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Vecchio 08-04-2005, 17.50.32   #1
eva79
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Chi era Wojtyla?

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NEW YORK TIMES: “WOJTYLA GRANDE POLITICO, MA NON GRANDE RELIGIOSO”


New York. “A quale tradizione apparteneva Giovanni Paolo II?”, chiede oggi un editoriale di Thomas Cahill (autore di una biografia di Giovanni XXIII) sul New York Times, assai critico sul Papa scomparso. “Non c’è un’unica tradizione cattolica, ce ne sono tante: dalla povertá di San Francesco all’aviditá dei papi d’Avignone, dalla geniale tolleranza per le diversitá di papa Gragorio Magno nel sesto secolo all’egocentrismo maniacale di Pio IX, dalle trame segrete dell’Opus Dei all’apertura della comunitá di Sant’Egidio. Nei suoi duemila anni di storia il cattolicesimo e’ stato immensamente fertile di tradizioni papali.

“Nonostante il suo nome, Giovanni Paolo II non ha condiviso molto con i propri immediati predecessori. Giovanni Paolo I è durato un solo mese, ma era un tipico italiano di tendenze moderate, che prima dell’elezione si era perfino congratulato con i genitori del primo bimbo nato in vitro: certo non un gesto apprezzato dai fondamentalisti della Chiesa (...) Paolo VI, anche se dolorosamente cauto, permise la nomina di vescovi e cardinali che erano l’opposto degli yes-men, campioni dei poveri e degli oppressi (...) E Giovanni Paolo II e’ stato l'esatto opposto di Giovanni XXIII, il quale trascinó il cattolicesimo a misurarsi con le realtá del XX secolo dopo le politiche reazionarie di Pio IX, che aveva imposto la dottrina dell’infallibilitá papale, e il regno di terrore inflitto da Pio X ai teologi cattolici all’inizio del secolo scorso.

“Sfortunatamente, questo Papa è stato molto piú vicino alla tradizione di Pio IX e Pio X che a quella dei suoi omonimi. Invece di mitigare le assurditá del concilio Vaticano primo sull’infallibilitá, derivante dalla paranoia di Pio IX contro i mali del mondo moderno, Giovanni Paolo II ha cercato di proseguirle. Volendo imporre conformitá di pensiero, ha fatto convocare grandi teologi come Hans Kung, Edward Schillebeeckx e Leonardo Boff dal proprio grande inquisitore, il cardinale Joseph Ratzinger, che ha condannato il loro lavoro.

“L’ereditá piú duratura di Giovanni Paolo II è quella delle sue nomine. Per diventare vescovo, ogni prete ha dovuto mostrarsi assolutamente opposto a masturbazione, rapporti prematrimoniali, controllo delle nascite (compresi i preservativi per prevenire l’Aids), aborto, divorzio, omosessualitá, preti sposati, donne prete e qualsiasi accenno di marxismo. E’ quasi impossibile trovare uomini che sottoscrivano in pieno questo intero catalogo di certezze. Di conseguenza oggi i ranghi dell’episcopato sono pieni di sicofanti e di intellettuali incompetenti. (...)

“Questo pontefice ha rappresentato una tradizione di papismo aggressivo. Mentre Giovanni XXIII mostrava semplicemente la validitá degli insegnamenti della Chiesa con l’insegnamento invece che comminando condanne, Giovanni Paolo II è stato un condannatore entusiasta. Sí, verrá sicuramente ricordato come una grande figura politica, uomo di coraggioso fisico e morale, autore piú di chiunque altro della caduta del comunismo oppressivo e inumano. Ma non è stato una grande figura religiosa”.

Qual'è il vostro pensiero?
eva79 is offline  
Vecchio 08-04-2005, 18.16.38   #2
fallible
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Messaggi: 1,774
Opinioni

Un giudizio politico sull'operato del defunto papa non credo possa essere positivo.....ha comumque ammesso e chiesto ammenda per i peccati commessi dalla Chiesa durante l'inquisizione ed altre faccende simili, da non credente posso ammirare la globalizzazione del suo pensiero frutto comunque dei tempi che corrono....riguardo ai due suoi precedessori credo che non siano possibili paragoni, l'esecizio del potere temporale è stato nel suo caso dirompente....
fallible is offline  
Vecchio 08-04-2005, 20.08.48   #3
pisquo85
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Messaggi: 167
Non capisco come si possa parlare così di Giovanni Paolo II...
pisquo85 is offline  
Vecchio 08-04-2005, 23.17.07   #4
secily
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Data registrazione: 25-01-2005
Messaggi: 15
Re: Opinioni

Citazione:
Messaggio originale inviato da fallible
Un giudizio politico sull'operato del defunto papa non credo possa essere positivo.....ha comumque ammesso e chiesto ammenda per i peccati commessi dalla Chiesa durante l'inquisizione ed altre faccende simili, da non credente posso ammirare la globalizzazione del suo pensiero frutto comunque dei tempi che corrono....riguardo ai due suoi precedessori credo che non siano possibili paragoni, l'esecizio del potere temporale è stato nel suo caso dirompente....


gliene dicono di peggio...
ma QUESTO PAPA è stato GRANDE ....
secily is offline  
Vecchio 09-04-2005, 05.23.03   #5
Weyl
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
Una lettura che si pretende laica

Una lettura laica del pontificato di papa Woityla entra, stranamente, nel merito degli aspetti intrinseci alle valutazioni religiose del papato stesso.
E' un punto di vista laicamente inaccettabile: benchè ammissibile in corso d'opera, ma non ora quando i fatti si sono compiuti.
Se illecito è il premere delle istanze religiose sull'architettura laica della società civile, altrettanto illegittime sono le pressioni della laicità sulla civitas dei peregrinans.

A questo Papa non dobbiamo nulla, come laici.

Cristianamente a Lui dobbiamo e in Lui sarà venerato il corpo in cui un assordante silenzio prese forma: quello dell'obbligo, con la forza della legge, all'oblio di Cristo.

Bello è poter dire tutto questo nella nostra lingua meravigliosa.
Considerate il fatto che, per decenni, questo non fu permesso a molti popoli di dirlo e di pensarlo.

Non grazie a Lui, ma Lui vegliante, quel mondo mutato si è fatto nostro.
Weyl is offline  
Vecchio 09-04-2005, 23.13.49   #6
kantaishi
Utente bannato
 
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
Chi era woityla?

Uno schiavo del Vaticano,un prigioniero in Vaticano.
Una persona che non poteva aprir bocca o muovere un dito senza gli ordini dall'alto.
Quale alto?

Cavalieri di Malta.
Corona Britannica.
Bush.
Blair.
Industrie farmaceutiche.
Multinazionali del petrolio.
Banche sovranazionali.
WTO (Word Trade Organization.)
Rockefeller.
Rotschild.
Illuminati di Baviera.....e io.(sì perchè sono telepatico.)

Saluti.

Kantai.
kantaishi is offline  
Vecchio 15-04-2005, 13.04.04   #7
vongudden
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Data registrazione: 30-03-2005
Messaggi: 41
Woytjla era un personaggio contrastante: da un lato era l'amico dell'Opus Dei, un ultraconservatore che sebbene esperto dell'uso dei media e dal temperamento teatrale non aveva intercettato il consenso fondamentale sulle psizioni espresse in materia di morale sessuale,
dall'altro era però il campine del dialogo con le altre religioni ed il papa che ha chiesto il perdono per i massacri dovuti alle crociate bandite dai suai predecessori come Urbano II e innocenzo III.
Posizioni ambigue che se da un lato smentiscono una chiesa chiusa al dialogo e oltranzista, dall'altro mostrano però una forte persistenza le posizioni più conservatrici e radicali che fanno al contrario pensare che l'epoca delle crociate non sia affattop finita.
vongudden is offline  
Vecchio 18-04-2005, 19.09.17   #8
Giuliano
Ospite abituale
 
Data registrazione: 14-12-2003
Messaggi: 270
tra tutte

tra tutte le interpretazioni dell'azione di Wojtyla questa di Sergio Romano mi pare tutto sommato la piu' plausibile,personalmente:


"la stessa domanda, in altri termini, mi è stata posta da Luigi Mengoni di Ascoli Piceno. Risponderò ricordando anzitutto cheGiancarlo Zizola, vaticanista del Sole 24 Ore, ha detto in una intervista radiofonica che Giovanni Paolo II è stato, in occasione della sua morte, il capo di una grande religione universale, priva di dogmi e precetti, una religione, se ho bene interpretato il suo pensiero, che ha confini imprecisi ed esprime sentimenti, emozioni, aspirazioni, più di quanto non trasmetta canoni e riflessioni teologiche.
A me è parso che nel trionfo del Papa dopo la sua morte vi fosse una contraddizione, forse un malinteso.
Le masse che hanno riempito le strade di Roma e le delegazioni straniere dimostrano che la sua popolarità nel mondo è senza precedenti. I capi di Stato e di governo non avrebbero partecipato alle esequie se non avessero avuto la sensazione che la loro assenza sarebbe stata notata e criticata dall’opinione pubblica dei loro Paesi. Ma la tesi del rinascimento religioso, a cui lei fa riferimento nella sua lettera, non mi convince. Fra il Papa e buona parte dei fedeli che hanno assistito commossi al suo funerale vi è una affinità apparente e una differenza sostanziale.
Giovanni Paolo II ha conquistato le folle ed è stato straordinariamente popolare, se non addirittura populista. Il suo stile paterno, le sue battaglie per l’identità nazional-religiosa dei polacchi e di altri popoli, la sua diffidenza per certe forme di capitalismo, la sua sensibilità per il TerzoMondo e le sue battaglie per la pace all’epoca della guerra irachena gli hanno assicurato affetto e simpatia.
Ma questo papa moderno, capace di usare i grandi strumenti di comunicazione e di interpretare i sentimenti delle folle, è stato al tempo stesso molto più conservatore e autoritario dei suoi predecessori.
Ha ripreso fermamente in mano il governo della Chiesa dopo gli eccessi del Vaticano II.
Hachiuso le porte della Santa Sede alle tendenze che si erano fatte strada in una parte del clero e fra i laici durante gli anni precedenti.
Haconsegnato le chiavi dell’ortodossia al cardinale Ratzinger, il più intelligente e fine dei prelati conservatori. Ha ribadito l’intransigente posizione della Chiesa sui grandi temi dibattuti nel cristianesimo contemporaneo: celibato dei preti, sacerdozio femminile, eutanasia, aborto, unioni fra omosessuali, fecondazione assistita, cellule staminali. Questo rigore ha conquistato una parte del clero, anche giovanile. Cresciuti ed educati all’ombra del suo magistero i sacerdoti del Seminario americano di Roma vengono definiti i «soldati di Giovanni Paolo».
Ma la maggioranza dei cristiani d’Europa sembra essersi costruita una religione tagliata sulle proprie esigenze in cui ogni fedele decide liberamente che cosa sia permesso e proibito. Persino il dibattito sulle radici cristiane dell’Europa, all’epoca della Convenzione, mi è parso più storico e culturale che spirituale e religioso. Le cerimonie romane, quindi, si lasciano alle spalle una certa ambiguità.
Vi sarà nel mondo, indubbiamente, un forte culto per la memoria di Giovanni Paolo II.
Ma la sua dottrina sarà ignorata da una parte considerevole di coloro che avranno per lui una sincera venerazione. Se i conservatori della Chiesa ritenessero di poter contare, nei prossimi anni, sulle masse romane degli scorsi giorni, commetterebbero probabilmente un errore."
Sergi Romano
Giuliano is offline  
Vecchio 19-04-2005, 10.12.45   #9
vongudden
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Data registrazione: 30-03-2005
Messaggi: 41
Riscontro anch'io questa ambiguità di fondo nella Chiuesa, quasi che i riti e l'affluenza di massa volesse esser espacciata per una monocorde accettazione della dottrine della chiesa, se così fosse L'Europa avrebbe recuerato la forma di spiritualità del medioevo (senza accezione negativa) recuperando una visione ascetica, stabile e strutturata dalla verità della società e della sua esistenza, ma così non è e da qui nascono ad esempio le paure di secolarizzazioe del fine ma rigidissimo conservatore Joseph Ratzinger, che mette le mani avanti distinguendo tra fede ortodossa e oltranzismo, giustamente, non rilevando che spesso però le due cose viaggiano insieme, quando chi si forma na fede ortodossa e intransigente diventa a dun tratto intransigente con l''altro considernadolo in fondo un povero sciocco per chè non la pensa come lui.
Da lì discriminazioni, crociate e veleni che erano l'effetto collaterale della splendida spiritualità medievale.
Da qui nasce, da queste certezzze rigettate infaccia agli altri, la crociata bandita da Urbano II e i massacri in terra santa, ad esempio...
vongudden is offline  

 



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