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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 27-07-2005, 17.40.07   #31
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
Parigi, maggio 04

USA E U.E VICINE O LONTANE ?


Riprendo qualche frase da : « Se USA e UE tornano vicine » (Repubblica del 31-7-03), che riporto qui sotto. Mi sembra che esse meritino precisazioni.

Le affermazioni fatte da De Robilant sono condivisibili. Ma esse meritano un inquadramento, per capire la loro validità nel tempo e le motivazioni che sono dietro di esse.

Le differenze di vedute geopolitiche fra USA e UE si inquadrano meglio se citiamo alcuni fattori che mi sembrano non abbastanza considerati dalla stampa italiana. Eccone alcuni:

- la politica USA, perseguita in momenti diversi con diversa chiarezza e risonanza, é la politica di un impero che si presenta con le parole false “Democrazia”. Un impero che individua pragmaticamente le regioni del mondo ove conviene intervenire e poi cerca le motivazioni di facciata per giustificarne gli interventi (ad es. Instaurare la democrazia in Xlandia).
- La politica europea non mi sembra abbia obiettivi imperiali di controllo di aree o Paesi per motivi economici. Quando li ha, essi non sono estesi a tutta la U.E..
- La politica europea non é motivata o alimentata da possenti lobbies delle armi o del petrolio, come sembra essere frequente negli USA. Ove tali lobbies finanziano le campagne dei presidenti, per averne poi un ritorno.
- Le politiche in U.E sono in generale abbastanza trasparenti da essere captate e condivise da un gran numero di cittadini. Mentre gli scopi reali, le motivazioni delle politiche imperiali americane credo siano abbastanza ignorate dai cittadini USA, perché troppo ammantate di motivazioni democratiche. Ove invece i reali motivi imperiali sono conosciuti dai presidenti, consiglieri e lobbies finaziatrici. Notiamo che la CIA non fa rapporto delle sue attività sobillatrici in altri Paesi al congresso, ma solo al presidente.
- Le capacità dei cittadini europei di capire realtà e culture di Paesi di altri continenti sono anche una conseguenza dell’apertura delle culture europee. Ove invece la cultura limitata degli Americani e i loro orizzonti ristretti (sono molto efficienti in settori particolari, ma spesso incapaci di capire altri settori e culture) non permettono loro di porsi interrogativi o capire situazioni che non conoscono quando sono a contatto con altri Paesi, o vi inviano la CIA a sobbillare. Del resto basta guardare il numero dei fallimenti delle azioni CIA. Questo spiega perché gli Americani hanno avuto e avranno molti insuccessi (e suscitato molti odii) in America latina e altrove.
- Per i motivi su elencati gli Americani non hanno capito, io credo, né possono capire due cose:
a) che il metodo migliore per combattere il terrorismo sarebbe smettere di imporre ad altri Paesi una politica imperiale e adottare un atteggiamento paritario, sostituendo l’arroganza della creduta superiorità con il rispetto delle altrui politiche e culture. Senza immischiarsi nella politica interna di altri Paesi. Questo atteggiamento permetterebbe di contenere (e a lungo termine di far sparire) il numero di candidati terroristi per odio agli Yankees (si dice cosi ?). Non hanno capito che per gli arabi, ogni tentativo di portare loro la democrazia viene invece visto come l’ intrusione di culture occidentali che sono offensive verso le culture arabe.
b) l’introduzione nei mercati di altri Paesi sarebbe facilitata da un maggior rispetto e conoscenza di altri costumi e culture. In altri termini, capire che il costo della merce non é l’unico parametro da considerare nei mercati. Capisco che cio’ non sia facile da capire per gli Americani, ma qualche sforzo potrebbero farlo, nel loro interesse.

La domanda che ora faccio: abbiamo capito noi europei che noi abbiamo la capacità e il dovere di spiegare agli Americani questi fattori culturali, diversi dai fattori economici ? Lo abbiamo già fatto (non credo) o dobbiamo ancora cominciare, anche per evitare rischi sullo scacchiere mondiale ?

Sarebbe ora il momento che gli Europei capissero che non solo gli Americani trarrebbero vantaggi dal cercare di comprendere le altrui culture e orgogli, ma essi stessi hanno interesse a cominciare a capire gli altri, inclusi gli altri Europei.

Credo che mettere sul tappeto delle discussioni politiche internazionali queste semplici considerazioni di base potrebbe giovare sia agli Americani che agli Europei. Tocca a noi Europei cominciare, i nostri partners d’oltre Atlantico non saprebbero.

Antonio Greco
(ex funzionario europeo, consulente, ingegnere)
ANGREMA@wanadoo.fr

Nota aggiuntiva dopo la strage di Madrid

Dopo l’ invasione americana in Irak, gli estremisti islamici hanno aumentato la loro determinazione di fare stragi contro gli Americani ed i loro alleati in detta campagna. La Spagna é stata colpita. Ci si potrebbe aspettare un tentativo di colpire l’ Italia ?

Mi sembra chiaro che gli europei (prima l’ Italia) hanno molto interesse a chiarire che non intendono essere complici dell’ imperialismo americano in nessuna area del globo. Ed adottare questo principio in politica, considerando che ogni futuro intervento dovrebbe essere deciso dall’ ONU. Se non facessimo questa netta distinzione, potremmo pentircene. Soprattutto finché Bush é presidente.


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Estratti dall’articolo citato di Repubblica:

“ Già Own Harries scriveva, un decennio fa, che il concetto di Occidente unificato era discutibile, perché, nonostante le radici comuni, non esisteva fino al II conflitto mondiale, un concetto condiviso di unità politica tra USA e UE”.”

“ Una delle debolezze degli USA é lo scarso successo nel creare democrazie stabili fuori dai proprii confini. Storicamente gli USA han dimostrato poca sensibilità verso culture ad essi estranee, tanto da farle mancare........”.

“ Il ruolo dell’Europa é essenziale perché offre un’alternativa multilaterale che riflette gli interessi sia degli Americani che degli Europei.”
antonio greco is offline  
Vecchio 27-07-2005, 17.52.53   #32
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
RISPONDO A LORD KELLIAN

O meglio cerco di rispondere, perché per poterlo fare, avrei bisogno del tuo indirizzo.

Comunque, l' analisi fatta molto bene, ma vecchia, é di Barzini, "Gli Italiani". Barzini, allora, decenni fa, era un classico.

Certo che Barzini era un giornalista serio, non come me (un ingegnere che cerca di scrivere senza formule).

Ho a casa mia una cartella di ritagli della stampa italiani, che elenca i guai italiani e talvolta, di rado, avanza ipotesi di Cause.

Che é a tua disposizione se ci incontrassimo. Quello che ho fatto é: confrontare per circa 30 anni l' Italia all' Europa e tirarne delle conseguenze, visto che ho il senso della logica e del realismo, in misura sufficiente per cercare le CAUSE.

Dai miei contatti con Italiani, credo che la maggioaranza di essi conosca al massimo un terzo delle CAUSE, non tutte. E' il motivo per cui pubblico. Perché tanti italiani, non europei jn questo, dicono "lo stato non funziona", si fermano li e non lo correggono. Perché nel ns DNA c' é la RASSEGNAZIONE TOTALE E L' INCAPACITA' di organizzarsi e la difficoltà delle riflessioni lucide...

Detto questo, fammi domande. a

angrema@wanadoo.fr
antonio greco is offline  
Vecchio 27-07-2005, 17.53.05   #33
SebastianoTV83
Utente bannato
 
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
Mi pronuncerei anche sul fatto che certe organizzazioni mondiali non sono piu adeguate alla situazione contemporanea.. abbiamo bisogno di recuperare le nostre identità e non perderci nella mediocrità del villaggio globale..
SebastianoTV83 is offline  
Vecchio 27-07-2005, 19.06.45   #34
Lord Kellian
Ospite abituale
 
Data registrazione: 18-07-2005
Messaggi: 348
Per Antonio Greco.

Scusa ancora per la cattiveria con cui ho scritto.

Io purtroppo faccio parte degli italiani rassegnati. Come dicevano quando ero piccolo, mi sembra proprio che sia il sistema nel complesso che non funziona più.

E cambiare un sistema socio-politico-economico mi sembra una cosa impossibile. Ci hanno provato nei paesi comunisti, ma la cosa non ha funzionato.

La maggioranza degli italiani continua a votare i consueti politici, come se si fidasse ancora della loro rappresentatività.

La maggioranza delle imprese economiche fa solo i propri interessi e mi sembra (ma non sono un'osservatore valido in questo campo) che Confindustria punti alle moderne politiche neo-liberiste.

La mia idea è che il mondo è dominato dalle multinazionali e dalle banche. I politici sono solo dei rappresentanti momentanei di questi poteri forti. I mass-media fanno parte del sistema. Quella neo-liberista adesso è accettata come una realtà di fatto, ma in realtà è un'ideologia basata sulle idee distorte di Adam Smith che la mano invisibile redistribuisca i guadagni. In realtà ciò non succede e anche lo stesso economista scozzese aveva messo in guardia sulle storture del sistema.

Da quando esistono queste politiche, dagli anni 70 in america, si assiste sempre più a delocalizzazioni che portano via lavoro anche qualificato. Non solo la manodopera ma anche il know-how si trasferiswce agli altri paesei come la Cina o Taiwan. Ad esempio i computere della Dell vengono prodotti proprio in Asia (come ho già detto credo comunque che la Cina nel 2050 sarà la maggior potenza economica e credo anche che questo sia un cambiamento di portata storica nel quale gli individui hanno poca possibilità di intervento). Inoltre gli stipendi fra i manager e i lavoratori comuni hanno subito una divaricazione pazzesca. Quei pochi che comandano hanno stipendi sporpositati. Infine le banche hanno un giro di speculazioni telematiche 50 volte più grandi rispetto alla ricchezza REALE prodotta.

Insomma mi sembra proprio una falsa ideologia. Ma la gente non riesce a credere di essere comandata e manipolata da un branco di criminali.

Queste idee, che per me sono lam pura verità, sono catalogate come estremismo no-global, che non è nemmeno rappresentato in parlamento.

In conclusione quello che voglio dire è che non vedo lo SPAZIO per l'inserimento di una nuova corrente, di una nuova mentalità, o anche solo di una nuova realtà che voglia veramente modificare le cose.
Lord Kellian is offline  
Vecchio 27-07-2005, 22.05.49   #35
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
LA SSTRADA LUNGA E STRETTA ESISTE

Caro Lord K.,,

la strada per ricostruire il Paese é lunga, difficile, ma esiste. Le condizioni necessarie sono, fra l' altro:

una squadra determinata che inizi il processo di riflessione. Le fasi successive sono già da me strutturate, almeno come linee di principio e programma di primo approccio.. Dove pubblicarle ? il tuo parere pls.

Se vuoi chiedimele via mail, le mando prima a te, per una revisione.

Antonio
antonio greco is offline  
Vecchio 28-07-2005, 00.12.41   #36
Lord Kellian
Ospite abituale
 
Data registrazione: 18-07-2005
Messaggi: 348
Ti ringrazio per la fiducia. Mi fa piacere che tu abbia già delineato delle fasi per far diventare queste riflessioni una realtà concreta (cosa che mi incuriosisce moltissimo). Ma non ho idea di dove pubblicarle. Su internet esistono spazi di riflessione aperti, ma credo tu intendessi un editore librario.

Martedì parto per una "vacanza terapeutica". Se riesco a fare un salto in libreria per fare scorta di libri, mi segno giù gli indirizzi delle case editrici che si occupano di cose di questo genere. Per esempio una è la Kaos edizioni, che pubblica libri su Berlusconi & C.

Di più non posso fare. Magari!
Lord Kellian is offline  
Vecchio 29-07-2005, 09.21.24   #37
SebastianoTV83
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Messaggi: 639
Io suggerirei una pubblicazione on-line visto che è l'ultima frontiera della comunicazione. Ricordo che se un editore è contro le destre è automaticamente finanziato dalle sinistre in Italia. L'autonomia organizzata è il maggiore vantaggio che possiamo prenderci.
SebastianoTV83 is offline  

 



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