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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 07-10-2005, 00.12.12   #31
Weyl
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Nec ultra crepidam, sutor

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Messaggio originale inviato da bside
L'esempio più lampante di come la psichiatria sia un falso scientifico è rappresentato proprio dall'omosessualità considerata a lungo una malattia mentale e dichiarata non tale solo nel 1993 dall'OMS.
Sulla base di quali evidenze scientifiche era considerata una patologia? Sulla base di quali esami diagnostici e strumentali?
La psichiatria sostiene di curare malattie che in realtà non è in grado di dimostrare. Delle malattie del cervello se ne occupa il neurologo non lo psichiatra.

Piano, per favore.
Il neurologo si occupa delle malattie "lesionali", ossia anatomicamente consistenti, del cervello.
Allo psichiatra competono le malattie "funzionali", ossie connesse al funzionamento elettrochimico e neuroplastico del cervello.
La "mente", in sè e per sè, è epifenomeno tanto per il neurologo come per lo psichiatra.
Essa rappresenta lo specifico terreno di indagine dello psicologo.
Sostenere che che la psichiatria sia un "falso scientifico" equivale a ritenere che la fisica quantistica sia un falso scientifico in relazione al determinismo proprio della fisica relativistica.
Ciao.
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Vecchio 07-10-2005, 18.25.46   #32
bside
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Fammi capire. La neurologia si occuperebbe di malattie "lesionali" "anatomicamente consistenti". Ovvero? Che posso "vedere" fisicamente la lesione e ponderarne gli effetti strumentalmente? Una lesione comporta sempre più o meno gravemente una perdita di funzionalità. Lesione e funzionalità sono strettamente connessi. La psichiatria invece si occuperebbe di malattie funzionali, ovvero di malattie non fisicamente consistenti. Curioso!

Cosa credi che sia una lesione anatomicamente consistente? Un tessuto celebrale è costituito da cellule a loro volta costituite in ultima istanza da molecole e reazioni chimiche che le coinvolgono. Se per qualche ragione o causa queste non avvengono come dovrebbero la funzionalità, da un punto di vista chimico, della cellula (e quindi del tessuto) è compromessa. Quindi ad esempio alcune cellule del cervello non producono più dopamina (ovvero la reazione chimica che porta alla formazione della dopamina non avviene e la dopamina non si forma); e gli effetti sono il parkinson. Il danno quindi o la lesione è riferibile in ultima istanza ad una reazione chimica (o più di una).
Se voi dite che le malattie mentali sono causate da squilibri elettrochimici è come dire che da qualche parte, in qualche tessuto e cellula è presente un danno "fisico" e una causa. Qualche reazione non va come dovrebbe andare. Certe molecole non si formano o si formano in concentrazione non sufficiente, o la formazione è impedita o si forma qualche prodotto che non si dovrebbe formare, eccetera...
Anche in questo caso si dovrebbe parlare di lesione ed ad occuparsene dovrebbe essere il neurologo. Se esiste poi una lesione organica questa deve essere ponderata con test di laboratorio, indagini strumentali che ne possano dimostrare l'esistenza e valutarne gli effetti.

In realtà il modo di procedere diagnostico dello psichiatra è diverso. Io potrei recarmi da uno psichiatria, dichiarare certi sintomi e questi, senza sottopormi ad alcun tipo di esame, dichiarare la mia malattia e prescrivermi degli psicofarmaci. E questo perché lo psichiatra non ha strumenti diagnostici che gli consentano di fare una diagnosi oggettiva.
Ma lo sapete che le malattie mentali vengono definite tali perché sono votate a maggioranza nei congressi mondiali degli psichiatri? Io sono rimasto sconcertato quando l'ho saputo. Cosa ci sia di scientifico in questo modo di procedere non lo so proprio. In pratica una minoranza d'individui decide cosa sia malattia mentale e cosa no. E sulla base di cosa? Sulla base di quali prove scientifiche la psichiatria definì l'omosessualità una malattia mentale?

Quali persone ha mai guarito la psichiatria?

Il paragone con la fisica quantistica non mi è molto chiaro. Di certo la fisica quantistica non viene utilizzata per fare diagnosi alle persone.
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Vecchio 08-10-2005, 14.17.59   #33
Weyl
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Paragone

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Messaggio originale inviato da bside

Fammi capire. La neurologia si occuperebbe di malattie "lesionali" "anatomicamente consistenti". Ovvero? Che posso "vedere" fisicamente la lesione e ponderarne gli effetti strumentalmente? Una lesione comporta sempre più o meno gravemente una perdita di funzionalità. Lesione e funzionalità sono strettamente connessi. La psichiatria invece si occuperebbe di malattie funzionali, ovvero di malattie non fisicamente consistenti. Curioso!

Cosa credi che sia una lesione anatomicamente consistente? Un tessuto celebrale è costituito da cellule a loro volta costituite in ultima istanza da molecole e reazioni chimiche che le coinvolgono. Se per qualche ragione o causa queste non avvengono come dovrebbero la funzionalità, da un punto di vista chimico, della cellula (e quindi del tessuto) è compromessa. Quindi ad esempio alcune cellule del cervello non producono più dopamina (ovvero la reazione chimica che porta alla formazione della dopamina non avviene e la dopamina non si forma); e gli effetti sono il parkinson. Il danno quindi o la lesione è riferibile in ultima istanza ad una reazione chimica (o più di una).
Se voi dite che le malattie mentali sono causate da squilibri elettrochimici è come dire che da qualche parte, in qualche tessuto e cellula è presente un danno "fisico" e una causa. Qualche reazione non va come dovrebbe andare. Certe molecole non si formano o si formano in concentrazione non sufficiente, o la formazione è impedita o si forma qualche prodotto che non si dovrebbe formare, eccetera...
Anche in questo caso si dovrebbe parlare di lesione ed ad occuparsene dovrebbe essere il neurologo. Se esiste poi una lesione organica questa deve essere ponderata con test di laboratorio, indagini strumentali che ne possano dimostrare l'esistenza e valutarne gli effetti.

In realtà il modo di procedere diagnostico dello psichiatra è diverso. Io potrei recarmi da uno psichiatria, dichiarare certi sintomi e questi, senza sottopormi ad alcun tipo di esame, dichiarare la mia malattia e prescrivermi degli psicofarmaci. E questo perché lo psichiatra non ha strumenti diagnostici che gli consentano di fare una diagnosi oggettiva.
Ma lo sapete che le malattie mentali vengono definite tali perché sono votate a maggioranza nei congressi mondiali degli psichiatri? Io sono rimasto sconcertato quando l'ho saputo. Cosa ci sia di scientifico in questo modo di procedere non lo so proprio. In pratica una minoranza d'individui decide cosa sia malattia mentale e cosa no. E sulla base di cosa? Sulla base di quali prove scientifiche la psichiatria definì l'omosessualità una malattia mentale?

Quali persone ha mai guarito la psichiatria?

Il paragone con la fisica quantistica non mi è molto chiaro. Di certo la fisica quantistica non viene utilizzata per fare diagnosi alle persone.

Il paragone con la fisica quantistica calza esattamente in questo senso: anche le patologie di cui si occupa lo psichiatra sono organiche ad un livello strutturale più "piccolo".
"Anatomicamente" consistenti significa infatti questo: osservabili in sala settoria senza ricorrere al microscopio.
Ciò comporta, naturalmente, confini in parte sovrapposti: l'emicrania e le cefalee essenziali sono tradizionalmente di competenza del neurologo, sebbene oggi sappiamo che la patogenesi di tali patologie investa la funzionalità dei circuiti e dei relais nocicettivi, ad un livello sostanzialmente simile a quelli ai quali normalmente opera lo psichiatra (non per caso la maggior parte delle terapie di profilassi utilizzano farmaci di uso quotidiano dello psichiatra e non del neurologo).
Al contrario il m. di Alzheimer, di Pick e altre demenze permangono, secondo tradizione, di competenza psichiatrica, sebbene oggi sappiamo che le lesioni che le accompagnano sono visibili macroscopicamente (e molti farmaci impiegati sono di uso quotidiano del neurologo).
Uno psichiatra, del resto, deve conoscere molto bene la neurologia per poter esercitare, e viceversa il neurologo.

Il processo diagnostico, in psichiatria, si avvale di strumenti tecnici sofisticati e complessi, mutuati in gran parte dalla psicologia dinamica, dalla neurologia e dalla medicina interna.
A questi lo psichiatra deve aggiungere un training personale faticoso e lungo, che gli consenta di imparare ad utilizzare il controtransfert empatico a scopo osservativo e diagnostico.
Esistono tecniche di indagine, come PET e SPECT, e di risonanza dinamica, sebbene ancora non nell'uso quotidiano.
La psichiatria italiana è mediamente di basso profilo proprio per le ragioni che riportavo nei precedenti post.

Ma l'omosessualità come malattia, toglimi la curiosità, in quale diavolo di classificazione l'hai trovata?
Weyl is offline  
Vecchio 08-10-2005, 14.30.58   #34
oizirbaf
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Re: Paragone

Citazione:
Messaggio originale inviato da Weyl
Ma l'omosessualità come malattia, toglimi la curiosità, in quale diavolo di classificazione l'hai trovata?

... converrai con me, caro Weyl
che, sia pur raramente, il calzolaio ne sappia più di quanto Apelle si aspettasse (... spero in un tuo accenno di sorriso ... sia pur sotto i baffi ...).

... resta il tuo interrogativo finale e il sospetto che fino al 1993 l'OMS abbia ubbidito a metodi non prettamente scientifici.
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Vecchio 08-10-2005, 18.51.36   #35
bside
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Direi intanto che una lesione macroscopica è l'effetto visibile in grande di lesioni microscopiche.
Lo strappo di un arto (lesione macroscopica) comporta la rottura di muscoli, tessuti, cellule e in ultima istanza di legami chimici fra molecole.
Una malattia coinvolge sempre un'insieme molto grande di cellule. Una lesione da infarto coinvolge miliardi di cellule e gli effetti sono visibili sia macroscopicamente che microscopicamente.

Ora tu affermi che la psichiatria come la fisica quantistica si muove nell'infinitamente piccolo, talmente piccolo da valere il principio d'indeterminazione? Quindi le lesioni ci sarebbero (perché voi avete deciso arbitrariamente che ci sono, ci devono essere!), ma non si vedono né macroscopicamente, né microscopicamente. In pratica non si possono fisicamente localizzare, determinare, quantificare. Non c'è e non esiste un riscontro diretto, oggettivo.
E sulla base di quali prove scientifiche vengono dichiarate tutte le malattie presenti nel DSM?
Siete l'unica branca delle medicina che non produce prove scientifiche di ciò che afferma. Siete l'unica scienza apertamente contestata nelle forme e nei metodi. Mai sentito parlare dell'antichimica, dell'antifisica o dell'antimatematica. Siete l'unica scienza medica che stabilisce a maggioranza di voto quali sono malattie e quali no. Come se i cardiologi votassero sull'infarto!
Nonostante il linguaggio forbito non sai rispondere ad una domanda tanto banale quanto semplice: sulla base di quali prove documentabili è stata a lungo considerata una malattia mentale l'omosessualità?
Puoi fare pure finta di non sapere, per non trovarti nell'imbarazzo di non sapere cosa rispondere.


>il processo diagnostico, in psichiatria, si avvale di >strumenti tecnici sofisticati e complessi

In realtà c'è ben poco di sofisticato nella pratica quotidiana. Il processo diagnostico in psichiatria è simile alla tassonomia in biologia, ovvero un metodo di classificazione (di basso libello) delle specie basato sulle caratteristiche esterne visibili. Ma l'osservazione non può prescindere dall'osservatore, il quale non costituisce propriamente un punto di vista oggettivo.
In assenza di riscontri e dati scientifici inconfutabili, di prove concrete, la malattia mentale rimane per ora solo un (pre)giudizio. Lo stesso che ha portato a definire l'omosessualità malattia.
Ma ovviamente gli psichiatri non ammetteranno mai di avere sbagliato. Siete gli unici medici che non sbagliano mai diagnosi e non pagano per i loro sbagli perché non dovete dimostrare quello che affermate.
Ci sono stati casi, fatti di cronaca, di persone socialmente pericolose liberate sulla base di perizie psichiatriche. Penso ad esempio al mostro del circeo. Messo in libertà, alla prima occasione ha ammazzato due donne. Qualcuno ha forse pagato? Qualche psichiatra è finito sulla sbarra? Qualche psichiatra è mai finito come imputato in un aula di tribunale per fatti inerenti la propria professione alla stregua di un anestesista, un chirurgo?
Se poi il paziente non "guarisce", sarà sicuramente perché il paziente non vuole guarire.
Mi viene in mente quella barzelletta: quanti psichiatri ci vogliono per cambiare una lampadina? Solo uno, ma la lampadina DEVE voler cambiare


>converrai con me, caro Weyl
>che, sia pur raramente, il calzolaio ne sappia più di >quanto Apelle si aspettasse

E un calzolaio non può che essere un povero ignorante, altrimenti farebbe lo psichiatra, vero?
bside is offline  
Vecchio 08-10-2005, 20.39.16   #36
Weyl
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Limiti e possibilità

Citazione:
Messaggio originale inviato da bside

Direi intanto che una lesione macroscopica è l'effetto visibile in grande di lesioni microscopiche.
Lo strappo di un arto (lesione macroscopica) comporta la rottura di muscoli, tessuti, cellule e in ultima istanza di legami chimici fra molecole.
Una malattia coinvolge sempre un'insieme molto grande di cellule. Una lesione da infarto coinvolge miliardi di cellule e gli effetti sono visibili sia macroscopicamente che microscopicamente.

Ora tu affermi che la psichiatria come la fisica quantistica si muove nell'infinitamente piccolo, talmente piccolo da valere il principio d'indeterminazione? Quindi le lesioni ci sarebbero (perché voi avete deciso arbitrariamente che ci sono, ci devono essere!), ma non si vedono né macroscopicamente, né microscopicamente. In pratica non si possono fisicamente localizzare, determinare, quantificare. Non c'è e non esiste un riscontro diretto, oggettivo.
E sulla base di quali prove scientifiche vengono dichiarate tutte le malattie presenti nel DSM?
Siete l'unica branca delle medicina che non produce prove scientifiche di ciò che afferma. Siete l'unica scienza apertamente contestata nelle forme e nei metodi. Mai sentito parlare dell'antichimica, dell'antifisica o dell'antimatematica. Siete l'unica scienza medica che stabilisce a maggioranza di voto quali sono malattie e quali no. Come se i cardiologi votassero sull'infarto!
Nonostante il linguaggio forbito non sai rispondere ad una domanda tanto banale quanto semplice: sulla base di quali prove documentabili è stata a lungo considerata una malattia mentale l'omosessualità?
Puoi fare pure finta di non sapere, per non trovarti nell'imbarazzo di non sapere cosa rispondere.


>il processo diagnostico, in psichiatria, si avvale di >strumenti tecnici sofisticati e complessi

In realtà c'è ben poco di sofisticato nella pratica quotidiana. Il processo diagnostico in psichiatria è simile alla tassonomia in biologia, ovvero un metodo di classificazione (di basso libello) delle specie basato sulle caratteristiche esterne visibili. Ma l'osservazione non può prescindere dall'osservatore, il quale non costituisce propriamente un punto di vista oggettivo.
In assenza di riscontri e dati scientifici inconfutabili, di prove concrete, la malattia mentale rimane per ora solo un (pre)giudizio. Lo stesso che ha portato a definire l'omosessualità malattia.
Ma ovviamente gli psichiatri non ammetteranno mai di avere sbagliato. Siete gli unici medici che non sbagliano mai diagnosi e non pagano per i loro sbagli perché non dovete dimostrare quello che affermate.
Ci sono stati casi, fatti di cronaca, di persone socialmente pericolose liberate sulla base di perizie psichiatriche. Penso ad esempio al mostro del circeo. Messo in libertà, alla prima occasione ha ammazzato due donne. Qualcuno ha forse pagato? Qualche psichiatra è finito sulla sbarra? Qualche psichiatra è mai finito come imputato in un aula di tribunale per fatti inerenti la propria professione alla stregua di un anestesista, un chirurgo?
Se poi il paziente non "guarisce", sarà sicuramente perché il paziente non vuole guarire.
Mi viene in mente quella barzelletta: quanti psichiatri ci vogliono per cambiare una lampadina? Solo uno, ma la lampadina DEVE voler cambiare


>converrai con me, caro Weyl
>che, sia pur raramente, il calzolaio ne sappia più di >quanto Apelle si aspettasse

E un calzolaio non può che essere un povero ignorante, altrimenti farebbe lo psichiatra, vero?

Ti risponderò, brevemente, per punti.
1) Le malattie polmonari esistevano prima che Roentgen concedesse alla medicina la possibilità di visualizzare in corpore vili il processo patologico in corso.
Evidentemente non sai che la medicina possiede una tradizione classificatoria, una semeiotica ricchissima costruita nel corso di secoli di osservazioni empiriche e di un confronto con la realtà clinica falsificabile dall'inefficacia delle terapie o della previsione prognostica.
2) Che in psichiatria debba valere il principio di indeterminazione di Heisenberg è un'iperbole retorica dietro alla quale voglio credere che non sussista l'incomprensione del riferimento metaforico.
Ciò non toglie che, nel tempo, il principio di indeterminazione possa divenire effettivamente rilevante anche al riguardo del monitoraggio di terapie di là da venire.
Le basi teoriche, infatti, vi sono tutte: una singola vescicola sinaptica, la quale è sufficiente a determinare il potenziale d'azione postsinaptico, possiede un'indeterminazione di posizione sufficiente a rendere stocastico il suo effetto in termini informatici. La psicofarmacologia del futuro, probabilmente, dovrà confrontarsi concretamente con le realtà quantistiche.
3) Non puoi, ragionevolmente, denegare la credibilità scientifica della psichiatria in codesti due antiteci modi: che l'errore non sia perseguito ed, insieme, che essa non possegga criteri di validazione.
4) L'antipsichiatria, episodio culturale prima che scientifico, ebbe una certa risonanza ed un certo ascolto nell'Inghilterra degli anni '60.
Solo in italia essa divenne l'ispirazione ufficiale di una complessa ed inapplicata legislazione: il nostro paese, sul piano internazionale della comunità scientifica, praticamente non fa testo.
5) Esiste una sfaccettata eterogeneità culturale nel passato prossimo di questa materia: non sono rari gli psichiatri che, come il sottoscritto, sono portatori di un percorso scientifico "particolare", in genere diverso da quello degli esponenti di altre discipline.
Il mio caso è emblematico: posseggo, infatti, anche una laurea in filosofia teoretica.
Tutto ciò non avviene più nell'ambito di altri settori della medicina, ma, credimi, avveniva ancora, con una certa frequenza, fino alla fine del diciannovesimo secolo.
6) Grazie allo straordinario impulso che stanno avendo le neuroscienze nelle ultime due decadi, la psichiatria sta sopportando una sorta di "travolgimento" intellettuale e scientifico.
E' un momento storico particolare: i DSM sono lìespressione epifenomenica di una sorta di stand by ideologico, di una epochè intellettuale.
Siamo tutti in attesa di un rivolgimento radicale della nosografia, ma, non per questo, le osservazioni delle generazioni che ci hanno preceduto perdono di senso.
Oserei dire, per ribaltare un topos seicentesco, che noi, oggi, siamo dei giganti sulle spalle di nani.
Ed è un problema.
7) Ti ripeto: ma dove diavolo hai trovato l'omosessualità inquadrata nell'ambito della patologia?
Per quanto ne so, anche Freud, più di cent'anni fa, la assimilava ad una costellazione di potenzialità nevrotiche: potenzialità, non nevrosi in atto.
Dunque, dove?


Ciao
Weyl is offline  
Vecchio 10-10-2005, 21.48.30   #37
bside
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Non scomodiamo Heisenberg. Ch'io sappia il principio riguardava l'errore nelle misure. Non vedo il nesso nella diagnosi di una malattia.
Qualsiasi medico di base, qualsiasi specialista per quanto bravo possa essere si appoggia, per le proprie valutazioni e le proprie diagnosi, ad analisi di tipo ematico, chimico-fisico o indagini strumentali.
Lo psichiatra è l'unico medico che nella pratica quotidiana non utilizza analisi: a lui basta qualche occhiata! Nella sua pratica diagnostica fa riferimento esclusivamente ad un manuale scritto da altri psichiatri che votano a maggioranza l'insieme dei comportamenti che sarebbero (sulla base di cosa?) definibili malattia. Ma una malattia non è una opinione che richieda un voto.
Lo psichiatra a differenza di qualsiasi altro medico possiede quindi il dono dell'infallibilità e non può essere smentito attraverso dei dati. Non solo è infallibile e quindi non verrà mai accusato di aver sbagliato una diagnosi, ma non si ammala mai delle malattie che cura!! Mentre ad un oncologo può venire un tumore, allo psichiatra non verrà mai una fobia!
Ecco perché l'omosessualità è stata tolta dall'elenco. Si erano resi conto che il contagio s'era diffuso tra la categoria.
Infallibile e immune dunque, ma non solo; è anche veggente! Può determinare se nel passato una persona era capace di intendere e di volere. E può anche predire il comportamento di un individuo nel futuro.
Ecco perché gli psichiatri come i preti stanno sempre in TV a pontificare e commentare fatti di cronaca. A loro è dato di sapere perché tizio ha sparato, perché caio si è suicidato. Hanno una risposta certa a tutto. Neanche Mandrake saprebbe fare di meglio!

Che l'omosessualità fosse considerata malattia lo sanno anche i muri. Basta fare una qualsiasi ricerca.

<<la definizione dell'omosessualità come malattia mentale aprì la via a una pratica sinistra: la cura di qualcosa che non era suscettibile di essere curato>>

<<Solo nell'ultima edizione del DSM-IV l'omosessualità non occupa più alcuna casella diagnostica. Questa posizione è stata fatta propria anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1993>>

<<Così, sul piano scientifico è stata posta fine alla criminalizzazione, colpevolizzazione e medicalizzazione di questo frequente comportamento umano. Malgrado ciò, permane un atteggiamento discriminatorio e pregiudizievole di rifiuto, condanna e patologizzazione dell'omosessualità>>

Del resto quando ho fatto la visita di leva, se qualcuno dichiarava d'essere omosessuale, prima finiva dallo psicologo poi riformato per malattia mentale.


Ultima modifica di bside : 10-10-2005 alle ore 21.54.28.
bside is offline  
Vecchio 10-10-2005, 21.58.25   #38
oizirbaf
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... Weyl e bside: posso dire che un dibattito come il vostro innalza il livello del forum?
oizirbaf is offline  
Vecchio 10-10-2005, 23.33.47   #39
r.rubin
può anche essere...
 
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Messaggi: 2,053
in effetti il tema è interessante.
Che ne dite di aprire una discussione ad hoc?
Dai, fatelo, e disquisiamo attorno alla validità della psichiatria.
r.rubin is offline  
Vecchio 11-10-2005, 01.08.58   #40
Weyl
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Messaggi: 728
Non vedo spazi

Purtroppo, la posizione del mio interlocutore, leggermente oscurantista, non lascia grande spazio ad un dialogo.
Disquisire sulla scientificità, o meno, della psichiatria è semplicemente irrazionale.
Anche perchè, mi pare, bside continua a ripetere lo stesso pregiudizio: ossia che solo ciò che è suffragato da un'indagine strumentale o laboratoristica possiede una garanzia di validità oggettiva.
Secondo questa strana tesi, la pneumologia non avrebbe goduto di alcuno statuto di oggettività prima del 1900, l'ematologia prima del 1950 e la neurologia prima del 1970/1980.
Senza considerare che, forse non sapendo che le valutazioni radiodiagnostiche e laboratoristiche perlopiù non sono eseguite da macchine, bensì dall'interpretazione soggettiva del radiologo e del medico settore, anch'esse andrebbero riconsiderate nella loro, presunta, oggettività...
Infine, anche laddove è la macchina a formulare il dato, occorrerebbe ricordare che i programmi mediante cui essa elabora il materiale, le sono comunque forniti attraverso valutazioni collegiali da parte di pool di tecnici, che si accordano tra di loro sui riferimenti oggettivi entro cui formalizzarli.
Quando, infine, il dato è fornito, anche il suo range di oscillazione "normale", non è garantito da nulla più se non da criteri statistici di previsione.
Così, ad esempio, se il vostro valore di colesterolemia è presentato come patologicamente alto, ciò si riferisce ad un range previsionale che, statisticamente, vi pone a rischio di ammalarvi di arteriopatie.
Anche la decisione di trattare l'ipercolesterolemia, piaccia o non piaccia a bside, è stabilita da un consesso di internisti, i quali propongono protocolli di comportamento di solito stabiliti a maggioranza.
Naturalmente, a deciderlo sono studiosi illustri e prestigiosi: non si tratta di referendum.
Per questo, ad esempio, si tende oggi a trattare l'ipertensione fino a normalizzarla al valore di 120/80 anche nell'anziano, mentre fino a pochi anni or sono ci si accontentava di ricondurla a valori più elevati.
Tutto questo è prodotto, lo ripeto, da valutazioni di rischio statistico e dal confronto delle opinioni dei più illustri rappresentanti del settore.

Quanto al DSM e l'omosessualità, dopo una breve ricognizione, vi dico quanto segue.
La prima edizione, del 1952, la classificava come disturbo della personalità, mentre già nel 1968 essa era ricondotta a semplice "devianza sessuale".
Nell'edizione del 1973, scomparve semplicemente.
Siccome è solo dal principio degli anni '90 che noi europei facciamo riferimento al DSM (precedentemente il manuale di confronto comune, in Europa, era l'ICD, tedesco), avendo sempre consultato le edizioni seguenti al DSMIII, io non ve l'avevo mai vista citata.
In ogni caso, anche i disturbi di personalità vanno ascritti non già a patologie in sè, ma a condizioni predisponenti a patologie.
Ciò significa che, a stretto rigore, neppure nel 1952 uno psichiatra americano si sarebbe sognato di trattare terapeuticamente l'omosessualità in sè e per sè!

Quanto al riferimento alla visita di leva, la questione non riguarda la classificazione delle malattie mentali, ma, evidentemente, i criteri di esclusione delle forze armate rispetto all'arruolamento.

Che lo psichiatra formuli le sue diagnosi sulla base di semplici "occhiate" e ad intuito incontestabile, è semplicemente falso.
Per quanto ne so io, l'unico specialista che formuli le sue diagnosi in questo modo è il dermatologo.
E non creda, il buon bside che, in caso di dubbi, il prelievo bioptico venga analizzato dall'istologo in modo diverso che non mediante semplici "occhiate", gettate attraverso il microscopio...
La diagnosi psichiatrica è, come ripeto, un processo decisionale sofisticato e complesso che, in alcuni casi, prevede osservazioni protratte per non meno di sei mesi.
Analisi cliniche anche, naturalmente, e non solo di esclusione.
Somministrazione di test, monitoraggio dell'efficacia terapeutica secondo scale: indici di risposta prestabiliti da protocolli internazionali, nè più nè meno del monitoraggio elettrocardiografico di un'aritmia.
E..., vabbè: serve a qualcosa aggiungere altro?
De hoc satis.

Ultima modifica di Weyl : 11-10-2005 alle ore 01.12.08.
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