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Vecchio 21-06-2005, 12.06.50   #1
antonio greco
L' Emigrato
 
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Il.complotto Contro L’ Economia Italiana

Negli anni ’60 l’ economia italiana inizio’ un fiorente sviluppo, era fra le più competitive in Europa. Tanto da allarmare le maggiori economie industriali del continente.

Gli imprenditori dei Paesi a Nord della Alpi, ben organizzati e attenti alle strategie di sviluppo, misero sotto osservazione lo Stivale. Valutando le caratteristiche dell’ economia italiana, capirono che essa aveva alcune marce in più: la creatività, l’ iniziativa, tipiche degli imprenditori italici. Per limitare la concorrenza italiana, gli imprenditori tedeschi, francesi, nordici, sembra anche belgi, iniziarono una riflessione strategica. Conclusero che le capacità di assorbimento del mercato europeo erano limitate, che le capacità creative degli Italiani avrebbero, nei decenni successivi, tarpato le ali allo sviluppo delle economie europee. Decisero quindi di agire, con una buona strategia, all’ attacco dell’ economia italiana. Fu decisa la missione “Tagliare la gambe”, iniziata in gran segreto.

Il Complotto

Furono create squadre di sobillatori ed un programma serio e lungimirante, finanziato dagli imprenditori. L’ obiettivo era chiaro: diminuire la competitività italiana. Fu strutturata un ‘organizzazione adeguata per lavorare nell’ ombra. Furono arruolati guastatori capaci di rompere, creare una quinta colonna, sovvertire il tessuto sociale. Finanziamenti furono stanziati per una lunga missione, mirata alle fondamenta dell’ economia italiana. Furono stabiliti contatti adeguati in Italia.

La missione ando’ avanti pressapoco cosi. Furono contattati quadri italiani di basso e medio livello, nei contesti chiave dell’ economia (sindacati, imprenditori, ministeri economici). Con argomentazioni fasulle e metodi convincenti, si stabili’ la diffusione continuata in Italia, per un paio di decenni, delle seguenti idee chiave:

la responsabilità dei funzionari pubblici, dei politici, degli operatori dell’ economia e del sociale é un concetto superato, che crea ansie e conflitti;
il merito, fino ad allora usato per la selezione del personale, rischia di rovinare il lavoro di gruppo;
il ritmo di lavoro intenso e continuo, la determinazione, sono ostacoli al miglioramento della razza;
la puntualità, il rigore, la precisione, sono qualità da ragionieri o da topi di laboratorio, e sono in contrasto colla mentalità commerciale;
l’ organizzazione é uno strumento in mano ai capi per fiaccare la pazienza dei lavoratori e spadroneggiarli. Inoltre essa uccide la fantasia.
il mondo moderno é in evoluzione e richiede l’ uso di qualità nuove, come la furberia, il doppio gioco, il doppio linguaggio, i piedi in due staffe;
la dedizione e lo spirito di sacrificio sono contrari alla mentalità corporativa, la quale rischia di essere schiacciata.

Tutte queste idee furono ben cucinate e diffuse fra quei quadri dell’ economia che brillavano per superficialità, poco interesse per il lavoro serio e coerente. La facilità a farsi aiutare da adeguati compensi aiuto’ a formare una quinta colonna di guastatori italiani. Come previsto, la flessibiltà sempre presente, la superficialità frequente e il diffuso disinteresse per il bene del Paese, facilitarono il lavoro. L’ opera di disfattismo inizio’ a diffondersi, con l’ aiuto della demagogia diffusa da loschi politici ben pagati, interessati ai propri affari , più che ai meccanismi dello stato, sentito come lontano e pretenzioso.

I guastatori stranieri erano ben nascosti in piccoli uffici qualunque, lontani dai grandi palazzi dell’ economia. I guastatori italiani da loro assoldati assoldati lavoravano abbastanza bene, ma andavano molto sorvegliati e organizzati a causa della loro poca affidabilità.

I risultati del complotto, andato avanti per parecchi lustri, sono sotto gli occhi di tutti. Il tessuto sociale italiano é ormai notevolmente deviato, lontano dalle società europee avanzate. Oggi ci sono in Europa due tipi di comportamenti. I comportamenti europei sono diffusi in quasi tutta la U.E., ma non in Italia, ove sono spariti. Essi sono riassunti in Allegato 1.

I comportamenti che la società italiana ha attivato, dopo la diffusione delle idee negative in gran parte del territorio, sono fondati sulle seguenti nuove sensibilità:
- le regole non contano, i padrini si;
- il posto di lavoro deve essere garantito e non soggetto allo stress o ad alee come il merito;
- la confusione e il caos sono valori di tutto rispetto, in quanto permettono ad ognuno di fare le correzioni necessarie ai propri interessi.

Queste nuove sensibilità, diffuse senza molte difficoltà dalla missione “Tagliare le gambe”, hanno portato a fine secolo il tessuto sociale italiano allo scenario seguente:

riusciamo a fare male (o diciamo di voler fare, ma poi ...), noi i più creativi europei, cose che gli altri Paesi della U.E. sanno fare bene;
ci muoviamo, in alcune città e regioni o settori, in un pantano di imprevisti o scenari grigi;
qualche imprenditore considera l’interesse di trasferire la propria attività al di fuori delle nostre frontiere;
a fronte di numerosi problemi sociali, ben conosciuti da tempo, non si propongono soluzioni. Anzi, meglio non parlare dei vecchi problemi, tanto siamo rassegnati !
la conquista dei palazzi del potere da parte di politicanti, avvezzi a negoziare, impadronirsi, negoziare, scambiare, condizionare;
la diffusione di abitudini paternalistiche, una volta confinate nel mezzogiorno, nei palazzi del potere;
- col tempo si diffonde nel milieu politico, poi in quello pubblico, l’idea che la carica pubblica o l’elezione non comporta necessariamente un impegno né grandi obblighi inerenti al proprio ruolo.

Fra i Paesi della U.E., l’Italia si distingue oggi per alcuni fattori particolari del suo quadro sociale, che hanno un impatto negativo sulla competitività. Eccoli:

- l’assenza di volontà e capacità organizzative, la diffusione dell’improvvisazione (causa ed effetto della confusione in aumento), in un mercato sempre più complesso, creano difficoltà agli imprenditori.
- la difficoltà frequente di realizzare i programmi pubblici che sono stati decisi (anche per la rarità di metodi realistici) rende incerto il quadro economico e quello pubblico. Si vive nel nuovo secolo sempre di più alla giornata, i programmi pubblici divengono solo indicativi. Le promesse non si possono mantenere. Gli obbiettivi dichiarati si dimenticano.
- diviene troppo raro il valore “responsabilità del proprio operato”. Si diffonde a macchia d’olio il vecchio (ma una volta nascosto) uso di selezionare la classe dirigente per allacci personali. Il merito e l’esperienza, formalmente in auge, divengono in pratica valori dimenticati. L’unica cosa che conta ormai a inizio secolo: conoscere un VIP potente.
- mentre qualche Paese africano ed asiatico inizia a combattere la corruzione, in Italia nessuno ne parla, considerandola una normalità.
La confusione politica non é la causa dei problemi nazionali. Ma la più chiara espressione di una deriva di società. Qualcosa di simile fu scritto da TIME alla scoperta di tangentopoli.

I Risultati

Dopo alcuni decenni di diffusione dei nuovi metodi di gestione del potere, si puo’ osservare frequentemente (é la specificità italiana nella U.E.):

servizi e opere pubbliche sono troppo spesso gestiti senza impegno né motivazione, visto che la carriera dipende sempre più dagli allacci personali;
la crescente distanza fra gli obiettivi politici dichiarati prima delle elezioni e i progressi realmente realizzati;
la sempre meno chiara esistenza delle responsabilità legate al proprio ruolo.

Nei servizi resi al cittadino la qualità si degrada. Poco male, l’Italiano é flessibile, si abitua a tutto, anche al peggio. La sempre più larga diffusione di metodi approssimativi e fumosi fa apparire (alle persone attente, ma esse non sono molte) nel grigiore sociale incoerenze, promesse dimenticate, obiettivi mancati.

Decenni di espansione di inefficienze e fallimenti, accettati, hanno fatto si che nessuno se ne lamenta più. Rassegnazione balcanica. La diffusione della incertezza e inaffidabilità nel tessuto sociale degrada molti settori e appesantisce molte attività economiche. Le quali cominciano a divenire meno competitive, senza che ci sia una gran colpa degli imprenditori.

Le diminuite qualità, affidabilità di merci e servizi sono state in molti settori accompagante da un altro tipo di degrado: l’insufficienza di organizzazione, sicurezza, rigore, serietà poteva talvolta essere accettata senza contraccolpi dalla società quando esistevano frontiere e dogane (prima degli anni ’90). Coll’istituzione del mercato europeo la competitività, che é divenuta un must, perde colpi in alcuni settori della nostra economia, per via delle inefficienze e insufficienze. Maggiori le difficoltà di alcuni imprenditori di affrontare il mercato globale, essendo ormai troppo intralciati da un sistema sociale fuori dei tempi. Ove invece i loro competitori al di là delle frontiere basano la loro competitività anche su serietà, rigore e capacità organizzative di alto livello.

L’inchiesta effettuata

Sulla missione”Tagliare le gambe” ho potuto indagare, nonostante la riservatezza delle materia. Con un po' di pazienza, ne ho parlato con parecchi europei. Facendo qualche buona bevuta. Per me buoni vini, per loro hard drinks. I popoli nordici sono generalmente abbottonati. Ma whisky, rum e gin sciolgono molte lingue legate.

Ho poi scoperto che la missione "Tagliare le gambe" era in realtà frutto di sogni, durante i miei viaggi di lavoro in Europa. Ho avuto percio' dei dubbi sulla realtà dell' inchiesta fatta. Ma i dubbi sono stati poi fugati dall’ evidenza del disastro sociale odierno, che conferma quindi che un qualche complotto, conscio o inconscio, deve proprio esserci stato.


Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr
(disponibile per presentare la cause ab ovo del degrado italiano)
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Vecchio 21-06-2005, 13.13.00   #2
Portland
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Credo che quello che dici sia avvenuto in maniera più spontanea, che non sia stato frutto di un complotto.

Ultima modifica di Portland : 21-06-2005 alle ore 13.23.33.
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Vecchio 21-06-2005, 13.45.56   #3
VanLag
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Re: Il.complotto Contro L’ Economia Italiana

Citazione:
Messaggio originale inviato da antonio greco
Gli imprenditori dei Paesi a Nord della Alpi, ben organizzati e attenti alle strategie di sviluppo, misero sotto osservazione lo Stivale.
Anche per me l’analisi è un po’ fantapolictica.

La responsabilità del “tonfo” italiano va, secondo me, in primis, alla mancanza di riciclo della classe politica che, col tempo, è incancrenita generando fenomeni di malvivenza e di malcostume che sono venuti a galla con tangentopoli.

Gli ultimi vent’anni di governo prima della caduta della D.C. hanno fatto emergere imprenditori spregiudicati che puntavano più sugli appoggi governativi, che sulla qualità della merce prodotta. Tale classe imprenditoriale si è contornata di faccendieri, manager, tangentari, più abili nella gestione degli intrallazzi, che nella organizzazione dell’impresa.
Fattori come qualità, inventiva, creatività, buona organizzazione, venivano messi da parte in nome del guadagno facile che era assicurato dalle conoscenze politiche. Insomma in Italia, unico caso al mondo, invece di essere lo stato ad imitare i criteri di efficacia delle imprese, è stata l’impresa che ha imitato l’inefficacia dello stato.

Tangentopoli è stata una parentesi che ha toccato la punta di un “cancro” che ormai pervadeva tutto il tessuto sociale, infatti dopo una prima euforia è stato subito sepolto e si è finito per criminalizzare i giudici, chiamandoli servi della sinistra. Questo era la resa evidente della legalità e l’amara presa di coscienza che la maggior parte delle persone in Italia ama un sistema basato sul clientelarismo e sulla corruzione, invece che sulla legge e sul diritto.

Dopo la dispersione dei politici D.C. della prima repubblica, essi hanno trovato il modo di riciclarsi nei nuovi partiti nascenti cioè nella lega ed in forza Italia, riprendendo indisturbati il loro cammino di distruzione e di sfascio, delle leggi e spacciandosi per il nuovo che combatteva contro la logica della partitocrazia. Logica che, per altro è la logica di tutto il mondo democratico, che si regge sui partiti, e non si capisce bene quale sia la loro proposta…..

Quello che si capisce è che, senza scomodare Belgio, Olanda Germania, Francia etc…… bastano i furbi di casa nostra per mandare a catafascio un intero paese, anche perché costruire è faticoso, mentre a buttare giù, e a demolire, ci vuole un attimo.

VanLag is offline  
Vecchio 21-06-2005, 15.14.50   #4
antonio greco
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CERCO DI DIMOSTRARE

Continuo il tuo discorso, ciao VanLag.

La mia tesi é:

La Pubbl. Distruzione non ci ha insegnato:

- cos' é un patto sociale (obblighi e doveri dei cittadini;
- come si pensa in maniera costruttiva (l' Italiano tipo di oggi pensa in maniera distruttiva). Questa enfasi nella distruzione, questa incapacità di risultati sociali adeguati a un Paese industriale, non sono un caso. Non ci viene insegnata a scuola la cultura del metodo e quella del risultato. La lottizzazione (scelta dei peggiori) ha fatto il resto...

Per cercare di dimostrare cio', metto di seguito un paio di posts.

Antonio Greco
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Vecchio 21-06-2005, 15.16.12   #5
antonio greco
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DEFRAUDATI DALLA PUBBLICA dISTRUZIONE

LETTERA DI UN EMIGRATO


Il SISTEMA ITALIA A INIZIO SECOLO

Difficoltà di gestire il Paese (e la FIAT, l' Alitalia) con risultati di livello europeo. L’ aumento degli insuccessi sociali degli ultimi lustri ha generato scetticismo verso lo stato. I servizi e i diritti promessi dalla costituzione e dalle leggi dello stato non sono realizzati in maniera affidabile, regolare, efficiente, equanime.

La società italiana é come un enorme piatto, di puré di patate (être dans la purée = essere nei guai). Ogni cittadino, in una società senza regole, muove il proprio mestolo a modo suo. Tanti mestoli che girano con sensi e ritmi diversi. Manovrati talvolta da padrini (quelli che fanni i mazzi), talvolta da cittadini di secondo piano (quelli che si fanno mettere nei mazzi). Qualcuno gira in maniera forsennata. Alcuni, fra i mestoli, si scontrano fra loro, talvolta con zuffe improvvise.

Quali i motivi primari di tali incapacità ? Non é difficile analizzarli, confrontandoci alla parte seria dell' Europa.


DEFRAUDATI DALLA PUBBLICA dISTRUZIONE

Noi Italiani, defraudati dei nostri diritti.

Dalla Pubblica dIstruzione, fra l' altro, per decenni. Essa infatti non ha saputo insegnare ai cittadini:

- i doveri dei cittadini verso la collettività, applicati in maniera reale, continua, efficace;
- i doveri delle strutture dello stato di applicare la costituzione e le leggi, per offrire a tutti i cittadini i servizi promessi, in modo efficace, organizzato, programmato, equamine. Per poter ottenere che tutti i cittadini siano effettivamente eguali davanti alla legge, senza eccezioni;
- la pratica delle chiarezza degli intenti e gli strumenti necessari ad avere, specie in ambito pubblico, la coincidenza tra dichiarazioni di intenti e realizzazioni effettive;
- l' imperativo della precisone, della coerenza e della responsabilità di ogni singolo cittadino;
- il pensiero organizzato e strutturato, il dialogo diretto, necessari nell' era del commercio globale e delle tecniche digitali.

Tutti questi mancati insegnamenti hanno fatto si che loschi figuri abbiano avuto una gran faciltà a diffondere, nel "Paese del poco chiaro", il doppio linguaggio, la falsità di dichiarazioni irresponsabili, i doppi scenari (anzi la sceneggiata), la demagogia, la incoerenza.

Non é stato insegnato ai cittadini il buon senso, l' educazione, il rigore, la responsabilità del proprio operato. Per cui essi non sono stati in grado, in tempo di elezioni, di sceverare i venditori di chiacchiere senza esperienza dai candidati in possesso di professionalità per costruire, modificare, migliorare...

Essendosi pensato, alla Pubblica dIstruzione, solo alla ISTRUZIONE degli studenti, ignorando l' EDUCAZIONE, il cittadino tipo ignora gran parte dei suoi doveri. E non é divenuto mai conscio dei propri diritti. La rassegnazione alla sopraffazione impera infatti in molte regioni e settori del sociale.

Guardiamoci intorno, in U.E. In ogni Paese c' é una società in cui i cittadini usano il buon senso, le regole, e criteri di comportamento corretti, sulla base di Valori comuni, soddisfano i loro bisogni, nel quadro di un Patto Sociale. Il quale permette, a milioni di individui, di essere una sola società.

Cosa c' é in Italia ? Una folla disordinata di individui, senza ordini di squadra, senza patto sociale, ognuno per suo conto....come in un pollaio. Ma tutti spesso d' accordo su due sole cose: Anarchia e Confusione.

LA PUBBLICA DISTRUZIONE CI HA RESO, COLLE SUE INADEMPIENZE, ...... QUASI CITTADINI LATINO-AMERICANI...
LE CONSEGUENZE SONO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI.

Ogni Italiano si muove nella società, con una latitudine di 360° (mancanza di regole, inesistenza di educazione). Gli europei di altri Paesi operano in società avendo, quasi tutti, una latidudine di, ad esempio, di 20° o 30°. Proviamo a confrontare i risultati di un' assemblea in Italia e nel resto della U.E.. Confronto sconcertante ! ! La cosa vale anche confrontando i parlamenti.......Cosa si puo' allora costruire nel Paese Confuso ?

Di questo passo.. lo Stivale si staccherà presto dall' Europa, per iniziare ilsuo viaggio........verso il M.O., o l' America Latina ?

Cosa ci resta ? ? Soltanto reagire. Informatevi della realtà in U.E.. Dei diritti che hanno gran parte dei cittadini della U.E.. E che voi non avete. Non fidatevi della politica ufficiale, quella predicata da chi vuol mantenere il proprio potere. Con stipendi decisi da sé stesso.... Ma ricordiamo anche che, per reagire, ci vuole organizzazione.......La si puo' inventare, nel Bel Paese ?

La prima cosa da fare: analizzare i motivi per cui le ruote del sistema Italia sono spesso grippate, perché gli sprechi aumentano........Dopo..... sarà possibile trovare una strategia di sopravvivenza, per restare a galla, evitare il terzo mondo. Solo se la riflessione é lucida. Sarà possibile, la riflessione lucida, in un Paese ove ognuno ha un mestolo diverso ? ?


L' Emigrato
Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr

(disponibile per una presentazione delle CAUSE del degrado)

Le Lettere dall’ Europa, analisi sulle CAUSE del degrado, sono su:

http://angrema.blogspot.com
www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito, argomento “società”)
---------------------

Premessa.

Il vostro problema: difficoltà a capire perché la società continua a degradarsi; difficoltà a capire cosa manca per promuovere lo sviluppo economico.

Conviene aprire gli occhi, poiché il degrado continuerà, se non prendete le contromisure sociali necessarie per acquisire competitività.

Un emigrato esperto vi potrebbe aiutare.



LA LAPIDE

Leggo un quotidiano italiano. Nausea abbondante.

Decido di scrivere una lettera al giornale, per listare le CAUSE apparenti di tante emergenze, di tanta melma fangosa, che ostacola il cammino di tanti Italiani.

Mia moglie: “Lascia perdere, il giornale non te lo pubblica”.
“Perché ?”
“Perché tu dici la verità ! Il giornale non te la pubblica la verità”.
“Lascio perdere ?”.
“Prova con una filastrocca”, lei mi dice.

Ci provo, sui VALORI. Quelli che sono, fra l’ altro, necessari per far girare le ruote di un Paese, di un’ economia.

LA FILASTROCCA

Un emigrato legge il giornale. “Solo valori negativi ! Dove stanno quelli positivi ?”.
“Positivi ? gli Italiani non amano costruire !”
Come costruire, se manca la chiarezza ?
Come reinserire la chiarezza, se manca la coerenza ?
Come diffondere la coerenza, se si é diffuso il doppio linguaggio ?
Come eliminare il doppio linguaggio, se lo scopo dei politicanti non é costruire, ma guadagnare....... potere ?
Come togliere il potere ai politicanti ? Ci vorrebbero i tecnici, i professionisti, quelli che non vendono chiacchiere......... ?
Dove trovare i professionisti, se le persone che hanno una buona posizione, che hanno fatto esperienza ad alto livello, sono state scelte col comparaggio e l’ omertà ?

Come eliminare il comparaggio e l’ omertà, se non ci’ abbiamo una proposta seria per poterlo fare ?
Come preparare una proposta solida e seria, se non si conosce più, nello Stivale, la chiarezza, la coerenza, l’ efficienza, l’ onestà, la dirittura, il rigore, la responsabilità, il realismo, il valore, il merito che genera impegno ?

Ritrovare i VALORI , le forze positive? ....... Ma bisogna andare a comprarli in U.E. ?
Andare a comprare i VALORI in U.E. ? .... Forse, ...ma é proprio quello che fanno gli emigrati !
Solo che, una volta imparati i VALORI, ci restano, nei Paesi europei. Gli conviene.....
............................ anziché rientrare nella melma fangosa.

Ho capito, ordino una lapide al marmista dietro l’ angolo.
“Che ci scrivi ?”, chiede la moglie.
Ci scrivo: “Alla memoria: della chiarezza, la coerenza, l’ efficienza, l’ onestà, la dirittura, il rigore, la responsabilità, il realismo, il valore, il merito e l’ impegno”.

Che metto in un cimitero italiano. Qualsiasi.

L’ emigrato

Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr
(disponibile per presentare le CAUSE dei guai italici)
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In caso di diffusione, informare l' autore.
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Vecchio 21-06-2005, 15.17.48   #6
antonio greco
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Parigi, giugno 2004

COMPETITIVITA ED EFFICIENZE
( ITALIA E FRANCIA)

L’ imperativo: che il sistema Italia divenga competitivo, nel Villagio Globale.

Ma c’ é perdita di competitività, per alcuni prodotti italiani. Che sta succedendo ?

Imprese che riducono, altre che si spostano nell ‘Est europeo, altre che hanno difficoltà a resistere. Sappiamo che la nostra competitività diminuisce. Il marchio Italia arranca. Importiamo merci meno costose o di migliore qualità, rischiamo di ridurre le esportazioni.

Eppure la società italiana ha un ottimo prodotto , che tutti in Europa ci invidiano: la creatività e la flessibilità dell’ Italiano medio. Anche per questo motivo é iniziata un’ altra emigrazione. Di Italiani provvisti di laurea e di buone intenzioni. Molti di loro faranno fortuna in Europa e fuori, non riuscirebbero a farla in Italia. Vanno cioé in quei Paesi ove la società é organizzata, con meccanismi che girano piuttosto bene. Ove le strutture statali curano gli interessi del cittadino, con serietà e impegno, anziché ostacolarlo come in Italia. Ove le leggi sono applicate. Questa é la U.E., e noi siamo l’ eccezione.

Il fattore primario della perdita di competitività italica che non é troppo considerato: la società che inizia a non funzionare, che é piena di inefficienze, di imprevisti, di pantani, di insuccessi a livello pubblico, di sopraffazioni al livello privato, di inaffidabilità. Nel sistema Italia un po’ di demagogia, molte chiacchiere, poco spazio ai fatti, la confusione sociale sembra recentemente aumentare.

Non meraviglia un emigrato che il WEF abbia messo recentemente, nella classifica della competitività, il sistema Italia dopo il Botswana. Gli imprenditori, certo, vorrebbero migliorare la loro competitività. Chissà che un giorno ci riescano ? Ma non certo nelle attuali condizioni sociali. Non potranno, senza una riflessione seria sulla divaricazione fra Italia ed U.E.

Discorrendo con un altro emigrato a Parigi, facciamo il punto. La crisi in atto in Italia, conveniamo, potrà meglio essere combattuta se facciamo qualche paragone con il resto dell’ Europa. Dopo, sarà più facilmente possibile identificare qualche handicap di cui forse occorrerà liberarsi.

Mi si dice “le nostre regole sono antiquate”. Rispondo: “Prima di dire che abbiamo delle regole, mostratemi che esse non stanno solo sulla carta, ma sono applicate”. Come é in genere nei Paesi della U.E.

Il dialogo allora si sposta: “Cerchiamo di capire perché gli Italiani sono l’ eccezione della U.E.. Seguono le regole quando ...... il tempo é buono. Ma, se il tempo cambia......”.

Con una seria riflessione, potremmo forse scoprire che abbiamo interesse a capire come fanno i Francesi a gestire in modo efficace e soddisfacente i macrosistemi, incluso il loro Paese. Anzi potremmo scoprire che ci sono molte cose ancora che dobbiamo imparare, prima di poter pretendere un giorno di applicare la costituzione, per tutti i cittadini, di facilitare gli imprenditori.

Il tessuto sociale italiano

Uno dei motivi per cui la società italiana funziona sempre meno (in talune regioni c’é oggi un’ evoluzione, purtroppo negativa): ognuno puo’ farsi la sua interpretazione personale delle regole. Severgnini ha scritto “tanti Italiani si fanno il proprio codice à la carte”. In tante situazioni sociali, la reazione del sistema alla richiesta del cittadino é, troppo spesso, imprevedibile. Quando non nulla. L’ inaffidabilità sociale italiana é in aumento, ormai.

La mia valutazione: se le nostre regole fossero scritte come in Francia, chiare, precise, indiscutibili, metalliche, una sola interpretazione, allora gli Italiani forse le seguirebbero. Ma per poter arrivare a tanto, parecchie condizioni sarebbero necessarie. La prima: condannare ed estirpare il doppio linguaggio (in pratica, avvicinarsi all’ Europa). Il quale é una delle tante fonti della inaffidabilità sociale odierna. Occorrerebbe imparare che c’é una sola verità. E anche una sola giustizia. Sarà possibile ? Per ora no, bisognerebbe, io credo, prima eliminare la confusione. Il casino cioé. Ma non é la sola condizione, ce ne sono ben altre.

Se la società italiana potesse essere avviata alla chiarezza di espressione (cristalclear), ne avremmo alcune conseguenze. Anzitutto nella vita sociale diminuirebbero i contenziosi. Manderemmo qualche avvocato a spasso, ma forse disintaseremmo i corridoi dei palazzi di giustizia. Quei corridoi ove oggi ci vogliono i semafori. La gestione dei contratti, privati o pubblici, sarebbe meno costosa. L’ interesse privato in atti d’ ufficio, ora diffuso mi sembra, sarebbe meno facilitato. Potremmo persino immaginare che i funzionari pubblici diventino responsabili. Oggi non lo sono, con la regolamentazione e il codice che ci ritroviamo. Nel sistema fiscale poi, per fare un altro esempio, si potrebbe eliminare la specialità italiana del condono, annuale o semestrale. Nelle assemblee infine, di qualsiasi tipo, parlamentari o condominiali, sarebbe più facile concordare delle conclusioni e delle linee di azione. Cioé fare come in Europa........Molto meglio che litigare......

Diverso il tessuto sociale francese ?

In Francia, da tempo, lo stato é possente, efficiente e fornisce molteplici servizi di buona qualità al cittadino viziato (in Italia non ci sogniamo cose simili).

La qualità dei servizi francesi poggia su una buona base: l’ insalata di rigore, efficienza, selezione del merito, ricerca della verità oggettiva, serietà. Serietà non significa soltanto coerenza e impegno nelle attività economiche, ma anche nell’ applicazione della costituzione.

Quando lo stato é efficiente, serio, rigoroso, preciso e puntuale, la costituzione si puo’ applicare nei riguardi di tutti i cittadini (ci piacerebbe arrivare anche noi a tanto ?). Tutti quanti soddisfatti di vedere i prori diritti rispettati ed applicati. Le sopraffazioni ci possono essere, ma non sono la regola. Cio’ non vuol dire che non ci siano problemi. I problemi sono altri.

L’ “échec scolaire” é un problema nazionale. Da noi assurdità simili non succedono. La limitata capacità commerciale, la poca creatività, l’ insufficiente flessibilità, sono problemi citati dalla stampa francese. Ma sembra che, in questi ultimi campi, si facciano progressi.

E il sistema di istruzione francese che fa cilecca da tutte le parti. Eppure, se si instaurasse una collaborazione fra Francesi e Italiani, sarebbe per noi facile mostrare cosa é e come funziona una pedagogia moderna. Come fare per avere anche in Francia più capacità commerciali.

Un sogno

Ancora un esempio delle conseguenze della chiarezza, della reinserzione dei Valori spariti . Forse sarebbe scoraggiata l’ approssimazione, oggi troppo diffusa. Inoltre non avremmo più il primato europeo dei giorni di sciopero. Ma, sopratutto si potrebbe dire agli Italiani: le regole ora sono chiare, seguitele. Si potrebbe allora cominciare con la severità, buttando dalla finestra l’ impunità garantita.

La società italiana potrebbe divenire affidabile. L’ economia ne guadagnerebbe.

E solo un sogno, o potrà essere realtà ?

Io credo che dipenda dalla maturità di una società. Nel senso che una società matura e responsabile sa rinnovarsi (anche per divenire europea).

Riletterci su ?

Italiani e Francesi, popoli cugini. Fratelli, non direi, siamo agli opposti. E se collaborassimo in qualche settore ?


La mia conclusione

Chirac e Berlusconi si sono da poco incontrati. Una collaborazione ben organizzata tra Italiani e Francesi potrebbe dare buoni risultati in Italia, in termini di miglioramento delle efficienze, che hanno un impatto sulle economie. Ai Francesi potremmo mostrare cio’ che sappiamo fare meglio. Ma, prima di pensarci, sarebbe necessaria una riflessione sugli inconvenienti specifici della attuale società italiana, sulle loro cause (per cui sono disponibile come relatore).

La domanda più appropriata mi sembra: la società italiana é responsabile per capire l’ esigenza di una riflessione urgente, oppure é rassegnata alle attuali prospettive, che sono molto misere ? E rassegnata all’ espansione dei souks nazionali o cerca la trasperenza dei mercati europei ?

Perché non attira l’ attenzione dei media distratti l’ impatto della perdita di efficienza (gli sprechi cioé) del sistema Italia sui conti pubblici e sulla competitività ? Non fa paura il rischio Argentina ? O ci sono poteri nascosti che preferiscono lo sbando ?

Antonio Greco
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