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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 08-10-2005, 17.17.21   #1
VanLag
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Data registrazione: 08-04-2002
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La competizione come valore (da un post di Chimera).

Citazione:
Messaggio originale inviato da Chimera
Tutta questo spirito di competizione, proprio della nostra società,del capitalismo,del nazionalismo, della democrazia occidentale dello sport... fa veramente bene all'uomo?
Tifosi che mettono a ferro e fuoco Genova per difendere la propria squadra di calcio?
Non sarebbe meglio usare tutta questa determinazione per difendere i propri ideali?
Non ho chiesto il permesso a Chimera, ma spero non se ne abbia a male se ho stralciato un pezzo di un suo post perché ciò che dice mi sembra talmente giusto e centrato che ho pensato sarebbe stato un peccato lasciarlo perdere. D’altro canto non ho voluto rispondere nel 3d originario che era il 3d di Vaniglia sull’amicizia per non portarlo off topic.

Quello che dice Chimera però è vero. Questa società e questa cultura ci stanno imponendo la competizione come valore. Ma ci rendiamo conto di quello che ci stanno facendo?

VanLag is offline  
Vecchio 08-10-2005, 17.37.47   #2
Mr. Bean
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Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
La competizione rende schiavi del risultato. Si compete per arrivare primi, per appagare il proprio ego e si perdono di vista i veri valori: per esempio il gusto di fare qualcosa.
Un conto è praticare sport per il piacere, perché fa bene alla salute, ecc... Altro invece è usarlo come fine per appagare il proprio ego. Il pericolo della società moderna è proprio questo, a mio avviso.
Se pensiamo al calcio brasiliano come era fino a qualche anno fa e come invece si è trasformato da quando diversi suoi calciatori giocano in Europa.... E' solo uno dei tanti esempi, ma potrei citare il lavoro del più sconosciuto degli impiegati od operai.... sarebbo lo stesso.
Mr. Bean is offline  
Vecchio 09-10-2005, 10.54.09   #3
nevealsole
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Data registrazione: 08-02-2004
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Anni fa ho letto un libro, incanalabile tra quelli "new age" piuttosto noto: "E venne chiamata due cuori".
Racconta un avventura (non so quanto reale) di un'americana nella cultura degli aborigeni australiani.
Emergono due cose: si tratta di un popolo non competitivo e proprio questa non competitività gli ha portati quasi a scomparire.
L'ho trovato molto bello, ricordo che lei sperimentava alcuni giochi occidentali sugli aborigeni spiegando loro che c'era un vincitore ed un perdente. Gli aborigeni rispondevano: "come è possibile che sia un gioco se qualcuno deve essere sconfitto".
La competitività, assieme all'auto-elogio, la fa davvero da padrona negli ultimi anni nel mondo occidentale... e visti i risultati forse c'è qualcosa che non va... oltre tutto un tempo si diceva che c'era il "fair play", oggi c'è ancora?
nevealsole is offline  
Vecchio 09-10-2005, 12.14.53   #4
oizirbaf
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Data registrazione: 11-01-2005
Messaggi: 168
Re: La competizione come valore (da un post di Chimera).

Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag
Questa società e questa cultura ci stanno imponendo la competizione come valore. Ma ci rendiamo conto di quello che ci stanno facendo?

No, non ci rendiamo conto, tutti presi dall'ego-building, come nota mr.Bean.
Cosa ci vorrebbe? ... ridare senso alla vita contemplando la morte.
La morte che espelliamo dalla mente, dai discorsi, dall'orizzonte ... ma che non possiamo evitare ... è l'unica certezza che ci induce a capire con meraviglia: "quant'è preziosa la vita, ogni secondo di essa!".
oizirbaf is offline  
Vecchio 09-10-2005, 14.59.53   #5
edali
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Smile Bell'argomento !

Cara neve mi ricordo quel bellissimo libro. I messaggi di quel libro sono assai profondi per noi “ i mutanti”. Oggi come oggi penso che il fair play è stato sostituito dall’aggressività e concorrenza sleale. Però si parla sempre di competitività. Viene inculcata anche dall’infanzia dai nostri genitori, dalla scuola e così via. E consapevoli o meno consapevoli a volte lo facciamo pure noi. Io non ho delle soluzioni. L’idea di contemplare la morte sarebbe una buona chiave, ma non so come si potrebbe fare in modo costante. Provo soltanto a non ripetere (quando e come posso) questi sbagli con mia figlia.
edali is offline  
Vecchio 09-10-2005, 15.04.47   #6
oizirbaf
Ospite abituale
 
 
Data registrazione: 11-01-2005
Messaggi: 168
Re: Bell'argomento !

Citazione:
Messaggio originale inviato da edali
L’idea di contemplare la morte sarebbe una buona chiave, ma non so come si potrebbe fare in modo costante.

... scheletrino tascabile?
oizirbaf is offline  
Vecchio 09-10-2005, 16.11.34   #7
SebastianoTV83
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Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
Sicuramente la mancanza di una seria contemplazione della morte ci porta ad atti estremi (vedi tifosi assassini sugli spalti, competitività sregolata per fini moralmente infimi etc.). La competitività rimane comunque un ottimo motore per il miglioramento personale come la collaborazione per quello sociale. Secondo me è necessario codificare e valutare attentamente fino a che punto la competitività può essere appagante e quando comincia a diventare un'ossessione (Vedi Violetta e mamma nella Fabbrica di Cioccolato lol!)
SebastianoTV83 is offline  
Vecchio 09-10-2005, 16.12.34   #8
tammy
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Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
perchè nò?

Citazione:
... scheletrino tascabile?



La competizione regna un pò dovunque, come avete già fatto osservare, e pensare profondamente che la vita che abbiamo a disposizione è solo una dovrebbe aiutare a comprendere che non ha proprio senso lo spreco di energie che si ha per essere i primi sul lavoro, i primi a scuola, i primi alla fermata dell'autobus, i primi allo sportello dell'ufficio postale ecc.ecc.
L'ho provata anch'io la competizione, ma ho notato che mi esauriva e rischiavo di perdere di vista l'obiettivo più importante: me stessa e pensando appunto che la mia vita è unica perchè precorrere i tempi e rischiare di morire prematuramente?
tammy is offline  
Vecchio 09-10-2005, 17.23.20   #9
Mr. Bean
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Data registrazione: 23-01-2005
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Sarà forse la mia situazione fisica, il fatto che da bambino, quando chiedevo perché mai i miei coetanei potessero correre mentre a me non era quasi permesso nemmeno di reggermi sulle mie gambe nemmeno per qualche metro, sarà forse per il mio carattere abbastanza contro corrente, sarà per chissà quale altro motivo... sta di fatto che ho scoperto la bellezza di viaggiare e l'ho sostituita al verbo arrivare.... O meglio: se debbo andare a Berlino per starci qualche giorno, non mi curerò molto di osservare il paesaggio durante il tragitto perché per me è pi
importante arrivare a Berlino per osservare... però, fermarmi ad osservare un fiore con gli insetti che gli gironzolano introrno, il sole che tramonta, il movimento delle nuvole o delle piante accarezzate dal vento, il mare che da tranquillo diventa burrascoso.... tutto questo l'ho imparato forse perché a me non è stato concesso di correre.
Per diversi anni sono rimasto invischiato nella competizione lavorativa, senza tuttavia cavare un ragno dal buco. Quando ho scoperto che si può lavorare divertendosi, o si può praticare una disciplina sportiva per il solo piacere... beh ho aperto gli occhi ed ho capito che la competizione non può mai essere sana.
Mr. Bean is offline  
Vecchio 09-10-2005, 18.13.57   #10
edali
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Data registrazione: 08-04-2002
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Citazione:
Messaggio originale inviato da Mr. Bean
sta di fatto che ho scoperto la bellezza di viaggiare e l'ho sostituita al verbo arrivare....

Oltre la morte, contemplare la vita. Grande saggezza.
Mi ricordo la scorsa primavera quando andavo tutta di corsa, imbronciata e preoccupata di mille problemi (io viaggio a piedi da casa fino alla fermata del pullman o alla stazione) mi ero fermata di colpo davanti ad un cespuglio in fiore. È bastato un attimo (o un fiore ) per cancellare tutte le preoccupazioni.
edali is offline  

 



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