crocefissi e alberi di natale, che sono “stupidaggini”, certo, e sai perché? Perché probabilmente sono stati sempre strumentalizzati, dalla chiesa, dalla politica (ah, la bella retorica!), dalla pubblicità. Dietro i crocefissi e gli alberi di natale c’è lo spettro di questa strumentalizzazione, di una chiesa che molti non rispettano più o non hanno mai rispettato, rappresentano ormai tutto ciò che c’è di negativo nella cristianità, una cristianità che non sa più dove andare. Sono queste cose che in effetti rifiutiamo. Di conseguenza, anche i suoi simboli.
Se si accantona questo spettro, chi vuole potrà farsi il suo bell’albero di natale in santa pace.
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