Siaomo sicuri di aver fatto il lavoro da noi scelto nella vita?? e quando , come e perchè la nostra scelta?? e oggi ne siamo soddisfatti?? , avevamo altre scelte?? , sono i momenti importanti nella giovane vita! e i vistri cosigli??........Indigesto.

Come è strutturato oggi il lavoro credo sia difficile fare la scelta giusta. Personalmente ho avuto momenti nella vita in cui mi sono sentito soddisfatto della mia scelta lavorativa ed altri nei quali invece mi chiedevo – Ma perché faccio questa vita chiuso fra le quattro pareti dell’ufficio? Dov’è il senso? – Con una tendenza all’insoddisfazione crescente negli anni, (ma questo, anche perché, credo che il rapporto tra le aziende ed i lavoratori sia in degrado verticale).
Comunque ad un giovane consiglierei di scegliere bene guardando non solo l’aspetto economico ma anche il fatto di fare un qualche cosa che, rincasando la sera, lasci un senso di soddisfazione.

Un'altra cosa che mi sento di consigliare ad un giovane è di coltivare eventuali abilità manuali, magari seguendo qualche scuola serale, di artigianato o simili. Si sa mai che nella vita si scopra a, 40, 50 anni che si avrebbe preferito fare l’idraulico o il giardiniere, invece che l’informatico o il ragioniere.
Questo anche considerando che l’industrializzazione, cioè la spaccatura della produzione in livelli sempre più specializzati dove, ogni livello produce un pezzo del prodotto finale, toglie la gioia della creatività, quella cioè di vedere finita l’opera delle nostre fatiche.

Io voglio diventare ricco senza fare assolutamente niente. In tal caso sarei assolutamente soddisfatto.

A questo punto mi chiedo se il godere / la soddisfazione implica qualche azione? Dove starebbe la ricchezza allora?

Guarda... io sono diplomato ragioniere e non ho MAI fatto il ragioniere. Mia moglie è maestra elementare e non fa la maestra (in passato ha dato qualche supplenza). Tutto è in movimento, e niente è per sempre....

Nella nostra società i soldi sono solo uno strumento per comprarsi la libertà. Averli non significa non fare niente, bensì poter passar il tempo con impegni da noi voluti e non imposti. Io ad esempio potrei dedicarmi quanto voglio allo studio o alla lettura.

È indubbio che nella giovane età la scelta , è importante , farò questo o farò l'altro. Sono convinto che chi ha seguito alla lettera le sue inclinazioni e poi le ha praticate ha molte possibilità di traerne poi tangibili benefici! nella vita adulta. Il quesito era per significare quanti debbono poi svolgere un lavoro che non ha nulla a che vedere colle primordiali scelte , come appunto Bean e signora. A Bean è andata bene? ma ad altri , dedicarsi ad un lavoro prediletto è piacevole , ma diversamente è triste? , le necessità aguzzano l'ingegno ma non appagano lo spirito e la vita lavorativa è lunga , e conciliare al meglio è molto importante , parrebbe scontato ma conseguirlo non è facile , no direi proprio tutt'altro che facile . Chi ci è riuscito?....Indigesto. P.S. mi sfuggiva un importante appunto , quello di Van Lag , che diceva , impara un'arte e mettila da parte , gran vademacum filosofico.

E se quest'arte fosse l'arte di trarre vantaggio da ogni situazione e posizione sociale??? Il sorriso non mancherebbe certo, nè prima nè dopo "la grande coerenza" portata a fine.