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Vecchio 24-07-2004, 21.18.02   #1
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
La Strage Delle Fatue Illusioni

Leggo nell’ articolo di Giannini su Repubblica (a fine luglio): “È la strage delle illusioni, per il Cavaliere che vinse le elezioni con il motto <meno tasse per tutti>. È il collasso di un modello economico che, in questi tre anni, non si è mai affermato. È il ritorno alla dura realtà dei numeri, che il premier, grazie al suo mago Tremonti, aveva cercato di nascondere con la magnifica irrealtà degli artifici contabili.”

Sul disastro del sistema Italia, il quale era annunciato da anni, né Giannini, né altri media tengono in conto fatti che sono invece essenziali: a) la deriva attuale della società italiana é rapida; b) ci siamo allontanati, nelle gestioni pubbliche e nei comportamenti, dall’ Europa che conta; c) le nostre inefficienze si sono tanto estese, che non si puo’ più limitarsi a considerarne gli effetti, ormai é divenuto imprescindibile, ed urgente, esaminare le cause della deriva.

Puo’ un Paese disastrato: a) sperare di contenere il proprio deficit nel 3 % del PIL ?
b) dare tutta la colpa ad un ministro che ha cercato di imbrogliare le carte per nascondere la realtà effettiva e per dimostrare di raggiungere un obiettivo, irraggiungibile nelle attuali condizioni ?

Un Paese superficiale che trascura di esaminare l’ evidenza ? Cioé che il sistema Italia si é degradato ad un livello cosi basso, da handicappare fortemente l’ obiettivo del 3 % ?
Un Paese che ignora che le efficienze di una società, che ha bandito da un pezzo i valori (senza che ci sia chi se ne lamenta), scendono sempre più in basso ?
Un Paese che finge che non abbia importanza la degradazione accelerata della società ?
Un Paese che preferisce ignorare che il degrado in accelerazione genera, vorticosamente: aumento delle inefficienze, degli sprechi, aumento dei costi, della confusione, della corruzione.

Ignorare le evoluzioni di tanti fattori negativi di una società in deriva accelerata significa, in pratica: mancanza di maturità, di capacità correttive e di gestione seria.

Se vogliamo valutare realisticamente la situazione fallimentare della società italiana, c’ é un solo modo: confrontarsi coll’ Europa e tenere in conto il parere di emigrati qualificati.

Per prima cosa, c’ é da sfatare un implicito errore comune: che una società che ha fondamenta e caratteristiche di tipo sudamericano, possa essere gestita adeguatamente solo sulla base di criteri economici. In tal modo non possono essere tenute in conto le cause e tutti gli effetti delle inefficienze attuali italiane.

Per tenere in conto tali fattori primari, due possibilità:

- esaminare le analisi che risultano da un ‘inchiesta che ho portato avanti per parecchi anni, dal balcone dell’ Europa;
- invitarmi ad una presentazione delle cause scatenanti il degrado italiano.

Le mie testimonianze (e quelle di emigrati qualificati) permetteranno di portare avanti un’ analisi seria. Per circostanziare gli elementi di base di un problema che é complesso, metto in allegato:

- alcune mie valutazioni sul sistema Italia, il quale é abnorme in U.E.;
- il file “Utopia e saggio..” che contiene le coordinate Internet delle analisi fatte;
- una mia lettera a Ciampi dello scorso anno.

Antonio Greco
(consulente, ex funzionario europeo, ingegnere)
ANGREMA@wanadoo.fr

(disponibile per una presentazione organica sulle cause sociali dei guai italiani)
Le grosse differenze, fra sistema Italia e Paesi della U.E., sono analizzate nelle Lettere dall’ Europa (le cui coordinate sono riportate sotto).

E’ vitale individuare le cause primarie della deriva, prima di discutere gli interventi correttivi. Le prime analisi a largo raggio in tal senso sono pubblicate in:

http://angrema.blogspot.com
www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito)
antonio greco is offline  
Vecchio 25-07-2004, 00.16.57   #2
leibnicht
Ospite abituale
 
L'avatar di leibnicht
 
Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
Egr. Ingegnere,

sono un lettore rapido e, quindi, mi sono permesso di accedere ai links da Lai indicati e di darvi una scorsa.
Premetto il fatto che condivido in larga parte le Sue valutazioni in merito alla società italiana, i suoi divari politici e culturali con il resto dell'Europa avanzata.
E comprendo, mi creda, quanto la Sua amarezza discenda dall'amore per il nostro Paese e dal desiderio, inappagato, di vederlo emergere ad un ruolo internazionale che la sua tradizione e cultura presupporrebbero.
Penso, tuttavia, che il Suo pessimismo sia eccessivo: il nostro Paese è molto lontano dalla realtà sudamericana.
Nonostante tutto vi sono regioni intere nella nostra Italia, in cui sussiste una determinazione al lavoro, all'imprenditoria ed una responsabile e spontanea disponibilità al confronto sul mercato del lavoro e dell'impresa che, forse, ha pochi riscontri nel mondo, e potrebbe bene porsi a modello per l'intera Europa.
Molto del resto della nostra Patria sa fornire un "colore", ed un calore umano che il mondo ci invidia ed ama, perchè sa unire al folklore popolare una saggezza che il sedimento di millenni di intelligenza espressa nella cultura delle nostre genti ha potuto consentire.
Il nostro Paese è un pabulum brulicante di idee che, ispirate da una lingua che è tra le più ricche al mondo, filtrate attraverso una storia "importante" vissuta direttamente sulla pelle delle nostre genti, condite dal sale dell'intelligenza che, in questa nostra Italia, scintilla da millenni ad ogni nuova generazione, procura da sempre cervelli eccellenti in misura superiore a qualsiasi altro Paese - alimentano ancora un pabulum sotto il quale giace la terra più ricca di opere dell'ingegno umano, e sopra la quale vivono popoli che da millenni si sono incontrati, incrociati, amalgamati, formando davvero, quasi antropologicamente, il più antico villaggio globale nella storia dell'umanità.
Questo nostra Paese, caro amico, non assomiglia nessun altro.
Ha un suo percorso e sue strategie economiche, inespresse, perchè gli italiani prediligono la pragmatica, quando si tratta di affari, ma sono più idealisti dei sassoni per le questioni personali.
E questo è un tratto che accomuna il Paese.
Non sia così pessimista: noi forniremo sempre idee e cervelli a beneficio del mondo, ma non affonderemo.
Ci possiamo "permettere" l'inefficienza istituzionale e burocratica, essa è il nostro modesto, ma irriproducibile, lusso: nessun'altra nazione può consentirselo.
Vorrei anch'io che essa non fosse, ma temo il giorno in cui non ci sia permessa.
Sono orgoglioso di essere italiano: io so che il mio Paese non ha bisogno di essere un grande paese.
La grandezza della mia Patria non è scritta nella storia politica, ma in quella del pensiero, della cultura, delle idee, delle opere, dell'umanità, dell'arte e della scienza.
leibnicht is offline  

 



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