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Vecchio 11-07-2005, 09.21.39   #1
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
Lo Sceriffo E Il Vivaio

luglio 05

Ora che tutti (meno forse il ns premier) abbiamo capito dove va a finire Bush, ho ritirato fuori un testo che pubblicai su Internet poco dopo l’ attacco a N.Y.. Esso é ancora attuale e vale la pena ripubblicarlo. Eccolo,

CITAZIONE:

Parigi, 29 settembre 01
LO SCERIFFO E IL VIVAIO


Pochi giorni dopo l'attentato al WTC di New York già sappiamo :

- che gli investigatori hanno subito individuato il capo della banda e le squadre che hanno trasformato gli aerei in bombe e cimiteri;
- che G.W. Bush ha dichiarato che condurrà il Paese (i buoni) alla vittoria ed alla punizione dei "cattivi ";
- che si sospetta l'esistenza di una rete internazionale islamica fondamentalista con attentatori di varii Paesi arabi, dislocati in Europa e in USA.

Il piglio deciso e sicuro che Bush ha mostrato nei primi giorni dopo il lutto mi spinge alle seguenti reazioni :

- il presidente USA, fino ad ieri visto con una personalità non troppo convincente, assume rapidamente il ruolo di giustiziere, determinato, rapido e sicuro. Il suo muoversi sicuro sulla luttuosa scena newyorkese e mondiale mi ricorda lo sceriffo che rincorre il ladro di cavalli che ha incendiato la fattoria nel West. Pistola in pugno, risponde all'aggressione cercando di colpire il ladro nascosto dietro la porta del saloon. Forse farà fuori il ladro, o forse riuscirà ad arrestarlo. Ma..... questa volta la cosa non é del tutto sicura. Si useranno non pistole, ma caccia o carri armati, o missili. E non ne é garantito il risultato.
- gli Americani guardano al presidente come l'eroe che sistema tutto e si fidano dei suoi comandi ed azioni determinate e rapide. Approvano all' 80 % la sua azione.

Rifletto un po', con la mia testa di europeo, e mi vengono i seguenti pensieri o domande.
Gli Americani (li conosco un po', bravi ragazzi ma talvolta limitati) forse non si chiedono perché é stato tanto facile a Bin Laden reclutare terroristi in parecchi Paesi arabi e asiatici. Sono gente semplice, pratica, abituati ad aggredire il problema. La riflessione non é sempre sicura. La finezza della comprensione poi é spesso assente.

Sarà allora compito di Chirac, Blair, Berlusca e Schoereter spiegargli :

- che la punizione rapida dello sceriffo non é appropriata, ci vuole piuttosto una buona inchiesta con risultati probanti e poi si parlerà di giustizia ;
- che, per il lungo termine e in questo mondo cambiato cosi rapidamente, é vitale cercare di capire perché i Paesi nordafricani e mediorientali sono un vivaio cosi' provvido di terroristi. La sconfitta di una banda di terroristi non basta, molte altre bande potrebbero nascere, altrettanto pericolose.

Credo che ai semplicioni nostri amici americani, cosi rapidi e inventivi nello sviluppo di nuovi servizi e tecnologie, manchi una rotella. Quella rotella che permette ad un europeo qualsiasi di fare qualche semplice considerazione di buon senso:
- i motivi delle frustrazioni di alcuni Paesi in via di sviluppo (o piuttosto dal fallito sviluppo) vanno esaminati con attenzione e combattuti ;
- una buona autocritica (ma bisogna esserne capaci) potrebbe concludere che il comportamento americano (sia umano che economico) nei riguardi del sottosvimuppo é il problema. Mi sembra, ma cerco conferma, che la situazione sia la seguente:

a) l'odio diffuso in alcuni Paesi del III Mondo é per gli americani, non credo per gli europei ;
b) l'arroganza che talvolta appare negli americani quando trattano con cittadini di altri
Paesi é quella dei primi della classe che agiscono sapendo di essere i migliori. Il fatto di essere i migliori é valido secondo i criteri di un americano, nella cui cultura ci sono due soli valori : the money e il patriottismo. Purtroppo per loro, in altri Paesi esistono altri valori, che gli americani non sono interessati a conoscere e non rispettano, provocando senza saperlo frustrazioni, antipatie, odii.
c) la loro politica estera : in alcuni casi hanno mostrato arroganza da padroni e menefreghismo. Prima di tutto hanno sempre appoggiato Israele nonostante il trattamento prepotente che questo Paese infligge ai Palestinesi. Mi sembra poi che l' esercito e la C.I.A siano intervenuti con bombardamenti o incursioni a terra almeno in Cile, a Panama, in Afganistan, in SriLanka, a Cuba, in Irak. Credo che talvolta abbiano esagerato, talaltra abbiano agito di nascosto/in segreto (la CIA) e di cio' gli Americani sanno poco o niente, se ne parla solo in qualche giornale europeo. Alcune volte la C.I.A ha fatto grossi errori nei suoi interventi, appoggiando il clan sbagliato. Fuori degli USA, qualche sospetto si ha. Nella regione dove la C.I.A. ha agito da padrona, possono esser nati molti odii e antipatie. Alla fine poi gli Americani non sapranno mai perché tanti odii verso di loro.

- Questi loro atteggiamenti provocano, io credo, l'odio diffuso verso gli Yankees (che é alto in alcuni Paesi dell’ America latina), il quale a sua volta fa nascere grandi vivai di terroristi in molti Paesi. Andrebbero esaminate le cause dell'odio, per poter fare quanto necessario a far sparire i vivai di terroristi. Su di esse, chiedo l'opinione di altri che conoscono il comportamento degli Americani.

L'alternativa a tale approccio sarebbe, in USA e forse in Europa, la necessità di uscire ogni giorno di casa facendosi il segno della croce e portandosi dietro un po' di angoscia.

In una scena trasmessa dal Pakistan si é visto un cartello : " Americani, chiedetevi perché tanto odio contro di voi ! "

L'anno scorso lessi una frase, che mi colpî perché la considero molto vera : " Due popoli amano dare lezioni al mondo, gli Americani e i Francesi. Ma agli uni non piace che siano gli altri a farlo. " Io penso che gli Americani potrebbero rifletterci su. A chi conosce sia gli uni che gli altri non sfuggono le ragioni per cui ambedue i popoli si sentono superiori, ragioni che a loro sembrano fondate, ma ad altri completamente ingiustificate.

Aspettiamo che i vivai di terroristi continuino a proliferare o noi europei spieghiamo agli Americani le cause ab ovo dell'odio contro di loro ?
Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr

FINE CITAZIONE

P.S. Emendamento al vecchio testo: nel testo va eliminata la parola “Berlusca”, accanto a Chirac e Shoereter: non sarebbe capace di capire, neanche lui, le implicazioni dell’ attacco all’ Irak. Sia Bush che Berlusca fanno cose ed hanno reazioni, di tipo “televisivo”, o “western” se preferite.
antonio greco is offline  
Vecchio 11-07-2005, 11.06.20   #2
SebastianoTV83
Utente bannato
 
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Messaggi: 639
Dovremmo semplicemente dare più strumenti al Medio Oriente, finanziare lo sviluppo culturale, la tecnologia e noi tenerci il turismo, la ricerca e i beni di lusso.. molliamo la pagnotta un attimo che tanto ce la facciamo a continuare sulla nostra strada..
SebastianoTV83 is offline  
Vecchio 11-07-2005, 12.14.44   #3
antonio greco
L' Emigrato
 
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GUARDIAMO LA REALTA'

La realtà mi sembra chiara.

1. L' Italia é un Paese in via di sottosviluppo, Paese di padrini. Ove ci sarà sempre meno sviluppo culturale, poiché non c' é accesso libero ai media, poiché i giornalisti spesso non sono liberi, non possono sempre dire la verità.

Cioé si tratta di un Paese che é un sistema chiuso, che rischia il bloccaggio dell' economia, di conseguenza.

2. La cultura é difficile da esportare. SE un Paese vuole prmuoverla, deve inventare gli strumenti adeguati per farlo. E possibile. Ma in Italia non si fa.

3. Che cosa puo' dare la Stivale al M.O ? UN Paese in via di sottosviluppo, con un bilancia che fa acqua, cosa puo' dare ?


4. Se si volesse promuovere il progresso di un Paese del M.O. , ci vorrebbe gente capace di fare programmi seri. IN Italia, Paese che vive alla giornata, non si é più capaci di strategia, né di gestione di macrosistemi (V. Fiat). Gente capace per grossi programmi, se ne trova in Europa, non in Italia.

Antonio Greco
antonio greco is offline  
Vecchio 11-07-2005, 12.16.50   #4
antonio greco
L' Emigrato
 
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Messaggi: 637
E LA BARCA ITALIA VA, MA FA ACQUA, ACQUA DA TUTTE LE PARTI

Un equipaggio che non sa navigare

L`aria, in Italia, é pesante. Per rendersene conto, stare un anno fuori e poi tornare. Allora si respira pesante, si cammina su terreno fangoso. E fangosa quella terra ove diventa complessa, difficile, un`azione che nel resto dell’Europa é ovvia, immediata, senza storia. In Italia invece essa puo avere una storia negativa, puo’ effettuarsi solo in tempi lunghi, o con estrema difficoltà, o con l`intervento di un padrino.

E pesante l`aria di quel Paese ove persino persone dotate di qualità eccelse stentano a emergere, a portare a termine le proprie iniziative. Ove invece le stesse persone, andando in un altro Paese europeo, di latitudine poco piu alta, emergono senza problemi, hanno successo.

In gennaio ‘98 il procuratore generale segnala che la giustizia italiana non é proprio a livelli europei. Il direttore delle F.S. ha detto poco prima qualcosa di simile delle ferrovie. In luglio ’99 il magistrato capo del pool Mani Pulite denunzia il rischio che una buona metà delle inchieste su tangentopoli cada in prescrizione, in quanto ….”la giustizia non funziona. E spiacevole, aggiunge, poiché sarebbe un segno di impunità”.. Altri responsabili di grosse strutture pubbliche italiane, nel fare paragoni cogli altri Paesi dell’Unione, potrebbero arrivare a conclusioni fallimentari di simile tipo. Non sarebbe sorprendente.

E la barca Italia va, continua a navigare, ma fa acqua da tutte le parti.

Le ultime eclatanti notizie confermano quello che sapevamo: il Paese non funziona. Se uno degli uomini chiave del vecchio centrosinistra si rifugio’ in Tunisia per sfuggire alla giustizia, se un ex-premier é stato indagato per complicità con la mafia, allora non si possono aver dubbi: il sistema Italia ha i piedi d’argilla e rischia il sottosviluppo.

Guardando fuori dalle frontiere, dove ti volti, vedi qualcosa che gli altri sanno fare, e noi no. O meglio, fingiamo di fare la stessa cosa, o proviamo a farla. O diciamo di volerla fare. Ma poi succede che ci fermiamo a metà strada. O che abbiamo un risultato che non é paragonabile a quello ottenuto negli altri Paesi dell’Unione, ma lo é a quello ottenibile in un Paese del Nord-Africa.

I media hanno parlato recentemente di due fra i tanti ospedali in sofferenza. Sigilli al Policlinico di Roma nel ’97, a seguito di un’infezione diffusa. Inoltre le notizie di luglio ’99 dallo stesso ospedale dicono: perquisite dai carabinieri le sale operatorie. Immodizia, ferri arrugginiti, provette sporche. Undici bimbi infettati da un piccolo germe, il quale si é preso il compito (due volte in 24 mesi, o forse erano due germi diversi ?) di mostrare a tutti che il grosso ospedale universitario é sporco e mal gestito. Cosa che chi lavora in esso sa da anni, ma finge di non sapere, per non essere danneggiato da un sistema mafioso che gestisce personale e risorse in base ai proprii interessi.

IL Caldarelli, cuore dolente della sanità partenopea, non va meglio. Per cui la marcia della salute, organizzata da un partito, si chiude davanti ai suoi cancelli. Bindi, ministro della Sanità, dichiara: “…Il problema é comune alle grandi strutture. Al Caldarelli mancano le camere sterili, a Firenze chiudono le sale operatorie del Careggi, a Pesaro muoiono dieci persone. Realtà diverse, accomunate da un’emergenza.” Solo dieci mesi prima lo stesso ministro, con faccia tosta (o per ignoranza ?), aveva sostenuto nel talk-show “Porta a porta” che la Sanità italiana é al livello di quella degli altri Paesi sviluppati d’Europa !…… Ma la serietà dei politici italiani é ormai conosciuta in Europa !

Nel tratto Parigi-Roma dormire in cuccetta puo’ portare a strani confronti. Se il vagone cuccette é francese, il condizionamento é in funzione. Se la carrozza é italiana, una volta su cinque il viaggio (in inverno) sembra fatto in Siberia. In estate sembra fatto in Africa. La differenza: in Francia una carrozza che ne ha bisogno, va in manutenzione. In Italia viaggia. C’é da soprendersi del numero di incindenti ferroviari in Italia ?

Le condizioni di costruzione dell’Eurotunnel (Parigi-Londra) e del passante ferroviario Milano-aeroporto sono state elencate da Radice sul Corriere della Sera. Eurotunnel, 50 km, il passante milanese 10.5 km. Eurotunnel, 380 miliardi/km, il passante 571 miliardi/km. Eurotunnel finito in 7 anni, il passante milanese non finito in 17 anni.

Da La Repubblica (27-1-99), contenente un articolo intitolato Bassa Velocità : « Sui lavori lungo la direttrice Milano-Napoli emerge una realtà sconcertante : uno spaccato di una commedia dell’assurdo, un’inestricabile matassa di contraddizioni ed errori della quale sarà impossibile venire a capo. Cominciando dall’elemento macroscpico dei ritardi e dei rinvii …..tra un progetto bocciato e un cantiere contestato, la data di apertura dell’intera tratta é fissata al 2006. E un gap incolmabile rispetto agli standards degli altri Paesi Europei. »
« L’altro intoppo riguarda invece Napoli. La stazione terminale dei convogli ad alta velocità non sarà quella di Napoli, ma un apposito scalo ad Afragola. Un interscambio, ove i passeggeri dovranno cambiare treno per arrivare a destinazione. » Un modo come un’altro per vanificar’e il riparmio di tempo conseguito ! L’articolo conclude : « Poca Europa in tutto questo».

Panorama,nel novembre 99, tenta di ripôndere alla domanda: “Di chi la colpa del caos dei trasporti ?”con qualche rilevamento. “I tempi medi di realizzazione delle grandi infrastutture restano dalle tre alle cinque volte superiori a quelli europei. Per la direttissima ferroviaria Roma-Firenze ci sono voluti più di 30 anni. Qualsiasi persona di buon senso sa che , per liberare le strade, le merci dovrebbero viaggiarre in mare e su treno. Ma la % di merci trasportatat sui vagoni F.S. rimane inferiore al 15%.”
Le Ferrovie dello Stato hanno ammesso (lettera al Corriere del 1-11-99): “Il quadruplicamento degli assi Nord-Sud e Est-Ovest e il potenziamento dei nodi fondamentali, partiti 20 anni fa, subiscono ritardi a causa delle interrminabili procedure amministrative.”

L’indagine ISTAT sulle università (Il Corriere, 5-11-99) mette in rilievio l’alto tasso di insuccesso che non ha eguali negli altri Paesi evoluti: solo il 40 % degli iscritti raggiunge il traguardo della laurea. Inoltre, nel ’98, l’esercito dei fuori corso nelle università supera l’88 % del totale iscritti.

C’é da chiedersi come mai l’Italia sia in Europa e non in Africa !

Le Poste Italiane hanno da decenni il primato europeo per la lentezza della consegna, per la lunghezza delle code agli sportelli e per l’inaffidabilità dei servizi. Nel luglio ’99 la proposta del ministro Piazza per l’abolizione della coda agli sportelli: un coacervo di buone intenzioni, indice del livello della maturità civile italiana. In un’altro Paese il problema dalla coda si sarebbe risolto senza impegnare il parlamento, in modo più semplice: rilevamento delle cause del problema e realizzazione pratica dei correttivi necessarii ad eliminarlo. In Italia si propone una legge. La commedia dell’arte é italiana !

Sergio Bocca afferma : « Ferrovie e crimininalità. Non passa giorno o settimana senza morti o ammazzati dalla malavita organizzata o senza treni che deragliano e locomotive che s’incendiano….. Al ministro dell’interno va bene che esista una non piccola provincia italiana, la Aspromontana, in cui lo stato in cento anni non ha mai trovato uno dei sequestrati della ‘ndrangheta. ».

Nelle riunioni internazionali ove vengono discussi e definiti gli standards di trasmissione per le telecomunicazioni, o dei collegamenti internazionali, o per la costruzione di apparecchi industriali, i rappresentanti degli altri Paesi dell’Unione Europea proteggono gli interessi delle proporie economie. I rappresentanti italiani raramente ci provano, se lo fanno rischiano brutte figure.

Nel 2002 la sorpresa di Marino, re dei trapianti. Lui , che nel ’92 era il 1° direttore straniero del centro trapianti governativo USA, nel ‘99 diviene direttore dell’ISMETT di Palermo. Nel 03, stanco di combattere per poter lavorare, sbatte la porta e se ne va a dirigere la divisione trapianti a Philadelphia, dicendo: qui in Italia non posso lavorare, son costretto ad andarmene. Un’altro esempio del pantano italiano.

Vale la pena di ricordare che non c’é nessun Paese dell’Unione Europea che sia al livello italiano, cosi basso, in tutti i settori menzionati ? E quali ne sono i motivi ? E come mai nessuno li ricerca e li scopre ? L’intellighentia italiana dorme, o non esiste ?
Se vogliamo andare a fondo e scoprire le cause del sottosviluppo italiano, non c’é alternativa ad un riesame dei nostri comportamenti. Questa lettera dall’Europa é un piccolo contributo preliminare.

Antonio Greco

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